Scetticismo e paura di credere

Sono stato per lunghi anni, da quando ne avevo 18 fino ai 37, un “ricercatore dell’anima”, incuriosito tanto dall’esoterismo quanto dalla psicologia del profondo, affascinato in particolar modo quando scoprivo in essi percorsi paralleli, ma sempre con un nocciolo scettico che mi impediva di cadere preda di facili entusiasmi. In seguito a disavventure sentimentali, lutti e momenti difficili, ho avuto la mia pausa, durata quasi 4 anni. Adesso, a poco a poco, quella sete di conoscenza, quella voglia di chiudere il cerchio, si stanno di nuovo facendo strada…

Così scrivevo nel mio profilo nel “lontano” settembre 2007, in procinto di aprire il mio blog 🙂

Spesso sono stato accusato, anche qui su Splinder, di essere una specie di miscredente, colpevole di non credere ciecamente a tutti i fenomeni paranormali, ai miracoli, alle convinzioni altrui riguardo alla fede, alla vita dopo la morte, al destino, ad un… ordine superiore precostituito.
Insomma, accusato di “non comprare a scatola chiusa” 😐

Queste persone però non si rendono conto che lo scetticismo non solo non è una scelta, ma certamente non è nemmeno la soluzione più “facile”. Al contrario.
Per chi “crede”, tutto è più facile: la vita ha un senso, perfino quando ci crolla addosso e tutto va male. Perfino la morte, se la fede è vera, non fa paura e non mette angoscia: essa è solo un passaggio.

In effetti tante volte ho pensato che mi avrebbe fatto comodo – e molto – non avere questo “nocciolo scettico”; tutta la mia vita sarebbe stata più semplice, tutte le difficoltà più sopportabili.

Come se non bastasse, notate che “essere scettici” non significa “non credere”, ma semplicemente avere dei dubbi, dubbi che possono essere più o meno “sani” a seconda del bene e del male che apportano, a sé stessi e agli altri.
E’ mia convinzione che la fede, come ho scritto, non sia una scelta, non si può “decidere” di credere. Sarebbe troppo facile, ed anche illusorio. In un certo senso possiamo dire che parte del mio scetticismo è determinato proprio dalla paura che nasce dall’idea di credere in qualcosa che, più tardi, possa scoprire essere falsa.

Molti anni fa, mio padre, che fu credente per tutta la vita e che a quel tempo aveva ormai varcato la soglia dell’anzianità, stava guardando l’ennesimo film pasquale sulla vita di Gesù. Ad un certo punto la sua espressione divenne seria e greve. Ci guardò, a me ad uno dei miei fratelli, e disse “Ma… e se ci avesse preso in giro tutti quanti?” 😀
Simpatico episodio, vero? 🙂 Simpatico, ma… voi cosa fareste se davvero, verso la fine della vostra vita, vi accorgeste che ciò che avete creduto, magari per “dogma” e non per vera fede, è falso o può esserlo? Non avete un’altra vita… e tutta quella che avete l’avete passata con una convinzione che adesso vi accorgete essere erronea 😮 Vero, almeno avete vissuto con serenità fino a quel giorno. Però la scoperta sarebbe “tosta”…

E’ facile “voler credere”. La vita è dura. Ci sono la malattia e la morte. Ci sono episodi talmente racappriccianti, come la morte per malattia di un bimbo, una calamità naturale che falcia migliaia di vite in un colpo solo, la perdita dei nostri cari, che hanno l’effetto di accrescere enormemente il nostro desiderio di aggrapparci ad una speranza, di avere una risposta.
Ecco, questo io mi sono sempre rifiutato di fare: credere per dogma, oppure farlo per consolazione.
Se un giorno crederò, quel giorno la mia fede sarà genuina.
Ma per ora ho solo dubbi. E mi va bene così, perché, come ho sempre scritto, “sono meglio mille dubbi che una sola, pericolosa, certezza”.

Lungi da me l’idea di togliere la speranza a chi ce l’ha. So, anche per esperienza personale, che chi “crede davvero” continuerà a farlo, non cambierà certo idea per questo post o per qualcos’altro che ho scritto. Anzi… mi viene il dubbio che chi mi ha attaccato in passato non fosse in realtà così saldo nelle sue convinzioni. Per questo mi ha attaccato: perché ha rifiutato l’idea di qualcosa che potesse mettere in dubbio ciò in cui vuole assolutamente credere. Chi è sicuro non teme il confronto. Anzi lo usa perché vuole che la sua fede possa “contagiare” gli altri. Non credete? In fondo molti tra voi hanno fatto proprio così.

Non sono un esponente del CICAP o simili: non respingo, a priori, nessuna ipotesi. Ne’ tento di far cambiare opinione a chi esprime la sua. Io non attacco mai la vera fede, anzi, sinceramente, la invidio.
Ma… i miei dubbi vanno rispettati quanto la fede di chi ce l’ha 🙂
Altrimenti torniamo dritti al medioevo e all’inquisizione.

inquisizione

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Rosabelle, credi… – Parte III: Houdini e lo Spiritismo

houdini familyCome anticipato dallo spirito guida Fletcher, immediatamente dopo la divulgazione pubblica da parte di Bess della genuinità del messaggio, violenti attacchi iniziarono ad arrivare dai detrattori dello spiritismo – soprattutto illusionisti e giornalisti – sia alla moglie di Houdini, accusata di aver tradito la buonanima del marito, sia al medium Ford, accusato di fraudolenza.

L’illusionista Dunninger, contemporaneo di Houdini, dichiarò che il codice era già stato pubblicato in precedenza.

Il giornalista Rea Jaure, in un articolo intitolato “I messaggi di Houdini: Una Grande Beffa!”, scrisse che Ford stesso gli aveva rivelato nel corso di un’intervista di aver ricevuto il codice da Bess prima delle sedute. Jaure si avvalse di due testimoni che confermarono sotto giuramento la sua versione. Tuttavia tre altri testimoni giurarono a favore di Ford, dichiarando che nel giorno indicato da Jaure, Ford si trovava altrove.

Questi sono solo alcuni degli attacchi che Bess e Ford subirono.

La stampa, gli scettici e la sua stessa famiglia, convinsero Bess – che a lungo aveva sostenuto che quanto avvenuto non era una frode – a ritirare il premio pattuito. Ma Ford dichiarò sempre di essere stato lui a rifiutare ogni premio in forma di denaro e che l’unico vantaggio acquisito era stata la notevole pubblicità ricevuta dopo i fatti, pubblicità per la quale ringraziò Houdini che – a suo dire – aveva forse voluto premiarlo in questo modo dall’aldilà.

Bess riprese a tenere le sue sedute medianiche ogni notte di Halloween, fino al 1936, quando, dopo un’ultima fallimentare seduta, spense la candela che ardeva accanto alla fotografia di Houdini fin dalla sua morte, accompagnando il gesto con le parole “Houdini non verrà. La mia ultima speranza è morta. Non credo che tornerà da me, né da qualcun altro… E’ finita. Buona notte, Harry!”.

Ancora oggi, in ogni notte di Halloween, la Society of American Magicians tiene una cerimonia in memoria di Houdini con tanto di seduta medianica per tentare di evocarne lo spirito.

 



Considerazioni finali.

Lo spiritismo è una corrente spirituale, o dottrina filosofica, nata ufficialmente nella metà del 1800 grazie ad Allan Kardec che la codificò nel libro “Il libro degli spiriti”. Oggi conta milioni di credenti in tutto il mondo, ma si può dire che il suo massimo fulgore fu raggiunto a cavallo del 1900 con il fenomeno dilagante dei medium.
Il movimento suscitò enorme interesse in quanto apportatore di speranze e prove (o presunte tali) della vita dopo la morte e in particolare per la possibilità di comunicare con i propri defunti, ma suscitò anche enormi resistenze, creando in pratica due blocchi separati tra credenti e detrattori (anche la Chiesa ha sempre condannato lo spiritismo).

Houdini era un “perfetto ricercatore”: una persona che avrebbe voluto credere ma che aveva bisogno di prove; la sua passione era alimentata dalla speranza ma controllata dallo scetticismo. Quando alla morte della madre nessuno fu in grado di dargli prova convincente della di lei sopravvivenza, Houdini si convinse della fraudolenza dello spiritismo e dei medium in particolare, dedicandosi con accanimento crescente alla scoperta dei trucchi con i quali venivano truffate – secondo lui – le persone che, spesso disperate, ad essi si rivolgevano. Va detto che non sempre riuscì a spiegare ogni presunto fenomeno paranormale ai quali assisté, il che comunque non significa di per sé che il fenomeno fosse reale, ma solo che lui non sapeva spiegarlo.
Tuttavia la mia sensazione è che Houdini lasciò sempre una porta aperta, poiché in lui continuò fino alla fine a convivere, assieme allo scetticismo, anche la speranza.

Il contesto storico non aiuta, poiché il caso riportato fu usato da spiritisti e detrattori nel tentativo di screditarsi a vicenda. Così si spiega la battaglia feroce, perfino a colpi di avvocato, sulla veridicità del presunto messaggio di Houdini dall’aldilà.
Perché la moglie di fatto ritrattò, riprendendo le sedute di Halloween e spegnendo la candela? Era complice, poi pentita, di Ford? Oppure, presa dallo sconforto per la sua scomparsa, aveva tentato genuinamente di credere per poi rendersi conto, anche grazie alle pressioni esterne, di aver sbagliato? O, ancora, fu così intimorita dagli attacchi che continuava a ricevere, da decidere di ritrattare e tenere per sé la propria convinzione?

Ognuno può farsi la propria opinione.

Ancora oggi famosi illusionisti aiutano le associazioni per il controllo delle affermazioni sul paranormale a smascherare falsi medium, anche se – a volte – le loro affermazioni suonano non sufficienti oppure forzate, al punto da risultare a loro volta poco credibili. Allo stesso modo in cui la luce artificiale non dimostra che la luce del sole non esiste, dimostrare che e’ possibile riprodurre un evento artificialmente non dimostra che tutti gli eventi simili sono necessariamente non genuini e non naturali.
Di fatto, non essendoci possibilità di prova scientifica, non è possibile dichiarare che gli spiriti esistono, ma – ovviamente – non è possibile altresì dimostrare nemmeno il contrario, ovvero fornire prova che NON esistono…

… e nel campo dell’indimostrabile, ognuno resta libero di credere alle convinzioni che via via si è costruito, oppure di continuare a vagare nel buio in cerca di appigli e verità.

Seduta medianica