Etica e disinformazione, la solita RAI

Sabato scorso, in mattinata, ho assistito casualmente ad una trasmissione RAI che, al solito, mi ha lasciato alquanto interdetto. Eviterò di fare nomi e cognomi e perfino di dire il nome della trasmissione, limitandomi ad esporre brevemente l’oggetto del contendere e la conduzione del programma stesso.

Il tema era la vivisezione – il cui termine stesso è stato più volte contestato da chi sperimenta sugli animali… come se fosse questo ad essere importante. Gli invitati erano un eminente e anziano ricercatore pro-vivisezione, un… esperto di etica con tanto di cattedra, se non erro in una università romana, e una giovane biologa, unica sostenitrice tra gli invitati dei diritti degli animali. Naturalmente c’era anche il conduttore della trasmissione che si suppone dover essere super partes ma che super partes non era per nulla.

Qui non discuterò il tema in sé, anche se la mia posizione credo sia nota ai lettori di questo blog; voglio solo analizzare brevemente un servizio – estremamente costoso – per il quale ognuno di noi ogni anno versa una tassa che ormai ha davvero poco senso. E attenzione: io non parlo della correttezza di far pagare un servizio pubblico di utilità, cosa che avviene nei principali paesi europei, quanto della – non – opportunità di farlo per il livello del servizio che viene offerto in Italia.

Allora, in una discussione nella quale avrebbero dovuto essere garantite pari condizioni avevamo: un conduttore smaccatamente schierato, un eminente ricercatore pro-vivisezione e l’esperto di etica che tirava in ballo un’etica che non si capisce da chi sia stata stabilita. Dall’altra parte, questa biologa che, benché preparata, non aveva l’esperienza né per tenere testa all’aggressione verbale degli altri tre, né per essere credibile verso l’eminente ricercatore.

Perché non è stato chiamato un, poniamo, Veronesi, da sempre contrario alla vivisezione? Perché il conduttore dimostrava perfino fastidio allorché parlava la biologa? Perché lo “esperto di etica” argomentava la sua posizione come se fosse quella ufficiale dell’umanità? L’etica cambia nel tempo, la storia ne è testimone. Basta pensare allo schiavismo, un tempo accettato e che oggi, per fortuna, non lo è più. Chi è costui per venirci a dire che è etico sperimentare sugli animali se serve per migliorare la salute dell’uomo? Veronesi è vegetariano per scelta etica, a suo stesso dire, piuttosto che per motivi salutistici. Secondo il buddhismo tutti gli esseri senzienti, dotati d’intelletto, vanno rispettati e difesi, non solo l’uomo. Io non dico, qua, cosa è giusto o sbagliato, chi ha ragione o torto, ma non trovo accettabile che questo “esperto” esca dalla sua bella università e ci venga a dire che l’etica corretta è la sua perché così sta scritto su qualche libro. E’ il popolo, sono le usanze, la morale imperante a stabilire l’etica, non i libri. Ed oggi, come mai nel passato, questa etica, quella della gente comune, cambia in fretta.

Forse davvero gli anni che passano danno maggiore senso critico. Un tempo davo per scontato che i messaggi che ci dava la TV fossero corretti e che i contestatori fossero soltanto disturbatori della preziosa quiete pubblica. Oggi mi rendo conto sempre più che i servizi di stato – anche gli altri, va da sé, ma almeno quelli privati sono più comprensibili – ci propinano esattamente ciò che vogliono loro. Ci vogliono far credere ciò che per loro è più conveniente. Cercano da decenni di dirigere il pensiero delle masse. Questi personaggi dovrebbero essere mandati tutti a casa (scusate se assomiglio un po’ al mio concittadino Grillo stamattina), queste trasmissioni dovrebbero essere sostituite da trasmissioni libere, dove davvero ogni parte possa dire la sua. E soprattutto, scusate, questa RAI ha proprio toccato il fondo.

E continuamo ancora a pagare il canone con la scusa – loro – che oggi è una tassa di proprietà e non un tassa di servizio per la RAI. Come no.

da http://www.immaginidivertenti.org/