La malleabilità della mente – un pensiero di Sogyal Rinpoche

I maestri buddhisti di meditazione sanno quanto sia flessibile e malleabile la mente. Se la educhiamo, tutto diventa possibile. Siamo stati perfettamente educati dal samsara per il samsara, siamo stati educati a provare invidia, educati ad afferrare, educati a provare ansia, tristezza, disperazione e avidità; educati a reagire con rabbia a tutto ciò che ci provoca. Siamo così bene educati che queste emozioni negative sorgono spontaneamente, senza nessuno sforzo per suscitarle.

Tutto sta nell’educazione e nella forza dell’abitudine. Se siamo sinceri con noi stessi, sappiamo anche troppo bene che la mente, se la consegnamo alla confusione, diventa una un’oscura maestra di confusione, abile nelle sue intossicazioni, subdola e perversamente docile alle sue schiavitù. Consegnatela, con la meditazione, al compito di liberarsi dall’illusione e scoprirete che, con il tempo, la pazienza, la disciplina e la pratica corretta, incomincerà a sciogliere i propri nodi e a riconoscere la propria beatitudine e chiarezza essenziali.

da “Riflessioni quotidiane sul vivere e sul morire” di Sogyal rinpoche

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Commento di Wolfghost: al di là del richiamo alla meditazione, che possiamo sentire o non sentire, è indubbio che la mente sia estremamente malleabile. Ciò è evidente nei bambini e nei cuccioli in generale: sono come spugne, vedono e imitano tutto ciò che vedono fare, e così imparano. Il problema è che di ciò non siamo normalmente consapevoli. Diamo per scontato che le nostre reazioni, i nostri pensieri, siano indipendenti e incontrollabili, che, per dirla con Sogyal, sorgano spontanei. Eppure essi sono figli dell’abitudine.

L’abitudine non si cambia con un singolo atto di volontà, ma con la costanza e la ripetizione. Non è facile, ma imparare a evitare la rabbia, l’ostilità, la paura, l’angoscia, le disperazione e altre emozioni e sentimenti negativi è senza ombra di dubbio un premio che dovrebbe stimolarci a provarci e a non arrenderci al primo ostacolo.

Perseo e Jones

43 pensieri su “La malleabilità della mente – un pensiero di Sogyal Rinpoche

  1. Bello spunto di riflessione…..pensiamo sempre di ottenere subito tutto, solo decidendolo, ma anche i più piccoli cambiamenti in noi stessi, come dici tu, richiedono costanza e ripetizione.
    Le abitudini sono difficili da abbandonare, anche quando sappiamo che sono negative, perchè comunque ci garantiscono la nostra zona di comfort, quella che conosciamo, nel bene e nel male…..per cambiarle dobbiamo imparare a perseverare 🙂
    Buona giornata!
    Serena

    p.s. Perseo sembra gigante vicino a Mr Jones 🙂 …..bellissimi!

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    • Esatto, cara Serena. Non è difficile prendere grandi decisioni, è difficile portarle avanti con costanza 😉
      Perseo E’ un gigante, è un bel gattone, tutto sofficioso anche 🙂 Il piccoletto, che è ancora un frugoletto, l’ha preso per il suo orsacchiottone personale e gliene fa di tutti i colori! 😀 Ma a lui non sembra dispiacere, anzi… 😛

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  2. Allora mi venne un po’ difficoltoso capirlo, da adolescenti le materie sono quasi sempre “mattoni” che si devono imparare per fare le interrogazioni e prendere dei buoni voti. E’ crescendo che si comincia ad apprezzarne il valore intrinseco.

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    • Vero. Il motivo è che quando “devi” studiare qualcosa, è facile che ne perdi l’interesse. Quando invece è una tua scelta… bé, ovvio che studi ciò che ti interessa 😉 Spesso così ci si ricorda del passato e si rispolverano con piacere concetti che una volta si erano studiati per dovere 🙂

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  3. Habitus, da cui chiaramente deriva abitudine… Non in senso negativo, naturalmente, ma come connaturato modo di pensare ed agire in modo spontaneo. Ecco, non assomiglia davvero molto a quanto dice Rinpoche?

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  4. Deliziosi Perseo e Jones, così dolcemente abbandonati al loro sonnellino nelle “cullette” imbottite, sembrano l’esempio di come la vita possa essere serena se riusciamo a sbarazzarci dei pensieri negativi! 😀

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  5. Per fortuna esistono anche abitudini positive, pur se quelle negative spesso prevalgono, almeno a vedere come va il mondo. E’ anche vero che esistono spiriti impulsivi e altri più portati a riflettere. Mi piace l’idea di un’educazione per così dire “tossica”, da cui ci si possa disintossicare. Mi sembra comunque che l’uomo, in qualche modo sia sempre riuscito a porre in equilibrio spinte negative e spinte positive, altrimenti ci saremmo già autodistrutti da un pezzo

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    • Aspetta, ancora una o due generazioni ed è probabile che ci arriveremo 😉

      In effetti lo “articolo” parla in particolare delle abitudini negative. Quelle positive sono anzi positive, un detto che uso spesso è “l’abitudine alleggerisce la fatica”: facendo divenire abitudine ciò che si deve comunque fare, lo si inizia a fare sempre con meno sforzo (e scocciature). Bisogna però avere coscienza delle proprio abitudini, questo sempre, sia che siano positive e negative.
      Un caro saluto 🙂

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  6. A chi lo dici…da quando inizia a scrutare dentro la mia mente ho compreso quanti brutti scherzi può fare,da quando ho iniziato ad osservare il mio “dentro” e a dare un nome alle emozioni ho compreso che possono essere domate,come la mente…ma quanto è difficile.
    Ciao

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    • Già arrivare a comprendere che è così è un passo importante, molto importante, senza di quello non è possibile nemmeno provarci. La mente è davvero un’arma potentissima: se usata bene può portare lontano, ma se usata male… sa essere devastante.

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  7. il mistero più grande si cela in noi stessi, perché in noi assommiamo il retaggio di millenni di storia e di emozioni trasmesse dal DNA, questo è molto affascinante ma se le nostre azioni non sono corrette non è che possiamo incolpare i dna! il libero arbitrio e il ragionare o meditare, se vuoi, quotidianamente ci apre la strada alla conoscenza, o meglio a ciò che pensiamo essa sia.
    Mi fa molto felice vedere i micetti così ben rilassati, un quadretto delizioso!
    buona giornata a te e alla tua tribù

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    • Sono d’accordo. Sicuramente il DNA ha una parte importante in noi, nessuno lo mette in dubbio. Tuttavia ciò non spiega perché fratelli o addirittura gemelli hanno a volte reazioni estremamente diverse in situazioni davvero simili. Ma anche ciascuno di noi potrebbe probabilmente… prendersi ad esempio: nel corso della vita ognuno cambia, a volte ne è consapevole, a volte no, ma cambia sempre. Ciò che lo fa cambiare sono naturalmente le sue esperienze, ma anche il modo di reagire ad esse. In particolare c’è chi impara da esse e chi non lo fa. Possiamo casomai discutere se le nostre scelte siano davvero scelte, o se invece non siano altro che ciò che in quel particolare momento, con quel livello di conoscenza, consapevolezza ed esperienza, non possiamo fare a meno di fare. Uno crede insomma di scegliere, ma in realtà fa la cosa che “sente” avere maggiori probabilità di riuscita, o che semplicemente lo “soddisfa” di più. Nessuno sceglierebbe qualcosa che ha meno probabilità di riuscita e che non piace fare. Quindi… la strada che si sceglie… è davvero una scelta? 🙂
      Però proprio perché il nostro livello di conoscenza e consapevolezza ha un enorme peso, dovremmo coltivare questi aspetti. E la meditazione, parlando di noi stessi, è uno dei metodi principi 🙂
      Bé… rilassati non del tutto 🙂 Perseo e Junior non vanno esattamente d’accordo, diciamo 🙂 Però nulla di grave: non si fanno nulla 🙂
      Buon weekend! 😉

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  8. Molto interessante quello che hai scritto nel commento precedente. Raramente nei blog leggo quello che scrivono nei commenti, da te invece lo leggo sempre, è un dialogo che approfondisce l’argomento e sviluppa nuovi spunti.

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    • Bé, cercando la condivisione, preferisco sempre rispondere, almeno quando ci sono commenti ai quali ha senso farlo 🙂 In effetti è come dici: a volte nel post principale non mi dilungo troppo, sapendo che – quasi sempre – ci sarà modo di approfondire nei commenti 🙂

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  9. Sono convintissima che non siamo tanto liberi di scegliere, cioè scegliamo, sì, ma innanzitutto scegliamo tra le possibilità che abbiamo davanti a noi. Così, tanto per dire, anche se mi piace tantissimo cantare (con… strazio di chi mi ascolta), io non potrei mai scegliere di fare la cantante perché sono stonatissima.

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  10. E poi scegliamo in base al momento, sia storico e sociale che personale. Scegliamo in base a dove e come ci troviamo a vivere. Siamo (quasi) tutti cattolici, ma solo perché siamo nati in Italia, se fossimo nati in India probabilmente ci bagneremmo nel fiume sacro e venereremmo le Vacche Sacre, invece di mangiarle come bistecche 😀 😀

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  11. Certo che, per quanto riguarda la scelta, bisogna fare i conti non solo con se stessi ma anche con la volontà e i desideri di chi ci sta vicino. Conosco parecchi genitori che condizionano pesantemente i loro figli ( e i bambini, come hai critto tu, sono molto influenzabili).

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    • Vero, il compromesso è spesso necessario. Giusto pensare ai figli: tutti sappiamo che proprio perché la vita ci cambia drasticamente, la scelta di averli deve essere consapevole e ponderata. Però, anche se il primo pensiero è per loro, nemmeno in questo caso bisogna “annullarsi”, la prorpria individualità non va mai eliminata 🙂 E lo stesso dovrebbe valere al contrario: i figli bisogna educarli, non farne dei “cloni” di sé stessi. Anche loro avranno la loro strada, e potrebbe non essere quella che noi avremmo voluto.

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  12. C’è una ragazzina che, da quando aveva tre anni, frequenta assiduamente palestre e scuole di danza, perché la madre ci tiene spasmodicamente che diventi una ballerina. Oggi naturalmente la ragazzina è brava a ballare… ci mancherebbe, dopo questi annosi esercizi, però si vede subito che non è adatta: è bassina ed ha l’ossatura massiccia, nella danza non è essenziale avere le ossa piccole e slanciate?

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    • Boh… francamente bisognerebbe sentire lei 🙂 Se le piace… chissenefrega se non diventerà una ballerina di grido 🙂 Se non le piace… allora farebbe bene a fare altro, con buona pace dei genitori.

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  13. Naturalmente la bambina è convinta di essere lei a scegliere la danza e (non per fare la cucca :D) credo proprio che andrà incontro a parecchie delusioni di cui darà la colpa ad Destino o alla cattiveria degli altri che non capiscono o sono gelosi della sua bravura 😀 😀

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    • Alla fine… chi sa quanto della propria strada è stata davvero scelta autonoma, e quanto è stato condizionamento più o meno esplicito? 😉
      … potrebbe un giorno anche capire che in fondo non le è mai piaciuta veramente, la danza, che la faceva solo per compiacere i genitori… e alla fine dare perciò la colpa a loro 😉

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  14. Non è che mi dia forza credere nella predestinazione, che potrebbe anche essere una scusante per i propri sbagli… E’ che a me mi accade che, se sceglo di fare una cosa o il suo esatto contrario, il risultato per me non cambia 😀

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