Il successo nella vita

“Ha raggiunto il successo chi ha vissuto bene, ha riso spesso ed ha molto amato; chi si è conquistato il rispetto delle persone intelligenti e l’amore dei bambini piccoli; chi ha riempito il suo spazio e ha adempiuto ai suoi doveri; chi ha lasciato il mondo meglio di come l’abbia trovato, sia per mezzo di una pianta più curata, una perfetta poesia, od un’anima riscattata; chi non ha mai mancato di apprezzare le bellezze della terra o evitato di esprimerlo; chi ha sempre cercato il meglio negli altri e ha dato loro il meglio che aveva; colui la cui vita è stata un’inspirazione; la cui memoria è una benedizione.”
Mrs. Stanley
Lincoln Sentinel, 30 Nov. 1905

E così abbiamo salutato l’alba di un nuovo anno, il 2011! 🙂 Pensateci un attimo… non sembra quasi una data da vecchio libro o film di fantascienza? 😐 Sembrava così lontana nel… secolo scorso (gulp! :-P), è invece ci siamo arrivati 🙂
Gli auguri di inizio d’anno, così come i famosi “buoni propositi” del medesimo periodo, assomigliano tanto ai nostri sogni di bambino, non trovate? 😉 Vero, forse sono un poco meno “grandi”, ma a volte, almeno per numero, sono altrettanto irrealistici 😀

Mi sono chiesto spesso quale sia il significato della parola “successo”, intendo al di là del suo significato più ovvio di “riuscita in ciò che si fa”. Cos’è che ci fa sentire persone “di successo”? 😐 Per alcuni è la notorietà, l’esser famosi. Per altri è il denaro. Per altri ancora è il potere. Soprattutto penso sia la prima, la notorietà. Perché in fondo i più cercano di aver denaro o potere per poter poi “apparire”, per essere… additati dagli altri. Non è così? 😐 Certo, poi ci sono altri motivi, come la sicurezza o il benessere, ma credo che il desiderio di “spiccare” in mezzo agli altri sia quallo che la “faccia da padrone”, almeno fino ad una certa età.
Il desiderio di notorietà è piuttosto subdolo, variano molto i mezzi attraverso cui attuarlo. Si va dai veri e proprio atti illegali fino alle opere di bene. Molti infatti, seppure nel loro piccolo, usano un altruismo di facciata per sentirsi dei benefattori, per ricevere i riconoscimenti altrui.
Poi ci sono altre strade. C’è lo sport, la scienza, la medicina. La spiritualità perfino, con tutti coloro che si servono dei loro insegnamenti al fine di sentirsi al centro dell’attenzione, di sentirsi dei “santoni”, degli “illuminati”, più che aiutare davvero gli altri ad elevarsi ed a soffrire meno grazie alla conoscenza.
Sì, probabilmente il desiderio di notorietà è qualcosa che, almeno in parte, è insito nell’uomo.

Ma cos’è per voi il successo? O meglio, cos’è che vale la pena di inseguire e ottenere? Credo che la risposta vari molto da persona a persona, ma anche a seconda dei vari periodi ed età che una stessa persona attraversa.
Io mi trovo ormai in sintonia con buona parte del pensiero espresso da Mrs. Stanley, nel citato articolo del Sentinel, anche se non proprio con tutto.
Forse possiamo pensare che solo lasciando tracce clamorose e indelebili, avremo vissuto davvero con successo. Solo lasciando pezzi come quelli di Wagner, o scoperte clamorose come quelle di Newton, o trionfi militari come Giulio Cesare, o “numeri” di conquiste come quelli di Casanova, saremo ricordati e così potremo, in fin di vita, pensare di aver vissuto una “buona vita”. Ma… io credo che si ricordino le gesta, non le persone.
Sappiamo cosa ha fatto Cesare, ma conosciamo davvero chi era Cesare? Per quanto i libri ci parlino di Wagner, possiamo davvero dire di ricordarci di lui perfino non avendolo mai conosciuto personalmente? No. Noi ci ricordiamo di un nome e di eventi legati a quel nome. Ma del vero Wagner, di Newton, di Cesare o di Casanova nessuno ricorda qualcosa, perchè nessuno – oggi – può veramente dire di conoscerli.
Allora forse non è poi così importante lasciare del proprio passaggio qualche segno che finisca nei libri di storia. Tanto al massimo verranno ricordate quelle gesta, e non noi.

Bé, per me “successo” nella vita è “andarsene” con la sensazione di aver vissuto davvero, il non essersi “nascosti” per timore di sbagliare o di fallire, il sapere di esserci stato quando si poteva fare qualcosa per qualcuno, l’aver agito quando si doveva e poteva. Perfino se sappiamo che presto o tardi chi abbiamo aiutato, o chi avrà comunque tratto giovamento dal nostro lavoro, non si ricorderà più di noi, e forse nemmeno noi ci ricorderemo di lui e di ciò che abbiamo fatto.

Certo, ognuno commette errori, siamo esseri umani. Sicuramente non dobbiamo colpevolizzarci se qualche volta non abbiamo fatto ciò che potevamo o dovevamo fare. Ma qui parlo più di una “tendenza” che di singoli eventi.
Successo è… un atteggiamento, un modo di vivere, piuttosto che un risultato o l’ottenimento di un obiettivo. E’ lottare finché è ragionevole farlo, senza tirarsi indietro o risparmiarsi, al di là del risultato reale che poi si otterrà.

Davvero, come dice lo Zen, la strada è la ricompensa. Perché in fondo nella vita non c’è un fine, se non la vita stessa.

vittoria

66 pensieri su “Il successo nella vita

  1. Diceva Martha Medeiros:

    Lentamente muore

    Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
    giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
    rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

    Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
    bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
    proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
    sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
    all'errore e ai sentimenti.

    Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
    lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
    sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
    consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
    non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
    chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
    giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
    fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
    chiedono qualcosa che conosce.

    Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
    richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
    respirare.
    Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
    felicità.

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  2. La befana a volte tarda perchè ormai è vecchia e sorda,
    ma a coloro che son buoni lascia sempre tanti doni. 
    Tanti calorosi auguri per una
    Buona Epifania , sperando che la
    Befana porti solo dolcetti, amore e felicità-
    Grazie di avermi fatto sorridere
     

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  3. E' molto bello il tuo post, caro Wolf!
    Cos'è per me il successo? Vivere e farne esperienza, così come viene. Comprendere di percorrere un'esperienza unica, nelle mie scarpe, qualsiasi essa sia. E' quello che penso ora, ovviamente…se me lo richiedi tra qualche tempo magari avrò cambiato opinione… 🙂

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  4. Il successo è un'invenzione della società. L'essere umano quando è veramente se stesso non ha bisogno di rincorrere il successo che possono essere soldi o fama,alto grado nella carriera,eroismo…Per una legge perversa che ci siamo dati cerchiamo sempre qualcosa al di fuori di noi. E' molto bello e pieno di riflessioni interessanti il post che hai scritto.
    Ciao Fulvia

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  5. Ehhhhhhhhhhhh, lo supponevo – io ho in circolo più di quello che mi serve e sono sicura che se mi facessero un test per il doping, mi troverebbero positiva anche in quello
    Ma era un pezzettino che ci stavo pensando a questa cosa

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  6. Beh, magari ho confuso "successo" con "realizzazione": il successo può essere effimero, duraturo (anche a tempi molto lunghi) oppure ciclico (e qui si potrebbe per esempio fare il caso di Dickens, che ebbe moltissimo successo da vivo, quando ero bambina era tenuto in poco conto e oggi è nuovamente considerato). Però è vero che questo tipo di successo serve a chi viene dopo, non a chi è morto – ed è morto, per forza di cose, senza sapere come sarebbe stata considerata la sua opera in futuro.
    Noto comunque che qui sono tutti molto superiori al successo. Io no. Certe cose mi disturberebbero (i giornalisti che ti tormentano, la gente che ti chiede autografi eccetera) mentre altre mi piacerebbero, ad esempio i soldi e il potere.
    E allora il successo più comodo, per me, sarebbe quello di chi vive nell'ombra relativa ma ha il potere – tipo grandi banchieri, per intendersi. Quello migliore invece è legato al piano artistico, perché molti ti apprezzano per qualcosa che ti piace fare e che trovi valida – come credo succeda a Riccardo Muti o ai Red Hot Chili Pepper.

    Commento a parte: hai sempre dei bellissimi commenti, anche sul piano grafico, ma la Befana un po' dark di Cristinakhay è davvero deliziosa ^__^

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  7. x Katia: ahah carinissima! Grazie davvero cara!

    x Cristina: ed è molto bello il concetto di successo che hai, cara Cristina! No, non credo che lo cambierai, anzi più avanti andrai e maggiormante lo apprezzerai. Scommettiamo?

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  8. x Fulvia: sono d'accordo Fulvia, a meno di non intendere essere sé stessi come obiettivo… allora sarebbe successo il riuscire ad esserlo
    Grazie Fulvia

    x Raggio: eheheh bé, non proccuparti, per quel tipo di doping non esiste squalifica

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  9. x Murasaki: sì, questa differenza che poni tra successo e realizzazione ci sta. Poi tieni conto che anche io ho volutamente reso il termine "successo" molto aperto qua, anche perché spesso oggi le parole non sono più usate molto propriamente. Bé, io sarei un'ipocrita se dicessi che il successo, come lo intendi tu differenziandolo dalla realizzazione, sia qualcosa che non mi è mai interessato. Diciamo che ho notato che nel passare del tempo è sempre meno presente.
    eheh vero, la befana dark è molto carina

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  10. A ben guasrdare il successo si riferisce al passato. Il significato o almeno uno di quelli é prorpio "ciò che é capitato, avvenuto realizzato, effettuato".
    E' successo ieri, un'ora fa, il secolo scorso. Ed é legato ad un fatto capitato ad una persona. Ed é più importante, o almeno assume più rilavanza il, fatto e non la persona a cui é legato. Dici bene, ricordiamo il "De Bello Gallico", scritto da Cesare, che non Cesare in quanto persona.
    Il successo é un ricordo, che a sua volta é sommatoriia d'impegno negli eventi e nei fatti compiuti affinché quegli eventi si manifestassero.
    Questo ricordo può essere particolare, anzi é particolare per ciascuno di noi. Il fatto che tutti ne parlino o che ricordino é perché ad esso sia legato una serie di eventi che hanno fatto sì che il ricordo stesso fosse tramandandato, passasse di bocca in bocca, fosse scritto.
    Il nostro personale successo é il buon ricodo che lasciamo a chi ci é più vicino. Genitori, figli, mogli, mariti; uelli che con noi hanno legami più o meno stretti, con cui viviamo la nostra vita e cui facciamo a volte, pesare la stessa.
    E' il riconoscimento che dice: ecco, hai vissuto, ti sei impegnato.
    Il più delle volte é un ricordo destinato a sbiadire, con il passare delle generazioni e forse un giorno anche Cesare, Galileo, Kant saranno nomi scritti su libri, che non si leggereanno più.
    Comunque vada, buon 2011 GrandeLupo

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  11. Come dici te, caro CapeH, già adesso temo che in molto pochi conoscano Cesare, Galileo, Kant e dir che si voglia: conoscono, conosciamo, le loro gesta, i loro scritti, ma non loro. Non è così?
    Interessante la tua idea di "personale successo"… a volte il nostro agire per gli altri non è riconosciuto, non vengono capite le nostre ragioni e allora sembriamo noiosi, rompiscatole, dei "Bastian contrario" perfino Per questo un pizzico di sana autoreferenzialità è necessario mantenerla, non basta vedere la riconoscenza negli occhi altrui, bisogna sapere da noi stessi se il nostro agire è stato corretto o almeno tali erano le nostre intenzioni. Come dici tu: ecco, hai vissuto, ti sei impegnato. Giusto
    Buon 2011 caro CapeH! Comunque vada!

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  12. E' vero Wolf, spesso la parola successo per molti è legata alla fama e al potere, che a parer mio è il modo più superficiale di percepirlo  e di raggiungerlo.
    Il successo si può avere rimanendo semplicemente fedeli ai propri ideali, dando sempre il meglio di se, specialmente quando le cose non vanno benissimo. E' la capacità di farsi forza, saltare gli ostacoli e raggiungere i propri piccoli grandi obiettivi, ma è anche la capacità di riuscire a dare una mano a chi ne ha bisogno.
    Un bacio.

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  13. Che bella introduzione al nuovo anno, Wolfghost, e auguri, anche se arrivo, com'è il mio solito, in ritardo!

    Ci poni la domanda sul "successo", sono d'accordo con te, ma il mio "piccolo successo personale" lo avrò raggiunto con la serenità, e nel essere ricordata dalle mie figlie come una buona madre. Non ambisco ad altro.
    Sarà come dici tu, il successo è legato all'età, e a proposito di questo c'è un altro successo che mi stavo per dimentare di scrivere: vivere in serenità la pensione, sempre che mi ci faranno arrivare….

    Un grande abbraccio e a presto!

    Rondine

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