La sindrome del “facile a dirsi”

L’argomento della possibile “illuminazione” tramite meditazione buddista (ma anche preghiera cristiana) ha, come mi aspettavo, sollevato diversi commenti alla “Si’, facile a dirsi…”. Questo commento, che spesso usiamo anche tra noi e noi, e’ secondo me uno dei piu’ forti ostacoli ad ogni tipo di realizzazione, materiale o spirituale che esso sia. Il punto e’ che spesso (“spesso”, non “sempre”) abbandoniamo il nostro progetto alla prima difficolta’, senza un minimo di determinazione. Eppure sappiamo benissimo che un cambiamento radicale necessita di tempo, in particolare quando riguarda una mente – la nostra – che e’ condizionata da decenni di sovrastrutture nate da condizionamenti culturali, sociali e personali.
Roma non e’ stata costruita in un giorno, no? 🙂

Mi piace riportare qui un paio di risposte che ho dato in commenti ai post precedenti (rispettivamente a artistapaolo2 ed a Gabbiano):

1) Per il buddismo non esiste un punto di arrivo e, in teoria, non esiste nemmeno il desiderio di arrivare. Puntare alla “illuminazione” e’ il modo migliore di non centrarla mai 🙂 Il concetto e’ di meditare con serieta’, senza mollare alla prima inevitabile difficolta’. Il premio e’ immediato: il senso di pace, di stacco dai problemi quotidiani, la serenita’ che si prova, valgono gia’ il “prezzo del biglietto” 😉 Il sentire attraverso la meditazione la vera mente, che non e’ quella del “chiacchiericcio” continuo, percependola come qualcosa di non limitata e nemmeno “propria” in senso stretto (secondo i buddisti la “mente” e’ universale ed ogni cosa ne e’ permeata), e’ in un certo senso un graditissimo effetto collaterale. Ma cercare di cogliere lo “universo” o Dio, guardando dentro di se’, pone troppe aspettative per cui non si riesce a raggiungere quello stato di “quieta meditazione senza sforzo” che e’ quella necessaria.
“Fede”, “convinzione”, sono solo parole. Il lama mi disse “medita, poi capirai” 🙂 Io allora non capi’, mi servivano prove. Oggi ho capito che nemmeno una prova ragionevole potrebbe convincermi; non resta che dare retta al lama. Che si ha da perdere? 🙂 Come minimo la meditazione dona pace e tranquillita’ mentre la si fa. Gia’ questo sarebbe di per se’ un motivo sufficiente per farla 🙂

2) Il tuo e’ il problema dei piu’, me compreso. Ad affermazioni cosi’ rispondiamo sempre “eh! Facile a dirsi!” 😐 Ma… siamo sinceri, quanti di noi hanno provato a seguire questi ed altri suggerimenti del genere per un tempo prolungato? Quanti sono stati determinati senza mollare dopo la prima volta bollando nella propria mente il tutto come “sciocchezze”? 😐
Bisogna provare, con coraggio, costanza e determinazione, senza dar peso a difficolta’ che inevitabilmente ci saranno, perche’ questi metodi non sono medicine allopatiche che le prendi e (sperabilmente) il giorno dopo stai meglio. Ci vuole costanza e tempo. Costanza, non creduloneria: diamoci una scadenza, che so, 3 mesi (ma sono certo che basterebbe meno), 3 mesi in cui con determinazione sperimentiamo. Solo dopo saremo davvero titolati a dire “eh! Facile a dirsi!” 😉

costruzione

74 pensieri su “La sindrome del “facile a dirsi”

  1. E' vero, ci vuole coraggio, costanza e determinazine come dici tu, quando si prova ad intraprendere qualcosa di nuovo e non ci si deve fermare alle prime difficoltà…é così con ogni cosa, penso. Sempre molto interessanti i tuoi post. Un caro saluto e buona Domenica!
     

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  2. Ho sempre assunto le mie reponsabilità,non mi è mai piaciuto e non mi piace fare la vittima,già a 5 anni ero una bambina responsabile.Sono d'accordo con te. Lo sbaglio che ho commesso è stato quello di assumermi la responsabilità degli altri e di questo mi sono pentita non è stato costruttivo hanno completamente rinunciato a lottare ed entrare in in tunnel senza uscita.Poi in seguito si sono rialzati da soli facendo un altro lavoro non inerente ai loro studi e adattandosi alle circostanze.Grazie per la risposta sempre intelligente che mi aiuta a riflettere e capire gli errori..

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  3. x Fulvia: parli di energia, cara Fulvia, ma… l'energia non è forse ogni cosa e in ogni cosa? Non siamo noi forse fatti di energia? E se Dio fosse tale energia? Allora che ci sarebbe di strano se noi fossimo parte di Dio?

    x Happy: forse è anche perché non ci crediamo abbastanza cara Happy, così se non abbiamo riscontri immediati la nostra sfiducia ha il sopravvento Ed è vero: se più che "cercare", pensassimo ad "applicarci"… sarebbe più facile

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  4. x Rondine: grazie cara Credo che il silenzio sia una grande cosa, anche se, come tutto, ha un suo tempo: in una società come la nostra "sposare" il silenzio è difficile, spesso impossibile, pensa ad esempio a chi lavora. Ma ritagliarsi i propri tempi, quando si sente il desiderio del silenzio, è qualcosa che non dovremmo sottovalutare
    Un caro saluto!

    x Nikiya: sì, ti capisco. Anche per me è difficile rispondere ai vostri commenti, tutti interessanti: sono fuori in questi giorni, e spesso non ho la possibilità di concentrarmi così come questi argomenti meriterebbero Si fa quel che si puo'

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  5. x Ivy: è vero, hai proprio ragione Ivy! E sì che invece sono quasi sempre le cose più importanti!
    Un caro saluto!

    x Glicine: sono d'accordo cara Gio, grazie per il complimento e buon inizio settimana a te!

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  6. Ciao Lupo, io sono del club "facile a dirsi" per quanto riguarda la meditazione 🙂 Diciamo che mi sono "inceppata", la praticavo quasi quotidianamente fino a un paio d' anni fa, poi in seguito ad una sequenza di eventi (senza tregua) ho raggiunto uno stadio di stress che..non ci riesco più 😦
    Non so spiegarlo.E' un meccanismo che mi serviva a scaricare l' ansia e lo stress, ma nel momento in cui il livello è arrivato ad essere troppo alto, il meccanismo stesso si è inceppato. La mente non riesce a concentrarsi nemmeno su poche righe da leggere, arrivare a meditare mi diviene impossibile, o se vogliamo, momentaneamente difficile.
    Qualche consiglio lupesco ? 🙂

    Buonanotte,
    IrisLuna

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  7. x Iris: finalmente riesco a risponderti, ero fuori per il weekend e la benedetta chiavetta internet ha deciso di smettere di funzionare
    Ti posso dire che lo stesso successe a me. Io scoprì lo yoga e con esso la meditazione intorno ai 18-20 anni e lo praticai fino ad almeno 25-26 anni. Poi ebbi un calo via via sempre più marcato, probabilmente anche dovuto al fatto che iniziai ad andare costantemente in palestra dove facevo anche stretching, infatti in quel periodo calai come concentrazione e lo yoga assunse più l'aspetto di uno doppione dello stretching, per cui non aveva senso continuare a farlo in quel modo.
    In seguito ebbi periodi in cui praticai solo la meditazione, ma lasciavo al "bisogno di farlo" la decisione di quando farla: semplicemente, nei periodi in cui sentivo il richiamo, la necessità, a staccare e "tornare a casa", praticavo. Altrimenti no.
    Ho provato via via nel tempo tanti metodi diversi per arrivare alla meditazione, ma quello che mi è sempre riuscito meglio è stato semplicemente "sedere e svuotare la mente"
    Comunque, dopo tanti anni, mi è tornato il desiderio di seguire quella strada, anche se solo in parte per gli stessi motivi. Questo per dirti che non devi sforzarti: sono certo che, avendone provato i benefici, prima o poi anche tu sentirai il desiderio di "ritornare", ma lo farai sicuramente con uno spirito diverso
    Non avere fretta

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  8. hai ragione, è la costanza che permette la riuscita, ma senza affanno, nè regole fisse. se si tratta di meditazione non c'è bisogno di insistere, basta un piccolo "allenamento" ogni giorno, la volontà di riuscire senza incaponirsi, la leggerezza di mettersi in un angolino e volersi bene, coccolandosi per mezzo della meditazione. ecco perchè si consiglia abbigliamento comodo, cuscino, incenso… tutti particolari per creare atmosfera. ma assicuro che la costanza è come una buona abitudine, che diventa automatica dopo pochissimo tempo.
    Vorrei fare presente che questo metodo è validissimo per coltivare l'ottimismo
    peace

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  9. "Bisogna provare, con coraggio, costanza e determinazione"
    Questo mi piace e cerco di metterlo in pratica anche se non ho nessuna
    idea di che cosa sia il buddismo.  Da quanto ho potuto intuire da questo post la cosa dovrebbe essere fatta con piacere, a un tale risultato non  sono ancora rrivata… Ciao 🙂

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  10. x Specchio: eheh esatto cara, un… "impegno senza sforzo" Anche se all'inizio occorre certamente molta disciplina, perche' noi siamo abituati a saltare sempre e velocemente di palo in frasca

    x Almerighi: grazie, proprio cosi'. Anche quando ci pensa la fortuna a portarci un risultato, senza determinazione e buon senso non saremo capaci a mantenerlo. E il mondo e' pieno di casi cosi', infatti

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  11.  grazie del simpatico commento!Ma certo che è per i bambini ma può essere utile anche per gli adulti prima di inziiare a parlare, contare fino a dieci fa sempre bene…

    vero, ho progettato il post con la mia fantasia.

    Grazie lupetto sei simpaticissimo.

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  12. Lo so che non ti offendi, ci mancherebbe Non ero preoccupato, piuttosto dispiaciuto, ma so che periodi cosi', con scarsa accessibilita' a Internet, capitano
    Una buona giornata a te!

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  13. …Ho praticato Arti marziali per un lunghissimo lasso di tempo, insieme allo Yoga e al Tai chi chuan…la meditazione è stata parte del tutto…devo dire che non è stato facile (almeno inizialmente) quietare una mente discorsiva, serve concentrazione… ma una volta incominciato e nonostante si possa anche per un periodo sospendere… poi, si riprende da dove si è lasciato e, si riprosegue per via…piano lentamente senza sforzo alcuno…tutto deve venire in modo naturale 🙂 il respiro è fondamentale…

    Un salutone Lupo 🙂 buona serata paola…
     

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