Nessuno monterà
sopra di noi
se prima non avremo
piegato la schiena.
(Martin Luther King)
Qual è la differenza tra orgoglio e dignità? Leggiamo il De Mauro…
Orgoglio: eccessiva considerazione di sé, che porta a ritenersi superiori agli altri;
Dignità: condizione di onorabilità e di nobiltà morale che deriva all’uomo dalle sue qualità intrinseche o da meriti particolari; il rispetto che per tale condizione si ha di sé e si esige dagli altri.
In realtà entrambi i termini hanno anche altre definizioni, tuttavia queste sono quelle che trovo più calzanti per ciò che voglio esprimere; dalla comprensione profonda di questa differenza dipende spesso la qualità della nostra vita.
Quante volte, per orgoglio, non siamo stati capaci di accettare una verità che aveva l’unico difetto di mettere in risalto la nostra umana imperfezione, il nostro poter essere in qualche campo meno efficaci, meno bravi di qualcun altro? Ci siamo sentiti offesi perché, in fondo, non eravamo i migliori. E con questo abbiamo dato il via libera alla discesa nella meschinità, nella ripicca, in una caduta di stile nella quale nemmeno noi stessi ci riconosciamo, affondando, forse per sempre, qualcosa che poteva essere salvato.
A volte bastano 5 minuti di “follia” per rovinare un lavoro di anni.
Noi non possiamo sempre essere i migliori, non possiamo sempre essere infallibili. Accettare di poter sbagliare, di ricevere critiche, il fatto che qualcuno può essere stato più in gamba di noi, forse perché solo più pronto o più determinato, forse perché oggettivamente migliore, oppure – perché no – magari solo più fortunato, è una cosa che dobbiamo imparare a saper fare.
Altra cosa è la Dignità. Non avere dignità è concedere agli altri il lasciapassare affinché ci calpestino, perché – per usare le parole di Luther King – ci montino sulla schiena, facendo di noi ciò che vogliono, riducendoci a loro schiavi, alle dipendenze delle loro parole e azioni, alle quali sappiamo solo lamentarci ma non sottrarci, nemmeno potendo.
Dignità è ricordare a noi stessi che siamo uomini liberi, capaci di scegliere e di accettare le scelte degli altri, scelte delle quali – entrambi – dovremo accettare le conseguenze.
Una delle prime regole che ho imparato nel corso della mia vita è “Gli altri ci fanno cosa noi concediamo loro di farci”. Inutile lamentarci poi se siamo stati noi stessi a consegnarci nelle mani dei nostri carcerieri.
