Pregiudizio

LadroIL SOSPETTO TRASFORMA L’UOMO
di Paulo Coelho

Il folclore tedesco racconta la storia di un uomo che, svegliandosi, notò che la sua ascia era scomparsa. Infuriato, credendo che il suo vicino gliel’avesse rubata, passò il resto della giornata a osservarlo.
Notò che l’uomo aveva un comportamento da ladro, camminava furtivamente come un ladro, sussurrava come un ladro che desidera nascondere il proprio furto. Era talmente sicuro del suo sospetto che decise di entrare in casa, cambiarsi d’abito e andare dalla polizia a sporgere denuncia.
Non appena rincasato, però, ritrovò l’ascia: sua moglie, infatti, l’aveva messa in un altro posto. L’uomo uscì di nuovo, osservò ancora una volta il vicino, e vide che camminava, parlava e si comportava come qualunque persona onesta.


Commento di Wolfghost: Il breve racconto di Coelho si ferma al sospetto, ma il passo ad un piu’ generale pregiudizio e’ breve. Quante volte ci siamo fatti un’opinione sbagliata di una persona, o magari di piu’ persone, lasciandoci influenzare da quanto avevamo sentito raccontare su di esse? Il mal costume di parlare alle spalle degli assenti, ad esempio, e’ molto comune. Spesso si rischia di dar retta alla voce di persone maligne, male informate o superficiali. Persone che forse non hanno reali intenzioni malevoli ma che amano le “chiacchiere da caffe'”, ovvero l’arte (si fa’ per dire) di parlare per “sentito dire”, spesso al solo scopo di essere al centro dell’attenzione anche se solo per un minuto. Ci sono storie, amicizie e carriere che sono state rovinate dai pregiudizi che queste voci hanno provocato, per non parlare di pregiudizi su intere razze e classi sociali. E non dimentichiamoci infine dei pregiudizi che sono stati creati dai rapporti con le persone del nostro passato; ricordiamoci che chi abbiamo davanti non e’ una di queste persone, puo’ avere qualche comportamento che ce le ricorda, ma i singoli comportamenti non vanno presi come indice della bonta’ di quella persona. Un medesimo gesto puo’ avere significati anche molto diversi per persone diverse.
Vale sempre il consiglio: ascoltare tutti – anche le voci dal nostro passato – prendendo, al limite, le dovute precauzioni, ma dare almeno il beneficio del dubbio, verificare di persona, crearsi un’opinione e, soprattutto, scegliere con la propria testa.

0 pensieri su “Pregiudizio

  1. Caro Wolf,

    anzitutto buongiorno! E poi…hai sempre ragione. Questa sul pregiudizio è veramente una bellissima riflessione e mi prendo il merito di essere la prima a commentare. E’ vero: ma combattere i pregiudizi degli altri nei nostri confronti non è cosa facile. Mentre combattere i nostri stessi pregiudizi sugli altri è cosa possibile. E allora sono perfettamente daccordo con te quando dici: “E non dimentichiamoci infine dei pregiudizi che sono stati creati dai rapporti con le persone del nostro passato; ricordiamoci che chi abbiamo davanti non e’ una di queste persone, puo’ avere qualche comportamento che ce le ricorda, ma i singoli comportamenti non vanno presi come indice della bonta’ di quella persona. Un medesimo gesto puo’ avere significati anche molto diversi per persone diverse.”
    Hai ragione Wolf, sapessi quanto. E’ proprio questo che non sono riuscita a fare, perchè quando ci si ritrova davanti a una situazione analoga a quella che abbiamo già vissuto nel passato e che ci ha profondamente ferito, inevitabilemnte ci si ritrova a fare i conti con i fantasmi del passato. Eccoti qui allora due massime. La prima è riferita a quest’ultima frase. La seconda invece dovrebbe consigliarci come comportarci nei riguardi dei pergiudizi degli altri.

    1) Colui che vince se stesso è più potente di chi conquista una città
    (Sacre Scritture)

    2) Fate quello che il cuore vi dice che è giusto, perché sarete criticati comunque. Avranno da ridire sia se fate che se non fate. (Roosvelt)

    Detto questo ti auguro una bellissima giornata:)

    ciao zampette!

    Lands

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  2. A volte senza accorgerci scrutiamo le persone e facciamo cattive opinioni,a volte siamo influenzati dalle apparenze,altre x i sentito dire ed allora:

    Con occhi fugaci
    scrutiamo tutto
    sfioriamo pensieri
    che non ci convincono.

    Io cmq.prima di avere sospetti ci penso e ripenso,d’altra parte se ci mettiamo dalla parte dei sospettati innocenti non è bello pensare che gli altri sospettino o ti attribuiscono colpe che tu non hai.
    Per cui meglio sempre avere i piedi di piombo.
    Tanti saluti,un abbraccio vany

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  3. Lands… gia’, sei stata fregata sul filo di lana ;D ma davvero poco importa 🙂
    Sulla tua riflessione posso dire che bisognerebbe sempre rinascere “pagina bianca”, cosi’ come siamo nati, lasciando alla voce dell’esperienza la possibilita’ di intervenire, principalmente attraverso i segnali della paura, solamente qualora ci siano reali e tangibili segnali di qualcosa che non va’. Siccome una tale consapevolezza non e’ di tutti ne’ di tutti i giorni, piu’ spesso possiamo solo intervenire a posteriori, cercando di capire – il prima possibile – se quella paura e’ infondata. Se siamo abili e svegli, potremo bloccare il processo all’inizio del suo svolgimento; se lo lasciamo correre troppo, poi, nel panico, non saremo piu’ in grado di arginarne il flusso di emozioni.

    Molto belle entrambe le massime che hai riportato. Personalmente credo di piu’ nella seconda, non perche’ sia “piu’ vera”, entrambe lo sono, ma perche’ e’ piu’ facile da mettere in atto. Capirsi profondamente e’ spesso un’impresa titanica; decidere di agire sempre di testa propria in modo da essere responsabili unici delle proprie azioni e del proprio destino senza darsi la possibilita’ di incolpare altri, e’ – se lo vogliamo davvero – alla nostra portata.

    Ciao linguaccia! 🙂

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  4. x Vany: meglio avere i piedi di piombo nell’andarci troppo coi piedi di piombo, insomma! 😉
    Belli e coerenti i tuoi versi, sembrano una massima del Tao 🙂

    Ricambio l’abbraccio…

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  5. Già l’origine etimologica della parola “pregiudizio” è significativa: giudizio anticipato.
    Ora per quale ragione ci si “accontenta” di valutare una persona o un fatto per sentito dire?
    Forse per timore di esporsi e di essere giudicati dagli altri? Per pigrizia?

    Come dici giustamente, per crearsi un’opinione bisogna ascoltare, osservare, impregnarsi di tanti piccoli dettagli o sfumature e, perché no, respirare la medesima aria.

    O.

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  6. ho letto qualcosa di coelo, veronika decide di morire.. ed altri, ma veronika, il suo destino mi ha interessata. Il sapere di morire, certezza di morire da li a poco, le fece amare la vita. Anche io amo la vita, non la rinnegherò mai. Nonostante la sofferenza, l’arrancare su montagne ripide, scalandole da principiante, e sapere sempre che c’è dietro il precipizio, e la cima, è ancora così lontana.. come si farà ad arrivarci, in una vita sola? Eppur amo la vita, nel mio Non capire, nonostante gli sforzi x essere migliore, e ritrovarmi sempre debole, ma a volte sorprendermi + realista, più io, forse diversa.. non sò nemmeno cosa dico, cosa c’entra col post.. mi piace il lupo.
    ciao b

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  7. Ciao Diana e benvenuta 🙂

    A mio avviso non c’è un trucco, così come non c’è alcuna vetta da raggiungere. Più che una montagna paragonerei la vita ad un percorso, ad una strada. Tu non hai idea di quando e se quella strada finisca, non devi raggiungere un “obiettivo”, ma solo percorrerla. Questo è il significato della frase Zen (o Tao? :D) “La strada è la ricompensa”: il percorso è l’obiettivo, non ciò che sta’ in fondo ad esso. Questo è anche il significato della frase di Pasternak che ho scelto per la mia “frase scorrevole” della colonna di sinistra: “L’uomo è nato per vivere, non per prepararsi a vivere.”
    Il segreto della vita, per me, sta’ nel viverla.

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  8. Le chiacchiere, fanno male..possono uccidere una persona dentro.
    Io detesto le chiacchiere. Una volta si diceva di credere la metà di quello che uno sparla dell’altro..
    Le calunnie e i sospetti..sono vere cattiverie contro il prossimo. Cerco di tenermi alla larga da persone simili.
    Buona giornata a te ^_^

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  9. Gia’, Dolcelei 🙂 Due chiacchiere su argomenti leggeri si possono anche fare ma avendo ben presente cio’ che esse sono: chiacchiere da caffe’, appunto, e nulla piu’…

    x RosaTiziana: Credo che gli altri li si “senta” anche osservandoli ed ascoltandoli, ma e’ scientificamente provato che in realta’ solo una piccola parte dell’impressione che ci facciamo di una persona deriva dalle sue parole. Per questo le “chiacchiere da caffe'” hanno successo quasi esclusivamente sugli assenti: i presenti hanno l’opportunita’ di “mostrarsi” da soli per quel che sono e valgono.

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  10. Quello che il racconto di Coelho descrive non è altro che ciò che Goleman chiama il “tipo investigatore”, ovvero colui che piega i fatti in modo che si adeguino alle sue supposizioni. Molto interessante l’indagine che egli ne fa. In sostanza, Goleman dice che l’Investigatore (inteso come tipo psicologico, appunto) è l’ipersensibile, l’ipervigilante, ossessionato dall’ansia che qualcosa sfugga al suo controllo. In realtà, precisa Goleman, l’Investigatore non è mosso tanto dal pregiudizio o dalla malafede, ma piuttosto dall’esigenza psichica di evitare novità “non vagliate”. Vado a citare: “La sua filosofia è che il mondo è pieno di pericoli. Questa convinzione giustifica i suoi costanti sospetti […]. La vigilanza dell’Investigatore è in molte occasioni un vero punto di forza. Ad esempio, egli ottiene spesso un punteggio superiore nei test d’intelligenza…” 😉
    So che sto proponendo una prospettiva un po’ diversa da quella espressa da Coelho e dal tono degli stessi commenti. Ma credo che sia interessante leggere, dietro l’atteggiamento del sospettoso vicino di casa, qualcosa in più che la biasimevole condotta. In altre parole, essendo io un classico esempio di tipo investigativo, sto cercando una sorta di riabilitazione o, per lo meno, un giudizio più blando e comprensivo… Chiedo, cioè, che non si abbiano pregiudizi sui miei pregiudizi!
    😉
    V

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  11. Ciao FunnyV 🙂 Diciamo che il pregiudizio – nel caso dell’Investigatore – e’ conseguenza inevitabile della sua ansia di controllo: non ammettendo che qualcosa possa sfuggirgli, si costruisce elementi inesistenti che gli servono a spiegarsi i comportamenti che gli sfuggono, creando cosi’ il suo pregiudizio.
    Tendo a pensare che tale categoria sia un sottoinsieme del “pacchetto pregiudizi”: i pregiudizi ne sono conseguenza, parte di chi mette pregiudizi si puo’ identificare in tale figura.
    Direi che la disamina di Goleman calza di piu’ alla figura del “sospettoso” di Coelho che, infatti, e’ anch’esso solo una parte delle persone che hanno pregiudizi; se noti, all’inizio del mio commento ho infatti scritto che “Il breve racconto di Coelho si ferma al sospetto, ma il passo ad un piu’ generale pregiudizio e’ breve.”; ovvero, ho preso dal “sospettoso” lo spunto per allargarmi su chi ha pregiudizi, di cui i sospettosi sono solo una parte.
    Ciao 😉

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  12. grazie per il commento e lo spunto di riflessione che hai lasciato sul blog. La profezia che ho riportato è narrata secondo la tradizione Hopi, ma è tranquillamente attribuibile, con poche varianti, anche alle tribù Cherokee, Sioux e Navajo, per farti un esempio. Ed è analoga a quella riportata nell’Apocalisse e a quella Maya.. un bel calderone!

    grazie anche per il racconto di paulo coelho, illuminante ^___^
    buona giornata

    tyn

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  13. non ne parliamo, guarda…per la serie “uno, nessuno, centomila”, ahahah

    comunque è verissimo che i pregiudizi e le malelingue influiscono moltissimo nell’immaginare l’altro, al punto di convincersene fortemente…

    peccato, però, a volte un pizzico di apertura mentale non guasterebbe a nessuno..

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  14. ahahah Honeygirl! E chi te li toglie l’incazzatura e i dubbi? L’incazzatura, soprattutto se e’ “sacrosanta”, ci sta’ eccome, chi ha detto il contrario? 🙂 In quanto ai dubbi, e’ proprio per quelli che si dovrebbe essere cauti prima di dare giudizi definitivi sulle persone 😉

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  15. Dai tuoi interventi c’è sempre tanto da imparare, per questo mi piace il tuo blog… Inutile dire che noi liguri ci distinguiamo sempre per cultura! (ora sarò massacrato dai commentatori, mi sa!)

    Ciao grandissimo!!!

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  16. Grazie Gospel 🙂 Ma io non mi ritengo saggio per nulla, altrimenti la mia vita sarebbe diversa 😉 Diciamo che, come dice la massima di Buddha, sono saggio solo nel sapere di non esserlo! ;))))

    “Lo stolto che conosce la propria stoltezza è saggio almeno per questo: lo sciocco che si ritiene un saggio, quegli veramente è ciò che si chiama uno scemo!” – Buddha

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  17. Bé, grazie Pallyna… così mi commuovi :….(
    😉

    Fallen… non ci sarà bisogno dei commentatori: lo faccio io! :)))) Con la ricchezza della nostra terra, con i posti splendidi che abbiamo, guarda come stiamo facendo fuggire i turisti 😦 Mai visto le nostre spiagge e i nostri paesi così vuoti come l’estate appena passata, tutti sulla riviera romagnola 😦
    Se la cultura serve a questo… ;D

    Comunque ritengo la mia cultura assolutamente nella media… 🙂
    Come la mia altezza del resto, non sono grande nemmeno in quello 😦

    😉

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  18. Commento 2

    Neri? Sporchi
    Italiani? Mafiosi
    Zingari? Ladri

    In genere si parte dallo stereotipo per arrivare al pregiudizio e al razzismo
    GLI STEREOTIPI SONO la conoscenza che l’individuo immagina già di possedere, “falsi concetti classificatori a cui, di regola, sono assodate forti inclina­zioni emozionali di simpatia o antipatia, approvazione o disapprovazione”
    (Young)
    LO STEREOTIPO E’ “L’ANTICAMERA DEL PREGIUDIZIO”.
    lo stereotipo è prevalentemente cognitivo (ovvero ci dice quale concezione le persone hanno di un altro gruppo e/o del proprio);
    il pregiudizio – che è più propriamente un atteggiamento – è sostanzialmente affettivo.
    il pregiudizio è il passaggio logico attraverso cui lo stereotipo si trasforma in razzismo

    Pregiudizio
    “Atteggiamento negativo sfavorevole verso un gruppo o verso membri di un gruppo; esso è caratterizzato da credenze stereotipiche e deriva da processí interni al portatore dell’atteggiamento piuttosto che dalla realtà degli attributi del gruppo in questione” (M. Jahoda)

    “Giudizio prematuro, a priori, qualcosa che viene prima dei fatti, sentimenti e reazioni del tutto separati dall’esperienza” (D. Krech, R. S Crutchfield)
      NON E’ INNATO
    NON E’ STRUTTURALMENTE CONNESSO ALLE DIFFERENZE TRA RAZZE E GRUPPI
    HA IL SUO FONDAMENTO NELLE INFLUENZE FAMILIARI, AMBIENTALI, SOCIALI E SI STRUTTURA GIA’ NELLA PRIMA INFANZIA
        PIU’ TARDI SI INTERVIENE E PIU’ SI FISSA
    (da un ‘ esperienza che ho realizzato in una mia classe)

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  19. Ciao Dora 🙂
    Allora…
    1) Einstein era pessimista… o forse no. Dipende del tipo di pregiudizio del quale parla. Diciamo che, almeno a livello personale, il pregiudizio è facile da abbattere dal momento in ci si capisce di averlo. Ma spesso non ci si rende conto di averlo fino a quando non capita un evento che te lo fa’ capire svegliandoti. A livello di società o di gruppo, sono invece d’accordo con Albert 🙂 La gente in gruppo si trasforma spesso in gregge di pecore o, meglio, pecoroni 🙂

    2) d’accordo con lo stereotipo; in fondo è la possibilità di catalogare un gruppo o una persona, anche se magari solo a livello inconscio, che ti permette di avere pregiudizi su quella persona o su quel gruppo; devi poterli identificare con qualcosa che già ti è famigliare, infatti…

    3) … mi trovo d’accordo con la frase di Jahoda.

    4) Non si può non essere d’accordo con la spiegazione di Krech e Crutchfield (ma non saranno la stessa persona prima e dopo il terremoto?? :D), è perfino “banale”.

    5) la vostra esperienza di classe è… la più interessante di tutte 🙂 e mi trova anch’essa del tutto d’accordo.
    Ma… nelle tue classi parli di queste cose? Che bello! Un insegnamento all’avanguardia! 😉

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  20. mi ricorda qualcuno …

    solo che lui non vedeva in me un ladro, ma una traditrice …

    wolf, ti faccio una domanda
    una persona che ami ti pone una condizione

    la valuti o non l’accetti in quanto condizione?

    Bacio LU

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  21. Be’, valutare e’ sempre buona cosa; parlando in generale, anche se non sei d’accordo o addirittura trovi tale condizione offensiva, puoi almeno chiederti il motivo per cui ti e’ stata posta, ovvero se e’ farina esclusiva di chi te l’ha posta, oppure se ti e’ stata posta perche’ in qualche modo sei stata tu a portare l’altro a farlo.
    Faccio un esempio: una persona ha sempre un atteggiamento da “inquisitore”, continua a rivolgere domande, ad essere sospettosa anche su cose banali; l’altro puo’ essere di riflesso portato a “mettere dei paletti”, a dire “ok, continuamo ma non voglio piu’ avere intromissioni in cosa faccio fuori casa, perche’ le sento come mancanza di fiducia”.

    Chiaro che la valutazione e’ ben lungi dall’essere “accettazione”: si valuta e si decide se quella condizione e’ sensata e applicabile (nel qual caso si passa al passo successivo: ovvero capire se e’ giusta anche per noi o se sarebbe un sacrificio unilaterale) oppure se non lo e’, scartandola percio’ gia’ a questo stadio iniziale.

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  22. E corretto, nell’ambito di un rapporto teoricamente equilibrato, porre delle condizioni?

    Il fatto stesso, di valutare i pro e i contro, può essere considerato un segnale positivo e o costruttivo? Sì, ma a seconda dei casi.

    Inoltre, se la frequenza delle condizioni è aleatoria propenderei per una fase di transizione; per contro se le domande hanno a che fare con l’insicurezza del proponente allora…there’s something going wrong!

    O.

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  23. ciao. 🙂
    rispondendo al tuo commento sul mio blog, che .. devo dire mi ha fatto riflettere ancora di più.. ti dirò, certe popolazioni vanno tranquillamente nudi, tra di loro si guardano… ed è normale, come fossero vestiti.. e non ci sono violenze, le donne non vengono violentate dagli uomini della tribù, c’è rispetto della libertà di tutti, e della sessualità di ogni persona… perchè non c’è tabù.. c’è educazione alla sessualità, perchè non c’è perversione… c’è solo natura… rispetto…
    quelle donne, poverine, vengono violentate solo da uomini che vengono dai nostri paesi…

    Sai cosa dicono gli uomini di quelle tribù?
    “Noi quando facciamo l’amore con la nostra donna, non ci mettiamo mai sopra… la donna deve essere libera di muoversi come crede, la posizione dell’uomo sopra è detta del missionario, perchè è la posizione in cui i militari violentano e stuprano donne e bambini… noi non usiamo quella posizione, se non è la donna a desiderarla…”

    Rispetto, amore… semplicità, naturalità… cosa c’è di più bello?

    un bacio.

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  24. x O.: tu parli di teoria, O., e finche’ ci limitiamo alla teoria, si puo’ anche essere d’accordo con quanto scrivi. Tuttavia, i rapporti umani non sono mai “perfetti”, anzi solitamente sono tutt’altro che perfetti, perche’ ognuno ci arriva col suo carico di vita che lo condiziona.
    E’ chiaro che in un rapporto “ideale” non ci sarebbe bisogno di “paletti”, di condizioni, ma in tutta onesta’ io non ho mai visto (figuriamoci averlo avuto) un rapporto dove non ci sia sempre almeno stato un andarsi incontro, e cosa si fa’ se si va’ incontro all’altro? Implicitamente ci si modifica, o almeno si modificano i propri comportamenti. In altre parole, forse la condizione, il paletto, non ci e’ stato posto a voce, e forse l’altro mai l’avrebbe fatto, ma noi lo abbiamo “colto” ugualmente. Perche’ implicitamente c’era, eccome.
    Osservate i vostri rapporti, passati o presenti che siano, cercate di farlo oggettivamente… vedrete quanti paletti, quante condizioni, anche se forse non espresse esplicitamente, troverete nascosti in esso. Paletti ricevuti ma anche messi, eh!
    Il punto e’ che spesso la “condizione” e’ accettabile, anzi va’ bene perfino a noi, e allora non parliamo di “condizione”; quando invece quella condizione non e’ ben accetta, in qualche modo ci ferisce, ci fa’ davvero sentire limitati, allora “ci accorgiamo” che c’e’ stata messa una condizione.
    In realta’ una condizione espressa ci dice qualcosa dell’altro, qualcosa che esso ha il coraggio di esprimere piuttosto che tenere soffocata dentro di se’ con l’alta probabilita’ che un giorno esploda fragorosamente. L’altro chiede, dice, sta’ a noi prenderci la responsabilita’ di accettare o declinare.

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  25. anche nei paesi civilizzati ci stanno le malattie veneree, perchè si tromba con chiunque (scusando l’espressione) e non è la stessa cosa… lì le malattie veneree ce le hanno per la mancanza di igiene e medicine per curarsi… soprattutto igiene, .. qui invece ci sono perchè si tromba con chi capita prima… e c’è ugualmente mancanza di igiene da parte di alcuni “civili” e mancazna di educazione alla sessualità… sinceramente?

    preferirei stare in una tribù … 🙂 sicuramente non avrei il problema del “oddio, devo mettermi queste scarpe … sono più sexy… il sogno erotico di ogni imbecille…” …mafari avrei fame, morirei di aids, ma non perchè uno sbandato mi ha violentata, e non perchè me la sono fatta con tutti i “civili” ma perchè ero una selvaggia, una donna libera, una donna vera… con un uomo vero…

    😀 e soprattutto potrei ballare nuda davanti ad un fallo, sculettando come se niente fosse… aaaaaaaah, che bello!

    ahahahahah 😀

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  26. Fraglina! 😀 A parte il tuo evidentissimo lapsus freudiano-che-piu’-freudiano-non-si-puo’ ;D ribatto che non stai affatto opponendoti a quanto da me dichiarato: la giusta via di mezzo tra “controllo” e “puro istinto”, da ottenersi per mezzo dell’informazione che crea consapevolezza, e’… l’autocontrollo.
    Curiosamente e’ anche l’anello di congiunzione: dovremmo tenderci sia noi che loro, solo… noi togliendo qualcosa, loro mettendolo (e non fare battute maliziose! ;)).

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  27. il dibattito sul “pre-giudizio”mi affascina.Senza il pre-giudizio non vi sarebbe nulla.Il punto è saper controllare il tutto,essere pronti da subito al passo indietro,a rivedere le opinioni create a tavolino,ma di per se il pre-giudizio altro non è che un mettere a frutto esperienze passate…certo ci sono inevitabili danni collaterali e di diagnosi…ma senza pregiudiziali gli insuccessi sono a volte garantiti.

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  28. Infatti, precisavo il tutto con un “teoricamente” avendo avuto più di una occasione in cui appurare l’imperfezione umana, e non solo mia! 😉

    Sul fatto di andarsi incontro l’uno verso l’altra mi pare la “conditio sine qua non” per poter evolvere nell’ambito di un rapporto di coppia. Il tutto risiede, come lo evidenzi, nel porre condizioni accettabili o ragionevoli, ovvero tali che non comportino un risentimento da parte dell’altra persona.
    Sorge, quindi, un primo quesito: ma come faccio a scoprire il limite da non oltrepassare se non oltrepassandolo? Inoltre, una volta scoperto non è che interviene un perverso meccanismo di autocensura, per timore delle possibili reazioni?

    Più passa il tempo è più inizio a ritenere valida, pure nei rapporti interpersonali, la seguente legge della fisica: “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria…”.

    🙂

    O.

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  29. 😀 ma quale lapsus… ehehehe è sta tastiera… hehehehe ho avuto l’inceppamento del tasto!

    ahahahahah 😀

    proprio in quella parola per giunta, che dopo aver postato sono scoppiata a ridere… pazzesco!

    😀

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