Come affrontare la preoccupazione – seconda e ultima parte

Bene, mi aspettavo di pubblicare prima la conclusione dell’argomento, ma il tempo e gli eventi, si sa, sono tiranni. E allora… Comunque meglio tardi che mai, no? 🙂

Come affrontare la preoccupazione – da “Dominare la mente”, di Barry Long

La preoccupazione nasce dall’interesse personale. Non vi è nulla di sbagliato in questo. Senza di esso saremmo inutili per chiunque e per qualsiasi cosa, e moriremmo. Ma la preoccupazione è un falso egoismo poiché non contiene nessuna intenzione di agire.

Il vero interesse personale si risolve in azione, al di là che l’azione sia positiva o negativa. Il falso egoismo no. La preoccupazione non contiene mai la volontà di agire, perché non ha mai un obiettivo autentico. E’ un autoinganno inconscio, deliberato, un movimento senza scopo, tutto all’interno della testa.

Anche in questo caso dovete fare attenzione ai trucchi della mente. La mente preoccupata, ansiosa, cercherà di farvi credere che sta esaminando una serie di possibili azioni. Ma non è così. Dovreste già essere in grado di sapere che nell’attimo in cui programmate una linea di condotta autentica, per riprendere una posizione, dovete smettere di preoccuparvi.

L’azione programmata richiede uno scopo. Richiede un pensiero lineare e coerente di comprensione dei fatti che conduce all’azione. Voi siete troppo impegnati a collegare i fatti per preoccuparvi; e in seguito, troppo impegnati a tradurli in azione. Rifiutate le impressioni. Sono false; sono il primo passo verso l’ansia. E poiché sono false, non resisteranno al vostro esame cosciente.

Il vostro test è il seguente: “Intendo veramente agire in base alla sequenza di pensieri che sto seguendo?”. Se la risposta è no, rinunciate. Siate onesti, siate forti.

Se avete disperato bisogno di denaro e decidete di svaligiare una banca, non vi preoccuperete mentre siete decisi ad agire. Forse sarete nervosi; ma nervosismo non è preoccupazione. Una volta presa la decisione, vi occuperete solo dei fatti che a vostro giudizio produranno un colpo sicuro. Tuttavia, se pensate di svaligiare una banca sapendo che non avete alcuna intenzione di farlo, la vostra mente si rifiuterà di lavorare in modo efficiente per voi. Non farà che trastullarsi con le impressioni: inutili e irrealizzabili sogni a occhi aperti o fantasie. Questo è il rovescio apparentemente innocuo della terribile medaglia della preoccupazione.

Osservate come, nell’ansia, l’autoinganno dà alla mente una contorsione maliziosa. Invece di pensare in modo lineare, corre attorno a una linea di pensiero circolare, finendo per ritornare sempre al punto di partenza: sulla perdita, l’impotenza o il dolore, e mai su ciò che può essere fatto nel momento presente.

Osservate come la preoccupazione cessa di esistere se solo riuscite a sostenere la prima immagine. Avvertirete ancora la perdita o la sofferenza come un senso di pesantezza, come una nube nera di sottofondo, ma non ve ne darete pensiero: davvero una strana sensazione per l’uomo o la donna abituati a restare svegli a causa delle preoccupazioni.

Naturalmente, non è facile fermare e tenere quieta la mente in questo modo, mentre le emozioni sono disturbate. Questo stato non lo si raggiunge impegnandosi un paio di volte a meditare sull’ansia. Nasce dalla pratica costante di ogni esercizio illustrato in questo libro, dalla dedizione al vostro scopo.

Se non riuscite a smettere di pensare nei momenti migliori, di sicuro troverete difficile farlo nei momenti peggiori.

[…]

Situazione: avete un problema. Ci avete pensato e ripensato senza approdare a nulla.

Provate a sostenere il pensiero principale; quello che continua a ricorrere. E su di esso fissate la vostra attenzione.

Adesso chiedetevi:

Quante volte ho già pensato a questa cosa?

Poi riesaminate i fatti.

Qual è la situazione?

Cercate di capire se potete intraprendere un’azione.

Intendo veramente agire?

Se c’è qualcosa che potete fare…

Fatelo subito.

Se non c’è nulla da fare…

Perché continuo a pensarci?

Se vi sono diverse possibilità, quindi incertezza e confusione…

Che cosa voglio?

Se non lo sapete, sostenete la sensazione del volere qualcosa. E’ una sensazione che si trova da qualche parte nel vostro corpo. Per il momento non vi è altro da fare.

Abbandonate il pensiero.

Aumentate il tempo che dedicate ogni giorno alla meditazione.

I momenti di profonda preoccupazione, quando la mente è disperata, sono quelli in cui dovete utilizzare tutto ciò che avete appreso finora.

Avete la sensazione che la meditazione non vi aiuti. Non riuscite a fermare i pensieri. Allora ricordate questo:

A ogni tentativo, guadagno in consapevolezza.

E ricordate:

C’è la preoccupazione.

E c’è il vostro corpo.

Non sono la stessa cosa.

Io non sono la preoccupazione.

 

71 pensieri su “Come affrontare la preoccupazione – seconda e ultima parte

  1. “A ogni tentativo, guadagno in consapevolezza”, questo mi piace. Tutto fila nel discorso ma il problema è: quando è altro, esterno da noi a intrufolarsi in noi e deconcentrandoci nell’atto meditativo, come una scarica elettrica ci immette una dose di preoccupazione, come mi ricarico di nuovo, ogni volta?
    “Intendo veramente agire… Intraprendere un’azione…” Trovi che veramente dipenda sempre e solo dalla nostra volontà? Sono meditativa e tenace, eppure credo che non sempre sia così, ci sono fattori esterni insormontabili delle volte e verso quelli non credo ci sia tecnica che tenga.
    un saluto

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    • Ma è sempre così. L’esterno che ci deconcentra, così come l’interno, esiste sempre, troppo facile sarebbe senno’: non saremmo qua a parlarne, non esisterebbero culture millenarie che studiano possibili soluzioni. L’ansia, la preoccupazione, nascono quasi sempre in seguito a qualcosa di esterno che ci colpisce e fa correre impazzita la nostra mente. Questi metodi hanno proprio lo scopo di parare il più possibile questi colpi. Dici “Trovi che veramente dipenda sempre e solo dalla nostra volontà?”, la risposta è sì: il tipo di reazione agli eventi dipende sempre da noi, perfino quando non c’è nulla da fare. Il testo non scrive solo “Intendo veramente agire… Intraprendere un’azione…”, scrive anche “Se non c’è nulla da fare… Perché continuo a pensarci?”. Il senso di ciò è che perfino quando non c’è nulla da fare, disperarsi e preoccuparsi è – a rigore – inutile e acuisce il nostro dolore e la nostra sofferenza.
      Il testo non insegna a operare miracoli, insegna piuttosto a non farsi trascinare in mulinelli mentali inutili e dannosi, a agire quando si può farlo senza farsi bloccare dall’inazione dovuta ai contrasti sul da farsi che nascono nella nostra mente, ad accettare ciò che ci sta capitando se non è possibile cambiare le cose senza aggiungere il tormento della paura e della preoccupazione ai fatti concreti.
      Nessuno insegna ad operare miracoli, ma saper agire, o accettare serenamente, non è poco.

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    • Il fatto che non sia facile e’ l’obiezione piu’ frequente che viene fatta 🙂 Certamente non e’ facile, cara Alessandra, d’altronde, come scrivo sempre, se ci sono culture millenarie che l’hanno da sempre come oggetto di studio e insegnamento qualche motivo c’e’ 😉
      Tuttavia ogni piccolo passo nella direzione della serenita’ e’ gia’ un grande ed importante successo 🙂

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  2. Consigli utilissimi e sui quali convengo, attuarli… ognuno ha la sua percezione delle cose. Credo, comunque, che le preoccupazioni si combattono quando non si è da soli: di solito il soggetto estremamente preoccupato, con al suo fianco una persona forte che lo incoraggi e gli faccia vedere il famoso rovescio della medaglia, troverà pian piano la serenità che gli darà la forza per affrontare le negatività. Molto interessante il punto in cui viene vista la preoccupazione come una sorta di rifugio per evitare il combattimento.
    Ottimo post, come sempre.
    buon inizio settimana
    annamaria

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    • Sicuramente avere al proprio fianco una persona cosi’ e’ molto importante; tuttavia credo che senza la volonta’ dell’interessato ogni aiuto esterno e’ poco piu’ di un palliativo.
      Grazie a te cara, e buon inizio settimana! 🙂

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  3. Penso che le preoccupazioni siano normali; il punto è non frsi bloccare da esse ma cercare invece di trasformarle in risorsa, sfruttando la preoccupazione stessa come motore per rinforzare la volontà e l’organizzazione delle proprie emozioni e xcapacità, cogliendo la sfida che la preoccupazione ci pone. E poi occoroono dei riferimenti oltre tutto quello che imo e l’ancoraggio valori elevati, che trascendino ogni situazione ossibile. Gli affetti e l’aiuto di persone vicini sono determinanti e bisogna sapere che oltre il fondo non si può anadae e quindi oltre un certo limite , si può solo rislire..Questi sono alcuni miei punti di vista che penso siano condivisibili.
    Un saluto, siamo conoscenti da anni, anche se ultimamente non ci simo frequentai, Un salutto anche a tutti glu altri tuoi visitatori.
    Ultrainternet

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    • La preoccupazione ha un suo valore, che e’ quello di metterci a conoscenza che abbiamo un problema, che pero’ si estingue – o dovrebbe farlo – nel momento stesso in cui decidiamo di affrontare il problema stesso. La preoccupazione non si estingue se: ci ostiniamo a non fare nulla per affrontare la situazione, o se non controlliamo la mente lasciando libero spazio ai pensieri di perdita che, come dice il testo riportato, quasi sempre accompagnano la preoccupazione.
      Sono d’accordo sui “valori elevati”, anche se i miei valori possono essere diversi dai tuoi valori. Il mio valore massimo al momento e’ la comprensione, ad esempio. Forse tu ne hai uno diverso.
      Per quanto riguarda l’aiuto e l’affetto delle persone care, hai assolutamente ragione… a patto pero’ che ci mettiamo del nostro, altrimenti, se non siamo decisi noi stessi a prendere in mano la situazione, tutto l’aiuto del mondo rischiera’ di essere inutile.
      Grazie, un caro saluto 🙂

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  4. E’ molto utile leggerti.
    Non sono il tipo che si preoccupa, ma sogno ad occhi aperti. Altrettanto pericoloso, come certe medicine che non sono nocive in sè, ma danneggiano perché non curano; e l’infezione avanza….

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    • I sogni ad occhi aperti non sono sempre pericolosi. E’ importante che essi non rimpiazzino la realta’, che insomma contengano comunque sempre almeno un pizzico di concretezza, altrimenti sono solo fuochi fatui. Naturalmente anche sognare ad occhi aperti per il piacere di farlo, non e’ necessariamente negativo: una fuga dalla realta’ che magari e’ dura e’ accettabile, e anzi puo’ perfino essere sana. L’importante e’ che si sia consapevoli di cosa si sta facendo, e che, alla fine della fuga, si torni alla realta’ stessa 🙂

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  5. Ciao Wolf! L’anno scorso abbiamo passato 9 giorni in campeggio. A nostro fianco ha parcheggiato un camper con una coppia di romani: Bruno e Daniela. Lui è un personaggio a tuttotondo, colto, simpatico…beh con tutte le caratteristiche “simpatiche” dei romani. A parte la Ratafia (http://www.lartemista.com/2011/09/01/ratafia/) una frase di Bruno mi è restata così impressa che tornando a casa l’ho appesa ad una antina della cucina…dice
    ” Hai un problema? Puoi risolverlo? Si….di che ti preoccupi???!!!
    Hai un problema? Puoi risolverlo? No….di che ti preoccupi???!!!”
    La preoccupazione è invalidante…non porta a nulla, consuma, distrae e stanca fisicamente trasformando le persone.
    Io di tanto in tanto mi preoccupo…poi mi scrollo e vado avanti. Chi si ferma è perduto! 🙂

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    • eheheh massime cosi’ ci sono in tutte le culture, le ho trovate a Napoli come in… Tibet! 😛 Un motivo ci sara’, che dici? 😉
      Verissimo quello che scrivi sulla preoccupazione. Come scrivevo poco fa in un altro commento “La preoccupazione ha un suo valore, che e’ quello di metterci a conoscenza che abbiamo un problema, che pero’ si estingue – o dovrebbe farlo – nel momento stesso in cui decidiamo di affrontare il problema stesso. La preoccupazione non si estingue se: ci ostiniamo a non fare nulla per affrontare la situazione, o se non controlliamo la mente lasciando libero spazio ai pensieri di perdita che, come dice il testo riportato, quasi sempre accompagnano la preoccupazione.”
      Se cio’ che ci preoccupa e’ privo di fondatezza o non si puo’ affrontare, allora hai ragione te: una scrollata di spalle e si va avanti 🙂 Altrimenti, si deve capire che cosa ci vuole dire la preoccupazione, poi decidere come agire e a quel punto… lasciarla andare, non serve piu’, e’ dannosa.
      Un caro saluto 🙂

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  6. Naturalmente so che non è vero, però sembra che questo post sia stato scritto proprio per me… Sono l’ansia personificata, potrebbero espormi in una bacheca del Centro di studi sull’ansia…Però cerco di combatterla in tutti i modi possibili, proprio tutti forse no, perché non riesco a fare meditazione, non ne sono capace: se ci provo l’ansia mi aumenta. Potrebbe sembrare una battuta, ma ti assicuro che non lo è.

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    • Non ci crederai ma ti assicuro che sei in ottima compagnia, sono tante le persone vittime della propria ansia, a volte me compreso 😉 Ed è anche normale che all’inizio la meditazione possa addirittura sembrare controproducente. Ciò succede perché lascia libero spazio a ciò che abbiamo dentro, nella nostra profondità, per cui se abbiamo ansie o paure esse possono manifestarsi. Tuttavia questo è un “effetto collaterale” che dura poco poiché presto ci accorgiamo che non dando loro peso ansia e paura diminuiscono in fretta. Possiamo sperimentare delle vere e proprie oasi di pace ove queste emozioni negative letteralmente spariscono. Ecco, non è importante mantenere tale stato di quiete per sempre, soprattutto non all’inizio, ma il solo fatto di sapere che esiste e che è possibile accedervi ci spinge a ricercare questa oasi dentro di noi sempre più spesso, ogni volta che ne abbiamo bisogno 🙂

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  7. Non so se hai visto il film “A beautiful mind” (ogni riferimento personale è puramente casuale!) e, in particolare dei fantasmini che il protagonista vedeva e che credeva veri e reali. Ecco, ogni tanto io penso a quell’uomo e mi dico che le mie preoccupaxioni ansiogene sono frutto della mia fantasia come quei fantasmini, e a volte riesco a convincermene! 😀

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    • Vero 🙂 Come ho scritto in diversi altri commenti, la preoccupazione ha una sua importanza poicheé ci “mette al corrente” che esiste un problema. Tuttavia, se prendiamo consapevolezza di questo problema senza nascondere la testa sotto la sabbia ed agiamo di conseguenza, la preoccupazione esaurisce il suo compito e non solo non serve più ma diventa addirittura dannosa 🙂

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  8. Crearsi uno spazio, anche fisico, un “deserto” personale… da dove poter “vedere” i pensieri (e dunque anche le preoccupazioni) dall’esterno… La prospettiva cambiata aiuta ;).

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      • …secondo te quante invenzioni intellettuali ci sono?…
        L’uomo è forse l’essere vivente piu’ difficilmente definibile: corpo dotato di anima, cuore, mente, forza, spirito, coscienza, autocoscienza…
        Per non parlare della donna … 🙂 (ma ti sto portando fuori tema).
        Un saluto a te e grazie!

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      • Bé, non so… credo che l’uomo sia un po’ sopravvalutato eheheh 😛 Non vedo tutta questa distanza tra l’uomo e gli altri animali, ma non lo dico in senso denigratorio eh, piuttosto credo che gli animali non siano poi così distanti da noi. Ricordiamoci che se i dinosauri non si fossero estinti a causa (probabile) della meteora, oggi forse non saremmo la specie dominante 😉
        Comunque tutto cio’ che è legato al “mio” è, in fondo, una invenzione. Il resto no, ma tanto basta pèer rovinarci l’esistenza 🙂

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  9. Quello che descrivi è un percorso che sto cercando in questi mesi di seguire, ma non è facile, certe volte il corpo si ribella alla mente e bisogna ricominciare tutto daccapo, anche se da un punto di consapevolezza più elevato, comunque…sempre belle le cose che scrivi, caro Wolf. Un abbraccio, Lupacchio, a presto!

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    • E’ assolutamente così, come del resto è scritto anche nel testo del post 🙂 E’ un – lunghissimo – processo in divenire piuttosto che un obiettivo che si raggiunge. Ma ogni passetto in quella direzione è davvero… tanta roba! 😉
      Abbraccione! 🙂

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  10. In particolare per me, in passato, è stato molto importante riuscire a rendermi conto che, malgrado credessi di avere preso delle decisioni con la convinzione di portarle avanti, in realtà dentro di me, pur negandolo di continuo, sapevo che invece non avevo nessuna intenzione di agire fino in fondo. In questo modo tra l’altro, cioè chiedendo nel modo sbagliato, non ci arriva mai niente dall’esterno… Affrontare quella consapevolezza e smettere di crearmi false illusioni è stato per me uno dei punti focali e da quel momento, come d’incanto, sono cambiate moltissime cose (in meglio)…
    un abbraccio

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  11. Molto interessante il libro di cui parli, sembra riferito a me 😉 Questo periodo ho preso in pieno una bella preoccupazione, praticamente sono diventata la preoccupazione, con tutta la confusione che porta con se. A volte cerco di prenderne le distanze per pensare con lucidità a ciò che posso fare,a come posso agire visto che il caos di pensieri è controproducente e apre le porte all’ansia.

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    • Sì, è proprio così che funziona la preoccupazione, l’hai descritta benissimo… purtroppo, si vede che la conosci 😉 Non so da cosa sia causata, però so che sei molto brava a trovare soluzioni, devi solo fidarti di te stessa e… lasciarti fare ciò che senti sia giusto fare 🙂

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  12. Ero più allegra quando ho scritto l’altra volta, Wolf, da un paio di giorni sono preda dell’ansia o forse non ansia ma una malinconia tanto assoluta quanto immotivata. A volte penso di essere vagamente ricettiva, voglio dire, di percepire delle onde negative che emanano gli altri e avvolgono la mia anima. Pensi che sia un fenomeno possibile?

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    • Certo che è possibile, perfino senza tirare in campo teorie “metafisiche”: basta un pò di psicologia. Quando abbiamo attorno persone negative è facile farsi influenzare, è come se… leggessi sempre libri tetri o film tristi, dai e dai alla fine diventi negativo anche tu. Comunque non è l’unica spiegazione possibile, può darsi che tu abbia aspirazioni che non stai sentendo, che stai nascondendo a te stessa magari perché pensi che non piacerebbero a chi stai attorno, e allora il tuo inconscio ti manda dei segnali di malessere per farti prendere atto che qualcosa non va. O può esserci anche qualcosa di chimico, magari potresti provare a prendere un po’ di magnesio oligoelemento, a me aveva fatto miracoli 🙂

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  13. Intanto vorrei ringraziarti, Wolf, per l’attenzione che mi riservi, a volte mi pare di verti eletto a mio psicologo personale di fiducia! Sai, tutte le tre ipotesi che avanzi possono essere quelle giuste, in effetti potrei realmente avere aspirazioni di cui non sono consapevole perché tendo a nasconderle anche a me stessa. E potrei avere davvero carenza di magnesio perché l’ho notato da altri sintomi fisici.

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  14. No, non ci riesco a esprimere quello che sento dentro di me, mi viene impossibile, come se avessi un blocco.invece mi viene naturale e spontaneo non solo scrivere ma anche parlare come abitualmente faccio nel blog, cercando di volgere i discorsi in scherzi e battute, più o meno riusciti, ma questo non conta 😀

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    • Certo, mettere in pratica è più complicato che esprimersi a parole, e abbiamo la percezione che sia anche più pericoloso, ma… se si vuole ottenere qualcosa, è proprio necessario agire… 😉

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  15. C’è solo da provarci, anche se leggendo mi sono resa conto che in alcune situazioni, quando ero assolutamente convinta di voler arrivare fino in fondo la determinazione e la volontà di agire hanno offuscato un pò la preoccupazione…

    buona serata e buon inizio settimana ^___^
    lella

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  16. Post molto bello a cui mi sentirei di aggiungere qualcosa.
    Non so chi di voi si sia interessato di Transurfing però c’è un punto molto interessante,in cui viene suggerito quanto segue:consideriamo che per ogni avvenimento che ci accade ci troviamo sempre di fronte ad una biforcazione,siamo solo noi che,scegliendo di accettare l’evento in un certo modo potremo proseguire,da quel punto,verso un esito,per noi positivo o negativo.Se accettiamo di adottare quest’atteggiamento interiore ,le cose in grado di farci preoccupare diminuiscono sensibilmente.

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    • No, non conosco il Transurfing, ma quanto scrivi è perfettamente in linea con il tema del post. Purtroppo non sempre le cose possono evolvere in senso positivo, ma in ogni caso l’ansia amplifica il dolore, la disperazione la sensazione di perdita. E li amplificano in maniera smisurata.
      Un caro saluto! 🙂

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  17. Carissimo Francesco, avrei bisogno di te, sempre vicino a me…in questo periodo poi. Altroché preoccupazioni ed ansia. Non so proprio cosa fare. Non va bene far dipendere totalmente la propria vita da un’altra persona e farsi trattare come uno straccio, solo per aspettare una parola carina, una sola… E non parlo di amore, ma di amicizia, che mi sto rendendo conto essere a senso unico. Ma non lo voglio accettare.,devo soffrire ancora un po’. Non sono mai riuscita a meditare, non riesco a concentrarmi, sono troppo ansiosa, mi agito. Ma questa sera proverò. Non credo nel caso. E non è un caso che proprio questa sera abbia desiderato tornare da te.
    Ti voglio bene e sei una presenza importante nella mia vita, anche se “solo” scritta.
    Un abbraccio grande a te, mogliettina e pelosi.

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    • Cara Manuela, grazie per le tue parole anche se preferirei che tu fossi serena.
      Vedi… forse hai ragione. Forse, come diceva un mio vecchio amico, non ha ancora toccato il fondo. Però credo che tu possa ugualmente fare qualcosa, puoi… dare una mano al processo di guarigione sfruttando la tua consapevolezza e la tua ragione. Può sembrarti che ciò non serva, che tanto torni a mettere in discussione i risultati della tua analisi e dunque a soffrire, ma non è così. Perfino il cuore, di fronte all’evidenza che porta la ragione, alla fine si adegua. Certo, miracoli non se ne fanno, non puoi cambiare emozioni e sentimenti con uno schiocco di dita, ci vuole pazienza. Ma già sapere che prima o poi, e probabilmente prima di quanto pensi, ne sarai fuori ti aiuta a superare i momenti no, a sopportarli nella consapevolezza che passeranno.
      Vedi, se c’è una cosa che ho imparato, è che davvero finché c’è vita, se lo vogliamo, possiamo rialzarci da qualunque avversità.
      Un caro abbraccio 🙂

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  18. “Se c’è qualcosa che potete fare, fatelo subito.”

    Ogni consiglio è buono, ma questo spesso mi ha aiutato a salvare situazioni che sembravano agonizzanti. Saper agire (magari cercando di migliorare i propri pensieri, indirizzandoli all’altro) è una mano tesa verso la serenità.
    Come sempre sei prezioso e saggio!

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    • Quando consiglio a voi, in realtà consiglio anche – e a volte soprattutto – a me stesso, cara Blanca. Saggio non è chi scrive bene, ma chi riesce a mettere in pratica ciò che scrive. E io non sempre ci riesco.
      Un caro saluto 🙂

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    • L’idea non è, naturalmente, quella di “buttarsi” ad ogni costo, ma di evitare di tergiversare quando in fondo si sa cosa bisogna fare. Molto spesso lo sappiamo ma tentenniamo e lasciamo spazi ai dubbi che così si insinuano e apportano confusione. Cerca di trovare un pò di tempo per te, rilassati e… ascoltati. Credo che la risposta la troverai 🙂

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  19. Molto interessante anche questa seconda parte. Spesso ci identifichiamo troppo con la preccupazione, dimenticando come dicono le parole in chiusura che noi non siamo la preoccupazione e comunque spesso succede di scoprire alla fine di essersi preoccupati per niente…ma ci si rende conto con il senno di poi… Un caro saluto, augurandoti di risolvere presto i tuoi problemi di salute. Ciao!

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  20. Ciao lupo 🙂 Ti rispondo qua, non mi da la possibilità di farlo sull’ ultimo post ne di visualizzare i commenti :/
    Spero che la salute vada meglio, certo da come scrivi la prossima volta che avrà bisogno di fare una radiografia verrò dalle tue parti ! (qui in Toscana siamo arrivati a 38 euro è 10 euro = 48 euro, se sei nella fascia di reddito più bassa..senza contare i mirabolanti tempi di attesa O.O).
    Da come descrivi mi sembra sciatalgia, ogni tanto ne soffro e dai doloretti alla schiena mi arriva al piede come descrivi tu; ho già fatto tante visite e non ho trovato niente di che, è solo un nervo che tende ad infiammarsi in particolari condizioni di stress fisico..e anche le variazioni del tempo fanno la sua parte 😀 Ti auguro che non sia “niente di che”, fai bene a farti fare un check-up comunque 🙂
    Buonanotte,
    IrisLuna-NemesiNera

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    • Probabilmente devi ricaricare la pagina quando ci sei gia’ sopra… prova un po’ 🙂

      Infatti, l’importante e’ verificare che non sia nulla di grave, poi se e’ per il dolore… me lo tengo sperando che prima o poi passi! 🙂
      Buona giornata cara 🙂

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  21. Ce la metterò tutta, Wolf, cecherò di farcela e di sconfiggere quei “fantasmini” che ogni tanto si affacciano al pensiero e mi vorrebbero avvelenarmi la vita… Prima o poi troverò la risposta giusta, ed essi scompariranno finalmente!

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    • Quello che conta non è tanto la “forza” con cui ci provi, ma la costanza. Se fosse facile l’avrebbero già fatto tutti, ma così non è. E il punto è che quasi tutti si arrendono alla prima difficoltà pensando che “tanto non funziona” o “non posso farcela” o “non sono il tipo”. Solo essendo costanti, fregandosene degli apparenti insuccessi e avendo davvero desiderio di riuscire, si possono fare dei passi avanti. E ogni passo avanti, in questo senso, è importantissimo 🙂

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  22. Buon pomeriggio Francesco…come stai? spero meglio e che tutte le tue vicessitudini riguardo alla tua salute possano lasciare il posto a tanta serenità…grazie per la tua presenza tra le pagine della mia vita…sei una persona che come il sole culla il suo prossimo sempre nella luce della positività e con quel senso di fraternità e di amore che in te sono luce di speranza…di sostegno…di accoglienza…ti voglio tanto bene…e ti auguro anche un buon onomastico…un abbraccio stretto stretto…grazie ancora amico mio…tanti sorrisi per te…per la tua vita…e famiglia…:-))un saluto a tutti… un baciotto sulle guanciotte…Mari

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    • Grazie Mari, il tuo commento è commovente, anche se non sono proprio così… ma mi piacerebbe esserlo o arrivarci 😉 Quando scrivo agli altri è perché in realtà scrivo anche a me stesso e per me stesso. La condivisione è importante, per tutti 🙂
      Un abbraccio e tanti sorrisi anche per te 🙂

      p.s.: il mio santo è Francesco da Paola, 2 Aprile, non di Assisi… ma non preoccuparti, ogni 4 di ottobre ricevo svariati messaggi di auguri, ormai mi ci sono abituato 😛

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