Riprendo questo argomento da uno scambio di commenti nell’ultimo post.
L’evento scatenenante è che… sono senza auto, e probabilmente lo rimarrò per un po’ 😦 Che è successo? Bé, sabato sono andato in un paese vicino per una serie di ragioni, volevo andare dai gatti del parco locale, comprare una stufetta elettrica per il bagno e fare un po’ di spesa. Nell’avvicinarmi al posto, sono passato davanti a un distributore di carburante appena riaperto (cambio gestione) e, vedendo prezzi particolarmente convenienti e essendo in riserva, mi sono detto “Bé, al ritorno mi fermo lì”. Così ho fatto. Con sorpresa, appena fermato, mi è venuto incontro un addetto alla pompa di benzina. Dico “con sorpresa” perché mi aspettavo che, con simili prezzi, si trattasse di un self-service. Invece no. Piacevolmente sorpreso, ho fatto trenta euro… di benzina, peccato che la mia povera pandina sia diesel 😦
Dovete sapere che la mia Panda è una “chilometri zero”, faceva parte di uno stock di Panda rimaste invendute in Francia e rimesse perciò in vendita con tale formula. Ma… il tappo del serbatoio, che, ripeto, è per diesel, è inspiegabilmente “unleaded only”, ovvero per benzina verde 😦 Non ho mai capito perché, ma dato che tanto carburante lo faccio sempre ai self service, non è mai stato un problema. Fino a ieri.
Sulla strada del ritorno, la povera pandina ha iniziato a “strappare”… e ho capito. Rischio un danno da un migliaio di euro 😦
Non posso prendermela con il distributore: probabilmente chiunque avrebbe perlomeno rischiato di fare lo stesso errore. Potrei parlare di fatalità, e certamente il caso ci ha messo una mano pesante. Pensiamo che sono stato indeciso se andare lì quel giorno. Non ero mai stato da quel distributore. Penso di non aver usato un self service al massimo due volte in due anni e mezzo che ho quest’auto. Potrei andare avanti con altre coincidenze a lungo, credetemi. Tuttavia ho sempre cercato, soprattutto nelle disavventure, di imparare ciò che è possibile imparare. Almeno questo. Certo, a volte è il classico “chiudere il cancello quando le mucche sono già scappate”, ma visto che indietro non si può tornare…
Dunque che cosa ho imparato da questa disavventura? Primariamente una cosa che so da tempo: come molte persone… ho spesso la testa tra le nuvole. Se fossi stato “presente”, mi sarebbe venuto in mente il rischio di errore e l’avrei detto al distributore. Anche se, c’è da dire, dopo anni è facile che uno non ci faccia più caso e cali la guardia. Ma in ogni caso potevo evitarlo se fossi stato presente.
Ho troppo spesso la testa sui problemi, sulle urgenze, sulle cose da fare. Sono così abituato ad essere di corsa che, anche quando non c’è nessuno che mi corre dietro… mi corro dietro da solo. Mi metto una fretta, deleteria, che non sempre ha ragione di esistere.
E’ possibile vivere con calma anche in una società basata sul tempo, come questa? Io credo di sì. Ma bisogna riuscire a mantenere la “presenza”, nonostante le pressioni e la fretta.




La creatività, l’inventiva, la genialità, sono doti che ognuno di noi vorrebbe avere. 
