Essere fortunati

Ognuno di noi sa che, un giorno, non ci sarà più. Nonostante questa certezza viviamo la nostra quotidianità come se fosse per sempre e solo quando qualche disturbo preoccupante, a noi o a un nostro famigliare, fa capolino, iniziamo a interrogarci, a temere di poter perdere quanto abbiamo, anche se sappiamo che sicuramente questa perdita è solo questione di tempo.

E’ giusto, come potremmo vivere diversamente? Chi ce lo farebbe fare di sopportare gli strali della vita, le sofferenze, la fatica, le preoccupazioni, la consapevolezza che per quanto difendiamo il nostro castello esso alla fine crollerà, se avessimo questo pensiero sempre vivo? Lo chiamiamo “saper cogliere l’attimo”, ma in realtà non vi è davvero un altro modo di vivere. La vita è nascondere la testa sotto la sabbia, che lo facciamo consapevolmente oppure no. Ed è giusto così.

A quarantotto anni e mezzo (quasi), mi ritrovo pieno di acciacchi. Disturbi un po’ vecchi, un po’ nuovi, che spesso sembrano non voler più mollare la presa. Sto entrando nell’età degli “esami di controllo periodici”, quelli che si attendono sempre col fiato un po’ sospeso. Sono ancora giovane? Sarebbe così sconvolgente se sapessi di non avere più tanto tempo davanti? Certo. Lo sarebbe, personalmente e per i famigliari. Eppure ogni giorno molta gente più giovane, perfino bambini, se ne va. Non ho voglia di guardare le statistiche, ma so che non è affatto così improbabile come le “chiacchiere da caffé” vorrebbero e come le balle sulla vita media cercano di propinarci. L’aspettativa di vita media di 80 anni significa che ci sono 3 persone fortunate che arrivano a 90 e più anni, e una che si spegne molto, molto prima. E tutti abbiamo tanti esempi attorno. Ognuno di noi ha un terzo di probabilità di ammalarsi di cancro almeno una volta nella vita, lo sapevate? Si cura anche questo? Sì, come no. Per certi tipi di tumore la probabilità di uscirne è inchiodata su cifre bassissime da decenni. Sospetto che il famoso 50% di successo globale tenga in considerazione tanti tumori frequenti o “innocui”, come i basaliomi della pelle. Così siamo capaci tutti, mi verrebbe da dire.

In fondo so di essere già stato fortunato così. Sarei potuto nascere in uno dei tanti paesi del mondo dove arrivare a quarant’anni è già grasso che cola. Oppure sarei potuto nascere qui, ma a inizio ‘900, e aver dovuto passare attraverso guerre sanguinose. O ancora più indietro, nel Medioevo magari, dove andare a farsi ammazzare per il signorotto locale e una paga misera era cosa normale. E comunque c’erano carestie e epidemie.

Quali sono le cose importanti della vita? Bé, ognuno ne ha un’idea diversa. Io credo di aver già raggiunto le mie. Certo, potrei migliorarle e magari godermele un po’ più a lungo. Ma avrei anche potuto non avere il tempo di raggiungerne nemmeno una. E ne sono assolutamente consapevole.

Se ho una preoccupazione, questa è che non potrei lasciare la sicurezza economica a Lady Wolf, e ai nostri cari animalotti. Come farebbe lei con uno stipendio part time, oggi, a tirare avanti e a dare continuità non solo a se stessa, ma anche a loro? So già come mi risponderebbe lei 🙂 Mi direbbe “Farei come facevo prima!” 😛

Stasera va così… in attesa di post, speriamo, più leggeri…

10 pensieri su “Essere fortunati

  1. Mi vuoi far preoccupare?..se è così ci riesci bene 🙂 con la forza che hai ti preoccupi degli acciacchi? sei giovane su su ne hai di strada da fare! 🙂 dai che ti faccio compagnia fra un paio di giorni faccio 41 anni 🙂
    Capisco le tue preoccupazioni per il futuro caro Lupo, ma ora goditi le cose belle che ti offre il presente 😉
    Un bacione! 🙂

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  2. certo con la reversibilità del coniuge non ci si campa bene ma meglio di niente… in fondo la preoccupazione è lecita ed è per questo che ti auguro di vivere cento anni

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    • Reversibilità del coniuge? Anche se non pensionato? Pensa che non ne sapevo nulla 😛 Comunque da quanto leggo sul sito dell’INPS, riduzioni per questo, riduzioni per quello, alla fine fanno in modo che siano davvero quattro soldi! 😦
      Grazie dell’informazione comunque! 😀

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  3. Ciao Lupo
    Tranquillo, come diceva Grillo siamo tutti sanetti….è difficile che si arrivi ai 90 in perfetto stato psicofisico. Dobbiamo accettare dei compromessi.
    Quel che respiriamo, tocchiamo, mangiamo….percepiamo non rispetta la fisicità dell’uomo e la sua natura, pian piano ciò viene riconosciuto ma gli interessi ancora prevalgono sul resto.
    Siamo tutti sani finchè non si dimostra il contrario o diamo per certo che siamo già tutti malati finchè non……arriviamo alla fine sani (?!)
    Mia nonna è morta a 96 per una rottura dell’impianto idraulico…..ma era da anni un cervello con della carne in torno. Non poteva muoversi granchè, era praticamente accudita da infermieri, badanti e da mio padre con il quale discuteva in continuazione…era attenta, presente lucida…mentalmente attiva. Un cervello fulgido che vedeva noncurante il proprio corpo disfacersi pian piano. Medicine a gogo, artrite deformante alle mani, due protesi d’anca, piaghe varie, praticamente cieca e sulla sedia a rotelle…ma…programmava il suo futuro. Terrasanta, Medjugorye, Lourdes, Roma a toccare il papa ( con la foto)…non si è mai fermata finchè si è letteralmente rotta.
    Io ho ogni tanto dei dolori al piede e alla schiena, vecchie cadute da cavallo che si fanno risentire( dico io). Ma passano…poi ritornano e poi ripassano 🙂
    Un salutone.
    Gu

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    • Che non possiamo essere sempre in salute lo sappiamo tutti, io festeggio quei pochi giorni (o ore) che sto completamente bene 😀 In realtà però non ho problemi a sopportare disavventure o dolori, né nel sapere che tutti abbiamo il tempo contato. Però l’età conta. Una persona vecchia che muore non ha lo stesso peso di un bambino. Qualcuno ha detto che tutti dovrebbero avere il diritto di vivere tutti gli stadi della vita, perché anche l’anzianità e la vecchiaia hanno un loro fascino, seppure con grandi limitazioni fisiche.
      Un salutone anche per te 🙂

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