Jonathan, un nuovo amico

Come avevo certamente già scritto, e forse voi letto, nel parco del quartiere di Genova dove abitavamo fino ad un paio di anni fa, c’è una numerosa colonia felina. Quando abitavo lì evitavo di avvicinarmici troppo perché sapevo che altrimenti avrei finito per affezionarmi 🙂 Lady Wolf però iniziò a farsi qualche amichetto tra di loro, me li presentò e così mi trovai presto coinvolto 😉

Iniziammo a portare un po’ di pappa ogni tanto a questi mici “storici”, erano tre esattamente: Sic, un tigrato con l’occhio un po’ sbrincio ma molto simpatico e affettuoso, Nerina, una gatta nera con una voce squillante e un bel caratterino dominante, e Squamotta, una gatta a “squame” nere e marroni con dei problemi di salute che, purtroppo, ci ha lasciato l’anno scorso.

Per varie ragioni, tra le quali la chiusura al pubblico del giardino all’italiana del parco che ci fece ritrovare tutti al di fuori di esso, il numero di gatti che usufrivano del pasto serale aumentò via via fino ad arrivare a venticinque/trenta gattonzoli che conosciamo uno a uno, a quasi tutti abbiamo dato un nome 🙂

Ogni tanto c’è un nuovo arrivato. Ogni tanto, purtroppo, qualcuno non si vede più.

Adesso che non abitiamo più in zona riesco a passare solo ogni due o tre giorni, verso la tarda sera, ma loro per fortuna non dipendono da me, ci sono le gattare che ci passano ogni mattina, diciamo che il mio è solo uno spuntino in più.

Ogni tanto, soprattutto nei mesi primaverili e estivi nei quali il parco resta aperto fino alle 19,30, con me viene il fido Tom. Lui è cresciuto con un gatto e, da anni, convive con tre di loro, i nostri Sissi, Julius e Numa. I gatti del parco ormai lo conoscono, soprattutto quelli più “anziani” che lo vedevano molto più spesso i primi due anni. Lui conosce loro. Così, quando vado al parco assieme a Tom, alcuni dei gatti vanno addirittura a dare il benvenuto a lui, anziché a me 🙂 Forse lo hanno identificato come colui che porte le crocche, o magari gli è davvero simpatico, chissà! 😛

Nella foto, quello più vicino a Tom è Numetto, così chiamato per la somiglianza con la nostra Numetta di casa: anche lui è un tigrato dalla punta di coda bianca, e anche lui parla poco… anzi, non parla per nulla, apre la bocca come se miagolasse ma non si sente niente 😀 Ha una autentica predilezione per Tom: lo segue, gli da’ le testatine in segno di affetto, ma non è il solo eh! 😀 Tom è un po’ imbarazzato e cerca di allontanarsi corricchiando via 😉 L’altro in foto è un bel gattino a pelo lungo, uno dei miei preferiti perché ti guarda fisso negli occhi, non tutti i gatti lo fanno, soprattutto tra i randagi. Ma chissà… forse lui non è sempre stato un randagio 😦

Ad ogni modo, da qualche settimana si è aggiunto un nuovo amico: Jonathan! Chi è, o meglio cos’è, forse l’avete già indovinato… è un bel gabbiano! 🙂 Essendo Genova una città di mare, di gabbiani ce ne sono tanti e, purtroppo, ultimamente si stanno facendo la cattiva fama di violenti. Si dice di loro che siano diventati aggressivi e che, dalle zone immediatamente vicine al mare, abbiano colonizzato parti della città dove prima non andavano. In realtà gli esperti dicono che la colpa è dell’uomo che sta rovinando il loro habitat naturale.

Comunque Jonathan è un gabbiano speciale 🙂

Come forse riuscirete a vedere da questa foto, scattata da Lady Wolf, il poverino manca di una zampa: ha solo un moncherino, non è la solita artrite che affligge e storpia molti volatili, da vicino sembra quasi che la zampa sia tagliata di netto… forse una trappola, o magari è proprio nato così. Ad ogni modo, sebbene sia capace di volare e zampettare, a volte su una zampa, a volte aiutandosi con il moncherino, questo handicap evidentemente lo limita un po’, lo affatica, e così ha scelto il parco come sua casa stabile a differenza di altri gabbiani che vanno e vengono.

E’ un gabbiano educato: non ruba il cibo ai gatti e non è violento con loro, anzi a volte qualche gatto un po’ più intraprendente lo fa scappare. In genere va a mangiare le crocche che i gatti hanno distrattamente lasciato in giro. Da quando me ne sono accorto però gliene riservo una manciata di crocche anche per lui (nella foto se ne scorgono ancora un po’, davanti a lui). Spero non gli facciano male, e comunque è solo ogni due o tre giorni.

Ieri, finito con i gatti “di sotto”, appena varcato il cancello del parco, io e Tom ci siamo direzionati verso la parte posteriore al giardino all’italiana, in pratica girandoci attorno. Mi sono accorto che un gabbiano ci volava sopra ma non gli ho dato peso, come ho scritto ci sono tanti gabbiani in zona. Appena voltato l’angolo però… Jonathan è atterrato e ci ha letteralmente salutati con alcuni versi! 😀 Allora mi sono avvicinato, non troppo sennò si spaventa, e gli ho dato la solita manciata di crocche che ha mangiato avidamente 🙂

Tutto questo mi ha fatto pensare a come siamo sensibili, e perciò a come dovremmo stare attenti, alle informazioni che ci arrivano e ci circondano.

I gabbiani sono sempre stati tra i miei animali preferiti ma, ultimamente, in seguito alla campagna diffamatoria sul loro conto, mi sono accorto che me ne ero un po’ inconsciamente allontanato. C’è voluto Jonathan per farmene accorgere e per farmi pensare che, così come per i gatti e per gli esseri umani stessi, non bisogna generalizzare: sicuramente ci sono individui “violenti”, ma altri sono educati e rispettosi, proprio come tra noi.

Si potrebbe pensare che Jonathan agisca così perché limitato fisicamente, ma non è così: quando arriva volando è comunque in grado di spaventare la grande maggioranza dei gatti, ma non lo fa, atterra distante e aspetta pazientemente che i nostri abbiano finito.

E’ un vero gentilgabbiano 😀 E, adesso, un altro dei nostri numerosi amici 🙂

46 pensieri su “Jonathan, un nuovo amico

  1. Come sei tenero, Wolf, non si direbbe dal nome. 😀

    Anch’io nel vecchio blog avevo messo delle foto di un gabbiano che veniva a salutarmi ogni volta che andavo sugli scogli al mare e aspettava che gli dessi da mangiare… di solito mi finiva tutta la pizza che portavo per me. Poi ce ne sono un paio che vengono nel giardino sotto le mie finestre e mangiano il cibo dei gatti e spesso chiamano anche me con i loro gridi strani, perché a volte gli tiro qualcosa sul tetto sottostante, oppure vanno a bussare col becco, alla finestra di una dirimpettaia. Incredibile!

    Mi ha fatto piacere la tua visita sul mio blog. Passa più spesso. 🙂
    Un abbraccio anche a te.
    Nadia

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    • E’ vero, sono animali sorprendentemente intelligenti. Ma in fondo non credo ci sia da stupirsi, forse siamo solo noi ad ostinarci a credere che certi comportamenti siano solo specifici della nostra specie.
      Purtroppo quest’anno ho davvero poco tempo da dedicare ai blog, sia al mio che quelli degli amici di web. Comunque ci sono, ci siamo 🙂

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  2. Che bello questo post ! Io sono stata un’amante dei gatti e di tutti gli animali in genere. Non posso vedere un animale in difficoltà, mi fa troppa pena, quasi più di una persona. In Liguria ce ne sono molte, penso di colonie di gatti, mi ricordo quando andavo a Sestri L. che c’era una bella colonia di gatti sulla collina , se ne occupavano le volontarie e, anche nelle strade, vedevo spesso fuori le ciotole con pappa e acqua . Quando passavo, cercavo di attirare la loro attenzione per accarezzarli ma loro, molto diffidenti come tutti i gatti, non si lasciavano toccare. Dei gabbiani, ultimamente ho sentito parlare come di animali sporchi ma io li invidio perchè volano liberi tra mare e cielo. Un saluto e grazie per la visita. Ciao

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    • Dove c’è pesce, ci sono gatti e gabbiani! eheheh 😉
      Non “sporchi”, ma che “sporcano”. Ma sporcano… cosa? Le nostre strade? Le nostre piazze? E cosa dovrebbero fare, andare… in bagno? 🙂 Prima o poi finiremo, in nome della pulizia, per sterminare tutti gli animali, perché sporcano. Dopodiché, forse, capiremo di aver firmato la nostra stessa condanna, perché se all’ecosistema togli dei pezzi, alla fine ne paghi le conseguenze.
      Grazie a te! 🙂

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  3. Quanti amichetti che ha Tom 🙂
    Per vedere il gabbiano in foto ho dovuto guardare bene,sai un po per il colore del cielo un po per quello delle colonnine, il suo colore si confonde 🙂 un buon carattere visto che aspetta pazientemente che i gatti finiscano di mangiare per andare a cercare un po di cibo.
    Come mai il nome Jonathan? non è che riguarda Livingston? 😉
    Qui a Roma non c’è il mare eppure mi capita spesso di vederli chissà si staranno adattando a vivere in altri modi, comunque è un bell’animale a me è sempre piaciuto.
    Sai qualche mese fa avevo trovato un piccolo di cornacchia tutto zuppo di pioggia era rimasto aggrovigliato nell’erba non riusciva a muoversi, era in un giardino dove passano cani e gatti in continuazione..in alto si sentiva la madre che “gridava” disperata. Sono riuscita a liberarlo e a portarlo via senza che lei mi attaccasse (visto che dicono che le cornacchie sono aggressive e attaccano anche se vedono che sei nelle vicinanze del loro nido). L’ho tenuto un paio di giorni (magiava di tutto) ma sapevo che dovevo affidarlo all’associazione che si occupa di questi animali. Non ho neanche fatto in tempo a chiamarli che non so per quale motivo è morto 😦
    Ci sono animali come le cornacchie che non piacciono, vengono giudicati male, qui dove abito io ce ne sono tante e probabilmente senza di loro saremmo stracolmi di mondezze, invece c’è sempre la natura che a modo suo aiuta, magari facendo aumentare il numero di “spazzini” 😉

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    • Certo, il nome viene esattamente dal protagonista del libro! 😀 Bé, a Roma scorre il Tevere, non è il mare ma credo a loro vada bene lo stesso 🙂
      La storia della tua cornacchia ricorda quella di Cipino, il passerotto che trovammo grazie a Tom 🙂 Se ricordi, lo portammo presto all’associazione animali di competenza, anche perché… con tre gatti, capirai! 😀 Non sappiamo se ce l’abbia fatta, anche se ci dissero che aveva buone possibilità. Comunque hai fatto benissimo, gli hai dato una possibilità, credo che… te ne sarà stato grato 🙂

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  4. Un post tenerissimo, Wolf, fa bene al cuore sapere che cia siano persone che, come te e la tua Lady, pensano alle creature più indifese a abbandonate e si prendono cura di loro!
    Sono fortunati questi gatti, cani e “gentilgabbiani” ad avervi incontrato!

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  5. Il tuo post mi ha messo di buon umore; è bello vedere che ci sono tante persone così sensibili in giro per il mondo! 😉
    E’ buffo ma, ultimamente, anche io ho “adottato” un volatile…c’è una tortora nel mio giardino alla quale offro ogni giorno un pò di pane…mi stupisce che ormai pare che mi “riconosca”, quando la mattina apro la finestra la trovo appollaiata sul cornicione di fronte che mi saluta con il suo strano cinquettio e, quando esco per darle il pane, mi vola sopra per posarsi a pochi metri da me. 🙂
    Credo che gli animali siano essere incredibili e, purtroppo, incredibilmente incompresi dagli uomini. Confido nel futuro!
    A presto.

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    • In un futuro molto lontano, caro Mt.Loto! Probabilmente noi saremo già passati a miglior vita (sempre che ci sia…) 🙂 L’umanità non è pronta.
      Certo, quella tortora ti riconosce. Da ragazzino anche noi ne abbiamo avuta una, non ricordo perché, immagino che mio padre l’avesse raccolta e curata 🙂 Ricordo che mi stupivo che il nostro gatto, Kit, l’aveva accettata e ci conviveva tranquillamente, almeno fino a quando lei decise che era tempo di riprendere il cielo 🙂 Me ne ricordo proprio per l’unica, simpatica scena nella quale Kit, fino a quel momento steso sonnecchiante, decise di… stuzzicarla 😀 Si allungò placidamente e con la zampa… 😉 Ma non successe nulla 🙂
      Il punto è che siamo davvero troppo egocentrici per pensare che in fondo… siamo solo animali, come loro, e ciò che proviamo noi lo provano anche loro. Il fatto stesso che ci stupiamo di quando ci accorgiamo che anche loro provano emozioni, sentimenti, intelligenza, la dice lunga.

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  6. Ps: Anch’io stavo per scrivere che non solo non vedevo la zampetta troncata me nemmeno il gabbiano… Poi, continuando a guardare, improvvisamente si è materializzato davanti agli occhi: ci vuole concentrazione e pazienza nella vita, ecco! 😀 😀

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    • Accidenti, mi ricordi quell’aneddoto, ma probabilmente è solo una leggenda, che racconta di quando le navi di Colombo iniziarono ad avvicinarsi alla costa americana. Gli indigeni, non avendo mai visto nulla di simile, non scorsero le navi. Solo il loro sciamano che, avendo la mente più aperta, le vide. Allora avvisò gli altri e, solo allora, le videro anche loro 😉

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  7. Sei decisamente il Re degli animali di Genova e provincia almeno. Giura che non saresti voluto diventare come il Dott. Dolittle 🙂 (io si)
    I gabbiani sono uccelli magici, li vedo e penso sempre a corto maltese. L’ultimo che mi è restato impresso l’ho visto a Lerici, da una feritoia del castello, ( dove ha vissuto la donna della resistenza…mi pare con una bella colonia di gatti) era a un paio di metri da me, si librava nell’aria praticamente immobile e pareva mi dicesse: “hei, belin ( era un gabbiano di Pegli)…vedi un pò che roba! Sono qua a godermi il mare dal nulla e tu sei in gabbia schiacciato per terra…”
    Che spettacolo!!!!

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    • Eh, caro mio! Io non li seguo, ci sono le gattare che li seguono. Se dipendessero da me, col fatto che vado solo tre volte alla settimana, patirebbero la fame 😦 Per fortuna il mio è solo un piccolo contributo in più, ma loro sembrano gradire! 😀

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  8. Si ricordo bene la storia di Cipino anche che avete aspettato un po per portarlo via (era un posto abbastanza frequentato magari poteva finire schiacciato da gente che camminava) perchè magari la mamma lo poteva riprendere. Secondo me ce l’ha fatta era in buone condizioni 🙂
    Riguardo alla piccola cornacchia è rimasta poco con noi, ma in quel poco tempo è riuscita a dimostrare affetto, acutezza e intelligenza. Spero stia bene ora e che prima o poi avrò la fortuna di ritrovarla 🙂

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  9. Ciao Wolf, spero stiate bene. Che belli tutti questi vostri amici. E’ bellissimo questo amore che avete per gli animali. Così adesso anche il gabbiano si é unito al gruppo…una gradevolissima nuova entrata, direi.
    Un caro saluto e buon fine settimana!

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    • Grazie cara 🙂 Assolutamente, anche perché inaspettata. Devo dire che sono anni che frequentiamo quel parco, e i gabbiani che venivano a mangiarsi le crocche non gli avevamo ancora visti 🙂
      Grazie, anche a te! 🙂

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    • Vero, ma non perché siamo noi a fare qualcosa di speciale, piuttosto perché moltri altri dovrebbero uscire dall’ignoranza, dall’arroganza e dall’egoismo.
      Eh, Jonathan non è domestico, non sarebbe nemmeno un animale adatto 🙂 E poi… coi gatti di casa non so come finirebbe 😀
      Abbraccio! 🙂

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  10. Meglio non sapere come finirebbe il connubio 😉
    Purtroppo hai ragione, pensa che nella farmacia dove lavoro più volte un Dottore ha detto che non dovremmo fare entrare i cani. Io ogni volta rispondo che,se facciamo entrare certe persone cafone e maleducate, non vedo cosa possa fare di peggio una palla di pelo! 😉

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    • Davvero? Qui non conosco farmacie che impediscono l’accesso ai cani. Tra l’altro credo che ci sia una nuova normativa che “invita” tutti i luoghi pubblici, farmacie incluse, a dare accesso agli animali. Vero che non pare obbligatorio, ma chi non si adegua rischia di sembrare un… dinosauro 😉

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  11. Bello come un racconto, emozionante come una pagina di vita. Mi sono commossa leggendo dei gattini, di Tom e del gabbiano. E la mia stima nei confronti tuoi e di Lady Wolf – se possibile – si è ulteriormente accresciuta.
    In un periodo focalizzato da violenza, ignoranza e barbarie di vario genere – nei confronti di donne, bambini e animali – è bello leggere quello che per me è un inno al vero, autentico, senso della vita.

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    • Certe cose non cambiano, cara Alessandra 🙂 Ricordiamoci di San Francesco, che se è stato indicato come santo patrono degli animali… bé, evidentemente è perché all’epoca era uno dei pochi a trattarli in un certo modo 😉
      Grazie cara, un salutone! 🙂

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  12. Carino l’appellativo Lady Wolf per tua moglie 😉 E’ vero quello che dici dei gabbiani, anche io ho sentito brutture sul loro conto. In effetti a Helsinki rubavano il mangiare ai passanti (pensa te) e un mio amico mi mise in guardia. Invece nella capitale sono davvero docili. Lo scorso mese al Vittoriano si mettevano quasi in posa per farsi fotografare e così ho scattato diverse foto sentendomi un po’ “National Geographic”. Comunque come dici tu, non bisogna trasporre i nostri contorsionismi mentali sugli animali. Che siano gatti, cani, gabbiani o altro, loro sono semplici e non conoscono la violenza come il genere umano. Un saluto caro Wolf a te alla tua famiglia e a tutti i tuoi simpatici amici sparsi per la città (anche io faccio come te! da me sono arrivati due cani randagi bianchi da pastore. Ogni tanto girano sul piazzale antistante a casa mia, stamane invece avevano preso giù per la vallata. Cmq li ho salutati 🙂

    Un caro saluto,

    Tiziana

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    • Purtroppo è facile creare luoghi comuni contro gli animali, false credenze che poi sono difficili da eliminare. Si sa che le brutte notizie corrono e si radicano più di quelle buone, perfino se sono false.
      Grazie cara, un abbraccione! 🙂

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  13. Nooo, che dolcezza Jonathan e tutti gli altri…! Certo che tu e tua moglie siete proprio una bella coppia, Wolf, io sono una che deve imparare molto da voi. Gli animali domestici mi piacciono solo se di casa, perchè quelli della strada mi fanno un pò…non lo so…penso sempre che siano sporchi…non li accarezzo mai. i volatili poi, per carità!Certo a pensarci bene sono proprio una stronza schizzinosa, e quando leggo quanto invece certe persone come voi siano buone con i poverini, che altrimenti non avrebbero nessuno, mi sento una poveretta io…ma forse questo mio atteggiamento viene da molto lontano, da quando ero piccola. avevamo un pastore tedesco preso neonato e ne abbiamo passate tante insieme, lo amavamo tutti come fosse una persona di famiglia. siamo cresciuti insieme. ma poi siamo andati a vivere in città e Lupo era troppo grande per stare bene in un appartamento al 4° piano. lo abbiamo donato ad una ricca famiglia che aveva un villone e un giardino megagalattico. pensa che lui era talmente bello che quando mio padre lo portava a passeggiare, riceveva spesso cospicue offerte di denaro se lo avesse voluto vendere. ma noi lo abbiamo regalato perchè volevamo andarlo a trovare ogni tanto. ci siamo andati una volta sola, lui ci è salato addosso contento, era ingrassato, gli davano un sacco di mangiare ma non lo facevano muovere. mia madre dice che il giorno che lo abbiamo dato via è stata l’unica volta che ha visto piangere mio padre come un bambino. e mio padre era un militare. e arrestava i delinquenti. non mi scorderò mai le notti passate a singhiozzare nel mio letto, per il dolore della sua mancanza. mio padre non c’è più da molto, molto tempo e così pure Lupo. sarà per sempre il mio adorato cane dei sogni. mai più vorrò provare una tale sofferenza. non ce la farei…un abbraccio.

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    • Sì, anche il mio primo cane, Nereo, finì così, per il medesimo motivo. Almeno così ci raccontò mio padre. Personalmente non credo sarei in grado di dare via uno dei miei animali, nemmeno se sapessi che, materialmente, andrebbe a stare meglio. I miei animali per me sono come figli: nel momento in cui li ho presi con me, ho fatto loro una tacita promessa di occuparmi di loro finché sarò in vita. Tra l’altro questo è uno dei motivi per cui, se io e mia moglie arrivassimo a diventare anziani (il che non è scontato :-D), abbiamo già deciso che non prenderemmo più animali: non vogliamo correre il rischio che restino “orfani”, magari finendo in un canile o in un gattile dopo anni passati in casa.
      Ma prima… sai, è vero che il dolore è enorme, ma… non è forse altrettanto vero che questi sono animali fortunati che ricevono un affetto e una protezione che moltissimi altri possono solo sognare? 🙂
      Abbraccione! 🙂

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  14. Non conoscevo questa leggenda, e sì che ho letto parecchio materiale sulla scoperta dell’America e cui Conquistadores… Comunque, non ha importanza che sia vera o no, quello che conta è il suo interessante significato simbolico (anche se non credo di avere qualcosa degli sciamani… o forse sì…) 😀 😀

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    • Ah, non credo sia vera 🙂 Ma è citata spesso quando si vuol richiamare alla mente il fatto che l’uomo non è in grado di vedere ciò che non conosce… ma che non per questo non esiste 😉

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  15. Se solo noi ne dassimo la possibilità, tutti gli animali si avvicinerebbero e ci parlerebbero.
    E’ la nostra predisposizione a sentirli veramente che cambia il loro approccio e siccome sono dotati tutti di intelligenza e sensibilità, basta davvero poco.
    E’ così ci meravigliamo se interagiamo con un gabbiano, un coniglio o un ratto.
    In verità loro ci parlano sempre siamo noi che spesso non sentiamo

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  16. Anche a Roma che non è città di mare i gabbiani hanno fatto la loro comparsa sopratutto in periferia in prossimità dei cassonetti dovano rimasugli di cibo.
    Certo che te e la dolce Lady siete davvero grandi e grandi è dir poco per la vostra sensibilità (che è anche un po’ la mia e di molti altri) verso gli animali.

    sherabuonsabatodisolemafreddolino

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    • Io non mi sento così “grande”, credo che tutti dovrebbero essere (almeno) così, purtroppo so che non funziona in questa maniera. Comunque speriamo di essere sempre di più ad essere così, cara Shera 🙂

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  17. Ciao, Wolf. Riesci a rendere simpatici anche i gabbiani, che poi non sono di solito aggressivi (o forse non lo erano). Essendo nato in una città di mare, posso testimoniarlo. I gabbiani-pirata di oggi sono forse dei fuorilegge in lotta per la sopravvivenza e di conseguenza non si puà pretendere che adottino le buone maniere.

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    • Ma i gabbiani sono simpatici 🙂 Mi avessi detto i ratti… forse! 😀
      A Jonathan si è presto aggiunto Sullivan, un altro gabbiano, stavolta “perfetto”: bello completo e in ottima forma 😀 Lui è un po’ più… auduce 🙂 Non attacca assolutamente i gatti, ma se ce n’è uno solo che sta mangiando, gli va vicino e inizia a fargli “pressione psicologica” affinché se ne vada 😀 Ma non mi è ancora capitato di vedere un gatto che si sia fatto impressionare 😛

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  18. Un po’ capisco la “diffidenza”verso i gabbiani, splendidi quando volano sul mare, un po’ meno quando in tanti si riversano sulle abitazioni… Io abito nell’entroterra, quindi non ci sono gabbiani ma in compenso ci sono tantissimo colombi, animali teneri e dolci ma – decisamente – invadenti… Si appropriano del territorio e non li sfratti manco a cannonate 😀

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    • Sono animali, cara Happy 🙂 E gli animali sono fatti per essere e viaggiare liberi. Oggi l’uomo si è estraniato dalla natura, amerebbe vivere in una torre d’avorio dove niente possa mettere piede, salvo sé stesso, perché il resto è sporcizia. Però poi vive infelice, chissà perché 🙂

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  19. Nella casa in cu abitavo fino a tre anni fa, avevo un terrazzo pieno di vasi di fiori che adoravo, poi sono arrivati i colombi ed è stata battaglia dura per far sopravvivere le mie piante. Una sera porta in terrazza un pesante vaso di rose appena acquistato e l’indomani vado su per ammirarlo ma non lo trovo. Lo cerco di qua e di là, chiedendomi dove avessi potuto posarlo e finalmente lo individuo: i colombi si erano mangiati le rose, le foglie e anche le spine, avevano lasciato solo quattro sterpi marrone! Dopo questo fatto… ho firmato la resa, non sono più andata in terrazza 😀

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