Essere se stessi vuol dire… (Lovely Blog Award)

Come sapete sono piuttosto refrattario ai “premi” del mondo dei blog, tuttavia l’amica Manuela (blog Il padiglione d’oro) proponendomi il suo “Lovely Blog Award” pone una domanda interessante e che merita di essere raccolta: “Essere se stessi vuol dire…”. Accolgo perciò l’occasione per lanciarmi in questo argomento (non temete, non nominerò dieci di voi per altrettanti award 😛 anche se ringrazio sentitamente l’amica Manuela per il suo ;-)).

Perché trovo interessante la domanda “cosa vuol dire essere sé stessi?”, bé, ovviamente perché me la sono posta molte volte e non sono mai arrivato ad una conclusione definitiva 🙂 Il punto è capire cosa, o meglio chi sia questo “se stesso” 🙂 la risposta è tutt’altro che scontata.

Capire chi si è veramente è la base di partenza per capire dove si vuole andare e cosa si vuole ottenere fuori dai condizionamenti sociali e parentali. Quante volte infatti ci sentiamo dire che una certa cosa non la vogliamo veramente ma che crediamo soltanto di volerla perché qualcuno, fuori da noi, ci ha condizionato a volerla? Il punto è: ma esiste davvero quel qualcuno, quell’essenza al di là dei condizionamenti che stiamo cercando, oppure noi siamo soltanto il nostro passato, ciò che abbiamo appreso, e non esiste alcun foglio bianco pre-esistente agli scarabocchi che il mondo ci ha scritto sopra?

Per i buddhisti e gli induisti l’Io, quell’entità che dal giorno della propria nascita apprende e con la quale ci identifichiamo, non esiste, è solo un’illusione: non c’era prima e non ci sarà dopo. Ma in fondo anche da un’ottica puramente materialista il discorso non cambia: se  noi prima della nascita non esistevamo – ne esisteremo dopo la nostra morte – allora non possiamo prescindere da ciò che abbiamo imparato nel corso della nostra vita e dunque dai condizionamenti del nostro ambiente. Noi siamo il nostro ambiente. Ma allora tutto è valido e tutto non lo è. Possiamo decidere di essere nati predestinati a diventare filantropi oppure tronisti (ammesso che un tronista non possa essere filantropo): nessuno può dimostrarci che così non è.

In fondo cosa siamo e cosa vogliamo diventare è una mera scelta. E allora, visto che un essere pre-esistente e predestinato non esiste, vien da dire che ognuno sia ciò che sente di essere, almeno eviterà di vivere con il conflitto interiore dato dalla contrapposizione di ciò che si vuole e ciò che si ritiene esser giusto.

Tornando al buddhismo e all’induismo – ma non solo – esisterebbe poi un coscienza universale della quale noi e il nostro intero mondo saremmo solo manifestazioni materiali temporanee, destinate a scomparire per tornare a fonderci in essa. Tuttavia questo concetto sarebbe così al di fuori della nostra portata dall’essere inconoscibile, possiamo solo accettare che ciò che vediamo e sentiamo sono solo costruzioni di questa mente universale.

Guardate che non è così impossibile 🙂 La fisica quantistica asserisce che dobbiamo accettare un grado di inconoscibilità della materia oltre al quale non possiamo andare. Cosa siamo macroscopicamente lo sappiamo, ma le componenti ultime nostre e dell’universo tutto sono talmente strane e irraggiungibili dal pensare che mai riusciremo davvero a comprenderle. Pensate che secondo le ultime teorie, che probabilmente saranno cancellate in qualche anno da teorie ancora più strane, tutto l’universo sarebbe composto dall’interazione di minuscole stringhe di energia (proprio “stringhe”, ovvero a forma di stringa come i lacci delle scarpe), così piccole da essere non solo invisibili, ma dal sapere che sempre resteranno tali. Cosa c’è dietro queste stringhe… non ci è dato di saperlo, tuttavia molti scienziati ormai concordano nel dire che noi e tutto l’universo che possiamo percepire siamo solo… effetti collaterali marginali di un qualcosa che non possiamo vedere. Altro che credere di essere al centro dell’universo 🙂

Ma alla fine di questa strampalata dissertazione, cosa rispondo all’amica Manuela? Che essere se stessi non può che voler ragionevolmente dire avere la forza di difendere le proprie scelte, almeno finché si sente di volerle abbracciare – che non è detto essere per sempre, respingendo i tentativi altrui di farci cambiare se questi non reggono alla nostra personale percezione.

Perché una scelta universalmente giusta ed una universalmente sbagliata non esistono.

E quindi… che ci lascino percorrere in pace la nostra strada. Ovviamente se questo non comporta danneggiare nessuno, va da sé.

by paole84tto

50 pensieri su “Essere se stessi vuol dire… (Lovely Blog Award)

  1. Un post molto interessante su cui si potrebbero scrivere un milione di cose, tutto e il contrario di tutto perché non conosciamo l’Universo né la sua origine né l’origine della vita. Ammettiamo che tutto provenda dall’intreccio delle strisce di energia, ma ciò non spiega come le strisce si siano generate dal nulla preesistente!

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    • Bé, questa teoria non prevede un nulla pre-esistente: le stringhe sono sempre esistite, il nostro universo si sarebbe formato in seguito ad una collisione tra due inimmaginabile strisce di stringhe che corrono parallele nello spazio, o meglio “quasi parallele”, altrimenti niente collisione e niente big bang 🙂
      Ma sono solo speculazioni, teorie indimostrabili. Almeno per ora 🙂

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  2. Quanto all’essere se stessi… per me rispondere è ancora più difficile che parlare dell’origine della vita. Io non so chi sono e perché oggi sono quella che sono, e non lo dico per fare la pirandelliana a oltranza. Certamente l’ambiente e l’educazione hanno influito molto ma – ad esempio – sono diversissima da mia sorella che ha più o meno il mio stesso vissuto infantile e adolescenziale, ma che ha avute occasioni diverse e fatto scelte diverse!

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    • Eh! Anche io sono diversissimo dai miei fratelli 🙂 Però questo non è indicativo: la gerarchia temporale con cui si nasce provoca sicuramente enormi differenze nello sviluppo psicologico, pure restando nella medesima famiglia. Il caso si complica, semmai, nei gemelli che, in teoria, non subiscono una gerarchia temporale.
      Comunque sono d’accordo: quasi nessuno, secondo me, sa chi è veramente. Anche perché, l’Io, come spiegavo, è illusorio, ovvero una entità pre-esistente non esiste: noi siamo un tutt’uno con ciò che abbiamo intorno e, dunque, anche con le influenze che ci arrivano dall’esterno.
      Dire “sono me stesso” mi appare una balla, gratificante se vogliamo, ma una balla 🙂

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  3. Ciao Wolf!
    Ciao Manuela delblog Il padiglione d’oro.
    Essere se stessi è: la possibilità di vivere senza filtri, ne ogni altro genere di interferenza esterna accettandosi in tutto e per tutto.
    Raggiungere questo stato d’essere, attualmente, credo sia utopico o almeno non per tutti.
    Ci piacerebbe veramente essere chi potremmo essere o faremmo poi di tutto per accettarci?
    Cerchiamo di esaltare le parti migliori di noi, oppure siamo più attratti da quelle che non abbiamo o crediamo di non averne accesso?
    Il fine dell’essere se stessi, cosa e chi potrebbe coinvolgere?
    Siamo attualmente certi che il diventare “se stessi” o tendere a questa” perfezione” possa renderci migliori?
    Per chi…per noi o per gli altri?
    Esistono persone “buone” ed altre persone “cattive”, chi dice che il buono voglia in cuor suo essere cattivo e viceversa?
    Credo che il: tendere ad essere, la speranza di giungervi e gli impedimenti che portano a questa ricerca, facciano parte di quella cacofònica sinfonia che è la vita degli esseri umani.
    Credo sia sempre meglio poter avere delle alternative…attualmente e in questo nostro mondo.
    http://lartemista.com

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    • Sono d’accordo 🙂 Il nostro Io è una banderuola al vento, cambia con una continuità che se potessimo vederci dall’esterno ci sorprenderebbe. C’è solo qualcosa che possiamo percepire come stabile e immutabile… ma non siamo noi, è qualcosa che va oltre. Se c’è 😛

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  4. ciao Wolf,
    è sempre un vero piacere leggerti, quando un blogger induce a riflessioni chi legge ha raggiunto l’obiettivo 😉

    condivido quello che ha scritto Jorkele, anche se io sono più sintetico:
    “essere se stessi significa individuare il giusto equilibrio tra ciò che vuoi e ciò che devi”

    sempre non si decida di fare l’eremita

    buona giornata

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  5. Non si prevede un nulla preesistente? Ma come’è possibile? Il fatto che le lstrsce sarebbe esistite s e m p r e implica il concetto di eternità,no?, e io non ce la faccio a comprendere l’eternità!!

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    • No, non esiste nulla di pre-esistente parlando di “manifestazione” materiale della “coscienza globale”, chiamiamola così 🙂 In altri termini significa che non esisteva nulla di materiale, né nulla esisterà. Esistevano ed esisteranno sempre… altre cose, che però noi non vediamo…

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  6. Sai Wolf, anche nell’esame di psicologia si parlava dei gemelli, sia di quelli separati che di quelli cresciuti inzieme, che sviluppavano caratteri simili o diametralmente opposti, e citati a seconda della tesa che l’autore sosteneva.
    Quello che penso io, è che ci sia una specie di destino, per cui ci toccano determinate caratteristiche fisiche, pischiche e mentali, che si inducono ad affrontare il viaggio in un determinato modo. Sono “forse” un po’ fatalista? 😀 😀

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    • Ci sono molte correnti spirituali che sostengono che il tipo di vita che faremo è determinato da quello che abbiamo fatto in precedenza, un po’ il conceto di karma induista e buddhista. Adirittura ce ne sono altre che sostengono che siamo stati noi, in una sorta di limbo tra le esistenze materiali, a scegliere la nostra vita attuale, addirittura quali sarebbero stati i nostri genitori. Pensa che ne “Il libro tibetano dei morti”, una sorta di manuale su come affrontare il post-mortem, insegnano che l’ultimo bardo, l’ultima prova, è proprio la scelta dei nostri genitori: si capita in un posto dove si vedono… coppie copulare, si sceglie quella che ci attrae di più e… via, al concepimento ed alla nuova nascita 😀

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  7. ciao Wolf, è bello tenere viva l’attenzione su questa ricerca :chi siamo… essere se stessi, oggi.
    Io so di essere, certissimamente, un essere umano, donna.
    So di essere nata un numero tot(non sono molti 🙂 ! ) di anni fa e di essere felice di essere stata messa al mondo.So anche, con certezza, che quando la luce, per la prima volta, sfiorò i miei piccoli occhi, mi portò alla vita, e nacquero i miei primi, inconsapevoli, pensieri, proprio per la separazione dalla perfezione del liquido amniotico; so che non ci sono altre storie, nè prima, nè dopo,perchè tutto inizia con la biologia e tutto finisce con la morte del corpo, ma rispetto le tue idee.
    Mi permetto di postarti questa mia poesia, scritta anche in un momento di emozione, che mi ha ricordato proprio la mia nascita e quella di tutti gli esseri umani, ciao.

    Attimi…

    Un attimo prima,
    il tempo non esiste ancora.

    Poi usciamo dal buio
    e dal silenzio originari,
    portando memorie
    di onde calde,
    primordiali,
    di un mare che ci amò.

    E per un attimo
    rimaniamo sospesi
    in un tempo incantato,
    per un attimo…mentre la luce
    pervade la vista bambina
    e ci porta alla vita.

    E ancora silenzio,
    ma un silenzio diverso:
    quel mare perfetto
    è per sempre lontano,
    ma anche vicino
    perche è nella nostra mente
    e nel corpo che sente.

    …un attimo prima
    immersi nel sogno,
    un attimo dopo
    viviamo nel mondo…

    @Rosalba de Cesare

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    • In realtà non devi rispettare le mie credenze… perché non ne ho, nel senso che non ho certezze di niente, figuriamoci di una vita dopo la morte! 😀 Tuttavia, proprio perché so di non sapere, lascio la porta aperta. Ci sono branche importanti della scienza moderna che stanno cautamente riaprendo la porta a pensieri che una volta erano esclusivamente teorie esoteriche. Oggi sappiamo che non sappiamo nulla, che conosciamo pochissimo di come è fatto l’universo e di come è fatto il mondo che compone tutto, noi compresi. La biologia è fondamentale nel macroscopico, ma in ciò che è estremamente più piccolo accadono cose talmente strane da farci capire che… siamo ignoranti, e forse sempre lo resteremo.
      Sbilanciarsi a dire “non ci credo” o “ci credo”, è ancora oggi, e chissà per quanto tempo ancora, fatto esclusivamente soggettivo.
      Splendida la poesia! Grazie a nome di tutti! 😉

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  8. Sono d’accordo con te essere se stessi è avere la forza di difendere le proprie idee, di fare le proprie scelte senza condizionamenti esterni.
    E questa è la mia parte razionale 🙂
    Quella che ha poco di razionale invece abbraccia il pensiero di essere diventati ciò che siamo dopo secoli di avvenimenti in cui si sono imbattute le nostre anime, dopo tante peripezie c’è chi ha imparato ad essere se stesso correggendo i propri errori, affrontando i problemi con responsabilità, difendendo i propri ideali,rispettando i suoi simili e le creature che abitano questo pianeta, seguendo le sue passioni, o semplicemente chi ancora cerca se stesso perchè troppo condizionato da parenti, amici, tv e tutto ciò che lo distoglie dal trovarsi.
    La cosa positiva è che comunque vada abbiamo davanti a noi tanto tempo per imparare, l’eternità, in fondo siamo “manifestazioni di una coscienza universale” 😉
    Molto bella la poesia di Rosalba 🙂
    Un bacione! 😉

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    • La tua “parte irrazionale” è faccenda di fede, quindi non si può discutere 🙂 Essa ha sicuramente pregi e difetti. Il pregio maggiore è quello di dare la serenità e la speranza di credere di essere qui per fare un percorso preciso, non casuale, e che comunque avrà un seguito. Lo svantaggio principale è quello di creare potenzialmente uno stato di fatalismo che può portare ad assumersi minori responsabilità nel condurre la propria vita. Le trappole sono sempre presenti 😀
      Bacio!

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  9. Mm dici minori responsabilità? sai non credo…evitando le proprie responsabilità si sbaglia e non conviene ripetere sempre gli stessi errori per molti secoli, se si sbaglia si hanno ovviamente conseguenze negative altrimenti non impareremmo mai, non so quanto ci conviene essere “eterni Peter Pan” 🙂

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    • Vero, però ci sono sempre le infinite rinascite per rimediare 😛 Quando invece si pensa di avere solo questa vita o comunque non ci si basa su quelle precedenti o quelle successive, può essere che si stia più attenti 😀
      Questa non è matematica, ci sono sicuramente persone che non credono alla reincarnazione che conducono vite dissolute, e altre che ci credono che vivono questa come se fosse l’unica vita che hanno a disposizione 😉

      Come vedi ho ripescato anche questo tuo commento dallo SPAM 😐 Non sembra ci sia proprio verso di evitarlo… almeno io non ho trovato una impostazione che permetta di “stornare” il tuo nick dall’elenco in SPAM 😦

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  10. Argomento interessante.
    Effettivamente è davvero difficile definire se stessi.
    Personalmente ho delle grosse difficoltà a separarmi dal “tutto” in cui sono immerso; gli autori che leggo, gli animali che accarezzo, le piante che annaffio, il cibo che mangio, i paesaggi che osservo… a volte penso che l’ “io” possa essere una grande illusione che ci fa vivere in un perenne stato di incompletezza.
    Buona domenica.

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    • Sì, secondo buddhisti e induisti, almeno per molte delle tante branche che compongono queste variegate religioni, è proprio così. Come ho scritto, il nostro il io individuale sarebbe un’illusione frutto dei pensieri. Noi, i nostri pensieri e la nostra coscienza individuale, saremmo solo una manifestazione momentanea della coscienza universale che è in ogni cosa.
      Buona domenica sera e buon due giugno 🙂

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  11. Post molto interessante!
    Ti ho trovato “casualmente” (non credo al caso) attraverso altri blog e mi ha molto colpita la frase di presentazione del tuo blog….quella sul duello tra Ego e Anima e sulla necessita’ di trovare un equilibrio tra cio’ che siamo realmente e cio’ che fingiamo di essere….molto bella!
    Esplorero’ certamente meglio il tuo blog…dai titoli dei tuoi post gli argomenti mi interessano moltissimo!
    Buona serata
    Serena

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    • Grazie Serena 🙂 Il blog è datato 2007, non sembra tanto ma nel web è un’eternità, infatti potrai trovarci molti “me stesso” e a volte ti potrà apparire contraddittorio, ma ciò dipende dal fatto che le persone cambiano e ciò che era vero per loro una volta, ora può non esserlo più 🙂

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  12. Purtroppo non penso che tu possa risolvere il problema, credo proprio che sia il sistema di sicurezza a considerare i miei commenti come una minaccia. Menomale che da aprile non dovevamo più avere problemi con i commenti, i tuoi continuo a doverli approvare (e oltretutto non sono subito visibili) i miei invece finoscono nello spam..

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  13. Ah, se è per questo, mi metto sempre alla prova, ogni cosa è una continua sfida, ma forse faarei meglio a dire “una battaglia”, a volte mi sento “un guerriero” sempre sul campo e… stremata! Ma già che c’ero non potevo scegliere qualcosa di più tranquuillo e sereno??? 😀

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    • C’è una frase, cara Happy, che tempo fa trovai molto mia, diceva “La vita è un’avventura dalla quale non usciremo vivi” 😀 Chiamala avventura, sfida o battaglia… poco conta 🙂

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  14. Ciao Wolf, rieccomi dopo qulche giorno di assenza… giustificata dal troppo lavoro e trovo come sempre una magnifica domanda. Credo che il mio “grado di inconoscibilità” sia totale, non saprei proprio da che parte cominciare. Forse però provare a rifletterci sopra non potrà che farmi bene.
    Ciao .

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  15. Carissimo Wolf, spero perdonerai il mio arrivare (come spesso accade) in ritardo fra le tue pagine… ma, come vedi, sono qui. Innanzitutto, un grandissimo grazie, dal profondo del cuore, per aver accolto con entusiasmo questa piccola/grande sfida a rispondere ad una domanda “esistenziale”. Come sempre ciò che hai scritto lascia un largo margine al pensiero, alla meditazione, al desiderio di volgere lo sguardo dentro di sé per capire, per capirsi. Sempre grazie per le tue parole. Un abbraccio a tutta la family 🙂

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    • E’ stato un piacere, cara Manuela 🙂 Mi dispiace solo che ormai il mio blog è un po’… in disuso, diciamo, mi sarebbe piaciuto offrirti più commenti sull’argomento 🙂
      Abbraccione anche per te!

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