Caro fratello…

E’ appena passato un forte temporale, adesso c’è un bel sole in giardino, si sta bene. I gatti sono usciti a prendere un po’ d’aria, anche Sissi, l’unica di loro che ti ha conosciuto. Chissà se ti ricorda.

Non sapevo se scrivere di te qua sopra. Ma in fondo ho raccontato dei nostri nonni, dei nostri genitori. E sento che lo devo fare anche per te.

Ricordi di quanto eravamo uniti da bambini e ragazzi noi tre fratelli? Anche troppo. Io, che ero il più giovane, avrei voluto avere amici “esterni”, ma… bé, papà lo conoscevi, voleva il controllo su tutto… e tutti, naturalmente. Noi dovevamo essere oltre che tre fratelli anche tre amici. Ed era giusto, ma forse non lo era che fossimo gli unici.

Tra noi tre c’era il classico rapporto di amore-odio, avevi una personalità forte già allora, non era facile sopportarti. La mamma, se fosse qua, direbbe la stessa cosa che dice sempre nostra zia: lo stesso carattere di papà! E… bé non è proprio un complimento 🙂

Però eri il più intelligente. Sempre voti altissimi… una promessa e una speranza per papà. Forse troppo. Forse c’era troppo peso caricato sulle tue allora giovani spalle.

Non so quando ti sei perso. La tua vita è stata a modo suo… avventurosa. Da quando ti allontanasti per gli studi e poi per varie comunità dove non andò come, credo, speravi. Per poi isolarti da tutto e tutti.

Quando tornasti a casa dei nostri genitori non eri più quello di un tempo. Fu un disastro, sicuramente a causa dei dissidi con papà. Eri in casa ma era come se fossi ancora isolato. Tu e papà finiste per non parlarvi nemmeno più, pur essendo sotto lo stesso tetto. In fondo questo lo capisco, visto che altrimenti erano strepiti ed urla da entrambi i lati della “barricata”.

Apparentemente la sua morte non lasciò tracce, ma quella della mamma, pochi anni dopo, stravolse tutto.

Lei era il tuo sostegno, così come nel tempo della sua malattia cercasti di essere tu, a modo tuo, forse per scusarti per come erano andate le cose, forse perché sentivi che senza di lei non avresti potuto andare avanti.

Come era stato sperato dall’assistenza, iniziasti ad uscire dal tuo guscio: all’inizio la spesa te la portavo io, poi iniziasti a fartela da solo. E quando mi chiamavi, solo tu potevi farlo perché altrimenti il tuo cellulare era inesorabilmente spento, quasi sempre eri fuori casa. Un ottimo segno!

Ma a volte è come se le persone avessero delle sabbie mobili latenti dentro di loro. Nere sabbie mobili che a poco a poco ti ritrascinano con loro. E sei tornato a perderti, ammesso che ne fossi mai uscito veramente. Ci siamo visti sempre più raramente noi tre. Fino a quando non sentendoti più da tempo, ci siamo insospettiti.

Ho raccontato a Sissi che non ci sei più, pareva ascoltare attentamente… chissà se ha capito.

Quando io e Lady Wolf siamo tornati a casa, quella sera, la luce della cucina si è spenta da sola. “Si è bruciata la lampadina! Proprio ora!”, ho pensato. Ma poi ho premuto l’interruttore… e la lampadina si è accesa. Ho fatto diversi tentativi: quell’interruttore non è difettoso, come non lo è la lampadina: non è mai più successo. E’ come se qualcuno lo avesse premuto. Lady Wolf ha esclamato: “vedi? E’ un segno…”.

Spero che adesso tu, finalmente, abbia trovato la pace.

Ti saluta anche Sissi…

42 pensieri su “Caro fratello…

  1. Mi spiace molto caro amico, per quanto tumultuoso sia un rapporto un fratello è sempre caro al cuore. Sissi ti ascoltava e forse stava guardando lui che in altra forma era vicino a te. La lampadina l’ha sicuramente spenta lui per farti capire che era li. Basterà che tu lo pensi per averlo accanto a te.
    Un grandissimo abbraccio!

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  2. Questo scritto è bellissimo. Profondo. Sincero.
    E pure i tuoi sentimenti che affiorano tra le righe sono così.
    Ci sono persone che ci cambiano e che, anche se non sono costantemente nella nostra vita, o non possono proprio esserlo più, restano per sempre dentro di noi, semplicemente perché fanno parte di noi.
    Un abbraccio per te ed un pensiero per tuo fratello.

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  3. Wolf, mi dispiace tantissimo per tuo fratello che, forse, ora è in pace e per te che hai affrontato la perdita dolorosissima di un fratello. Forse è vero che da piccoli tra fratelli c’è sempre un po’ di gelosia e di rivalità, ma questo fa parte dei ruoli della vita e non toglie niente all’affetto fraterno, difficile da creare con gli amici.

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    • Seppure con le caratteristiche peculiari che questi rapporti prendono in ogni famiglia, più o meno è come dici 🙂 Poi le cose sono diventate parecchio più complesse e difficili, ma non è colpa di nessuno.

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  4. Mi addolora leggere della morte di tuo fratello, che strani percorsi ha la vita, se ne avesse avuto un altro lui sarebbe ancora con te. La famiglia si smembra pian piano, mentre l’esistenza continua ed è per chi c’è che, anche con il dolore nel cuore, occorre continuare. Sono certa che ora tuo fratello ha raggiunto quella dimensione di pace che desiderava. Un abbraccio

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      • I percorsi di vita nascono dalla collocazione famiglia, infatti si dice che se si potesse scegliere sarebbe diverso, poi la crescita e gli incontri giusti formano l’individuo, a tutto ciò si aggiunge il carattere individuale che in parte ereditiamo con i famosi geni. Buona giornata, abbraccio ricambiato.

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      • Appunto… messa così… non sembra ci sia molta scelta 😉 Non sono certo che sia davvero così, o forse non voglio crederlo. Credo che si possa spezzare… il karma, ma ci vuole una grande forza, che in pochi hanno o, forse, in pochi credono di avere… che è lo stesso.
        Abbraccio ricambiato!

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      • ….un fratello (nel mio caso una sorella) non perde mai il posto che ha nel nostro cuore. La morte ci separa fisicamente, ci fa smarrire solo per un breve periodo, poi ce lo ritroviamo dentro che vive con noi.
        Col passar del tempo e col nostro divenire più maturi tutto assume un significato diverso. Troviamo motivi e ragioni che sembrano consolidare maggiormente il nostro affetto. Come se I nostri ricordi sì ampliassero, sì intersecassero tra loro e sotto questo nuovo aspetto rivediamo anche quello che ci era sfuggito prima. Tutto il bello che abbiamo avuto e non abbiamo apprezzato…
        Ti abbraccio.
        Clelia

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      • Sono d’accordo, cara Clelia, è un processo che ho già iniziato. Il nostro rapporto fu difficile, come quello tra di lui e tutta la famiglia… o forse proprio tutti! Era una persona molto difficile… ma la consapevolezza che in fondo non era una “colpa” e che il primo a soffrirne sia stato proprio lui, e per lunga parte della sua vita, è sempre più presente… e me ne dispiace sinceramente… La sua vita deve essere stata un inferno, e come fai ad avercela con una persona che l’ha vissuta e… c’è morta?

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  5. Oh caro Wolf, leggo solo in questo momento di questo fatto gravissimo. Non ho parole per commentare, ma ti abbraccio forte e ti sono vicina con tanto affetto. Mi dispiace molto, cerca di essere forte…

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