Qual è il vostro cruccio – rimorso o rimpianto – più grande?

Un mesetto or sono, per partecipare a modo mio al Liebster Award, scrissi che le mie dieci domande ve le avrei poste nel tempo. La prima ve la feci allora (cosa vorresti fosse diverso nella tua vita?); la seconda, che vi faccio oggi, è “qual è il vostro cruccio più grande?”, ovvero qual è quel rimpianto, o più facilmente rimorso, che ancora vi portate dentro, che nonostante tutta la vostra saggezza che vi dice che è inutile rimuginare sul passato, fa ancora capolino?

Ovvio che adesso cortesia impone che vi dica il mio, o meglio i miei.

Non sono uno che da peso al passato, o meglio, so che come siamo oggi è inevitabilmente frutto del passato, o almeno anche di quello, come so che un giorno, se avrò la fortuna di invecchiare, il passato sarà quasi tutto ciò che mi rimarrà, tuttavia sono sempre stato per il “ciò che è stato è stato”. Eppure, se mi guardo indietro, qualche rimorso per un comportamento che oggi non avrei più… compare.

Quello forse più importante è stato l’essermi fatto “calpestare”, quand’ero giovane, in alcune occasioni, dimostrando scarso rispetto di me stesso; una cosa che adesso non permetterei più, costi quel che costi. Ancora adesso, so che può non farmi onore, ogni tanto vorrei tornare indietro e… mandare “dove si conviene” chi meritava di esserci mandato. Spesso non lo facciamo perché crediamo che sia sempre sbagliato arrivare allo scontro e alla rottura, tuttavia non solo non farlo, quando dignità lo imporrebbe, non porta comunque alcun vantaggio, ma anche la controparte finirebbe per apprezzarlo quasi sempre di più rispetto ad un atteggiamento passivo e remissivo. E’ questo è vero quasi sempre, che si tratti di lavoro, di relazioni, di amicizia. Il rispetto di noi stessi ci porta il rispetto degli altri.

Altri rimorsi li ho nei confronti di due animali. Il primo è Kit, il mio primo gatto. Lo lasciai a casa dei miei genitori la prima volta che andai a vivere da solo. Morì lì, consumato da un tumore, avendomi lontano. Vero che non era davvero il mio gatto, era il gatto di famiglia, ma io ero il suo preferito. Ancora oggi, quando ci ripenso, non posso non sentire il dolore per averlo abbandonato. L’altro animale… non so nemmeno cos’era. Un giorno, passando vicino ad un bidone della spazzatura, sentì qualcosa che ci si dibatteva dentro. Il mio primo pensiero fu che fosse un topo, e mi allontanai con ribrezzo. Ma poteva essere qualunque cosa, un gatto, un cucciolo, un piccione… Era mattina, spero che quell’animale, qualunque cosa fosse, abbia resistito fino a quando qualcun altro, magari un operatore ecologico, sentendolo dibattersi disperatamente, l’abbia liberato. Ma non lo saprò mai. Tra l’altro quest’ultimo è un ricordo che avevo proprio rimosso, non saprei nemmeno dire con certezza a quanti anni fa risale, probabilmente una ventina. Solo ultimamente, chissà perché, ha fatto capolino dal mio inconscio…

2. Qual è il vostro cruccio più grande?

47 pensieri su “Qual è il vostro cruccio – rimorso o rimpianto – più grande?

  1. Sono d’accordo con te che forse è meglio guardare il passato come qualcosa che, appunto, è passato, senza crucciarsi più di tanto… Magari la penso così, perché, grazie al cielo, non ho grossi rimpianti.
    Comunque, mi viene ogni tanto da pensare che, se potessi tornare indietro, mi dedicherei allo studio con maggiore impegno, senza accontentarmi di risultati senza infamia e senza lode. E cercherei di cambiare qualcosa anche nel rapporto con i figli, quand’erano adolescenti. Ma si sa, che in quel campo, qualunque scelta si faccia, il rischio di sbagliare è sempre dietro l’angolo…

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    • D’accordissimo sul fatto che nell’educazion e nei rapporti con i figli, non sbagliare mai è un’utopia. Per questo ognuno è chiamato, presto o tardi, a metterci del suo, a superare gli insegnamenti e l’esempio dei genitori.
      Sullo studio invece ti dirò… sei davvero certa che la tua vita adesso sarebbe così diversa? E comunque, gli eventuali miglioramenti che avresti, meriterebbero il maggiore dispendio di tempo e energie nella tua “età migliore”? Io, almeno per quanto mi riguarda, non la penso così. Certo, tornassi indietro qualcosa cambierei certamente, ma casomai pensando alla scelta universitaria, non prima. E in ogni caso non so se davvero sarebbe andata meglio…

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  2. Ciao Wolf il mio rimpianto o meglio i miei due rimpianti sono:
    Uno riguarda mio padre ma la storia è troppo lunga, in breve posso dire che spinta,incentivata da un libro mi aprii a lui dicendogli una cosa e sono felice di averlo fatto, e il mio rimpianto consiste nel fatto che a volte mi chiede cosa sarebbe successo se invece di dirgli quelle tre parole una volta sola le avessi dette più spesso, la prima volta funzionarono a meraviglia e mi chiede che forse se avessi continuato a dirgliele magari avrebbe fatto la differenza.
    Il secondo rimpianto è per Birba la cagnolina che avevo quando ero sposata e che con la separazione rimase al mio ex, la vedevo spesso e quando lui andava via me ne curavo io solo dopo vari eventi mi sono chiesta se non avrei fatto meglio a chiedergli di poterla tenere con me per periodi più lunghi e che avrei dovuto passare più spesso a trovarla e condividere più tempo con lei…nel periodo precente a quesi pensieri che piano piano facevano capolino nella mia testa ero stata presa da un mondo nuovo con tutte le sue gioie e sui problemi e mi approffitai un po’ del fatto che sapevo che con lui stava bene,ma poi quando quei pensieri e la nostalgia si facero avanti non ho avuto il tempo di elaborare quello che sentivo e volevo, e di agire che Birba è venne precocemente a mancare e mi manca tantissimo.
    Per il resto direi che più che rimpianti e rimorsi quello che vorrei oggi è il senno del poi, capire a vent’anni tutto quello che sarei stata in grado di fare e tutte quelle cose che ho compreso dalla mia separazione in poi quando per me è iniziata una vita nuova e ho dovuto rinventare un’altra me,la mia vita sarebbe stata di certo diversa, ma come ho scritto sopra non è un vero rimpianto e solo quel senno del poi che tutti vorremmo avere molto prima nel tempo,ma per il resto posso dire che è tutto bello così e ancora può essere meglio e da quei due rimpianti ho imparato davvero la lezione.

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    • I tuoi rimpianti sono umani e capibili. A riguardo del primo, tenderei a dirti che non puoi sapere come sarebbe andata se ti fossi aperta più spesso, non credo tu possa nemmeno essere certa che la tua apertura sarebbe stata sempre apprezzata come la prima volta. E in ogni caso, credo che una persona che non si apre in famiglia lo fa perché non vede, o meglio non sente, le condizioni per farlo.
      Nella mia famiglia di origine, ero l’ultimo di tre figli, non avvenivano mai queste aperture, soprattutto da e verso mio padre. E’ vero che col tempo uno inizia a camminare con le proprie gambe, ma può volerci molto tempo se l’esempio che ha avuto da bambino è stato di chiusura. Come può un bambino, un ragazzo, un giovane, sentire l’impellenza di aprirsi se nella sua famiglia nessuno lo fa veramente o se anzi chi lo fa viene “guardato strano”?
      La mia storia è molto simile alla tua. Dissi a mio padre che gli volevo bene solo nel corso del suo ultimo anno di vita, la prima volta che venne ricoverato in ospedale (morì poi di infarto). La sua risposta non fu “anche io”, ma qualcosa di simile a “Bé, non lo dimostri…” 😀 Tuttavia non me la presi e fui anzi contento di averlo fatto, ma non mi incolpai mai di non averlo fatto prima. Non mi offesi perché mio padre era così, so che in cuor suo mi voleva bene, ma non era capace di esprimere questo genere di emozione. E poi la sua famiglia di origine era stata molto severa, sono certo che manifestazioni di affetto non furono abituali nemmeno per lui da bambino. Non mi sentì in colpa per… lo stesso motivo: chi non ha un buon esempio da bambino, può emendarsi nel tempo mettendoci del suo, ma ci possono volere decenni, a volte non si riesce a farlo mai. Già riuscirci, non importa quando, deve essere cosiderato un successo.
      Su Birba è più difficile pronunciarsi, poiché non so quale rapporto c’era tra lei e te e tra lei e lui: uno dei due comunque doveva perderla, seppure parzialmente. Succede con i bambini, non può non succedere con gli animali di casa. Anche se comprensibilmente ci dispiace.
      Il senno del poi, per concludere, è una sciocchezza in essere 😀 Sono cose che si dicono, luoghi comuni… irrealizzabili e per quest insensati. Se una persona dopo trent’anni che gioca a scacchi diventa un campione, non può darsi del cretino perché da bambino perdeva: era diverso, le sue conoscenze, la sua esperienza, l’hanno cambiato, non è più quel bambino. E poi chissà se per quel bambino sarebbe stato un bene essere così bravo a giocare scacchi già così giovane. Ogni età ha le sue fasi che è bene vivere e non saltare.
      Ovviamente ho estremizzato per rendere più evidente il significato del mio pensiero, ma credo davvero che non abbia senso angustiarsi per il cosiddetto senno del poi 🙂

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      • Ciao Wolf non mi angustio per il senno del poi si sa bene come funzionano le cose sarebbe solo stato bello avere la medesima consapevolezza di ora a vent’anni ma anch’io credo fermamente che ogni cosa avviene a suo tempo e a suo modo.
        Per quanto riguarda mio padre non saprò mai se avrebbe fatto la differenza so solo che in quell’occasione ritornò su i suoi passi ma lui combatteva contro un vizio più grande di lui che forse nemmeno tutti i ti voglio bene del mondo sarebbero serviti oggi ho solo imparato a dirlo qualche volta in più a chi mi sta intorno.Per quanto riguarda Birba ho preso le distanze da lei come da tutti in un momento che dovevo ricominciare tutto da capo e dovevo farlo da sola, quando tutto si è ridimensionato compresa l’euforia della libertà ritrovata ho cominciato a rimettere tutto in ordine al suo giuto posto e quei sentimenti che per un breve periodo ho collocato lontano dal cuore sono riemersi insieme ad una maturità diversa o meglio una donna diversa.
        Grazie

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      • E anche questo “ritorno di fiamma” verso Birba, con la sua assolutamente plausibile spiegazione che ne dai, dimostra che è proprio così: ogni cosa, anche le emozioni e i sentimenti, hanno il loro tempo 🙂
        Un caro saluto 🙂

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  3. Ciao…il rimpianto più grande è aver permesso agli altri di decidere della mia vita, di dirmi cosa era giusto o sbagliato per me, come dovevo essere per essere giusta per loro…devastante quando non ci riesci più…
    e l’altro rimpianto è aver lasciato la mia casa, la città dove sono nata e cresciuta…i luoghi che mi appartenevano e sento mi appartengono quando posso tornarci anche solo per pochi giorni…
    Buon inizio settimana…
    un abbraccio
    lella

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    • … ed è impensabile tornarci, cara? 😐
      Purtroppo spesso capita così, solo col tempo si riesce a capire che dire sempre sì non è giusto, né per noi né per gli altri. Non dartene colpa 🙂

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  4. Ricordo il tuo rimorso nei confronti di Kit..ma non lo hai abbandonato, rimase con i tuoi, secondo me lui ti è ancora vicino..
    Ho sicuramente il rimpianto di essere stata troppo impulsiva in passato rispetto a come sono ora, e l’impulsività spesso feriva chi mi stava accanto, quando me ne accorgevo mi dispiaceva ma era tardi. Per fortuna dal passato si impara e se si fanno errori crescendo abbiamo la possibilità di correggerli.
    Un bacio 😉

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    • Davvero? In effetti da quel poco che conosco di te attraverso il tuo blog non direi che sei una persona che per impulsività ferisce le persone care. Probabilmente sei davvero cambiata, e considerando che sei giovane… bé, caspita, direi che hai fatto passi da gigante e puoi esserne fiera 🙂

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    • ahah grazie cara! Anche se l’unico vero giudice in queste faccende… è quello dentro di noi 😉
      Perso l’amore… chissà se e quanto è dipeso da te. Chissà se davvero le cose sarebbero potute andare diversamente. Ho sempre pensato che, salvo rari casi, le relazioni vanno come possono andare…

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  5. concordo , per i tuoi rimorsi, con quanto appena letto dall’amica Alessandra
    anche io sono di quelli che non si guarda indietro, noi siamo la -summa- del passato, quindi ogni situazione di esso è in noi…l’unico cruccio, ma neppure infondo poi tanto grande, più che altro un desiderio mai avverato. è quello di non avere intrapreso la carriera giornalistica per dedicarmi ad un lavoro che mi è stato offerto subito dopo la fine degli studi ma nel quale ho trovato piena soddisfazione e in cui mi sento realizzata…forse non dovrei neanche considerarlo un cruccio, no’

    🙂

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    • Sicuramente no, però… ti capisco. All’inizio si è contenti di avere un lavoro, ma anni dopo si capisce che forse satrebbe stato meglio rischiarsela di più e tentare di trovare un lavoro che fosse anche una passione. Però, col senno del poi si possono pensare tante belle cose… belle ma inutili, nessuno può sapere come sarebbe andata se avesse cambiato la propria strada.

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  6. Premetto di non avere rimpianti, ma, c’è sempre un ma in tutte le storie, quando ripenso agli eventi della mia vita non posso fare a meno di immaginare che se avessi potuto dedicarmi completamente alla scrittura senza esser costretta a fare un altro lavoro per poter vivere, forse la mia vita sarebbe stata diversa. Il rimorso se c’è è ancora quello di non aver avuto abbastanza coraggio per scegliere quello che veramente mi premeva…
    Ciao a presto 🙂

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    • Ti basterà leggere il contro-commento a Ventisqueras per capire che ti capisco perfettamente. Tuttavia, come ho scritto a lei, non possiamo sapere come sarebbe andata se avessimo cambiato strada per inseguire un sogno che magari si sarebbe rivelato un fuoco fatuo o peggio. Un bosco è certamente più bello di una collina brulla… ma anche più pericoloso 😉

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  7. ciao carissimo,
    bel post, poni un interessante quesito, tempo fa ho scritto un post sull’argomento. Personalmente credo siano impostazioni mentali date da reazione/coscienza. In teoria non dovrebbero esistere né rimorsi né rimpianti, nel percorso di vita è tecnicamente impossibile evitare scelte sbagliate e/o errori interpretativi. Fatto salvo che le valutazioni condizionate sono partorite sempre dal senno del poi.
    Comunque meglio portarsi nella tomba i rimorsi piuttosto che i rimpianti.

    TADS

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  8. Anche se vado sempre ripetendomi “I did it my way”, ci sono alcuni episodi che vorrei poter “modificare”. Tutti frutto delmio vezzodi essere una “gaffista” eccezionale! Molto spesso si dice che questi effetti del nostro imbarazzo o stanchezza siano facilmente comprensibili, e si sorvola perchè c’è chi ti capisce. Quelle che ricordo con rabbia sono proprio episodi che hanno interessato nuove amicizie, con gente che non ti conosce gli effetti sono distruttivi.
    Un esempio: mi facevo la doccia quando suonarono al citofono una coppia di vecchi amici di mio marito, appena conosciuti. Non si erano annunciati, io in un imbarazzo facilmente intuibile,invece di dire di essere impegnata in bagno ho candidamente detto:” se potete ripassare, io sono impegnata in cucina” :-(.
    Quanto mi è costata!
    Salutone!

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    • ahah ma non è stato un dramma dai! 😀 Fa sicuramente parte di quelle situazioni che noi crediamo non verranno mai dimenticate… ma dopo pochi giorni siamo gli unici a ricordarsele! 😉
      Salutone! 🙂

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  9. Ciao Wolf, uno e uno soltanto… senza ombra di dubbio alcuno…
    quello di non aver capito in età utile che lo studio, la scuola, il diploma o laurea che
    sia sarebbe servito non tanto per darmi una posizione nella società ma a me come persona,
    come individuo, come mente, come pensiero per avere delle basi solide a cui affidare i miei
    ragionamenti.

    Il non aver capito a tempo opportuno che dedicare qualche ora delle mie giornate ad apprendere
    concetti e ad accrescere la mia cultura personale sarebbe stato come acquisire un sacco di mattoni per la casa che avrei potuto costruire in futuro.

    Aver capito che la conoscenza serve alla ragione, di se stessi ma sopratutto per se stessi,
    prima ancora che per qualsiasi altra cosa..

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    • Capisco cosa vuoi dire e parzialmente sono d’accordo. Tuttavia credo che le grandi lezioni della vita non si imparano a scuola, ma solo dall’esperienza e solo volendo imparare da esse. Le due cose sono complementari.
      Un salutone 🙂

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    • Non riesco a pubblicare sul tuo blog, bisogna fare il login e non ricordo la password (sempre che l’abbia mai avuta), quindi ti riporto qui cosa avevo scritto nella speranza che tu ripassi a leggere….

      Non ti nascondo che mi è capitato, e non poche volte, di pensare di chiudere il blog, e non per farne uno nuovo, bensì perché era “venuto il suo tempo”. Cambiarlo… bé, credo che un blog vecchio di anni cambi naturalmente, se vedi i miei primi post e poi gli ultimi, ovviamente escluse le riproposizioni di vecchi post, sono molto diversi tra di loro, perché io stesso sono molto diverso. Si dice che le persone non cambiano, ma è una sciocchezza. Non cambia solo chi non vuole farlo, e spesso non ci riesce nemmeno lui.
      Un caro augurio per il tuo nuovo blog e… bé, aspetto il suo indirizzo! 😉

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  10. Rimorsi no, credo di aver fatto le cose giuste,almeno mentre decidevo,anche sbagliando magari.
    Qualche rimpianto ,sì.Per un certo numero di anni,mentre i miei ragazzi crescevano e io cercavo una nuova svolta alla mia attività lavorativa,ho trascurato molto i rapporti con il resto della mia famiglia,anche per la distanza geografica,Fra nostri ragazzi,quasi tutti della stessa età,è mancata la reciproca conoscenza,amicizia,complicità che si crea spesso fra cugini e coetanei.Certi rapporti difficilmente si recuperano,nel tempo,e nella mia idea di famiglia questo lo sento come una mia colpa.

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    • Bé, parli al plurale… ma te ne dai la colpa 😉 I rapporti e le relazioni si chiamano così perché non dipendono da una parte sola. E poi credo che se uno non è convinto, non sente veramente una relazione o un’amicizia, sforzarsi di mantenerla non porterebbe comunque a risultati veritieri e duraturi. Che ne pensi?

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  11. Uhm…domanda difficilina, che potrebbe dar luogo a confessioni troppo intime quindi, scartate quelle (che riguardano un rimorso), direi che di crucci e rimpianti, sinceramente, la mia vita è piena! Dallo studio al lavoro alle scelte sentimentali è tutt’uno 🙂 Però quello che invece vorrei dire è che grazie alle scelte sbagliate, alle errate convinzioni ed alle valutazioni falsate da preconcetti stupidi, finalmente sono una donna felice. Ho cambiato la mia vita e sono stata fortunata. Tutto quello che ancora non ho e che vorrei raggiungere, sento di poterlo avere, e lo farò sicuramente, per non avere MAI PIU’ rimpianti. Un abbraccio, Wolf!

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    • Bé, fammi sapere se ci riesci, Macy 🙂 perché non è facile riuscire a non avere rimpianti. E poi… a volte da un rimpianto nasce qualcosa che non ci si sarebbe mai aspettato 😉 In fondo anche per me è così: so che se cambiasse una sola virgola nel mio passato il mio presente non sarebbe questo, e per quanto sia irto di difficoltà non ne farei a meno.

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  12. Rispondo alla prima domanda (cosa vorresti fosse diverso nella tua vita?) e rispondo “Io”… così si capisce subito anche la risposta alla seconda domanda: il mio cruccio ppiù grande è non essere riuscita ad essere quello che avrei voluto (e probabilmente potuto) essere!…

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    • Perché, tu sai come sei? 🙂 Guarda che è tutt’altro che facile. Ognuno crede di essere in un certo modo, ma, come direbbe Pirandello, è in realtà uno, nessuno e centomila 😉 Per noi è difficile essere noi stessi, anche perché difficilmente sappiamo come siamo.

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      • Se mi citi Pirandello, mi spiazzi, perché io sono una pirandelliana convintissima! Però, potrei dire che dei centomila che compongono il mio essere, avrei desiderato che uno in particolare emergesse sugli altri e ciò non è stato possibile, probabilmente a causa degli altri novantanovemilanovecentonovantanove…

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      • Nella grande maggioranza delle persone, la o le personalità che appaiono sono quasi sempre decise a livello inconscio. Non è facile “metterci del nostro” 😉

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  13. il mio cruccio piu’ grande è di non aver accettato qualcosa che avrebbe migliorato la vita mia e della mia famiglia………. solamente per orgoglio! Non volevo dover ringraziare una persona che ritenevo spregevole e della quale mi ritenevo superiore per scelta di vita e per intelletto! Magari oggi me ne fregherei di questi valori che nella vita pratica non servono proprio a nulla! Anzi……

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    • Mah… non sono sicuro che saresti diversa oggi, che te ne fregheresti di “questi valori”. Molti di noi passano attraverso momenti e decisioni opinabili, ma una parte di questi arriva comunque alle medesime conclusioni di chi ha sempre seguito una vita virtuosa.

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  14. vorrei avere tanti soldi per aiutare gli amici e i familiari intorno a me… ma questo dipende dalla fortuna

    una cosa che dipende da me? forse dovrei impegnarmi e cercare di imparare l’inglese una volta per tutte

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  15. Oh santo cielo!! ma che fai? quando vai da TADS ti commenti da sola?
    Non credo che abbia scritto TASD l’ultimo post. Lui ha una ironia troppo raffinata, non è un baraccone! E tu che dici? Leggi attentamente e lo capirai. Quel post sa di fumo! 😉
    State attenti!
    Ps pensavo fossi donna ! 😀

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    • Dici??? Non lo so, non lo conosco così bene, ma non credo che qualcuno possa addirittura pubblicare un post nel suo blog, anche beccasse i dati per la login comunque verrebbe cancellato da lui, no? 😉

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  16. Devo dire che di crucci e rimpianti ne ho e non pochi, forse troppi. Dirò solo che se potessi tornare indietro cambierei tante di quelle cose nella mia vita che di crucci e rimpianti ora probabilmente non dico che non ne avrei, ma non sarebbero certo come quelli che ho ora.
    Ciao e buona domenica

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    • Ti capisco 🙂 Ma sai… anche tornassi indietro dovresti portarti appresso il senno del poi, sennò non servirebbe a nulla: faresti le stesse scelte 😉
      Buona domenica anche a te 🙂

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  17. Ciao, ho visto che hai chiesto l’accesso al mio blog, ma non è che l’ho reso privato, visibile solo a pochi, l’ho fatto perché non sapevo che altro fare per metterlo in pausa per un po’ di tempo. Tranne la sottoscritta non è accessibile a nessun altro. Quando ero su splinder si poteva o chiudere momentaneamente o proprio renderlo privato, ma su wordpress non so come si fa e l’unico modo per chiuderlo che ho trovato è stato questo. Quindi non ti offendere se non ti do l’autorizzazione, non ce l’ha nessuno. Poi se veramente l’avessi fatto privato vuoi che non ti avrei invitato a farne parte? Anzi saresti stato fra i primi

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    • Lo so, non ti preoccupare. E’ un gesto che viene automatico quando si trova la pagina chiusa, pensa che dubitavo perfino che davvero partisse una e-mail al proprietario del blog 🙂

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  18. Dunque… ho fatto almeno un paio di cose che sul momento mi sembravano grosse stupidaggini ma di cui in seguito sono stata molto soddisfatta perché mi sono accorta che erano giuste da fare. Poi c’è una storia d’amore che non è mai partita anche se almeno sei volte stava per… – un rapporto molto affascinante, devo dire, e che ricordo con gran piacere.
    Quel che davvero rimpiango senza rimedio sono un’infinità di cose che ho detto a sproposito e che avrei potuto e dovuto risparmiarmi – però col tempo ho imparato a parlare meno e pensarci un po’ di più prima. E, soprattutto, una cara amica che a suo tempo non ho saputo tenere nella considerazione che meritava. Un po’ è stato anche colpa dei miei genitori, che la ritenevano “non abbastanza buona per me”. Con gli anni ho capito che era ero il contrario, e che non avrei dovuto dare peso al loro parere. In un certo senso lo sapevo anche allora, ma nonostante tutto subivo la loro influenza, anche se sapevo che sbagliavano. Diciamo che nella nostra amicizia io non ho mai avuto da lamentarmi di lei, mentre lei parecchio di me. Ormai ci siamo perse di vista, e probabilmente ci saremmo perse comunque perché con gli anni siamo cambiate parecchio e alla fine non avevamo più molto da condividere, però mi piacerebbe essere stata diversa con lei, nei dodici anni in cui siamo state amiche del cuore,visto che lei mi ha dato e insegnato molto.

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    • Purtroppo l’influenza dei genitori può essere molto invasiva e deleteria. Essere buoni genitori è davvero difficile. Era difficile per te contrastare le loro pressioni, se non altro si capisce che non ne hai seguito completamente le orme, che non faresti a tua volta questo stesso errore con chicchessia.

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  19. Non aver studiato Matematica. Ora e per sempre mi aggirerei in un magico universo parallelo, sazia di fame, in un paradosso che solo là si può vivere (tanto per cazzeggiare… che non solo di numeri si vive 😀

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    • No, no, credevo ben che fosse vera! 😀 D’altronde anche a me dispiace non aver continuato a studiare, mi ritirai al terzo anno di ingegneria, ma francamente sceglierei facoltà diverse…

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