Evitare un errore comune: non è detto che gli altri pensino come noi

Eccomi di ritorno da Stoccolma, stavolta non ho fatto molte foto (per chi volesse, può vederne qualcun’altra, scattata in un’altra occasione, qua: Turista per caso a Stoccolma); anche se non sono venute molto bene, piscina sullmi limito a mettere quelle relative a uno dei tanti teatri della città, un paio di viste dal tetto dell’hotel e… quella a lato… Cos’è?  🙂 E’ il tetto dell’albergo dov’ero ospite. Come vedete c’è una piscina all’aperto, temperatura dell’acqua tiepida… Come mai il vapore? Bé, perché la temperatura esterna era intorno allo zero  😉 Ora, la piscina sul tetto c’è anche nella palestra dove vado, qua a Genova, però è aperta solo d’estate e, certamente, non c’è gente che ci fa il bagno di inverno  🙂

Sì, so che non è un novità; ieri in palestra parlando con un’amica, ho scoperto che anche in diverse terme (mai stato…) ci sono piscine riscaldate all’aperto tutto l’anno. Mi ha raccontato che la gente entra ed esce “incurante” del freddo. Lei infatti, essendoci stata d’inverno con una temperatura di pochi gradi, il giorno dopo si è ritrovata con… 40 di febbre! 😉

 

vista dallColgo l’occasione per fare una riflessione: quanto siamo diversi uno dall’altro? C’è gente che perfino nelle mezze stagioni (non ci sono più? Ok, fate finta che ci siano ancora :-D) va in giro con cappotto e sciarpa; altri che in pieno inverno escono fuori in maglietta a mezze maniche o fanno il bagno all’aperto.

Lo stesso, se non “peggio”, avviene nelle nostre teste. E’ vero: una base “comune” forse l’abbiamo tutti, ma per “il resto”, il nostro passato, gli insegnamenti e gli esempi ricevuti, le esperienze e, forse, qualcosa di innato, ci hanno portato ad essere e pensare in modo molto “personale” rispetto agli altri. Ognuno è, a modo suo, unico e speciale. Ognuno. Credo che questo in fondo lo sappiamo tutti…

E allora come mai, quando vediamo il comportamento di qualcuno, lo giudichiamo sulla base di cosa vorrebbe dire se fossimo noi a tenere tale comportamento?

vista dallUn esempio chiarirà cosa voglio dire. Qualcuno, a cui magari teniamo, si comporta sgarbatamente con noi. Subito iniziamo a pensare che, giacché se fossimo al posto suo agiremmo così se non gradissimo più la sua compagnia, è “stufo di noi” o che ce l’ha con noi per qualche recondito motivo; iniziamo allora a scervellarci per cercare di capirne il perché, dove abbiamo sbagliato, cosa possiamo fare per rimediare oppure ad avercela con quella persona perché non ci parla chiaramente. Potremmo giungere a pensare che stia facendo qualche gioco sporco alle nostre spalle. Potremmo addirittura rischiare di comprometterne il rapporto comportandoci scontrosamente o “attaccando” a nostra volta.

Il tipo (o la tipa) in questione invece è semplicemente sotto stress; forse ha ricevuto una brutta notizia, ha una impegnativa scadenza lavorativa, è nervoso perché qualcuno gli ha detto qualcosa di sgarbato; noi, in quel momento, siamo davvero l’ultima delle sue preoccupazioni.

teatro a StoccolmaVa bene, potrebbe esprimersi. Ma noi stessi… davvero lo facciamo sempre? E anche se fosse, non è detto che quella persona reagisca alle situazioni di stress così come reagiamo noi.

Questo per me è uno degli esempi di “tunnel mentali” più frequenti: entriamo nel tunnel di una nostra errata convinzione non riuscendo più, non solo a scorgere la realtà, ma addirittura a non porci nemmeno quello che sarebbe un sano dubbio… Un dubbio che potrebbe salvarci da un mare di complicazioni…