Aggiornamento 16 Settembre: Il ragazzo resiste. La mattina ci da’ speranze, la sera sembra spegnersi. Stasera ho scoperto con orrore di aver sbagliato per quattro giorni una parte della terapia: gli ho dato metà dose di corticosteroidi rispetto a quanto mi aveva scritto il veterinario! 😦 Tutta colpa delle diverse siringhe: alcune sono in millilitri, ma un set era in “unità”! 😦 Abbiamo avuto un momento di scoramento totale: eravamo sicuri di aver almeno fatto tutto quanto potevamo e un errore così è stato tosto da mandare giù! Ma che ne so io, non sono un medico o un infermiere! Il veterinario mi ha detto di non abbattermi, comunque la terapia sembra aver funzionato, almeno come palliativo (lui non ha mai creduto potesse farcela, già che sia ancora vivo per lui è un miracolo). Da stasera abbiamo aggiustato la dose e aggiunto un epatoprotettore e un multivitaminico. Usiamo solo l’ago della flebo inserendo gli altri preparati via via con una siringa nella flebo stessa, così il piccino prende due sole iniezioni invece di quattro (o a questo punto almeno 5!). Un piccolo appunto a questo veterinario, che pure è davvero bravo… non poteva venirgli in mente di dircelo prima? Il dubbio di poter fare così è venuto a me solo oggi… Ripeto: non siamo tutti infermieri.
Ringrazio tutti quelli che passano e lasciano un commento di conforto: ne abbiamo bisogno 🙂 Siamo entrambi esausti… Passerò anche dai blog che non riesco a visitare in questi giorni, abbiate pazienza…
Aggiornamento 14 Settembre: brevemente, perché siamo stanchi e provati: la mattina mi sveglio tre quarti d’ora prima per la flebo mattutina prima di andare al lavoro, torno a casa all’una per la prima iniezione e di corsa il tardo pomeriggio per la seconda. Stanotte poi c’è stato il temporale e Tom, come quasi tutti i cani, era inquieto e ci ha svegliati alle tre! Ci aspetta ancora l’ultimo sforzo della giornata: la seconda flebo.
Stamattina Lady Wolf si è recata alla clinica veterinaria per aggiornare sulla situazione e avere le indicazioni per il proseguimento della cura. Il veterinario è rimasto stupito del fatto che Julius sia ancora vivo ed abbia addirittura mangiucchiato qualcosa un paio di volte nel corso della mattinata. Andremo avanti con la stessa terapia, poi, giocoforza, inizieremo a ridurre le dosi del cortisone (non si può dargliene tanto a lungo) e cambiaremo anche l’antibiotico, anche se basato sullo stesso principio.
Il ragazzo ha fatto sperare un po’ stamattina, quando appunto ha mangiucchiato un paio di volte di sua iniziativa. D’altrocanto la cosa non si è ripetuta nel resto della giornata e ancora non l’abbiamo visto bere (anche se con due flebo al giorno di liquidi ne prende). Inoltre, alla luce del giorno, il colorito giallo è davvero evidente…
Insomma, preferisco non farmi illusioni… E’ già dura così piuttosto che sperare e cadere di nuovo. Comunque continuamo tutti a lottare e non cederemo fino alla fine.
Grazie davvero a tutti per le vostre parole!
… ecco un link ad un post del 2010 dove facevo la “presentazione” di Julius: Ehilà! Io sono Julius! 🙂
Aggiornamento 13 Settembre: Il “ragazzo” c’è ancora, è una roccia. E’ sempre stato un po’ cagionevole di salute, ma è anche sempre stato un “capo”, se fosse stato un gatto di strada sarebbe stato sicuramente il “ras del quartiere” 🙂
La terapia va avanti, si sta prendendo due flebo e altre due iniezioni al giorno, poverino. Ma è bravissimo! Forse perché debole.
Stamattina il veterinario si è raccomandato che deve mangiare, anche se poco. Almeno mezzo omogeneizzato al giorno. Ce ne mettiamo un po’ sul dito, gli “sporchiamo” il nasino o le labbra e lui si lecca, mandando giù (per fortuna, o per sfortuna, Lady Wolf aveva già dovuto seguire un caso del genere, con il suo gatto precedente). Poi si è anche messo in un paio di occasioni a leccare direttamente dal dito! L’operazione la ripeteremo spesso nel corso della giornata, in modo che riesca a mangiare abbastanza.
Non nutriamo grosse speranze. Però non possiamo non tentare. E poi ogni giorno in più che è con noi – purché senza soffrire – è un giorno regalato, sia per lui che per noi. Stamattina me lo sono messo al fianco e lui, seppure debolmente, si è messo a farmi il “pane” sul braccio, con un po’ di fusa. E’ andato avanti un bel po’… come si può rinunciare a questi momenti?
Aggiornamento 12 settembre: “esecuzione” sospesa! Proprio prima che arrivasse il veterinario… Julius si è improvvisamente scosso ed è andato a bere, inoltre ho notato che la lingua (non il resto…) è sembrata aver ripreso un minimo di colore!
Il veterinario è stato chiaro: probabilmente si tratta solo di 24 ore ed è meglio non nutrire illusioni… ma… finché c’è la possibilità di un miracolo, bisogna sfruttare perfino quella!
Chi crede che non sia una bestemmia… una preghierina per Julius è ben accetta!!!

“Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un’ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da uno sciocco, piena di strepito e di furore, ma senza significato alcuno.”
Shakespeare – Macbeth: atto V, scena V
La foto sopra è del mio adorato Julius, solo 7 anni e mezzo, che tra poco non ci sarà più. Solo dieci giorni fa’ sembrava lo specchio della salute, solo una settimana fa’ veniva ancora a dormire al mio fianco, sul letto, come ha fatto per questi sette anni.
Poi ha iniziato ad essere abulico e a non mangiare. All’inizio sembrava un’influenza che gli avesse preso la gola. Con la dovuta cura è sembrato stare meglio un paio di giorni, ma poi la situazione è precipitata, le mucose e la pelle sono diventate gialle, lui è tornato a non mangiare più. Visto che l’ecografia non evidenziava apparenti irreegolarità, si è creduto, forse sperato, in un parassita trasmesso dalle pulci, ma la situazione non è migliorata. Con sua – e di riflesso mia – grande angoscia, l’abbiamo ricoverato 24 ore in una clinica veterinaria dove hanno tentato il tutto per tutto.
Poi, stamattina, la telefonata che temevamo tutti: non c’è più niente da fare, se volete potete riportarlo a casa.
Julius è tornato a casa ed abbiamo tentato di proseguire la cura ma… non reagisce, si muove a malapena. Noi che siamo sostenitori dell’eutanasia anche per le persone sofferenti, non vogliamo un accanimento terapeutico per lui. Vederlo così, in attesa della morte, senza sapere se sta soffrendo o no (ogni tanto miagola apparentemente per la sofferenza… ma chissà se è così)… non ha senso, è stata durissima ma non posso lasciarlo così.
Così, a breve, sarà sottoposto a eutanasia. E la sua sofferenza avrà termine. La nostra angoscia no, quella durerà a lungo, per quanto mi riguarda forse per sempre.
Prima che arrivasse Lady Wolf con il fido Tom, Julius è stato tutto per me (spero che Sissi me lo perdonerà). Arrivava da Novi Ligure, era piccolo piccolo ed apparentemente già fragile allora, nonostante poi sia diventato un gattone di otto chili. In attesa del controllo del veterinario, l’avevo fatto uscire dalla gabbia e… mi si era attaccato come se ci fossimo sempre conosciuti. La volontaria che me l’ha portato era stupita, ha fatto per accarezzarlo… e lui l’ha morsa 🙂 Aveva scelto me, ancora prima di quanto io avessi scelto lui.
Se è vero che ci si ritrova, vita dopo vita, ho sempre avuto l’impressione che ci fossimo ritrovati.
Non riesco, adesso, a recuperare foto di quei momenti, di quand’era piccolo piccolo: anche se ce l’ho stampati nella mente… non ce la faccio. Ma se fate una ricerca “Julius” nel campo del blog, le troverete. Se mettete “Julius gatto” su Google, le troverete. Io non ce la faccio. Mi limito a mettere una delle sue ultime foto di quand’era in salute: lui sopra, la “sorellina” Numa in basso.
Per anni è stato il mio compagno più caro. Di notte, quando qualcosa mi preoccupava o semplicemente avevo freddo, lo stringevo a me. Lady Wolf sa e non si offende quando dico che, senza di lui, la mia vita non sarà più la stessa.
E non importa se chi non ha mai avuto un animale di famiglia non capirà, se chi pensa “parla così perché non ha avuto figli” sorriderà con scherno. Non importa nemmeno se qualcuno penserà “ha appena perso un parente vicino, è così per questo”.
No, Julius per me è come un figlio. E io mi sento come se stessi per perdere un figlio.
Addio adorato Julius, se Shakespeare ha torto e c’è qualcosa… ci ritroveremo, ovunque e in ogni tempo. Te lo prometto.
