Ancora sull’adattabilità – Risparmiando l’energia che resta

Come previsto, il post precedente ha sollevato diversi dubbi a proposito dell’interpretazione della parola “adattamento” che è spesso stata percepita come sinonimo di “resa incondizionata” di fronte ad un sopruso che si sta subendo, quando invece ci si dovrebbe ribellare con rabbia. Uso ancora una volta il buon Coelho per meglio chiarire cosa intendo io per adattabilità ed accettazione. L’esempio è estremo, è vero, ma rendere un’idea è più facile con un’estremizzazione, dopodiché bisogna riportare il concetto alla nostra vita di tutti i giorni. Se è possibile infatti riuscire a dormire in una situazione drammatica come quella riportata, perché non dovremmo riuscirci anche nelle nostre vite e nei nostri drammi? Da un punto di vista logico non fa una piega, poi si sa… tra il dire e il fare…


 

RISPARMIANDO L’ENERGIA CHE RESTA
di Paulo Coelho

Due rabbini tentano, in tutte le maniere, di portare conforto spirituale agli ebrei nella Germania nazista. Per due anni, anche se con una paura terribile, ingannano la Gestapo – la temibile polizia di Adolf Hilter – e svolgono le funzioni religiose in varie comunità.
Alla fine vengono scoperti e arrestati. Uno dei rabbini, terrorizzato per ciò che può accadere nel futuro, non fa che pregare. L’altro, al contrario, passa l’intera giornata a dormire.
“Perché vi comportate così?”, domanda il rabbino spaventato.
“Per salvaguardare le mie forze. So che d’ora in avanti ne avrò bisogno”.
“Ma non avete paura? Non sapete che cosa può succedere?”.
“Ero in preda al panico fino al momento dell’arresto. Ora che mi trovo in questa cella, a che cosa serve temere ciò che è già successo? Il tempo della paura è finito. Ora comincia il tempo della speranza”.

speranza

43 pensieri su “Ancora sull’adattabilità – Risparmiando l’energia che resta

  1. Condivido :quando il peggio è già successo,necessitiamo di coraggio determinazione e sopratutto mente  fresca.Esperienze personali me lo hanno insegnato negli anni.So che oggi ,per questo,posso adattarmi a tutto,anche con un pizzico di ciò che altri chiamerebbero follia.
    Mi piace Coelho.
    Ciao

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  2. Scusa Lupo, ma ancora non mi trovo d'accordo con quello che dici.
    Davvero la tua massima aspirazione sarebbe quella di arrivare ad una percezione di se stessi, talmente forte, da essere completamente slegata dalla realtà che ti circonda? Dagli altri? Questo è possibile solo con pensieri ingannatori che la nostra mente produce al fine di mettersi al riparo dalla realtà , dal dolore, e dalla nostra coscienza.
    Non sto parlando di dare capocciate contro il muro, non sto parlando di farsi influenzare da fattori esterni a tal punto da sentir vacillare la nostra identità. La forza di trovare una via di "essere" la si deve trovare dentro di noi ed è difficile farlo considerando gli altri. Ma noi nel mondo viviamo e non possiamo prescindere da questo anche se tutti lo fanno e a volte, proprio perchè non si riesce a trovre il modo e la forza si costruiscono mentalmente dei castelli di protezione mentale, che però non esistono, perchè i fatti intorno a noi sono LA REALTA' , l'unica cosa incofutabilmente reale per tutti. Sia per chi subisce un torto o un dolore, sia per chi lo arreca.
    Quando finisci in prigione per un reato che non hai commesso e per il quale non c'e' stato nenache una sentena definitiva, ti viene tolta la ibertà di vivere. Certo puoi dormire , aspettando che qualcosa cambi, raccogliere le forse per non farti schiacciare dalle ingiustizie, ma per sentirsi VIVI ci vuole altro, credo…ed è per questo che tante, tantissime persone in carcere si uccidono e sto parlando di cose che accadono in questi giorni, in questi mesi, non di cose astratte.
    Non sto santificando i suicidi , anzi, ma ognuno di noi puo' fare qualcosa , adesso che in "carcere ancora non c'e'" per fare in modo che non si arrivi più in una situazione in cui l'unica scelta che hai per sentirti vivo è morire.

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  3. Si dovrebbe wolf…si dovrebbe sempre cercare di anche " aspettare" che si riaffaccio un po' di luce.
    Purtroppo ci possono essere situazioni nelle quali c'è poca luce da sperare.
    Buona serata  

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  4. x Glicine: eh, buone vacanze a te cara! Le mie sono belle che finite!

    x Egle: questa non è una fuga dalla realtà, anzi questo è avere il coraggio di guardarla in faccia la realtà, e c'è chi c'è riuscito in condizioni atroci, come la detenzione nai campi di concentramento dove ognuno attorno a lui moriva. Sono forse queste persone che fuggivano dalla realtà? Non credo proprio. C'è chi in carcere è riuscito perfino a rinascere, capendo i propri errori ed emendandosene (ovviamente il caso presentato da Coelho è diverso), sfruttendo il tempo a disposizione per crescere in ogni maniera possibile, con il cuore e con l'anima. Vuoi dire che quelli che invece scelgono il suicidio o si lasciano cadere in una disperazione che li divora portandoli alla morte "vedono meglio" la realtà dei suddetti? Non credo proprio. Lasciarsi cadere non è mai la risposta. Nemmeno di fronte alla morte. C'è differenza tra chi accetta la morte e l'accoglie serenamente chi, seppur comprensibilmente e umanamente, si dibatte preda di un'angoscia sconfinata. E la cosa incredibile è che, anche se è un processo lungo, è tutta questione di scelta e di applicazione. Ammiro a dismisura tutti coloro che aiutano i morenti e chi è in condizioni terribili a vedere con spirito diverso, con serena accettazione, cio' che sta loro accadendo. Perché morire nell'angoscia è morire due volte.

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  5. x Charlotte: il tema della speranza è richiamato nel racconto di Coelho, è vero, eppure esula un po' dalla mia visione dell'adattabilià e dell'accettazione. Credo infatti che anche chi è senza speranza possa comunque accettare cio' che gli sta accadendo ed affrontarlo serenamente. Perché, come scrivevo nel commento precedente, angoscia e paura raddoppiano il dolore e la sofferenza. Ad esempio, non è che siccome uno deve morire allora "chissenefrega", al contrario è proprio luii ad avere più bisogno di conforto, sostegno morale e visione spirituale.
    Buona serata a te

    x Anna: è semplicemente di Powerpoint, ma condivido: è bella

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  6. Bellissimo post e bellissima immagine. Condivido il pensiero sull'adattabilità, sai già cosa ne penso, e aggiungo questa riflessione: quando non c'è altro da fare è meglio utilizzare quel tempo per riposare, o al massimo progettare il futuro, mai a lamentarsi. ciao

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  7. x Blanca: per riposare, per progettare il futuro, o anche "solo", quando perfino questo non si puo' fare, per trovare serenita' d'animo. Che non e' poco eh!

    x Acqua: bene, ne sono contento!

    x Claudio: ne sono contento caro Claudio. Un salutone!

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  8. una storia davvero commovente … e che ti lascia pensare molto … è nei momenti in cui sei più spaventato che devi raccogliere tutte le forze e l'equilibrio giusto per andare avanti … un sorriso Marluli

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  9. x Marluli: è così, anche se meglio sarebbe arrivare ad avere una consapevolezza e una accettazione tali da ridurre la paura al minimo indispensabile.
    Un sorriso anche per te

    x Anne: mi piaceva il primo Coelho, l'ultimo un po' meno… "Amore" è una parola grossa

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  10. Si insomma, quando sei in fondo alla fossa, tanto vale che tu faccia altro che non continuare a scavartela da te.
    Quando ormai il peggio è passato, la paura deve restarsene indietro, e dobbiamo trovare il modo di girare al meglio ciò che abbiamo vissuto.
    E' così che ci si rafforza.
    Non è facile. Non si applica a tutto. Però provando tutti i giorni, un poco alla volta, si può imparare ad applicarlo alle cose più gravi.

    Buona giornata lupo.
    Siete specie cacciabile, ricordatelo.

    Polvere di Fata,
    IrisLuna

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  11. Se si applica alle cose piu' gravi, si puo' applicare a tutto, seppure in modo diverso. Anche se certamente e' vero che non e' facile: e' un esercizio che dovremmo fare con costanza, cosa che non facciamo invece quasi mai salvo quando ormai siamo proprio alle strette…
    E' vero cara… siamo specie cacciabile, che ti devo di'?
    Un caro saluto!

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  12. ..bellissima riflessione e interpretazione…

    ti pensavo in vacanza e invece, sei qua ancora che fai pensare, riflettere e tutto il resto, azzarola…

    poi certo: tra il dire e il fare…

    un abbraccio.

    m.

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  13. …….il fatto di esserci è l'essenziale! niente strazi o strepiti che distruggono le energie, essere presenti a se stessi, consapevoli che non serve piangersi addosso ….da trividi questo brano, mi da carica!

    Un grande abbraccio ideale

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  14. x m.: Ferie? Veramente sono gia' tornato! Sono uno dei pochi fortunati che ha preso ferie nel Luglio piu' malandato degli ultimi trent'anni!
    Abbraccione cara!

    x Zeroschemi: esatto, l'essenziale e' davvero esserci!
    Grazie e grande abbraccio ideale restituito!

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  15. Se fosse stata la citazione di un autore orientle, avrei potuto parlare della differenza di mentalità, di cultura e via differenziando… Ma con Coelho, non è possibile… perciò non posso che ammettere che per me questa concezione della vita è troppo difficile da mettere in pratica, che – al posto del Rabbino – io avrei pensato che dopo il tempo della paura, fosse arrivato il tempo del terrore!
    Sono incurabile, vero? 🙂

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  16. Non siamo mai sicuri delle nostre reazioni…., ma credo che c'è un essere latente in ciascuno di noi che, al momento opportuno emerge per soccorrerci, perché in quanto ad esseri viventi su questa terra l'istinto è la sopravvivenza.  Il modo e il quando, quelli sono le caratteristiche di ciascuno di noi. Ognuno ha un modo tutto suo di reagire e i suoi tempi, comunque penso sia  naturale reagire in qualche modo. Innaturale è invece non reagire.  Se mi avvicino al fuoco, che brucia, immediatamente mi allontano…

    Credo che la reazione di "rabbia" sia una delle prime tappe di fronte ad un evento negativo, la rabbia è una reazione positiva, se è limitata, poi al posto della rabbia, con l'andare del tempo,  dovrebbe prendere posto la consapevolezza,  senza tanto ragionarci sopra, prendere atto di ciò che ci è accaduto e appunto adattarcisi, tanto le cose non cambiano e siccome le cose non cambiano, tanto vale che io ci viva di quelle cose il meglio possibile.

    E' come un forte dolore, è inutile tentare di caccialo, quello non se ne va, meglio sarebbe adomesticarlo, o forse sarà il dolore ad adomesticare noi e imparare a conviverci. Forse con il tempo poi si affievolisce…, forse uno impara a capire che la vita e le cose belle non sono pretese…., ma doni da vivere a mani piene…., forse potremmo osservare le piccole cose che prima non vedevamo.

    Sono solo pensieri miei, che non vogliono certo convincere nessuno, ma forse potrebbero essere dei suggerimenti.

    Grande Wolfghost, ancora una volta mi ritrovo a ringraziarti!

    Buona giornata e a presto!

    Rondine
     

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  17. In realta' pero' non e' proprio automatico il processo, cara Rondine, dimostrazione ne e' che persone ne escono brillantemente (fosse anche solo per adattarsi a condizioni sfavorevoli o perfino terribili), altre sprofondano dell'angoscia e non riescono piu' ad uscirne. Sostanzialmente e' un po' come morire due volte, e' questo e' proprio da evitare. Io ho molta paura della paura, per questo ho cercato e cerchero' ancora di lavorarci sopra, gia' da ora quando grossi problemi non ne ho
    Credo che ne riparleremo

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  18. Lo so Wolfghost, io non ne sono certo uscita per "magia", ci sono voluti anni e ho lavorato molto su me stessa e molti sbagli ho pure fatto,  e so pure che ci sono persone che hanno avuto bisogno di psicologo, o di psichiatra, e meno male che ci sono come aiuto e sostegno.

    Insomma, siamo esseri vulnerabili, precari, e spesso ce ne accorgiamo soltanto dopo la "botta", o di fronte ad una grande paura.

    Si, sarebbe bello parlarne ancora.

    Mi hai fatto riflettere sullo stato d'animo nell'avere paura della paura…., non credo che ti riferisci alla "paura-sentinella", ma a qualcosa di più profondo.

    Ci sono tante paure,  e una delle mie più grandi sono quelli quando natura si ribella, oppure di fronte alla crudeltà dell'uomo.

    Parlaci della paura della paura, Wolfghost, quando puoi, sarebbe interessante.

    A presto e buona serata!

    Rondine

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  19. Molto bello questo post e anche il precedente.Concordo con Rondine…sul discorso della paura di aver paura..ora non voglio parlare di situazioni estreme, ma, almeno nel quotidiano,molto spesso si "muore di paura" o anche di ansia prima ancora che ci sia motivo…tutto è nella mente…certo che non è facile volgerla ad altro quando si è preoccupati per qualcosa…o qualcuno…
    Un abbraccio. Quanto adoro Coelho…
    Bella la tua immagine.Contraccambio con uno dei miei cieli …genovesi

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  20. x Rondine: ho visto mia madre, donna che ne aveva passate tante ed era riuscita a portare avanti una famiglia sopportando le lune di mio padre e in mezzo a molte difficoltà, compresa proprio quella di stare dietro a mio padre nei suoi ultimi, difficili anni, svanire nella paura e nell'angoscia alla scoperta del male che poi l'ha portata alla morte: da quel giorno non fu più lei, e anche se visse ancora un anno e mezzo, e per diversi mesi in condizioni di salute accettabili, fu una persona totalmente diversa da quella forte che ci aveva accompagnato per tutta la vita. Anche mio padre subì una trasformazione, naturalmente, ma vedere l'effetto della paura su una persona forte colpisce di più di vederla su una persona che forte, emotivamente, non è mai stata. Al contrario, so di persone che hanno vissuto fino al loro ultimo giorno serenamente e sono andate con lo stesso stato d'animo incontro alla morte. Morire si deve tutti, lo sappiamo, e in fondo non è nemmeno così importante farlo qualche anno prima o qualche anno dopo, ma… vivere nell'angoscia gli ultimi tempi della propria vita, e a volte tutta la vita, seppure in modo sotterraneo, è qualcosa di terribile che potremmo evitare a noi stessi.
    Questo è il tema della paura della paura: la paura di sprofondare nell'angoscia, nel terrore, piuttosto che quella vera e propria della morte e della sofferenza.
    Ciao e a presto

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  21. Effettivamente usando la logica contrastare eventi poco piacevoli che possono accadere serve solo a perdere energie, per quanto sia difficile bisogna imparare a risparmiarle per sfruttarle a proprio favore.
    Anche l'altro tuo post era molto chiaro sull'argomento, sai spiegare i concetti in modo semplice ed efficace.

    "Adattabilità" non è "resa incondizionata" è un miglior modo di vivere, anche se non sempre è facile adattarsi ad una situazione.

    Un bacio e buon weekend!  

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  22. Come sempre hai ragione, Wolf. E' vero che nei momenti più drammatici spesso vengono fuori delle forze inaspettate, che nemmeno sospettavamo di avere. Forse le mie parole precedenti sono state influenzate dal Nome di Hitler e dall'ambientazione nel Nazismo, secondo me il periodo più terribile e disumano della Storia.

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  23. Stanca di essere in "vacanza" da una vita questa volta mi sono dedicata a me stessa , come vedi mi adatto ma… chissà come si sta nelle vesti di papera?Verrà il giorno che mi sentirò sirena?Cercherò di adattarmi anche allora. Comunque sempre interessanti i tuoi post, caro Wolf, e tanti auguri per il tuo lavoro.
    Un saluto a te e famiglia.

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  24. x Demetra: assolutamente d'accordo con il tuo "riassunto", grazie cara!
    Un bacione e buon weekend anche a te!

    x Happy: eppure perfino in quel periodo ci sono state persone che hanno indicato la strada…

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  25. Ciao Laura Come scrivevo a Charlotte qualche giorno fa, il tema della speranza è richiamato nel racconto di Coelho, è vero, eppure esula un po' dalla mia visione dell'adattabilià e dell'accettazione. Credo infatti che anche chi è senza speranza possa comunque accettare cio' che gli sta accadendo ed affrontarlo serenamente. Perché angoscia e paura raddoppiano il dolore e la sofferenza. Ad esempio, non è che se una persona sta morendo allora "chissenefrega", al contrario è proprio lui ad avere più bisogno di conforto, sostegno morale e visione spirituale.
    Buona domenica e buona serata anche a te!

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