Biocentrismo – Robert Lanza

Qualche tempo addietro lessi che un tale Robert Lanza, americano di origini italiane, sposava una teoria molto particolare: il Biocentrismo, teoria che sostiene che la coscienza non è un prodotto casuale, un sottoprodotto dell’universo, ma che anzi è proprio il contrario, è l’universo intero ad essere prodotto della coscienza. In poché parole, l’Universo esiste solo perché ci siamo noi ad osservarlo. E uno dei corollari è che, con ogni probabilità, la coscienza non svanisce affatto con la morte del corpo fisico.

Poiché Robert Lanza non è uno scrittore “New Age”, ma un biologo ricercatore americano di origini italiane inserito tra gli scienziati più importanti al mondo, attesi con una certa trepidazione l’uscita in Italia del suo libro, cosa avvenuta finalmente un mesetto fa’.

Secondo Lanza, e non solo, il Biocentrismo, pur essendo tutto da dimostrare – come d’altronde qualunque altra “teoria del tutto” che cerchi di unificare meccanica quantistica e relatività di Einstein (teorie di per sé funzionanti rispettivamente nel micro e nel macrocosmo ma apparentemente inconciliabili tra di loro), è la spiegazione più ragionevole all’esistenza dell’universo e alle tante stranezze che lo abitano.

Due aspetti hanno dell’incredibile quando si parla di fisica quantistica. Il primo è che le particelle di cui ogni cosa è fatta, noi inclusi, esistono solo se vengono osservate, altrimenti restano in uno stato di… “probabilità”, ovvero si può solo dire che probabilità hanno di esistere in un derminato posto (o tempo) ma, fino a quando non vengono osservate, possono di fatto essere ovunque. Attenzione, non si sta dicendo che siamo noi a non sapere dove è quella particella finché non la troviamo: è proprio la particella a non esistere fino a quando non viene osservata!

Il secondo aspetto è la “non-località”, ovvero il fatto che le particelle sono legate tra di loro indipendentemente da tempo e spazio. Cosa vuol dire? Che se due particelle hanno “caratteristiche” legate tra di loro e poi vengono separate e poste a distanze teoricamente perfino infinite tra di loro, cambiando una cambia istantaneamente anche l’altra, alla faccia della velocità della luce che dovrebbe essere insuperabile!

So che non è facile capire, sono concetti strani, ed è ancora più difficile cercare di spiegarli, di darne anche solo una idea, in poche righe. Sappiate comunque che non sono solo teorie: ci sono esperimenti empirici reali che hanno dimostrato che le cose stanno proprio così.

L’universo è un ambiente davvero strano, il cui vero funzionamento è probabilmente insondabile per noi. Il fatto è che, secondo Lanza, noi siamo creature biologiche, legate – o che così sentono di essere – a tempo e spazio, e incapaci di percepire l’universo per come davvero è, ovvero senzo un tempo e uno spazio assoluto. Noi abbiamo “inventato” il tempo per indicare il cambiamento di stato di ciò che abbiamo attorno, come l’invecchiamento biologico, ed abbiamo inventato lo spazio per utilità, per capirci quando diciamo “il negozio X è a 4 chilometri da qui”. Ma fuori dai limiti ristrettissimi delle nostre percezioni, le cose sono molto diverse: un tempo assoluto non esiste, e non esiste parimenti nemmeno uno spazio.

Se non volete comprare il libro di Lanza, che comunque è sì sorprendente ma anche scorrevole e quasi mai troppo tecnico, vi invito a leggere questo questo breve ma interessante articolo:“La morte non esiste”! Alla scoperta del Biocentrismo del dott. Lanza.

Solo un’avvertenza. Il biocentrismo è comunque solo una teoria che peraltro si discosta dalla “teoria standard” che finora viene insegnata “a scuola”. Il libro ha suscitato tra i fisici interesse da un lato, ma anche forti opposizioni.

Personalmente mi piacerebbe pensare che un domani si saprà che Lanza (in foto) e colleghi biocentristi ci hanno azzeccato. Ma è solo una speranza… per ora 🙂

48 pensieri su “Biocentrismo – Robert Lanza

  1. Uhm, per una mente fortemente umanistica per tendenza e formazione, è molto difficile comprendere questi concetti che riguardano la fisica quantista. Però la teoria dellle particelle che non esistono fino a quando non e guardiamo, forse l’ho capita: è un po’ come i colori che non esistono se non quando vengono colpiti dalla luce?

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    • Diciamo che non è la stessa cosa, ma l’idea la da’. Pensa che comunque quello dei colori è anch’esso un fenomeno citata da Lanza nel suo libro. Infatti, ciò che noi diamo per scontato… non lo è affatto. E’ solo per come siamo fatti, per la banda di radiazione elettromagnetica che i nostri occhi ricevono e, assieme al nostro cervello, traducono in colori, che “vediamo” così. E’ la “trasduzione” della nostra biologia a farci percepire in questo modo i colori.

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  2. E forse ho capito quacosa anche dellla non esistenza di spazio e tempo. Mi è capitato che una macchina stesse per venirmi addosso: io rimasi ferma, paralizzata, guardando quell’enorme, immenso veicolo. Solo dopo lo scampato pericoo, mi resi conto che era un’auto normalissima, di modeste dimensioni.
    Ha qualche attinenza con il brano che hai postato? 😀 😀

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    • In un certo senso, cara, in un certo senso 😉 In effetti, dato che il tempo è una nostra invenzione, esso è dipendente dalla nostra percezione.
      Tuttavia qui il concetto è più ampio. Credo tu sappia che più veloce vai, più il tuo tempo rallenta rispetto a chi sta “fermo” rispetto a te. Avvicinandoti alla velocità della luce – ipoteticamente parlando naturalmente – per ogni tua ora, ammettiamo su una navicella spaziale, possono trascorrere centinaia, migliaia di anni per chi è rimasto sulla terra. Addirittura alla velocità della luce… il tuo tempo si fermerebbe, e in ogni altra parte dell’universo… passerebbe l’eternità.

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  3. Penso che Lanza si sia avvicinato molto a come stanno effettivamente le cose. Ho letto l’articolo che hai citato, è un personaggio sorprendente questo ricercatore non pensavo avesse scritto così tanti libri.
    Negli ultimi anni ho letto libri un po fuori dal comune che mi hanno aiutato a capire quanto effettivamente sappiamo poco su noi stessi e sull’universo che ci circonda, come dice Lanza non esiste ne il tempo ne lo spazio, in realtà tutto ciò che ci circonda è creato da noi anche se non ne siamo consapevoli. Quello che creiamo è collegato a molti fattori, influiscono anche i ricordi delle nostre vite precedenti, se portiamo con noi ricordi positivi o negativi riusciremo a creare situazioni felici o meno..è un po difficile da spiegare se non si vivono determinate esperienze..lo so che stai sorridendo 😉

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    • Uff… e te ne vai così, senza nemmeno riportare qualche esempio delle esperienze di cui parli? 🙂 Tiri il sasso e nascondi la mano? Non si fa’! 😀
      Dai, racconta, racconta! 🙂

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  4. Dunque non ho capito in pieno, però almeno mi sono avvicinata abbastanza a questi concetti così difficili che potrebbero sembrare assurdi ma non lo sono per niente: è che ci viene difficile ammettere la limitatezza del nostro cervello! 😀

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  5. Quello che credo di avere capito perfettamente è la relatività delle nostre percezioni, del tempo, dello spazio, dei colori, della grandezza. Ti racconto un altro episodio a tale proposito: quando mia mamma era ricoverata in ospedale, aspettavo con ansia che un medico, di cui tutti dicevano un gran bene, rientrasse dalle ferie. Finalmente un giorno un’infermiera mi disse: “Ecco il dottor x, e quello che sta svoltando il corridoio”. Felice mi avvicinai a quell’omaccione alto e imponente che mi rassicurò molto sulle condizioni di mia mamma e che seguì con scrupolo e attenzione negli altri giorni che rimase in ospedale. Lo rividi un paio di anni dopo, il dottor x. e mi rifiutai di accettare che si trattasse dello stesso medico: questo era mingherlino e poco più alto di me… solo il viso era uguale! 😀

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  6. Però ancora non riesco a capire la faccenda della velocità della luce e del tempo che si ferma, o addirittura tornerebbe indietro, come sostengono alcuni studiosi. Ma evidentemente è perché non ho suffiente competenze in materia… Oppure è perché non ho esperiene dirette? 😀 😀

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    • Bé, l’esperienza diretta non ce l’ha nessuno, e forse mai nessuno l’avrà 🙂
      Con esattezza, non si può tornare indietro nel tempo tramite la luce, al massimo si può, teoricamente, fermare il nostro tempo rispetto a quello di chi non sta viaggiando alla velocità della luce. Cosa significa? Bé, che per te il tempo trascorrerebbe normalmente, quindi invecchieresti comunque e, apparentemente senza che nulla cambi, ma per chi fosse rimasto sulla terra… starebbe passando l’eternità. E’ più facile ragionare in termini di velocità prossime a quella della luce, quando si potrebbe dire che, ad esempio, per ogni anno tuo, passato apparenetemente normalmente, sulla terra sarebbero passati, diciamo, vent’anni 🙂 Più ti approssimi alla velocità della luce, più la differenza si ampia.

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  7. Eheh beh non è facile neanche portare qualche esempio, sai noi viviamo in un mondo che ci siamo creati da soli quasi inconsapevolmente, quello che abbiamo
    imparato a scuola, quello che ci viene insegnato in famiglia in un certo senso è “fuorviante”.
    Più gli esseri umani non ricordano quello che effettivamente sono più è facile controllarli, più si semina ignoranza e paura più è facile controllarli, diciamo
    che ci sono persone interessate a tenerci “a guinzaglio” e cercano di farlo in tutti i modi leciti e non leciti visto che se lo possono permettere.
    Tornando al discorso reincarnazione.. quando ero piccola ero sempre alla ricerca di “sassi” che attiravano la mia attenzione, con il tempo capii che non cercavo
    sassi ma minerali e li cercavo perchè in qualche modo i “ricordi antichi” mi guidavano, non ne ero consapevole all’inizio ma stavo cercando quella forma di energia che già conoscevo da tanto tempo e che poi in futuro mi avrebbe aiutato in diversi modi.
    Diverso è l’esempio di mia sorella, lei qualcosa è riuscita a ricordare una volta adulta. Quando era piccola urlava come un’aquila se mia madre cercava di bagnarla con l’acqua del mare, ne era terrorizzata e non c’era nessun apparente motivo. Solo molti anni dopo è riuscita a ricordare che in un’altra vita era morta a causa di un maremoto.
    Per chi non vive in prima persona questo tipo di esperienze possono sembrare delle “favole”, d’altra parte come poter avere delle prove su questo tipo di cose?
    Il dilemma continua 🙂

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    • Almeno in parte, ciò che dici sul “controllo” delle persone è senz’altro vero. Non è certamente un caso se tutto ciò che non è “convenzionale” viene ridicolizzato, mentre viene suggerito un comportamento e un modo di pensare socialmente allineato. Tuttavia credo che semplicemente ci sia molta ignoranza, e ciò è, come suggerisce implicitamente lo stesso Lanza, comprensibile: l’uomo difficilmente riesce ad andare oltre ai limiti che la sua biologia gli impone, non riesce a credere che qualcosa possa esistere oltre a ciò che riesce a percepire con i suoi, limitati, sensi. Le stesse prove a cui ti riferisci… possono avere senso nel campo biologico? Voglio dire, è possibile avere dimostrazioni nel nostro campo di azione di qualcosa che ne avviene al di fuori?

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  8. La possibilità che quel che ho intorno non abbia una sua esistenza oggettiva, magari incomprensibile per me, mi ha sempre molto contrariata. Però mio padre sembra prenderla molto sul serio, per cui gli regalerò il libro (ikl suo compleanno è alle porte)… e poi lo sbircerò anch’io. Vediamo se supero almeno il blocco ^__^

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    • Ci contraria perché desideriamo e ci illudiamo di avere tutto sotto controllo 🙂 In realtà basta la vita “ordinaria” a dimostrarci che non è affatto così 😉
      Ad ogni modo, basta l’esempio dell’esperimento scientifico , ormai vecchio di cent’anni e più, della “doppia fenditura” per scalfire le nostre convinzioni ordinarie… provare per credere! 😉 Lo puoi trovare facilmente su Internet.

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    • Non parlo di “percezioni”, eh, parlo proprio di “prove fisiche”, tangibili. Non è detto che sia possibile. Può essere che ci siano… luoghi e tempi ove vigono leggi fisiche completamente diverse dalle nostre e che, dunque, non ci sono accessibili. Non in questo mondo, almeno 😉

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  9. Grazie per la tua spiegazione, è molto chiara ed esauriente anche se ancora non sono capace di comprenderla a fondo. Eppure basterebbe, forse, riflettere sul fatto che anche nella nostra quotidianità il tempo ha una sua relatività… a prescindere dai simpaticissimi esempi che fece Einstein 😀

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  10. C’è quel fatto che viaggiando verso Ovest, ogni tot di chilometri bvisogna mettere l’orologio indietro, e può capitare che, a forza di andare indietro, si arrivi a destinazione prima di quando si è partiti…

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  11. Naturalmente bisogna tenere conto della velocità degli aerei. Forse, se si raggiungesse (o superasse) la velocità della luce, si arriverebbe a destinazione il giorno o la settimana o l’anno prima?

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    • Bé, a meno di clamorose scoperte, al momento la velocità della luce non si può superare e nemmeno, per un corpo “macroscopico” come il nostro, raggiungere 🙂 Poiché per andare indietro nel tempo si dovrebbe appunto viaggiare più veloci della luce, ciò è davvero improbabile. Attraverso la meccanica quantistica si potrà, un giorno, trasmettere informazioni istantanee ovunque… a parte di esserci arrivati prima però. Cosa vuol dire? Che la trasmissione istantanea sarà possibile tra apparecchiature che in qualche modo devono essere state trasportate nei punti ai quali e dai quali si vuole trasmettere, e tali apparecchiature non potranno superare e nemmeno avvicinarsi alla velocità della luce, per cui – al momento – è inutile sognare di mandare un sms dall’altra parte dell’universo 🙂 e comunque si parla di informazioni, non di materia 🙂

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  12. Teorie, sempre teorie, caro Wolf, in una realtà in cui comunque ci sentiamo imprigionati, con regole che addirittura variano a seconda dell’ordine di grandezza delle cose. Qui mi pare che si stia assistendo alla rinascita dell’idealismo, o mi sbaglio? Tra le tante ipotesi, mi sto abituando a valutarne il grado di probabilità. Mi pare piuttosto difficile che l’universo e la vita si siano creati per caso, anche perché questo comporterebbe la preesistenza del tempo. Semplicemente, ci sono sempre stati e sempre ci saranno, anche se per esistere i singoli universi (per lo meno il nostro) devono essere calati in una realtà spazio-temporale. Così avviene per tutte le unità, cioè tutte le manifestazioni della molteplicità. Le manifestazioni sono infinite, ma ogni granello di sabbia di questa infinita spiaggia è necessario per consentire alla spiaggia di esistere, di essere spiaggia. A parte queste considerazioni, mi pare che una preesistenza della coscienza rispetto all’esistenza materiale sia abbastanza improbabile, a meno che non la concepiamo come energia e non la chiamiamo Dio, cioè essere totale e distinto dalla storia.

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    • E’ il tentativo tutto umano di comprendere, caro Guido 🙂 Il fatto è che stiamo arrivando a livelli oltre ai quali è davvero difficile andare oltre, e ogni dimostrazione, ogni prova, è sempre più indiziaria, mai diretta. Ad esempio, se davvero esistessero altri universi, noi non potremmo mai averne prova diretta, potremmo solo notare qualche anomalia nel nostro che può essere spiegata solo se “oltre” ci fosse qualcos’altro che lo sta influenzando. Ricordo ad esempio di aver letto che la materia nell’universo non appare uniforme, ci sono zone stranamente vuote, altre dove sembra che la materia si stia addensando; la spiegazione più probabile? Che ci sia qualcosa “là fuori” che per mezzo della gravità sta attirando la materia a sé vicino. Ovviamente però è davvero difficile dimostrare che è davvero così. Riguardo alla meccanica quantistica, ricordiamoci che anche se ci appare davvero strana, esistono già dimostrazioni che è realtà, non solo teoria. E’ solo che si sa il “come”, mentre il “perché” è un mistero al quale ognuno cerca di dare la spiegazione che gli appare più probabile. Lo stesso Lanza dice che non ha prove, è solo fiducioso che esse, nel tempo, arriveranno. Anche se molti fisici la pensano diversamente 🙂

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  13. Ciao Wolf, bellissimo il post, io conosco Lanza e il biocentrismo grazie ad una ricerca casualedi poco tempo fa. quando è mancata mia suocera a marzo, io e mio marito abbiamo letto tanto sulla vita oltre la vita ed io nella ricerca ho trovato proprio l’articolo di cui parli e l’ho trovato interessantissimo. è fantastico pensare che la coscienza non muoia con il corpo, ma semplicemente migri in un altro universo. Per la teoria del multiverso infatti in un universo il corpo può essere morto mentre in un altro può continuare ad esistere, assorbendo la coscienza che migra in questo universo. bello questo pensiero, mi piace davvero tanto, grazie di aver fatto un post così interessante!bacioni!

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    • Ciao Macy! Sono contento che ti sia piaciuto l’argomento del post 🙂 Spesso ci si avvicina a questi argomenti proprio in occasioni tristi come quella che citi nel tuo commento. I detrattori di queste teorie parlano di tentativi di auto-consolazione, ma io non sono d’accordo, o meglio, penso che non importa da quale spinta nasca il desiderio di ricerca, comunque sia esso non va cancellato, né tranto meno possono essere cancellate con un colpo di spugna i risultati a cui potrebbe portare 🙂
      Grazie, un abbraccio a te ed a tuo marito! 🙂

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