Politica e economia: la teoria della risposta alle e-mail

In uno dei commenti al post precedente, l’amica Alessandra dice “Mi chiedo sempre come sia possibile non si rendano conto, i nostri governanti, di quanto siano veramente gravi i problemi nel nostro paese.”

Io ho una teoria, quella della “lettura delle e-mail” 🙂

Nelle aziende – non solo dove lavoro io, sono certo – diverse persone applicano un curioso sistema di lettura, e soprattutto di risposta, alle e-mail che ricevono: semplicemente non si occupano del “caso”, non solo se non sono in “to” (ovvero se sono solo in conoscenza), ma addirittura se lo sono ma ci sono altre persone in “to” oltre a loro.

Mi spiego. X manda una e-mail a Y, Z e K, segnalando un possibile problema e mette in conoscenza J e H. J e H vedono che sono solo in Cc (in conoscenza, appunto) e quindi decidono che non vale la pena di nemmeno leggere la e-mail. Ma non solo. Anche Y, Z e K o, siamo ottimisti, almeno qualcuno tra loro, decide che il problema non lo riguarda poiche’ sara’ sicuramente uno degli altri due ad occuparsi del problema 😉

Insomma, e’ buona norma quando si manda una e-mail che ci sia un’unica persona in “to”, almeno e’ quasi sicuro che questa rispondera’, anche se solo per dire che la faccenda non e’ di sua competenza 😛

Adesso, ho chiaramente un po’ “caricato”, sono certo che e’ solo una minoranza di persone ad agire cosi’, ma… credo che l’esempio sia particolarmente calzante per la politica e l’economia italiana: se nessuno si e’ mai occupato di un problema di carattere generale… perche’ farlo io?

Sono sicuro che molta della nostra classe dirigente la pensa cosi’ 😉

Certo, la visione e’… ottimistica: probabilmente molti non si preoccupano dei problemi reali della gente perche’ hanno interesse a non farlo, oppure perche’ ne sono cosi’ distanti da non essere nemmeno in grado di “percepire” la gravita’ della situazione, anche se sulla carta la conosce.

Difficile decidere cosa e’ peggio 🙂

Vi lascio con una questione spinosa: ma… non sara’ che la politica e l’economia siano in fondo solo lo specchio della societa’? In altre parole, siamo certi che davvero anche molta tra la gente “della strada” non si comporti cosi’ nel proprio piccolo per poi lamentarsi di cosa fanno “la’ sopra”? 😐

 

49 pensieri su “Politica e economia: la teoria della risposta alle e-mail

  1. Bel dilemma. La risposta o cercare la risposta non è cosa semplice.
    Io dico che se una persona arriva in quel ruolo e in quel posto di lavoro non è per risolverne i problemi ma per sistemarsi i cazzi suoi. Automaticamente tutto quello che quel settore richiede come lavoro è un peso, una palla al piede da ignorare come un moscerino fastidioso. Ecco allora che si lavora poco e male.
    Le persone giuste ai posti giusti.
    E’ questo l’unico problema dell’Italia, meritocrazia e non “leccaculo” di turno!!!

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    • Purtroppo temo che tu abbia ragione 😐 Il fatto e’ che perfino chi parte con le migliori intenzioni poi si triva in mezzo a un gruppo privilegiato che ottiene piu’ o meno tutto cio’ che vuole. Allora inizia a chiedersi “ma perche’ l’unico scemo (che non ne approfitta) devo essere io?”, e si fa trainare dalla corrente del “arraffa e taci”.
      Adesso vediamo i prossimi… 🙂

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  2. Molto bella e dettagliata la descrizione iniziale, tanto da farmi pensare che potresti essere un eccellente collaboratore per le mie storie di spionaggio, dove naturalmente figura l’intellignce 😛
    A parte questo, concordo con te, caro lupo: la classe politica che ci rappresenta è lo specchio di noi stessi 😦

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  3. “Probabilmente molti non si preoccupano dei problemi reali della gente perché hanno interesse a non farlo” è proprio questo il punto..
    Ci vuole almeno un po di coscienza per governare bene un paese, senza quella ne mail ne manifestazioni possono funzionare. I politici conoscono la situazione del paese, vivono fra noi non su un isola disabitata senza mezzi di informazione, semplicemente non gli importa nulla di quello che accade, in fondo loro i soldi ce li hanno quindi vivono bene, passano sopra i bisogni degli altri ma poco gli importa, non hanno scrupoli altrimenti non lo farebbero.
    Magari come dici tu la società potrebbe comportarsi nella stessa maniera, ma il fatto è che se c’è gente che cura solo i propri interessi senza badare agli altri, per quanto sbagliato possa essere, alla fine non fa andare a fondo una nazione, non la governiamo noi l’Italia.
    Lo so, a volte sono particolarmente polemica 🙂
    Buona serata caro Lupo! 😉

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    • Però noi li mandiamo “lassù”, cara Demetra, noi li votiamo. Poi ci lamentiamo per come sono andate le cose. Guarda anche le nostre reazioni. Un tempo una stretta economica del genere sul popolo contornata da varie ruberie dei politici non l’avremmo fatta passare; ora ci si lamenta solo un pò, ma con un motto più di rassegnazione che di rabbia. In fondo non in molti tra noi credono davvero di poter ancora cambiare le cose.
      Grazie, buona notte a te 🙂

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  4. ripeto la parola: dissociazione.
    Tutto il sistema è creato per avere una elite, tutti gli altri non sono ammessi. Fichè l’avere supererà lessere sara sempre tutto uguale.
    Ho sentito una persona anziana dire in una trasmissione ( Ballarò) :”la politica deve mettersi una mano sul cuore…” si esatto, è che finchè una resta attaccata al portafoglio, il cuore non verrà mai calcolato! 😦

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    • Tutto vero, caro. Quanti politici conosciamo che cercano di arrivare per altruismo, per aiutare davvero il prossimo? Come minimo ci mettono tanto ego, quello di apparire importanti. Ed ho scritto “come minimo”…

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  5. Il tuo dubbio è la mia certezza.
    Noi, mediamente, ci interessiamo poco di quello che succede all’altro e raramente ci fermiamo a riflettere, forse convinti che ciò che accade al singolo non si rifletterà sull’intera collettività ed anche oltre. La crisi ci ha insegnato l’inapplicabilità di questa teorema…ciò che accade all’altro prima o poi finirà per interessare la tua sfera personale ed è bene riflettere sul problema prima che arrivi a colpire anche gli altri, giusto per farsi trovare preparati. Almeno psicologicamente! 😉
    Quanto ai governi…beh, nn credo o credo poco al “solo” disinteresse, credo molto di più ad una difficoltà oggettiva che per ovvie ragioni (politiche ed economiche) è meglio nn comunicare, credo anche molto all’approssimazione di certe nuove correnti politiche che vorrebbero trovare soluzioni dove nn ci sono soluzioni e credo ad una malattia profonda ed irreversibile del nostro Parlamento. Certo nessuno mai ci verrà a dire che da questa crisi nn se ne esce prima di toccare il fondo ma la realtà è questa, la spirale innescata nn può che portare a questo, ce lo insegnano le esperienze e le leggi dell’economia “reale”. Si deve per forza arrivare al “punto di nn ritorno” ed è una considerazione quasi ovvia visto il fallimento dei teoremi e delle risorse e manovre che nn credo abbiano favorito un peggioramento della situazione ma indubbiamente nn l’hanno risolta. Lo sbaglio è quello di continuare a giudicare il cittadino consumatore come persona nn in grado di assumersi una responsabilità oggettiva, lo sbaglio è temere che il cittadino nn possa essere in grado di comprendere, lo sbaglio è quello di nn considerare e sottovalutare la capacità degli Italiani che hanno, invece, dimostrato di essere capaci di gestire il momento critico. In questo senso credo sia il caso di valutare attentamente alcune promesse elettorali…chi ti dice che ha trovato una soluzione a breve termine sta mentendo e rischia di mietere inevitabilmente altre vittime e qui, ancora una volta, è pericoloso pensare che le “vittime” possono essere gli altri così come è pericoloso pensare alla “politica” come ad un mondo astratto al quale nn apparteniamo. Alla crisi del mondo finanziario si è aggiunta quella del lavoro e del risparmio con ripercussioni gravissime sulla domanda e sull’investimento. In una situazione dove nessuno compra e nessuno investe per forza nessuno può pensare di produrre e nessuno può pensare di entrare a far parte del ciclo di produzione in tempi relativamente brevi e sulla base di presupposti che si sono rivelati improduttivi ed insostenibili, quindi il punto del nn ritorno è fissato nel tempo in cui la paralisi effettiva della domanda, dal consumo al lavoro, porterà ad una riconsiderazione più equa dell’offerta. A questo punto si inizierà a crescere e spero in modo del tutto diverso.
    Insomma, resto ottimista anche se, da caparbia realista, vedo il fondo ancora un po’ lontano…2015/2016, credo possa essere un buon biennio 🙂
    Nel frattempo stiamo diventando più bravi e responsabili, riusciamo ad arginare l’errore o l’abuso e la frode, ci sentiamo più uniti e coinvolti…nn resta che imparare ed aspettare? 😉

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    • Tutto vero quel che scrivi, cara Missi, tuttavia non credo che siamo ancora arrivati al punto di “non ritorno”, quello in cui il sistema deve per forza crollare per poter lasciare spazio ad un modello diverso, più umano e solidale. Credo che ancora una volta l’economia si risolleverà, anche se non andrà troppo lontanto. Perché, su questo siamo d’accordo, non può essere un sistema che dura per sempre.

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  6. Ciao, ho trovato i tuoi saluti sulla pagina che avevo trasferito da splinder a iobloggo per non perdere il contenuto! gli eventi della vita mi hanno portato lontano dal web e non ho più scritto! non so se in futuro avrò ancora questa possibilità…cmq tutto bene e spero anche te! ciao e buone e tante cose per te! Alessia

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    • Grazie davvero dell’aggiornamento, cara! 🙂 Mi preoccupo sempre un po’ quando non ho più notizie di qualcuno dei miei “vecchi” contatti. Sono molto contento di leggere che è tutto a posto 🙂 Il blog e Internet, poi, fanno parte di quel “di più” del quale si può anche fare a meno.
      Bé, se decidessi di tornare, comunque… io sono qua 🙂
      Un caro saluto! 🙂

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  7. “Però noi li mandiamo lassù” ma siamo sicuri che tutto si svolga così? io credo che in fondo siano loro a decidere, anche se si dice sia il voto..sarà che non credo a nulla di ciò che riguarda la politica. Comunque è vero che “abbiamo abbassato la guardia”, non reagiamo più come una volta, non so da cosa dipenda, ma se non ci svegliamo non credo che la situazione possa migliorare..

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  8. In compenso il governo, quando decide di occuparsi di certe cose di proprio interesse, lo fa con profondo acume e conoscenza del problema, spiccato buon senso nelle soluzioni proposte sempre così attentamente democratiche, come nel caso del nuovo decreto anti-diffamazione di cui a breve dovremo tutti occuparci se vogliamo continuare ad esercitare il pieno diritto di espressione. Wikipedia, che è una vera comunità, ha già cominciato a farlo; è interessantissimo il dibattito e le votazioni sui provvedimenti in reazione alla legge stupida e stronza che probabilmente sarà approvata martedì. Anche noi, con i nostri piccoli blog (il tuo non tanto ma il mio certo) non possiamo stare a guardare; bisognerà che ciascuno dica la sua perché siamo tutti nella lista dei “to”. Gran bel post, come sempre.

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    • Dici che “dai e dai” alla fine ce la fanno?? 🙂 E’ da mo’ che ci provano.. Io spero ancora di no.
      Casomai dimmi dove ti mandano, un po’ di arance non le si nega a nessuno! 😉 😛
      La butto sull’ironia, ma c’è davvero di che preoccuparsi…

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  9. Commenterò, Herr Wolf”, secondo il mio personalissimo parere (non giudico, né mai ho giudicato nessuno), affrontando l’argomento inverso, ovvero partendo dalle deduzioni “medio-finali”, che il Suo articolo pone in essere.
    Gli uomini si debbono o vezzeggiare o spegnere – perché li uomini offendono l’uomo e la fiducia o per paura o per odio … per essere li uomini tristi …
    (Niccolò di Bernardo dei Machiavelli – De Principatibus, 1513)

    Questa affermazione, tout-court, che tutti gli uomini sono malvagi, è un po’ semplicistica e umanamente insufficiente. Dire che gli uomini (e di converso nello specifico, anche, la classe politica che e ci governa) sono cattivi o buoni o avari o spendaccioni, eccetera, è dire poco e inesatto.
    A seconda degli impulsi del momento, delle persone con le quali ha a che fare, delle diverse sollecitazioni ed eccitazioni, della spinta di un interesse o di un sentimento, l’uomo può essere falso o sincero, pauroso o coraggioso, buono o malvagio, egoista o altruista, apatico o entusiasta, fedele o traditore. l’uomo è una fucina di sentimenti tutti dotati della capacità di emergere fino a dominarlo. (E’ un fatto, per esempio, che non poche istituzioni benefiche statunitensi, tra le quali si annoverano persino università e musei, devono la loro esistenza a finanzieri senza scrupoli o addirittura a gangsters). per cui generalizzare, ossia vedere gli uomini sotto un solo aspetto, è veramente inadeguato, ed è anche pericoloso. pericoloso perché quando una realtà si scorge e si vàluta soltanto in parte, l’altra parte, quella trascurata, tende sempre a vendicarsi e a recare danno: e difatti lo reca!
    Sta a noi, credo, essere avveduti e lungimiranti, esperti dell’animo umano da far leva non soltanto sul timore di o qualcosa, ma anche su altri sentimenti, a seconda delle situazioni. In quanto se non sappiamo o non vogliamo assumere questa forma mentale, non possiamo che commettere gravi errori di valutazione per evitare di andare incontro a sorprese spiacevoli.

    In verità, le posizioni che vengono via via assunte, sono quelle del “pessimista”: io non mi fido di nessuno, quindi nessuno è in grado di farmela. Ogni pessimista è fortemente convinto che, fra tutti gli atteggiamenti possibili, questo è il più furbo, il più intelligente, il più lungimirante e quindi il più producente. In realtà, il pessimismo è sbagliato quanto l’ottimismo, acceca come acceca l’ottimismo e pecca per difetto quanto l’ottimismo pecca per eccesso.
    Sono due estremi ben lontani dalla verità.

    Non accordare fiducia a nessuno – come fa il pessimista – e quindi neanche alle persone onorate, alle persone che la meritano, è più che un’ingiustizia, è più che un affronto: è un errore, è una colpa.

    Del resto domandiamoci: è realmente possibile non fidarsi mai di nessuno?
    Io credo di no. Io credo che un pessimista puro, ossia uno che non si fida mai di niente o di nessuno, finisce necessariamente nell’immobilità, nella paralisi, poiché sono troppe le cose e le circostanze nelle quali non possiamo fare a meno dell’opera degli altri.

    Se tutti rubano … nessuno ruba!
    Se tutti sono ladri … nessuno è ladro!

    Ho inteso che si sta analizzando, da un particolare cono di luce, una particolare situazione, il ché vuol dire soltanto una cosa: dall’aldiqua della barricata riusciamo a vedere i macroscopici errori dell’Aldila della barricata.
    Tutto questo porta ad una conclusione: non tutti rubano o sono truffaldini, perché è già nel distinguo di questo articolo.
    Dovremmo, piuttosto, analizzare con più serenità i fatti oggettivi e riportarli al nostro vivere quotidiano.

    Le ho espresso, Herr Wolf, soltanto un personale parere, durante “cinque minuti” di pausa, chiedendo perdono per la lunghezza di un commento che, tutto sommato, rimane pur sempre un umile commento. (abbastanza rinfrescante per il cervello).

    La ringrazio porgendole le mie sentite cordialità.

    Ninni Raimondi

    PS: A me le arance non piacciono, ma potrebbero esser gradito qualcosa di “salato”. Non si sa mai.
    Grazie

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    • Vero, Lord Ninni: le persone sono inevitabilmente influenzate dal contesto. Tuttavia abbiamo la ragione e con essa dovremmo mediare perfino nei contesti più difficili. Quindi non dovremmo essere troppo pazienti e “perdonare” sempre. Metto “perdonare” tra virgolette perché parlo proprio del “perdono legale”; in cuor mio posso perdonare chiunque, anzi posso usare la comprensione – come fa lei – e non aver nemmeno bisogno di perdonare. E’ bene che lo faccia, fa bene anche a me stesso e non solo alla persona che perdono. Ma… il “non-perdono legale” è altro: si tratta di impedire che chi ha volutamente violato una legge o danneggiato qualcuno possa rifarlo, si tratta di impedire insomma la reiterazione di un reato. Perfino il padre di un figlio assassinato può perdonarne l’assassino, ma non per questo esso deve tornare in libertà.
      Allo stesso modo, quando invito a guardare sé stessi oltre che il brutto esempio di chi ci governa, non è per dire “va bé, tutti sbagliamo, pazienza”, ma piuttosto per arrivare ad un attento esame di coscienza e migliorare noi per primi. Chi, purtroppo per noi, occupando posizioni così elevate, danneggia tante persone con il suo operato “sbagliato”… non dovrebbe essere “perdonato”, non per cattiveria ma perché saremmo davvero idioti a dargli l’opportunità di frodarci di nuovo.

      P.S.: una bella torta di verdura allora! 🙂 Qui in Liguria ne facciamo di ottime! 😀

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  10. Caro Wolf, il cittadino elettore è stato messo nella condizione di non potere realmente scegliere. Uno dei punti, a mio avviso, molto importanti è che qui in Italia, contrariamente a quanto avviene in una Europa più evoluta, si fa il politico di mestiere. Per questo la politica è morta e si assiste al disdicevole spettacolo di divisione dei ministeri tra i soliti noti. Sfido io, sono sempre gli stessi da 30, 40 anni! Se avessero uno stipendio normale (magari come quello di un insegnante?) e lavorasssero per una sola legislatura e senza privilegi, be’ forse si ritroverebbe il senso politico e, perché no? anche quello civico e la nazione potrebbe andare avanti… e invece questi non sono stati capaci neanche di fare il proprio mestiere e per il lavoro sporco hanno assunto (unicamente a spese del cittadino) un bel set di “tecnici” che si vantano quotidianamente del loro operato. Effettivamente, dal momento che non hanno fatto altro che aumentare le tasse e vessare i soliti poveracci, ma non hanno minimamente intaccato i costi della politica, né tolto qualche privilegio di troppo, ci vuole una bella faccia tosta a vantarsi, soprattutto quando la maggior parte della popolazione protesta, rimane senza lavoro, non arriva a fine mese e purtroppo si suicida anche…
    baci (che argomento spinoso…)

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    • Ti sorprenderò, ma secondo me non è sbagliato che guadagnino tanto (non così tanto, però! Ne che abbiano tutti questi assurdi privilegi!); il guadagno elevato dovrebbe in teoria metterli al riparo da tentazioni come “bustarelle” & C. A sorpresa però non succede 🙂 Per questo andrebbero bastonati molto, ma molto più duramente. Non sono solo ladri, ma anche traditori, e per questo andrebbero puniti severamente. Come ci si può aspettare che i comuni cittadini evitino comportamenti sbagliati se hanno esempi così eclatanti di gente che li compie per milioni di euro facendola franca o quasi? 😐
      Baci 🙂

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  11. Un post che sparge sale sulle ferite… sulle mie ferite! Sono così smarrita per quello che sta succedendo in Sicilia che quasi mi viene difficile seguire la politica nazionale… Se il mio orticello è in pericolo, come posso curarmi dei grandi parchi?…
    Sembra che ci sia stato un cambiamento in Sicilia, ma – a quanto pare – è il solito cambiamento del Gattopardo.
    A questo punto non rimane che sperare nell’azione dei Grillini, ancora non travolti dal potere ( e sperare pure che non comincino a litigare prima ancora di arrivare in Parlamento!).

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    • Capisco perfettamente, anche se immagino che anche il tuo… orticello troverebbe beneficio da grandi parchi tutti curati 😉
      I grillini… non so, sono ancora in “riserva” su di loro 🙂 Vedremo…

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  12. Quanto alla tua domanda, qualcuno disse che “ogni popolo ha i governanti che si merita” e lo trovo molto giusto anche se… continuo a chiedermi cosa abbiamo fatto di tanto terribile per meritarci questi Governanti!! 😀

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  13. Ciao Wolfy,
    in questo periodo la politica mi disturba un pò (scherzo)
    ma qui da noi fanno fatica a far avere i soldi per costruire i capannoni e le case crollate,
    la burocrazia crea un sacco di problemi…ma non si preoccupano di niente..pensano solo alle sedie…e non solo.
    Ciaoo e buona settimana
    Magda

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  14. Posso dirti soltanto che la penso quasi esattamente come Maria D’Ambra. Bisogna finirla col mestiere della politica, con il privilegiare gente che ha una buona oratoria e una notevole faccia tosta e che conosce bene le astuzie e le tecniche del lavoro parlamentare. Queste abilità da mestieranti finiscono per prevalere sulla carica ideale ed etica. Gli stipendi di chi svolge, per un periodo limitato, attività politica non possono essere troppo lontani da quelli di chi svolge un servizio come pubblico dipendente. Chi fa politica deve sapere che, dopo breve tempo, dovrà tornare a far parte del mondo del lavoro e non potrà quindi disinteressarsene, come se fosse un mondo inferiore, del quale ormai si è liberato per sempre. Infine, i tecnici si vantano perché sono stati sempre talmente incensati nella loro vita da considerarsi una sorta di superuomini (I laureati ad Harvard negli USA non sono da meno). Si tratta di persone che hanno acquisito la consapevolezza di far parte di un’élite e che si comportano di conseguenza.

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    • Eppure sai, caro Guido, che ogni volta che ai posti di guida c’è qualche “tecnico”, dopo un po’ molti si lamentano che “ci vogliono dei politici veri” 🙂 Che poi… da quant’è che non abbiamo un politico vero lassù? 😐

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  15. Già, li abbiamo lasciati al potere per tanto, troppo tempo, è vero. Però a volte ci abbiamo provato a cambiarli, perché siamo tutti piuttosto stanchi di questi Alì Baba & Company che che governano…

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  16. Ma poi accache che il “nuovo” si riveli, se possibile, ancora peggiore del vecchio, vei i vari Formigoni, Polverini, Leghisti ecc. ecc.
    Si capisce che sono nauseata dai politici… vero che si capisce? 😀 😀

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  17. La seconda che hai deto, Wolf, ha certo fondamento: ‘l’alto’ rispechia ‘il baso’, cioè non tuti ma un buon numero cura SOLO i suoi interesi, altri principalmente. Rimangono i politici in buona fede che credo ci siano ecome, ma devonoi far i conti con le mafie e l’altra coruzione;come del resto deve fare buona parte delle imprese, a quanto pare, e tutti noi indiretamente; io credo che questo sia il male pegiore del’Italia.
    La storia degli e.mail? Conferma la tua seconda!
    Ciao!

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  18. Concordo perfettamente su tutto quello che dici qui nel post.
    Anch’io spesso mi pongo la domanda di chiusura del post, tutte le volte mi rispondo che l’ignavia o la coscenza poco pulita insieme alla pigrizia fa aspettare gli interessati che arrivi qualcun altro a togliere le castagne dal fuoco. E so anche per esperienza personale che quando c’è qualche trasgressore a questa regola si fa di tutto per neutralizzarlo onde evitare che il proprio lavoro aumenti o si svelino i retroscena e gli imbrogli che ci sono.
    Ciao
    Cle (a friend’s friend)

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  19. Penso che la politica, come dici te, rispecchi la società stessa, da tempo non si dà più importanza ai valori morali. Ed è anche vero che la classe politica è distante dai problemi reali delle persone, che ne sanno di caro benzina,del costo della vita,dei trasporti,dei servizi in genere,delle code per avere una visita medica…ne hanno sentito dire, ma è molto diverso dall’averlo provato di persona. Non saranno tutti così per fortuna, ma quando ci sono queste situazioni mi viene di collegarle con le grandi rivoluzioni popolari, alla rivoluzione francese e sembra che tutto si ripeta, speriamo questa volta in maniera diversa. Un carissimo saluto Wolf…sai sono riuscita finalmente ad accedere al blog che avevo aperto su “iobloggo”, ho ritrovato tante vecchie conoscenze e continuerò lì come “cieloterrafuoco”

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    • Io spero sempre che di rivoluzioni non ci sia bisogno poiché troppo spesso finiscono nel sangue. Una rivoluzione diversa, alle urne per così dire, può essere possibile… se si trovano i registi giusti…
      Non ti trovavo, forse perché ti sei dimenticata la “acqua” dopo “cieloterrafuoco” 😛 😉

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  20. Sono convinta che molta gente “della strada” non si comporti meglio dei nostri politici.
    Per il semplice motivo che un politico non può agire da solo deve avere dietro, accanto, persone disposte a “collaborare” magari per ottenere anche solo qualche piccolo vantaggio.
    Avendo lavorato in un ente pubblico ne ho avuta la prova continuamente. Spero che i tuoi malesseri siano passati. Ciao 🙂

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    • Esatto, temo di pensarla anche io così 🙂 In quanto ai miei malesseri… via uno dentro l’altro! 😀 Quando capita un giorno in cui sto proprio bene è festa grande! eheheh Ma non è che capiti frequentemente, eh! 😛

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