Nascerà, e avrà la passione per il volo – Racconto (3a e ultima parte)

Era sera ormai. Le forze di Grab erano ridotte al lumicino, sentiva che la morte stava arrivando. Gli uffici si erano svuotati, i negozi chiusi, passanti e auto erano adesso rari. Le luci dei lampioni si stavano lentamente illuminando affiancandosi a quella del cartello luminoso di un negozio che indicava temperatura e data: il 13 di Luglio.
Gli occhi lucidi di Grab puntarono all’altro capo della strada: c’era un marciapiede, e poi, oltre una ringhiera, il dirupo che dava sul mare.
Provò a muoversi. Era così stanco che non sentiva nemmeno più il dolore. Con una fatica immensa ed una lentezza esasperante si trascinò per il marciapiede e poi giù in strada. Vide arrivare un auto. Sapeva che non avrebbe potuto evitarla, quindi restò immobile, in attesa… ma l’auto gli passò solo vicino, poté sentirne lo spostamento d’aria che, in quella giornata ancora afosa, gli fece perfino piacere dandogli un pizzico di energia in più. Ricominciò a trascinarsi verso il marciapiede opposto, conscio che forse non sarebbe riuscito a salirci sopra. Forse sarebbe morto lì, accanto a quel marciapiede.
Poi udì un verso alle sua spalle. Trasalì: aveva imparato a riconoscere quel verso, era quello di un gatto che aveva puntato la preda. Ormai doveva giocarsi il tutto per tutto. Con uno sforzo terribile e l’azione congiunta di zampe, ala buona e perfino del muso, riuscì a salire sul marciapiede. Il gatto stava arrivando di corsa ma nella mente di Grab esisteva adesso solo il cielo oltre la ringhiera.

Un attimo prima che il gatto fosse su di lui, Grab scavalcò il metallo, e si lascio cadere nel vuoto.
Allargò le ali come poteva, non ascoltando il dolore di quella rotta e ritraendo un po’ quella buona per evitare di iniziare a roteare su sé stesso…

… stava volando!! Non importava se era l’ultima, volava, ancora una volta!

Era il 28 Luglio. Susan Brennan aveva coronato il sogno di una vita: mettere al mondo un bambino! Per anni lei e suo marito ci avevano provato ma sembrava non ci fossero speranze. Poi, quando ormai si erano arresi, lei si era scoperta incinta. Sapeva che sarebbe stata una maternità a rischio ma non le importava e decise che per nulla al mondo avrebbe rinunciato. Il marito, al suo fianco, l’aveva appoggiata con amore, seppure conscio del serio rischio che avrebbe corso non solo il piccolo, ma anche lei stessa.
L’infermiera entrò nella stanza e le mostrò il bimbo. Susan si mise a piangere dalla felicità.
Poi entrò il dottore.
“Susan, purtroppo c’è stato un inconveniente che non siamo stati in grado di prevedere ne’ di evitare… Suo figlio ha una lesione alla spalla sinistra, probabilmente non avrà l’uso completo del braccio.”
Susan non sembrò troppo colpita dalla notizia, in fondo era stata decisa a rischiare ben di più pur di far nascere il suo bambino.
Chiese solo “Ma… sarà in grado di pilotare un velivolo?”
Medico e infermiera si squadrarono, evidentemente spiazzati dalla strana domanda.
“Ah… certo… Certo! Non è una lesione grave, con ogni probabilità sarà solo impossibilitato ad alzare completamente il braccio sopra la testa… tutto qua!” rispose il dottore con un sorriso.
“Sa, quando ero incinta e mi avvisarono che avrei potuto perdere il bambino, mi rivolsi ad una maga e lei mi disse << Nascerà. E avrà la passione per il volo … >>”.

79 pensieri su “Nascerà, e avrà la passione per il volo – Racconto (3a e ultima parte)

  1. x Giulio: grazie caro!

    x Ivy: ho avuto, a dire il vero, il dubbio se pubblicarlo in "puntata unica" o spezzarlo in più parti, personalmente avrei preferito un blocco unico; tu sicuramente l'avresti letto – e sono certo con più piacere – anche in un'unica volta, e così altri utenti, ma la maggioranza tralascia i testi lunghi, li scorre "a salti", senza attenzione, e un po' mi sarebbe dispiaciuto.
    Grazie per la pazienza allora, e un caro saluto

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  2. Il racconto del piccione è una bella lezione di vita e di coraggio, come anche per la mamma. La passione per il volo, mi fa pensare al di là del fattore fisico, mi fa pensare alla passione per le "altezze"…

    Il racconto è molto coinvolgente, hai dato voce ed anima al piccolo piccione. Ora, quando vedrò un piccione sarà con occhi diversi.

    Un abbraccio grande e buona giornata Wolfghost e scusami per il ritardo ma sono in ferie, come posso verrò a leggerti.

    Ciao!

    Rondine (amica del piccione)

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  3. Hai ragione, solo la compassione e l'Amore ci permettono di fare quel salto di qualità che ci éleva al di sopra delle semplici emozioni.  Io non credo nell'inferno, così come ci è stato tramandato, però potrebbe essere possibile l'incarnazione in un essere inferiore come "retrocessione" o conseguenza per una vita fatta di scelte completamente negative. Allora in questo caso vedrei una certa logica nella concezione buddhista della reincarnazione.  Cosa ne pensi?  Ciao   Fulvia

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  4. Secondo il buddhismo è così, cara Fulvia A meno di ottenere l'illuminazione e evitare di ricadere nel ciclo continuo delle rinascite, il nostro karma accumulato in questa vita ed in quelle precedenti, determinano l'incarnazione successiva. In realtà pero' non è solo il karma ad entrare in gioco ma anche altri fattori che hanno luogo prima, durante e dopo la morte. Per il buddhismo tibetano l'intera vita è una preparazione al momento della morte ed al passaggio successivo (Bardo), ma devo dire che in fondo molte delle loro pratiche, sia di sostegno ai morenti ed ai morti, sia fatte dalle persone direttamente interessate, non sono poi così diverse da quelle di molte altre religioni nel mondo. Cattolicesimo compreso (ma chi le fa più oggi? ).

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  5. x Fulvia: se davvero ti interessa, ti consiglio un libro tosto, spiega molto bene tutto il processo, in pratica si rifà al Libro Tibetano dei Morti ma lo rende accessibile a noi occidentali: "Il libro tibetano del vivere e del morire", di Sogyal Rinpoche, Ubaldini Editore Roma. Lo troverai molto interessante e certamente anche te rimarrai stupita dalle attinenze tra queste pratiche e quelle della religione cattolica. Se non lo trovi, cerco di spiegarti qualcosa io, ma è un po' complesso per farlo in poche righe

    x Happy: la diversità fa paura, grazie soprattutto ad ignoranza e indolenza: è più facile adeguarsi alla massa, ed evitare tutto cio' che da essa si discosta.

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  6. Yesssss Lupissimo, sì lo so che le storie sono proprio tue… devi sapere che nel mio commento precedente … bè l'ora era assai tarda davvero.

    Volevo dire che le tue storie sono avvincenti  ed emozionanti e che sono le tue storie che a me piaccino di più, senza nulla togliere alla saggezza e bellezza dei post che fai citando brani di autori famosi e apponendo il tuo pensiero che sempre ci induce a riflessione.

    Sei un campione… mi è venuta così 'sta frase ultima – era il mio pensiero è l'ho scritto …

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  7. Potrei mettercelo su FB se mi dai l' autorizzazione 🙂

    Ho fatto una pagina ( e poi un blog) dedicato a smascherare i cialtroni che copiano il materiale degli altri (fata in primis) 🙂

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  8. Ciao Jouy In realtà le due storie sono legate dal filo della reincarnazione: il bimbo è Grab, che si è meritato una rinascita migliore grazie alla sua compassione e alla sua voglia di vivere

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