Sul Destino

Riecco un nuovo salto nel passato, sempre nel dicembre del 2007, quasi in chiusura di anno, pubblicavo un post sul destino, sul destino inteso come ineluttabile fato già scritto. Rileggendomi oggi devo dire che ero piuttosto duro all’epoca, non solo non credevo più al destino ma addirittura ne avevo fastidio. Sicuramente ciò nasceva dal fatto di vedere tanta gente che, in nome del destino, non faceva nulla per opporsi alle avversità della vita, senza opporre alcune resistenza. La scelta di non credere nel destino nasceva perciò dalla semplice constatazione che ciò era un atteggiamento più costruttivo: se non credi che c’è una pagina già scritta, puoi fare qualcosa per cercare di cambiare.

Oggi credo che… tanto per cambiare non ne sono più così sicuro 🙂 Se c’è una cosa che le nuove scienze, come la fisica quantistica, ci hanno insegnato oggi, è che… sappiamo di non sapere 🙂 Là, “dietro le quinte”, c’è qualcosa che non conosciamo, qualcosa di così strano da essere perfino inimagginabile. Per cui… perché no? Tutto può essere. Sappiamo che una parte del destino è scritto nei nostri geni, quindi un destino biologico esiste. Ma anche altre linee guide, non biologiche, possono esistere. Per la nuova fisica il tempo, così come lo intendiamo, non esiste, e passato e futuro perdono significato. Quindi, se anche il futuro esiste già, come il passato, bé… tutto può davvero essere.

Insomma, oggi più di ieri credere nel destino o non crederci è una scelta.

Vi lascio al post, qui trovate il link al post originale con tutti i commenti dell’epoca: Sul Destino

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Your DestinyIn fatto di Riti e Miti del Destino credo di essere uno dei massimi critici del nostro tempo 😀 (scherzo).

Un tempo ci credevo, ho molti libri sull’argomento. In un certo senso l’ho studiato il Destino. Ho “studiato” la Provvidenza Cristiana, il Karma induista e buddhista, le credenze sciamaniche perfino. Ho praticato l’ipnosi regressiva alle vite precedenti e la meditazione sul futuro.

Vi faccio una semplice domanda: perché un vaso che vi cade in testa deve essere frutto del destino e non del caso? E’ semplice: perché vogliamo trovare un significato profondo a tale sventura, un significato… consolatorio. Sarebbe brutto morire “per caso”, non è vero? Ma che quel vaso fosse… destinato a cadere, che fosse scritto già da prima… come si fa’ a sostenerlo? Non si puo’ avere prove, è impossibile. Non vale nemmeno guardarsi indietro e dire “se non fosse capitato A e poi B e poi C e poi… adesso questa bella (o brutta) cosa non sarebbe successa!”: così non si stà dimostrando che “era destino”, si stà solo rileggendo la storia.

Credere nel destino è solo un fatto di fede. Ce l’hai o non ce l’hai. Ci credi o non ci credi. Ma nessuno puo’ dimostrare che esso esista.

Il destino è come un libro già scritto: arrivi alla pagina 52, prima c’è stampato il passato; poi il futuro.

Il caso e le nostre capacità – la nostra vita! – sono invece come un diario che viene scritto giorno dopo giorno. Arrivi alla pagina 52 e puoi leggere le pagine che sono state scritte in precedenza, ma… se per assurdo potessi aprire la pagina 60, essa sarebbe bianca, perché deve ancora essere scritta.

DadiOra… voi preferite essere in balia degli eventi e del fato? Accomodatevi. E’ una vostra scelta.

Io preferisco, per quanto possibile, scrivere le pagine del mio diario. E se conterranno errori… pazienza, saranno i miei errori, e non ne daro’ la colpa al Signor Destino 🙂

Ho visto troppo spesso evitare di impegnarsi o di assumersi le responsabilità delle proprie scelte ed azioni tirando in ballo il “Signor Destino”; qualcosa non funziona? Si dovrebbe fare qualcosa ma si continua a rimandare? Si è operata una scelta che ha reso qualcuno infelice? “Così ha voluto il Destino”… no, signori, così è troppo facile.

Credere nel Destino è una scelta; io trovo molto più costruttivo credere in sé stessi e al potere delle proprie scelte, seppure mediate – talvolta “purtroppo” – dal caso che fa’ ciò che vuole Ma “caso” è solo una parola che si usa per indicare un avvenimento o una serie di avvenimenti imprevisti, ma che di fatto “non esiste” come entità reale, a differenza del Destino che, per chi ci crede, esiste eccome.

Ma che il caso intervenga o meno a mettere il bastone tra le ruote, almeno si avrà fatto cosa è in nostro potere al fine di ottenere ciò che si desidera. Che si riesca ad ottenerlo oppure no.

Challenge

27 pensieri su “Sul Destino

  1. ciao Wolf,
    ho scritto anche io mesi fa una riflessione sul destino, non ti suggerisco di leggerla perché ricalca i tuoi stessi concetti, il destino è un gran bell’alibi, una lavanderia in cui dare una ripulita alla coscienza, la vita è fatta di scelte e di scelte mancate. un grande manager tedesco anni fa in un convegno disse: “le decisioni NON prese fanno più danni di quelle sbagliate”, mi pare una metafora calzante.

    TADS

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    • Ero e sono tutt’ora d’accordo con te e con il “me stesso” che scrisse quel post. Più che altro oggi trovo che porsi la domanda sull’esistenza del destino sia… oziosa, nel senso che non cambia nulla, se non mentalmente. E, mentalmente parlando, è meglio in fondo credere che il destino non ci sia e che abbiamo almeno una parte nella nostra vita 😉

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  2. Per quanto mi riguarda, sono aperto a qualunque soluzione. Si può valutare quanto una soluzione sia probabile, ma non dimostrare che è anche vera, per cui lasciamo aperte le porte. Noi uomini siamo totalmente immersi in uno spazio e in un tempo e non possiamo uscirne. Siamo, potrei dire, prigionieri e obbligati a percorrere una linea, retta, curva, a spirale, non ha molta importanza per la nostra coscienza o per sentirci più o meno soddisfatti. Ci siamo, qui e adesso: è un dato di fatto e non può essere modificato dalla nostra azione. L’unica modifica sostanziale è la violenza, contro noi stessi o contro altri esseri, il suicidio e l’omicidio, sole azioni volontarie che possono dare una scrollata al caso-destino.

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    • Bé, però parte di ciò che facciamo in quel “qua e adesso” è da noi deciso, e non è poco. Anche se riconosco che di fronte alla morte appare tutto un’inezia. Secondo me, già lo spirito con il quale si vive quel qua e adesso e si affronta l’ineluttabile fine da l’impronta definitiva alla nostra vita, per breve che possa essere.

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    • Dipende da che cosa si intende per “destino”. Se tu lo intendi come componente genetica/ambientale nelle quali ci siamo trovati alla nascita e nell’infanzia… bé, sono d’accordo.

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  3. Parto dalla tua ultima frase, già nascere con detrminate caratteristiche genetiche o in un terminato ambiente non è una scelta… ed è innegabile che i nostri geni e l’ambiente sociale, economico, culturale, anche geografico influisce sulla nostra personalità.
    Se uno, conservando gli stessi geni, nasce in una famiglia di benestanti o in una di delinquenti, se nasce nel Kenia o in Canada, svilupperà un carattere, un presente e un futuro diversi!

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    • Vero… potenzialmente. Eppure sappiamo che a volte chi nasce da una famiglia agiata si gestisce e finisce peggio di chi nasce, teoricamente, più sfortunato. Credo sia questione di… statistica: tutto conta, ma niente è determinante.

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  4. Probabilmente mi risponderai che questo è dipeso dal caso e non dal destino… Ma destino non significa, secondo me, scottarsi nella pentola ardente o rompersi una gamba scivolando, cioè non riguarda un singolo episodio. Il Destino si rivela guardando al passato, notando che tutte quelle che credevamo scelte, ci hanno condotti in un’unica direzione che non avremmo mai voluto prendere!

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    • No, non avevo intenzione di risponderti così, perché alla parola “destino” ognuno da un significato diverso. Così, anche i propri geni possono esser parte del destino, e anche, perché no, le condizioni ambientali. Ma, come ti ho scritto sopra, tali condizioni hanno sicuramente un peso, ma non determinante. O per lo meno, non è detto che lo abbiano.

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  5. Io, come te, non credo al destino: la vita ce la costruiamo noi giorno per giorno; esistono fatalità, circostanze che ci fanno essere in quel posto proprio in quel momento, tutto qui. La vita è fatta di sfaccettature create da noi, dalle nostre capacità e dal modo come siamo e dagli incontri che facciamo; ciò che è imprescindibile è il fatto che ereditiamo i geni, agli stessi si aggiungono i geni, tanto per dire, delle esperienze e l’insieme determinerà il nostro percorso. A tutto questo si aggiungono le scelte che facciamo, le scelte nascono dal nostro pensiero libero.
    Buona giornata
    annamaria

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  6. “dietro le quinte” come dici tu c’e’ qualcosa sicuramente ma la domanda che mi sto ponendo ultimamente e’ se possiamo modificare questo qualcosa.
    In ogni caso vivere in armonia con il cosmo ( quindi dietro e davanti le quinte) deve essere un imperativo essenziale di tutti, il risultato di una ricerca estenuante verso un equilibrio perfetto.

    un’isola per noi e in noi stessi.

    Per quanto mi riguarda ci sono parti della mia vita che sto cambiando e altre che nonostante gli sforzi faticano a decollare, ma per ora non demordo… abbiamo solo questa vita per provarci, qualsiasi sia il nostro destino 🙂

    buon weekend
    Isaac

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    • Se ciò di cui abbiamo percezione è davvero tutto ciò che esiste, più qualche spicciolo, allora possiamo identificare il destino con i nostri geni, con l’ambiente, con l’educazione. Tutte queste cose tracciano la strada che abbiamo davanti a noi. Possiamo cambiarla? In parte. Ad esempio Angelina Jolie, pur di sfuggire al destino dei suoi geni, si è sottoposta a mastectomia. Ma non possiamo modificare tutto, la morte alla quale siamo destinati, ad asempio, prima o poi arriva… almeno per noi. Per gli uomini del futuro… chissà!
      Se c’è più di ciò di cui abbiamo percezione… allora al momento non ci è conoscibile, e credere o meno di cambiare il nostro destino è questione di scelta e di fede 🙂
      Grazie caro, buon weekend anche a te! 🙂

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  7. Mi viene difficile esprimere con chiarezza il mio pensiero, ci hanno già provato tanti eccelsi pensatori, filosofi e teologi a discettare su destino e libero arbitrio e nessuno ha trovato una risposta chiara e definitiva…

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  8. Io non sono mai stata una decisa sostenitrice del Destino, però mi accorgo sempre più che, qualsiasi scelta si faccia, le cose seguono il loro corso, un corso che non avremmo immaginato e magari non avremmo voluto.
    Come dice anche tu, c’è qualcosa che ci sfugge…

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    • Vero, ma probabilmente in questo il destino c’entra poco: semplicemente, l’idea di poter controllare tutta è completamente illusoria. Ad esempio, nello sport questo significherebbe vincere sempre… ma sarebbe o stesso per gli avversari… e quindi? 😀 Vincono tutti e non perde nessuno? 😀

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  9. Sono d’accordo con te, non si può credere nel destino prendendolo come una scusa per non reagire agli eventi, però si può dire che a volte ci sono degli eventi più o meno favorevoli che rendono la strada che vogliamo seguire più dritta o più tortuosa. Per alcune persone è semplicemente “il caso”… ma secondo me il caso non esiste.
    Un po di tempo fa dovevo raggiungere un posto, ho fatto di tutto per arrivarci ma succedeva sempre qualcosa che mi ostacolava e alla fine per stanchezza ho preferito rinunciare..mi sono detta “devo lasciar perdere, troppe “coincidenze” che mi bloccano, qualcosa non va”.
    Praticamente era come se lottassi contro i mulini a vento 🙂
    Un bacione caro Lupo, buona serata 😉

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    • Certo Demetra, è successo anche a me, nel bene e nel male. Ad esempio… sono a piedi adesso, senza auto. Che è successo? Che per una serie di coincidenze concatenate, un distributore mi ha messo benzina al posto del gasolio… è probabile un bel danno, anche di mille euro 😦 La faccio breve, ma ti assicuro che se volessi parteggiare per il Destino… mi sarebbe facile farlo 😉
      Tuttavia le coincidenze, il caso, esistono e per definizione sono imprevedibili. Come si fa a dire che c’è “una mano che dirige”? 🙂
      Sicuramente ho appreso da questo evento che… sono poco presente, ho spesso la testa tra le nuvole, soprattutto a causa di una fretta che a volte mi creo da solo. Ma si può imparare qualcosa da qualunque evento, ciò non significa che quell’evento non è stato causale ma che è accaduto apposta, significa solo che le cose capitano e che, non potendole “parare” o dirigire, almeno possiamo imparare da esse 🙂
      Grazie cara, buona settimana! 🙂

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