Un po’ di Wolf: autobiografia – I

Come forse qualcuno si ricorderà, tra i miei “progetti blogghistici” c’è quello di pubblicare, a puntate, una mia biografia. In realtà forse la scriverei più per me stesso e per Lady Wolf che per voi e mi piacerebbe farla perciò il più possibile completa (“il più possibile” perché tutto non si può proprio dire, un po’ per non buttare in piazza troppi fatti e dati personali, un po’ perché finirei per annoiare me stesso :-D); dunque, poiché per farla così ci vorrebbe tanto tempo e concentrazione… dubito fortemente che andrò più in là di qualche puntata! 😀 Sicuramente come minimo le intervallerò pesantemente con altri post 😉
Comunque ecco la prima puntata. Per la seconda… chissà! 😛

Sono nato nel 1966 in quel di Genova, all’ultimo piano di un antico palazzo del ’700 che da’ sulla piazza principale di una delle sue maggiori delegazioni (Sestri Ponente). Mia madre raccontava che ero uno degli ultimi bambini nati in casa, esattamente sul tavolo della cucina. Sono l’ultimo di tre fratelli, con una distanza anagrafica di, rispettivamente, tre e cinque anni.

Riporto qua un estratto di un post di un paio di anni fa’ dove parlavo dei miei nonni. Qualcuno di voi l’ha già letto ma, grazie alla dinamicità di Internet, molti di voi sono relativamente nuovi, sicché… 😉

Iniziamo con i nonni da parte di madre, entrambi nativi della provincia imperiese, vicino alla Francia.

fantasmaMia nonna mori’, dopo alcuni mesi di coma in seguito ad un ictus, quando avevo solo pochi mesi, nell’ormai lontano 1966. So che veniva affettuosamente chiamata “Nonna Babau”, perche’ amava giocare a nascondino la sera al buio con i miei fratelli (io avevo ancora da nascere :-P) e mentre li cercava faceva finta di essere un fantasma 😉 Pur in pratica non potendo essere ricordi reali, visto l’incompatibilita’ delle date, giurerei di ricordarmela proprio mentre giocavamo a nascondino… E’ probabile che continuammo quel gioco in famiglia con qualcun altro (forse mia madre, forse uno dei fratelli) a fare la sua parte e, venendo in seguito a conoscenza di questo gioco che lei conduceva, la mente fece come a volte succede un… “due piu’ due sbagliato” 😀 Comunque come io possa ricordarmi di lei resta un piccolo e affascinante mistero 🙂

sigaroMio nonno alla morte della moglie resto’ ad abitare distante, al confine con la Francia. Lui si’ che l’ho conosciuto da bambino, pero’ non lo incontravamo spesso 😐 Ricordo poco, solo che amava il Pastis (mi pare si chiami cosi’, e’ un liquore forte al gusto di anice), che fumava come un turco – anche per questo ebbe un rapporto difficile con mio padre che non voleva fumasse in casa nostra quelle poche volte che veniva a trovarci (in realta’ fumava anche mio padre, ma non in presenza dei figli) – e che gli ultimi tempi venne ricoverato in una struttura per anziani. Lo ricordo come un uomo alto e magro, ma essendo allora un bambino non posso giurare che alto lo fosse davvero 😉 Ricordo fin troppo bene pero’ il dolore di mia madre quando mori’: era tempo che voleva andare a trovarlo, ma per un motivo o per l’altro (temo anche l’ostilita’ che si era creata tra il nonno e mio padre) era sempre stata constretta a rimandare. Quando venne avvisata della morte del padre, l’infermiera che lo seguiva e che le diede la notizia per telefono, le disse che negli ultimi tempi ogni volta che si apriva la porta della sua camera lui si girava di scatto, speranzoso di vederla entrare… invece non fece in tempo a rivederla. Posso immaginare che senso di colpa che deve aver avuto mia madre per questo! 😦

scarpeE adesso andiamo a quelli da parte di mio padre, erano residenti a Genova ma provenivano dalla lontana Sicilia 🙂

Il nonno, che era un calzolaio, era molto schivo. Devo dire che mio padre in vecchiaia assomigliava molto a quello che era stato suo papa’ alla stessa eta’ 😐 Il che mi lascia pensare che sara’ facile che anche io vada nella stessa direzione 😀

madonnaMia nonna invece era una donna molto forte, probabilmente anche molto severa. Di lei mio papa’, che – mi viene da dire “ovviamente” 😀 – la considerava una santa, diceva che era stata miracolata (un paio di infarti a cui sopravvisse da sola, pare…) perche’ aveva chiesto alla Vergine Maria di poter andarsene dopo il marito che altrimenti non sarebbe stato in grado di badare da solo a se’ stesso. In effetti mori’ dopo di lui, a pochi giorni di distanza (mi pare una settimana esatta). Il posto accanto alla fossa di sepoltura di mio nonno era ancora vuoto (potete immaginare: e’ il cimitero principale di Genova, di solito qualcuno arriva ogni giorno) cosi’ vennero sepolti fianco a fianco 🙂

Di ritorno dal funerale di mio nonno, nell’imminenza del Natale, trovammo una colomba sulla porta di casa, mio padre lo prese come un segno e cosi’ la prendemmo con noi A lei, Natalina, e’ dedicato anche un post: Un po’ di Wolf… i miei animali: Natalina 🙂

colomba
succ.: autobiografia – II

32 pensieri su “Un po’ di Wolf: autobiografia – I

  1. Che incantevole post!Grazie per aver condiviso la magia di una stagione all’inizio!Non ci sarebbe da stupirsi che tu avessi “ricordato” il gioco a nascondino che faceva tua nonna;considera che ,da adulta ho decritto a mia madre un vestito che lei aveva indossato unicamente durante la gravidanza e ,poi,buttato via…..
    Molto suggestivo anche il dettaglio della colomba,mi riprometto di leggere il post,a lei dedicato.Io mi permetto di suggerirti di continuare con la tua “autobiografia” ma,credimi !Puoi scrivere un ricordo,totalmente “nuovo”,in definitiva,si vive nuovamente (ed in modo diverso)ciò che crediamo di “ricordare”,
    Buona serata e notte
    anto

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    • Sono d’accordo, cara Antonella: ho fatto qualche… prova, cercando di ricordare anno per anno cosa è successo, ed è vero che tornano in mente cose alle quali proprio non si penserebbe più 🙂
      Davvero sorprendente quanto racconti sul vestito che aveva tua madre durante la gravidanza! Uhm… posso fare l’antipatico Piero Angela della situazione? Non ti sarà capitato di vedere qualche foto dell’epoca ed “acquisirla” nel tuo inconscio? 😐
      Buona giornata a te! 🙂

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      • No,perchè mia madre non ha mai avuto foto di lei durante la gravidanza e nessuna con quel vestito,diciamo poche foto in generale.Non credo che il fatto del vestito sia così “particolare”,più vivo,e più mi convinco che ci siano una grandissima marea di segnali che sicuramente riceviamo ma,spesso siamo noi a non volerne proprio tenere conto!

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      • L’ipotesi più probabile è che semplicemente non ci facciamo caso poiché non li riteniamo possibili. E’ vero che esistono persone che “vedono” segni ovunque, ma… può essere che ci sia una via di mezzo… 🙂

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  2. Che bello, così hai deciso di scriverla veramente la tua biografia! Mi fa piacere, ma raccontaci qualcosa anche di un po’ piccante, così il tutto diventa più interessante

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    • In effetti era una casa particolare 🙂 Pensa che c’era anche un passaggio murato tra i due grandi appartamenti siti in ogni piano 😀 E chissà che non ce ne fossero altri di cui non eravamo a conoscenza… Pensa che mi è capitato di avere “memorie” di un passaggio tra la casa vera e propria e la soffitta, posta sul terrazzo… tuttavia sono quasi certo che siano memorie di sogni ricorrenti che facevo da bambino e non della realtà, anche perché quella casa l’abbiamo lasciata che bambino non ero più, l’avrei ritrovato. Ma… chissà? 🙂

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  3. Io appartengo alla (ristretta) categoria dei veterani del blog… per cui ho letto il post dedicato ai tuoi nonni e, se non mi sbaglio, anche quelli dedicati ai tuoi genitori ma sinceramente ho letto questo post con molto interesse, perché è anche un po’ emozionante conoscere i ricordi e il passato di un caro amico di vecchia data| 😀

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    • Sì, certo che c’eri, mi sono anche divertito a trovare il primo dei tuoi commenti (ne avevi messo anche un altro, più riferito ai miei genitori però): “Ma che bello, Wolf, conoscere un po’ di te, delle tue origini (siciliane!) e della tua famiglia, è anche un modo per sentirti più vicino e amico. Mi ha colpito la figura della nonna Babau, tanto fantasiosamente giocherellona, mi sarebbe piaciuto avere una nonna così :)” 😉

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  4. Deve essere affascinante aver vissuto in una casa del ‘700, doveva essere piena di tracce di esistenze precedenti, e poi i passaggi segreti… Chissò quali misteri celavano! Non ce l’hai più quella casa, Wolf?

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    • Eh, no, cara 🙂 Da quella casa venimmo via che avevo non più di vent’anni, dovrei fare mente locale 🙂 Lì eravamo in affitto, l’intero palazzo era di proprietà di una banca sita al piano terra (una delle maggiori banche italiane) e un bel giorno i dirigenti decisero di fare tutti uffici per cui, appena poterono, ci diedero lo sfratto. Per la cronaca, gli uffici poi vennero effettivamente fatti, ma innumerevoli anni dopo. Così, a lume di naso, direi una ventina, forse quindici 🙂

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    • Sono d’accordo, Elisa 🙂 Certo, scriverla privatamente, in word ad esempio, renderebbe più liberi di raccontare anche i dettagli, inclusi nomi e cognomi ad esempio, ma… conoscendomi so che poi non la scriverei 🙂

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  5. E no, non va bene così: interrompi sul più bello! Mi piace come scrivi, è come se stessimo seduti in salotto e ascoltassi la tua voce. Interessante narrazione, dolcissima e piena di sentimento. Sbrigati a continuare. Bravo, alla prossima.
    un bacione
    annamaria

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  6. Ma che bello questo post, tenerissimo! Molto particolare anche la storia di tua nonna, comunque credo sia abbastanza frequente il fatto che, quando chiedi qualcosa di veramente importante per te, un impegno preso col cuore in favore di altri, l’Universo o chi per lui ti aiuta a rispettarlo ( incluse le cellule del proprio corpo, che ascoltano sempre tutto). Un salutone!

    P.S.: forse ho scoperto perchè i miei messaggi finivano nel cestino, il programma non prevede l’inserimento dei link a fine messaggio. Proviamo così…. Ciao!

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    • Non so se sia proprio l’universo a farlo o forse solo la nostra forza d’animo, ma… a volte sembra proprio così 🙂

      Davvero? Strano… mi pare di aver visto link in altri messaggi…

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  7. tutto quello che muove dall’anima all’anima ritorna, così questo tuo soliloquio che piacevolmente estendi facendo partecipe chi ti legge delle tue emozioni e vicissitudini, credo sia un bel dono che fai e ricevi, questo
    aspetto gli altri capitoli

    devo scusarmi con te per non averti ancora ringraziato sulla segnalazione fatta al blog di Mister Loto ( bloggher molto interessante, quindi il regalo me lo hai fatto doppiamente) credo però il mio ritardo giustificato, ho preso qualche giorno di pausa per un piccolo incidente alla caviglia provocato litigando con la mia mountain-bike )
    augurandoti tutto il bene del mondo. ti sorrido

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    • In effetti era forse l’unico modo di farlo, non so se su, diciamo, Word avrei avuto voglia di scriverlo, anche se certamente mi sare sentito più libero 🙂
      … alla fine ha avuto la meglio la Mountain allora? 😛

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  8. Hai ritrovato il mio commento!Grazie, Wolf, mi ha fatto un po’ emozionare leggerlo e, poi, mi rendo conto che più o meno ho detto le cose del commento recente: segno sia che pensavo veramente quello che ho scritto sia che, in fondo, non sono tanto cambiata in questi anni 😀

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  9. Bei ricordi, e molto belle anche le persone care che hanno lasciato in te la loro impronta. Ce le hai raccontate nella loro semplicità e con gli occhi del bambino che le amerà sempre.
    Quanto amore e quanta intesa in quella esclamazione di tua nonna di aver “chiesto alla Vergine Maria di poter andarsene dopo il marito che altrimenti non sarebbe stato in grado di badare da solo a se’ stesso”. Forse pudore e riservatezza delle donne di quei tempi, ma certamente tanto amore e tantissima dedizione. 🙂
    Grazie per averci dato questi bei ricordi. 🙂

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    • Sì, purtroppo me li ricordo poco… è curioso, proprio adesso mi è tornato in mente un ricordo “sensoriale”, della loro casa, perfino o soprattutto odori inclusi 😀 Difficile darne idea… direi quasi… odore di biscotti… 🙂

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