Cleo II

Bene, continuo e concludo gli estratti dal libro “Cleo” iniziati nel post precedente 🙂

“Il mattino seguente tenni Cleo chiusa in casa. Sul vialetto, il piccolo tordo giaceva immobile nello stesso punto. I suoi occhi erano spenti, le zampine arricciate in un gesto di stupore. Io ricacciai indietro le lacrime. Sorprendentemente, i genitori stavano ancora facendo la guardia sul cespuglio di camelie e fissavano il figlio ormai morto con incredulità. Non mi ero mai resa conto che gli uccelli potessero provare dolore per i loro piccoli perduti, così come fanno le persone. Ma come aveva detto spesso Sam [il figlio morto], il mondo degli animali è più complesso e bello di quanto gli esseri umani riescano a comprendere.”

“Fuori, al piano terra, attraversai la strada e trovai una piccola chiesa. Rivestita in legno e in stile coloniale, mi ricordava quella in cui da bambina avevo cercato con tanta determinazione di imparare le leggi divine. Tentai di pregare ancora, ma la mia conversazione con Dio fu come al solito a senso unico.

Si trovava più conforto fuori, nel parco, dove i rami giganteschi si protendevano come mani sopra di me. Era più facile immaginarsi Dio lì, fra le foglie e i fiori che pulsavano di vita. La morte e l’imputridimento si intrecciavano alla bellezza in un modo che sembrava naturale e rassicurante.”

“<<Ne ho passato di belle e di brutte>> diceva [il figlio malato]. <<E credimi, quelle belle sono molto meglio. Solo quando hai assaggiato il pane secco apprezzi veramente quella roba morbida appena uscita dal forno>>”

“<<Una volta desideravo una vita più facile>> rifletteva [sempre il figlio malato]. <<Alcune famiglie vivono per anni senza che nulla le tocchi. Senza tragedie. Non fanno che ripetersi quanto sono fortunate. Eppure, a volte, mi sembra che siano vive solo a metà. Quando alla fine capita qualcosa di brutto, e prima o poi capita a tutti, il loro trauma è molto peggiore. Fino a quel momento non gli è successo nulla di grave. E pensano che i piccoli problemi, come perdere un portafoglio, siano chissà quali catastrofi. Pensano che la loro giornata sia rovinata. Non hanno idea di cosa sia una giornata davvero difficile. E per loro sarà incredibilmente dura quando lo scopriranno.>>”

“<<Grazie a Sam [il fratello scomparso] ho scoperto che tutto può cambiare in fretta. Attraverso di lui ho imparato ad apprezzare ogni istante e a non aggrapparmi alle cose. Così la vita è molto più eccitante e intensa. Come lo yogurt che scade dopo soli tre giorni. Ha un sapore molto migliore di quello che dura tre settimane.>>”

“Ma anche se la punta della coda rimase indolenzita per il resto dei suoi giorni, Cleo non cercò mai di elemosinare la nostra simpatia. Anzi, si portò in giro la coda ammaccata con il garbato orgoglio di un ufficiale di cavalleria ferito in guerra. Il perdono per una lesione permanente era un processo ovvio per lei, semplice come respirare.

Io avrei voluto condividere questa sua capacità di perdonare. Noi umani ci aggrappiamo al nostro dolore e lo coltiviamo, spesso a nostro stesso discapito. Siamo rapidi a vestire il ruolo della vittima. Eppure i gatti sono, e sono sempre stati, i destinatari dei maltrattamenti umani […] L’umanità ha causato così tanta sofferenza al gatto domestico, che c’è da stupirsi che tolleri ancora di entrare in contatto con noi. Eppure, anche se ricordano le atrocità perpretate contro di loro, generazione dopo generazione i felini continuano a perdonarci. Ogni nidiata di gattini miagolanti e indifesi è un invito per gli esseri umani a ricominciare daccapo e a comportarsi meglio. Nonostante il nostro passato dimostri gli abissi di crudeltà di cui siamo capaci, i gatti continuano ad aspettarsi qualcosa di meglio da noi. E non potremo considerarci completamente evoluti fino a quando non ci dimostreremo all’altezza della scintilla di fiducia e di speranza che brilla negli occhi di un gattino.”

 

48 pensieri su “Cleo II

  1. caro wolf,
    premesso che comprerei il libro anche solo per la copertina… ( e dire che ho oltre 60 gatti e dovrebbero bastarmi quelli) i brani che hai riportato sono senza dubbio interessanti, come quello della famiglia ( assimilabile anche ai singoli individui) che soffre per cose banali come perdere un portafogli e che fino a quando non sarà messa davvero alla prova non apprezzerà molte cose o ancora la capacità dei gatti di fidarsi degli esseri umani. ( che poi ci sono gatti e gatti..io ne ho alcuni che nonostante tutto non si fanno avvicinare per nessun motivo).
    Sulla capacità di aggrapparsi alla sofferenza si potrebbe scrivere un libro, chi non lo comprende è perchè forse non sa che alcuni hanno solo quella e se la perdono non hanno più nulla.
    mi hai incuriosito e poi la scrittrice è neozelandese 🙂

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    • Sessanta gatti??? 😮 Ma… e quando non ci sei chi se ne occupa? 😮
      Sono certo che il libro ti piacerà 😉 Quelli che ho riportato io sono solo alcuni estratti scelti tra quelli che mi sono piaciuti personalmente di più,
      ma… è probabile che tu ne troverai altri che non sono compresi tra questi 🙂

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      • se ne occupa mia madre, alcuni sono “spastici”, altri con la “hiv felino”, altri senza un’occhio, ecc ecc… insieme ai cani ovviamente! lei vive per loro e io li amo e li sopporto ( credimi non è sempre facile) allo stesso tempo! 🙂

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  2. I gatti sono la specie dominante 🙂
    Ho fatto la stessa riflessione del “figlio malato”. Vedo persone attorno che non hanno mai avuto alcun tipo di problema, la cui vita fila liscia come l’ olio, andare in crisi per piccole cose, e affondare a picco se la vita, all’ improvviso, riserva loro qualche brutta sorpresa. Le brutte esperienze ci aiutano ad affrontare cose molto difficili, e ad apprezzare le belle, piccole cose 🙂
    Buona domenica, lupo !

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    • Io non sono proprio così assolutista come lui, credo che sì, in generale sia così, ma non sempre. Le risposte agli eventi drammatici mettono in luce aspetti profondi di noi a volte inattesi, nel bene come nel male. Però… ciò che non ci ammazza ci fortifica è in generale vero, a patto di voler imparare da ciò che ci accade 🙂
      Buona serata cara Iris 🙂

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  3. Sempre mi stupisco per come tu possa “solleticare” il pensiero e per come stimoli il lettore a una profonda riflessione. Guidi con saggezza il pensiero di chi ti legge e per questo offri una crescita interiore – “illumini” le idee di chi ti legge e metti in moto meccanismi che si potrebbero dire quasi di sopravvivenza alle brutture del mondo. Per questo mi piace seguirti.

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  4. Chissà cosa succederà quando gli animali si evolveranno, aumentando la loro consapevolezza e gli uomini impareranno a interagire meglio! Sono convinto che si arriverà a un rapporto diverso, prima o poi. Ricordo che per me non riuscire a dialogare con gli animali era una sofferenza.

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    • Bisogna vedere se permetteremo agli animali di evolvere… 😐
      Sai, anche tra animali di specie diverse non c’è comprensione. Ad esempio Tom e Numa, il nostro cane ed uno dei nostri gatti, danno l’impressione di voler interagire in qualche modo, di voler giocare, ma… non si capiscono, è evidente 🙂 Comunque tra di loro c’è reciproco rispetto, non si farebbero mai del male 🙂

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  5. Un libro interessante perché offre spunti di riflessione rapportati al genere umano. Quando si è sulla soglia del baratro e si sa che sarà inevitabile, ogni cosa assume caratteristiche diverse. L’uomo è fatto così: sinché vive senza difficoltà, non comprende appieno l’importanza della vita che possiede.
    Il gatto è una creatura intelligente sotto molti punti di vista.
    Grazie per questa segnalazione.
    un sorriso
    annamaria

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    • E’ vero 🙂 Quando si scampa un grosso pericolo ci si rende conto di quanto bella è la vita e quella quotidianità che spesso troviamo noiosa e disprezziamo, cosa che gli animali mai e mai fanno 😉
      Un sorriso 🙂

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  6. Ma cosa non è quel gattino!!!! 😀
    La mi’ figliola è arrivata a 3, come voi.
    Quella casetta, piccina picciò, sembra un gattile….

    ps: ,a il cielo è sempre più blu…………cerchiato!
    Ciauuuuuuuuuuuuuu!

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      • ahahah ” Il cielo è sempre più blu” non è più di moda, cara 😀 Mi sa che si è beccato la fama di portajella! 😛
        Noi siamo a tre, ma… io sto spingendo per il quarto, un altro tigrato affettuosissimo che è nel parco vicino a casa 😉 … purtroppo mia moglie non ci sente 😦

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  7. Fai bene wolf a sensibilizzare in merito a questo argomento.
    In quanto a maltrattamenti anche i poveri cani ne avrebbero da dire… non ultimi quelli massacrati a bastonate, impiccati ecc. ecc. in occasione degli europei di calcio, tutto questo perché l’uomo crede ancora di essere al centro dell’universo, poveretto… poi ci si meraviglia che alcuni preferiscano la compagnia degli animali a quella delle persone…
    un abbraccio

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    • Hai assolutamente ragione, cara! Poi arriva un piccolo, insignificante virus o un batterio e… cricchiamo come bestie qualunque. Ma tant’è ci crediamo semidei… 😛
      Abbraccio 🙂

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  8. Intanto auguri per il “quarto inquilino” 😉
    Questa scrittrice ha davvero un piacevole modo di scrivere e riesce a dire delle grandi verità con poche parole.
    Ritrovo scritto qui ciò che mi colpisce sempre osservando il mio cagnolino “Io avrei voluto condividere questa sua capacità di perdonare” (ad avercela questa capacità).
    A volte lo sgrido, ha un carattere un po vivace, ad esempio quando usciamo e abbaia alle persone che ci passano accanto, poi basta un sorriso, un richiamo, perchè mi corra incontro ad “abbracciarmi” a modo suo 🙂
    Buonanotte caro Lupo, un bacione! 😉

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    • Purtroppo il quarto inquilino lo vedo difficile, mia moglie non molla! 😉
      ahahah sì, succede anche a me con Tom 😀 Ma è giusto così: dicono che i cani hanno una “intelligenza” pari a quella di un bambino di due anni, e… non si cerca forse di insegnare ai bambini a non fare cose fastidiose o pericolose? 😉
      Buonanotte… una notte dopo! 😛

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  9. Sono stralci molto belli, si ha come la sensazione che l’autrice stia parlando con noi personalmente, quasi fosse un dialogo e come se gli animali partecipassero alla conversazione, da protagonisti non da figure marginali.

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  10. Vedo che non sono la sola, ma mi ha particolarmente colpito lo stralcio del figlio malato, il suo riferimento allo yoghurt che scade dopo tre giorni e che è migliore di quello che scade dopo tre settimane. Io non sono del tutto convinta sulla necessità e sullutilità di prepararsi alle sventure. Secondo me, non si è mai preparati alle tragedie, arrivano sempre inaspettate. E poi, sempre per quanto riguarda me, posso dichiarare che può essere possibile sopportare le grandi disgrazie perché hanno un qualcosa di “eroico”. Sono i dolori piccoli, leggeri e costanti che corrodono l’anima.

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    • Bé, lui non parla proprio di prepararsi alle sventure, ma piuttosto di imparare da quelle che purtroppo bisogna affrontare. Anche io, come te, dico spesso che certe lezioni avrei preferito non prenderle, ma… visto che non ho avuto scelta sarebbe stupido buttare alle ortiche ciò che mi hanno insegnato.
      I dolori piccoli ma costanti secondo me sono diversi dalle calamità, non solo – ovviamente – per la gravità che hanno ma anche per la responsabilità che ne abbiamo noi: le calamità capitano e basta; i fastidi costanti sono generalmente dovuti alla nostra indolenza, sono la polvere che si accumula perché, prendendola sottogamba o sperando che si risolva da sola con un fortuito colpo di vento, non spolveriamo mai 🙂

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  11. Argomenti che fanno riflettere, noi infatti non sappiamo niente degli animali e delle loro emozioni, come il dolore di quell’uccellino per il proprio figlio morto…dobbiamo ripetercelo all’infinito che siamo animali anche noi. Leggevo ultimamente un libro sull’antico popolo Veda e sono rimasta stupita per come parlano dell’uomo perchè per loro prima c’erano gli animali, uomo e animali stavano entrambi in posizione eretta erano consanguinei ed affini e fra i due era l’uomo l’essere più esposto e vulnerabile finchè l’uomo decide di imitare i predatori e compie così il primo gesto contro Natura ed il culto del sacrificio è la risposta a questa colpa.Da quel momento gli animali non riescono a mantenere la posizione eretta per paura e quindi si presentano come esseri decaduti. Insolito per noi, vero? Ed è ancora vero come gli animali non dimenticano niente ma non coltivano la vendetta, mentre noi coltiviamo il nostro dolore e ci ragioniamo sopra e lo vogliamo spiegare a noi stessi. Un saluto carissimo a te e a tutta la tua famiglia allargata!!!!

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    • Purtroppo Logga ieri si è mangiato i miei controcommento 😉 Dicevo che quanto detto dai Veda è intelligente e direi sorprendente – se non conoscessi la profondità dei Veda – per la sua attualità. Ma in fondo… i tempi sono cambiati in cinquemila anni? Noi… siamo cambiati in cinquemila anni?
      Forse solo un pochino…
      Grazie cara Fulvia, un caro saluti da noi tutti 🙂

      http://www.wolfghost.com

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  12. Credo che Logga.me abbia qualche problema, Wolf, è da alcuni giorni che cerco di aprire il tuo sito dal pc del lavoro e non ci sono riuscita, mi spunta un avviso e subito dopo la schermata si chiude. Oggi finalmente sono a casa per un pochino e libera! 😀

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  13. I fastidi quotidiani sono la polvere che si accumula per nostra indolenza?… Certo, è una prospettiva nuova di inquadrare vecchi problemi:D
    Uno di più persistenti (forse quello da cui dipendono tutti gli altri) è il mio capufficio… Da ragazzo era innamorato di me, ma io non lo vedevo neanche… fui anche contenta quando è venuto lui, dopo il trasferimento del suo predecessore. Bene, nzi male: si vendica in uttti i modi possibili, immaginabili e inimmaginabili, di recente ho letto una frase che rende bene l’idea: “sopportare un freddo odio camuffato da indifferenza”… Le ho provate tutte, credimi, il suo astio non molla!

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    • ahahah interessante! 😀
      Sei sicura che sia così? A volte crediamo di vedere negli altri ciò che… ci aspettiamo di vedere 😛 Come si comporta con gli altri tuoi colleghi? 🙂

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  14. Anche stamattina ho provato a entrare nel tuo blog dal pc dell’ufficio ma non c’è stato niente da fare, probabilmente dipenderà dal pc, perché da questo di casa mia ci riesco senza problemi.

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  15. Ooops… avevo una gran fretta di leggere la tua risposta, chissà, mi aspettavo magari un’indicazione sul modo di comportarmi per smantellare il suo atteggiamento negativo mei miei confronti… Comunque, non è questo quello che mi aspettavo di vedere la lui, credimi… Ho cercato in tutti i modi di essergli amica, in tutti i modi di cui sono capace, naturalmente 🙂

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    • Così a intuito direi che la strada più sensata è quella di ignorarlo, comportati con lui come ti comporti con gli altri. E’ probabile che nel tempo si stufi e la sua avversione scemi. E se non lo fa… amen, problema suo 🙂

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  16. Ciao Wolf, sai ho deciso di mettere questo libro nella lista delle letture estive. Dev’esserre proprio una buona lettura, per non parlare della bellissima copertina con quel micetto adorabile…un caro saluto e buon fine settimana!

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  17. Non sto leggendo ora la tua risposta, Wolf, sono venuta subito a leggerla ma non mi è stato possibile lasciare un commento. Anche stasera ho avuto difficoltà ma, mi sono detta, non esco di qui se non rispondo 🙂 🙂

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  18. Quello ch mi hai consigliato tu è, più o meno, quello che mi dice sempre mia sorella (del resto è laureata in pedagogia con tesi in psicologia…). Ignorarlo… sembra facile, ma ci coesisto per 6 ore al giorno, tutti i giorni, mese dopo mese… Ok, vuol dire che ci metterò ancora più impegno a ignorarlo 😀

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  19. sul’onda del tuo consiglio, ho comprato questo libro e lo stò leggendo. Sono arrivata quasi a metà e malgrado il grande dolore che ho provato come mamma (ad un certo punto avevo un pugno dentro lo stomaco profondissimo) al solo pensiero di perdere un libro, sono convinto che niente accada per caso e davvero un animale alla fine ti assorbe talmente tanto da farti dimenticare i tuoi problemi e i tuoi pensieri, facendosi pensare a molte altre cose. E’ pur sempre un romanzo. C’è sempre il lieto fine

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    • E’ un romanzo, ma anche una storia vera 🙂 E, un po’ come ti ho risposto su “il restauro della casa”, non credo che la funzione dell’animale sia solo quella di aiutarci a non pensare ai nostri drammi, l’autrice continua inevitabilmente a pensarci, non si puo’ non pensare a perdita dela genere. Casomai si tratta di… aiutarci a vedere il dramma da una prospettiva differente, una prospettiva che presi unicamente dal nostro dolore non riusciremmo forse a scorgere 🙂
      Sarò curioso di sapere il tuo commento anche a fine libro 😉

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