Come affrontare la preoccupazione

Come ben sa chi segue il mio blog, uno dei temi a me cari è la paura, esattamente come affrontarla e tentare di sconfiggerla. Parlo spesso di questo argomento perché io stesso sono frequentemente vittima della paura, in particolare della paura della paura.Posso dire che sono decenni che cerco la “strada giusta”. Dunque quando parlo a voi parlo anche e soprattutto a me stesso.

La preoccupazione è precorritrice della paura: curate la preoccupazione e nel 90% dei casi curate anche la paura. Ecco perché ho deciso di pubblicare un estratto interessante dal libro “Dominare la mente”, di Barry Long. Probabilmente mi servirà più di un post (un paio direi), ma… se mi seguirete e, come tutte le cose, se proverete a mettere in pratica quanto Long scrive… avrete fatto un passo avanti sulla strada della libertà dalla preoccupazione e, dunque, dalla paura.

Come affrontare la preoccupazione – da “Dominare la mente”, di Barry Long

Quando siete preoccupati e non riuscite a smettere, significa che la mente vi sta dominando. Ma nessuno si preoccupa di continuo. La preoccupazione arriva a ondate. Quindi, quando siete in questo stato d’animo, sedetevi come al solito, fate qualche respiro profondo e osservate quel che accade. Cercate di isolare la prima immagine che arriva; e sostenetela il più a lungo possibile. Poi, dopo esservi persi nel pensiero e aver riacquistato la padronanza, procedete a ritroso, se ci riuscite. Dovrete lavorare più duramente per rimanere consci o presenti. Le onde che portano i pensieri ansiosi saranno molto forti. Probabilmente dovrete faticare non poco mentre la mente si ribella; vuole smettere di essere consapevole e ritornare indisturbata alla sua preoccupazione. A questo punto però, dovreste essere in grado di restare separati dai pensieri e tornare a essere presenti, anche se ben presto finirete con l’identificarvi di nuovo con la preoccupazione.

La cosa importante è ricordare di separarsi. C’è la preoccupazione, ovvero i pensieri, poi ci siete voi, l’osservatore. Non siete la stessa cosa.

Ciò che conta è il numero di volte in cui, in ogni minuto, ora o giorno, ricordate di separarvi; non per quanto tempo ritenete di aver sostenuto ciascuna separazione.

Non fatevi scoraggiare. E’ difficile. Ma, perseverando, anche se avete l’impressione di fallire spesso, voi vincete… guadagnando in consapevolezza.

La preoccupazione si accompagna sempre a un senso di sconfitta. Se associata alla previsione di una perdita o di una sconfitta, diventa paura. La perdita sembrerà molto personale, ma se osservata da vicino la si può far rientrare in una di queste categorie: perdita di potere, posizione, prestigio, averi, permanenza (salute) o di una persona. Perdere una di queste cose equivale a perdere parte di sé e fa male.

L’apparente entità della perdita è irrilevante. Per alcune persone la perdita del loro buon nome ha più importanza della morte del loro figlio. I valori cambiano a seconda dell’individuo. Una cosa che non cambia è la sensazione di perdita e il peso del dolore che ne consegue.

Poiché la meditazione scava nel vostro intimo, renderà più intensa la vostra capacità di soffrire. Ma sarà una sofferenza che non dipende da “io” e “mio”. Questa sofferenza – è veramente un profondissimo anelito per quanto non può essere espresso a parole – è ciò che di meraviglioso vi è nell’uomo e nella donna e  il suo albeggiare è un risveglio.

La meditazione rimuove lentamente la sensazione che perdete qualcosa, di conseguenza, alla fine vi libera da tutte le preoccupazioni. E trasforma la persistente sofferenza in amore.

Lasciate che vi rammenti in che modo la meditazione fa tutto questo. Elimina ciò che di falso vi è in voi, consentendovi di vedere consciamente la falsità. Quando vedete consciamente il falso che c’è in voi, lo eliminate. Sotto la falsità – sotto la spazzatura – c’è il vostro vero essere. E nel vostro vero essere c’è quel meraviglioso sentimento cui tutti, senza eccezione, anelano e con il quale sembrano aver perso il contatto: l’amore.

La preoccupazione è falsa. Ma sentirvelo dire o riconoscerla, e non essere in grado di fermarla, per voi non è sufficiente. Dovete sentirne la sofferenza, E dovete riconoscerne la falsità in voi stessi: mentre siete preoccupati e non dopo. Con il senno di poi tutti sanno che l’ansia è stupida, ma poi si preoccupano di nuovo. Non importa fino a che punto siete convinti che l’ansia sia falsa e che riconosciate che lo sia, continuerete a preoccuparvi. Come a qualsiasi altra cosa falsa, la preoccupazione può essere superata solo comprendendola nel momento in cui è attiva, quando si agita in voi.

Per comprendere qualsiasi cosa, la dovete osservare in azione, esaminarla e, se possibile, entrarci; esserci quando nasce.

Se meditate regolarmente, e con serietà, vi ritroverete a separarvi in modo naturale. Nel pieno della preoccupazione vi saranno strani interludi silenziosi. Questa separazione è un segno inequivocabile di progresso. [continua…]

P.S. (e O.T.): voglio fare un piccolo favore ad un blogger pubblicando l’indirizzo del suo blog; è molto diverso dal mio: parla di giochi 🙂 Ma… la vita, per fortuna, comprende anche il gioco, no? Non dimentichiamolo 🙂 E allora…

http://ilblogdeigiochi.wordpress.com/

 

50 pensieri su “Come affrontare la preoccupazione

  1. Bellissimo post 🙂
    Posso solo dirti che dopo un lungo periodo di “perdite e sofferenze” sono arrivata a queste stesse conclusioni e nn è stato affatto facile rinunciare alla “preoccupazione” ed alla “paura”. Dopo, però, è tutto molto più semplice 🙂

    Mi sono fermata un po’ e mi sono mancati i tuoi post 😉

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  2. Ciao…una lettura interessante…mi sono ritrovata spesso a preoccuparmi per qualcosa che poi si è rivelato più semplice della mia immaginazione…impegni e novità mi mettono ansia e quando sono al limite provo a fermarmi e cambiare direzione alle cose da fare…al pensiero…oppure mi fermo e basta…chiudo tutto, spengo tutto e aspetto…aspetto che il cuore e la mente mi dicano, vai…andrà bene…ma non credo sia un riconoscimento della falsità della preoccupazione…è solo un modo per farmi coraggio…
    riconoscere la falsità della preoccupazione è un bel traguardo, probabilmente significa che siamo arrivati al punto di conoscere e accettare le nsotre capacità e i nostri limiti…

    buona domenica sera
    un abbraccio
    lella
    🙂

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    • In realta’ se tornerai a leggere anche la seconda parte dell’argomento, che pubblichero’ tra qualche giorno, vedrai che rimandare una decisione una decisione quando non si sa che pesci prendere non e’ considerato un errore. Basta non stare a pensarci sopra, pero’, senno’ si ricade nella proccupazione. Il tempo e gli eventi, o magari il subconscio, forniranno nuovi argomenti per poter arrivare ad una decisione e allora ci si ripensera’. Ma… lo leggerai scritto un po’ meglio 🙂
      Riconoscere capacita’ e limiti e’ certamente un bel passo. Tuttavia riconoscere la falsita’ della preoccupazione si inquadra, secondo me, in qualcosa di piu’ grande: la consapevolezza intima di cosa siamo e cosa NON siamo. Noi non siamo le nostre preoccupazioni e non siamo nemmeno i nostri pensieri, anche se essi sono parte di noi. Pensaci: anche se e’ tutt’altro che facile da mettere in pratica, che cosa cambia a preoccuparsi, magari arrivando ad essere spaventati, piuttosto che a dire “Bene, ho deciso come affrontare la cosa, agiro’ cosi’. E adesso posso smettere di pensarci.”? Se continuamo a preoccuparci, dopo aver preso una decisione, non faremo altro che continuare a metterla in discussione, consumando cosi’ preziosa energia psico-fisica, oltre che tempo. Senza contare l’ansia che ci risparmiamo.
      Grazie e buona settimana a te! 🙂
      Un abbraccio!

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      • Certo, ho già iniziato. Soprattutto per le cose che non riguardano la salute sulle quali perdo la capacità di giudizio. Oggi proprio dovevo parlare con una persona, mi ero impegnata a farlo ma con grandissime riserve. L’ho fatto (l’esercizio) e mi sono sentita meglio. Poi è andato tutto liscio.

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      • Sì, anche per me applicarlo alla salute è la cosa più difficile, il resto a confronto è uno scherzo 😛 Comunque, continua così, chissà che alla fine non si arrivi ad applicarlo anche alla salute 🙂

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  3. Buongiorno!
    Sai, io non ho mai tempo per preoccuparmi perchè lo uso per vivere. Faccio tutto ciò che posso fare durante la giornata e quando c’è qualche problema da risolvere ringrazio il cielo perchè ho qualcosa da fare e,puntualmente appena lo risolvo sento una soddisfazione piena 🙂 La vita è fatta per fare molto, pensare poco, pochissimo. Ci ho messo un bel pò di anni a capirlo 🙂 Un abbraccio, pensa sempre che ogni giorno è una opportunità di vita 🙂

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    • Buon per te, cara Cristina, soprattutto se riesci ad applicarlo a tutto, anche ai problemi importanti e drammatici. Io quello che scrivi riesco ad applicarlo alle “piccole cose”, non ancora a quelle grandi, come, ad esempio, i problemi di salute.
      Un caro saluto 🙂

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  4. Mi capita , talvolta , di entrare in un circolo vizioso mentale . Ci sono scelte le cui conseguenze sembran farci più paura di altre ed allora è come se stilassi nella mia mente una serie di pro e contro , ma che mai nessuna lista mi convinca del tutto…smetto di pensarci, cerco di stare solo sul presente e aspetto che la scelta si imponga da sola. A volte la ragione e il cuore lottano tra loro e solo quando si è guradato bene in faccia il problema, lo si è sfiorato nel Viver reale, la decisione sembra spuntare con naturalezza e ti accorgi anche che c’era già, anche prima, ma proprio le tue paure hanno creato le nebbie che non te la facevano vedere.
    ciao wolf…sempre interessante passare da te.

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    • Brava, esatto! Ho scritto spesso a proposito della indecisione che provoca ansia, dicendo che è la cosa peggiore. A volte conviene sbagliare, ma… decidere e basta. Già l’atto di decidere ci da un po’ di sollievo perché abbiamo la sensazione di aver preso in mano la situazione. E credo che in fondo sia proprio come dici te: si decide presto, ma… poi si torna sempre a mettere in discussione le decisioni prese e così non si arriva a nulla… e l’ansia sale.
      Grazie, un salutone! 🙂

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      • Credo anche che , in fondo, anche chi non decide mai, subisca le scelte imposte dall'”ambiente” che lo circonda, senza esserne molto consapevole. Credo che la pigrizia di non cercare neanche di capire quello chiesta accadendo, sia uno dei piu’di evidenti mail del nostro periodo…mi capita di vedere persone che non riescono neanche a decidere cose piccole, quotidiane, bloccate , proprio come dici, dall’ansia di sbagliare!

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      • Che ci siano influenze esterne e’ certo, tuttavia questo non puo’ essere una motivazione per non muoversi. Sappiamo che restare fermi, quando e’ necessario muoversi, e’ dannoso, questo ci deve gia’ essere sufficiente: dobbiamo prendere una decisione e dargli seguito, a costo di “fare a pugni” con l’ansia che cerca di farci tornare indietro sulla nostra decisione. Se in seguito ci accorgeremo che la decisione presa non ci sta portando nella direzione desiderata, allora potremo anche decidere di cambiare, ma rinunciare a priori per paura delle conseguenze e’ qualcosa che proprio dobbiamo rifiutare di fare.

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    • Il pensiero non siamo noi, lui va dove gli pare con l’inerzia di tutta la sua massa di pensieri che scavano, facendo danni come un ubriaco alla guida. Va usato come uno strumento potente bene impugnato. Questa consapevolezza la devo a te e non è cosa di poco conto. Ciao!

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      • ahah e’ vero, si comporta in maniera dominante e… pedante 😛 Difficile farlo sloggiare. D’altronde se fosse facile non esisterebbero tradizioni millenarie che insegnano come farlo.
        Ci vuole costanza e determinazione, passione direi. Ma i risultati sarebbero strabilianti. E’ che spesso appena passiamo le nostre crisi accantoniamo tutto e non ne parliamo piu’. Almeno fino alla crisi successiva, alla quale percio’ arriviamo nuovamente impreparati.

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  5. Sembra tutto così facile leggendo il tuo post, ma non lo è, non lo è per niente, è difficilissimo invece!
    Naturalmente, parlo per me, io non sono capace di meditare, la mente scappa qua e là e non riesco a starle dietro… e resto impigliata nelle mie paure 😦

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    • Ti confido un piccolo segreto, cara Happy: e’ cosi’ per tutti noi, o per quasi tutti. Ci sono culture millenarie che studiano come placare e controllare la mente, e se se ne parla sempre… qualche motivo c’e’ 😉 Pero’ vedi… un solo piccolo passettino nella direzione giusta, e’ comunque una conquista immensa. Quindi… non arrenderti, e continua a provare 😉

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  6. Sarebbe bello poter dedicare del tempo ad imparare queste tecniche di meditazione, giungere a dominare la preoccupazione e la conseguente paura… Ma si fa quel che si può col tempo che si ha.
    Comunque anche la consapevolezza di essere stata in grado di affrontare situazioni molto gravi ed inattese e di essere riuscita ad andare avanti comunque e nonostante esse è un modo per ridimensionare ansie, preoccupazioni e paure più attuali, man mano ch esse si presentano.
    Sempre affascinanti e positivamente istruttivi i tuoi post, non ti smentisci mai, lupacchiotto.
    Un abbraccio ^_^
    Paola

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    • Dipende, ognuno reagisce in modo diverso ai drammi che, per fortuna o merito, supera. C’e’ chi, come te, diventa piu’ forte, ma c’e’ anche chi diventa invece piu’ fragile imparando la fragilita’ della vita stessa e accrescendo percio’ di volta in volta la propria paura. Non so quanto davvero si riesca a cambiare queste modalita’, io credo si possa, altrimenti non ne parlerei, ma fino a che punto… e’ qualcosa che ancora devo scoprire.
      In quanto al tempo da dedicare a queste ed altre tecniche… guarda che non ce ne vuole necessariamente tanto, basta partire con pochi minuti al giorno. Non credo sia quello il problema, il problema e’ che, sotto sotto, forse non siamo convinti che funzionino…

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  7. Post interessante…forse per comprendere la natura delle preoccupazioni che spesso trascinano in uno stato mentale di paura, sarebbe utile cercarne le radici nei “Contrari”. Voglio dire – alla paura contrapporre la ricerca del proprio status mentale nella carenza di coraggio – ma questa è una opinione personale, che quamdo la si sperimenta, se ne colgono le variabili che scartiamo a prescindere…e questo perchè siamo troppo presi dal modello interpretativo degli eventi, con metodo “razionale” anzichè “analogico: se questo è, allora saranno possibile anche altre soluzioni ecc.ecc..

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    • Be’, dipende dall’accezione che dai alla parola “coraggio”. Il coraggio e’ per me la forza di fare qualcosa che vuoi fare nonostante la paura che hai di farla. Il coraggio percio’ non e’ assenza di paura ma anzi ne comporta l’esistenza. Cio’ che determina l’assenza della paura – o di ansia – e’ casomai la consapevolezza. Chi arriva ad avere una intima consapevolezza tale da sapere – e sentire – che l’ansia, la paura e la preoccupazione sono inutili e dannose, allora non da piu’ loro corda, e loro scompaiono. Tale consapevolezza nasce, o e’ supposta farlo, dall’arrivare a capire che noi non siamo queste emozioni, e neanche quella parte che esperisce queste emozioni. Queste emozioni sono legate allo “Io” e al “Mio”: comprendi che non esiste un “Io” ne’ tantomeno un “Mio” e queste emozioni spariranno (se non c’e’ un “Io”… di cosa si dovrebbe aver paura?).
      Pero’ si tratta non di leggerlo e saperlo razionamente, ma arrivare a sentire dentro di se’ che cio’ e’ vero. A questo io sono lungi dall’esserci arrivato 🙂

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      • …il coraggio come esempio di opposto; chiaro che le tue osservazioni allargano il fronte e come tale sono condivisibili. E chiaro che su qualsiasi comportamento c’entri l’io ed il resto ecc.; ci si scontra con la conservazione-resistenza di ciò che già si conosce e ci da certezze…Tuttavia penso che la razionalità lasci poco spazio alla libera mente…insomma è paradossalmente oppressiva.

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      • La razionalità ha una sua importanza, in una società come quella in cui viviamo è di fatto indispensabile. Ma… ha anche dei limiti, hai perfettamente ragione 🙂

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  8. grazie, è un po’ quello che mi ha insegnato la terapista del gruppo “parenti dei malati oncologici” a me è servito tanto, tantissimo non vedo l’ora di leggere il resto!
    grazie!

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  9. …e ripasso…a rileggerti nelle tue tematiche interessanti…..
    Mi ricorda un tempo quando il mio libro sul comodino
    era un successo di Leo Buscaglia: vivere amare e capirsi.
    Terapeutico e prezioso !!!
    Un abbraccio Wolfffff ^____^

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  10. ..per avere un quadro più completo credo di dover legger anche la seconda parte. Vivendo io una situazione particolare, ho difficoltà a capire certi argomenti, perché rapporto a me quello che intendo come ‘ansia’ ‘paura’ e ‘preoccupazione’ e quindi non so se leggo nella giusta chiave il tuo post 🙂 buonanotte lupo, NemesiNera (irisluna)

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    • La seconda parte arriva presto, se riesco gia’ stasera 🙂 Vero quel che dici: ognuno da alle parole una accezione che magari, a causa della sua personale esperienza e insegnamento, non e’ quello della maggioranza. Leggerai e dedurrai e aggiusterai a seconda del tuo personale sentire 😉
      Buon pomeriggio cara! 🙂

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  11. Caro Wolf, trovo la tua iniziativa molto importante… avviare verso un cammino che possa allentare la morsa della mente, che tanto ci condiziona limitando enormemente la nostra libertà, non può che essere benefico, sia per chi è ancora distante da questo tipo di approccio, sia per chi già conosce alcune tecniche…
    un abbraccione

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    • In realta’ e’ un argomento che seppure da punti di vista leggermente diversi ho agia’ affrontato molte volte. Il punto e’ che, semplice o complicato che sia, e’ difficile da mettere in pratica, ecco perche’ ne parlo spesso: serve anche a me stesso.
      Un abbraccione anche per te 🙂

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  12. su questo tema potrei scrivere un romanzo….perchè io ho paura di tutto ma più in generale ho paura del futuro, della vita, di tutto insomma….in questo periodo piu che mai: ho paura di non riuscire nel lavoro, di non trovare un giorno una casa a roma (soprattutto di potermela permettere), di sposarmi tardi e quindi di avere figli tardi, ho paura di deludere i miei, ho paura di non riuscire a superare l’esame di stato x diventare commercialista, ho paura dei 3 anni che devo trascorrere in quello studio, ho paura di perdere il mio amore…..insomma sono messa male….aahhahahaha io sono una persona che non riesce a vivere giorno x giorno…e quando trascorro una bella giornata non riesco a godermela al 100% xke già so che finirà e so che è sbagliato….vivo male un pò tutto, sono troppo ansiosa ma sono cosi….wolf mi sa che ti ho solo annoiato ma im blog esistono anche x questo? x sfogarsi cn qualcuno che nn conosci vero? baci baci

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    • Bé, affrontare temi come la morte, ragionarci sopra, ha per lo meno il vantaggio che gli altri problemi – tutti – vengono automaticamente ridimensionati. Se non altro questo è un vantaggio! 😛
      Bacione 🙂

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  13. Fermarsi e meditare, è l’unica via per scacciare le paure. Se devo affrontare delle preoccupazioni è quello che faccio, anzi mi dico che non serve che io viva l’attesa con ansia, ne uscirei debilitata ancor prima di conoscere il risultato degli eventi, per cui è tanto meglio farmi trovare forte. Mentre se parliamo di paure reali che conosco, tipo alcune fobie che non sto ad elencarti, per quelle anche parlando a me stessa e cercando di auto convincermi che la mia è una sciocca paura, non ci riesco e preferisco arginare la paura eliminando il problema.

    Interessante libro, attendo la seconda parte.
    un saluto serale
    annamaria

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    • Sì, capisco. E’ così anche per me, per questo cerco di lavorarci sopra e ne scrivo spesso. La paura e l’ansia, prodotti della preoccupazione, sono veramente terribili e possono minare la qualità della vita e forse perfino la salute stessa.
      Secondo me non riusciamo a dominare certe preoccupazioni e paure perché sfuggono alla razionalità, nascono dall’inconscio, e dunque la razionalità non basta per controllarle. Bisogna prepararsi prima, meditare a lungo e a fondo, con costanza, così da calmierare l’inconscio a prescindere dalla situazione contingente. Allora l’inconscio reagirà diversamente, noi reagiremo diversamente. Senza questa preparazione c’è poco da fare.
      La seconda parte arriva 🙂

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