La parzialità della percezione

elefanteUn giorno un re riunì alcuni ciechi e propose loro di toccare un elefante per constatare come fosse fatto.
Alcuni afferrarono la proboscide e dissero: “Abbiamo capito: l’elefante è simile a un timone ricurvo”.
Altri tastarono gli orecchi e dichiararono: “È simile a un grosso ventaglio”.
Quelli che avevano toccato una zanna dissero: “Assomiglia a un pestello”.
Quelli che avevano accarezzato la testa dissero: “Assomiglia a un monticello”.
Quelli che avevano tastato il fianco dichiararono: “È simile a un muro”.
Quelli che avevano toccato una gamba dissero: “È simile a un albero”.
Quelli che avevano preso la coda dissero: “Assomiglia a una corda”.
Ognuno era convinto della propria opinione. E, a poco a poco, la loro discussione divenne una rissa.
Il re si mise a ridere e commentò: “Questi ciechi discutono e altercano. Il corpo dell’elefante è naturalmente unico, e sono solo le differenti percezioni che hanno provocato le loro diverse valutazioni e i loro errori”.
(Buddha)


Commento (non mio): Questa parabola buddhista mette in evidenza la parzialità delle opinioni e delle dottrine umane, che portano a scontri e a guerre. tutti pretendono di aver ragione, di essere in possesso della verità, di aver avuto esperienze inoppugnabili. E, in un certo senso, tutti affermano un brandello della verità. Ma, per poter cogliere l’essenza delle cose, occorre saper prescindere da idee preconcette: occorre trascendere dalla propria mente. Meditare significa cancellare il bagaglio delle esperienze accumulate per rapportarsi direttamente alla realtà.

Commento di Wolfghost: Il nostro pensiero, la nostra visione, è naturalmente condizionata dalle nostre esperienze precedenti, dunque è necessariamente parziale, quasi nessuno conosce così tanto dal poter affermare con certezza di non aver bisogno di confronto. Abbiamo tutti da guadagnare dall’osservazione che meglio sarebbe liberarsi dall’illusione, a volte dall’arroganza, di credersi infallibili, di credere che la nostra idea sia la sola idea valida. E’ un bene per gli altri, che non verranno attaccati con prepotenza, ma è un bene anche per noi, perché, considerando l’esistenza di altre alternative tramite l’ascolto altrui, potremo vedere strade che in precedenza non abbiamo visto. Ascolto è opportunità.

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