Impermanenza, la caducita’ di tutte le cose

Ci sono volte nelle quali la caducità che avverto attorno a noi mi spiazza e spaventa. In ogni momento, ogni giorno, può accadere qualcosa che nel giro di pochi momenti è capace di spazzare via tutta la stabilità che faticosamente abbiamo costruito negli anni. Parliamoci chiaro: è la nostra presunta stabilità (non oso nemmeno usare il termine “certezze”) ad essere illusoria. Razionalmente tutti noi sappiamo che in ogni momento le cose possono cambiare, a volte irrimediabilmente, ma non siamo in grado di vivere avendo sempre questa spada di Damocle sulla testa. Allora ci riempiamo di “simboli di permanenza”, come i risparmi per la vecchiaia o la casa di proprietà nella quale saremo “per sempre” al sicuro, rimuovendo il più possibile i pensieri che ci parlano della nostra ineluttabile caducità.
Spesso ci comportiamo come semi-Dei, perfino. Se qualche entità “esterna” potesse osservarci nel nostro tran-tran abituale, ne dedurrebbe che siamo una specie immortale, oppure che non sa di non essere tale. Analizzerebbe il curioso caso di una specie animale che ha raggiunto la consapevolezza ma ne fa un uso parziale: sappiamo che dovremo lasciare questo corpo, questa terra, eppure il più delle volte ci comportiamo come se questo fosse un “pericolo evitabile”, come se, sotto-sotto, pensassimo di avere la possibilità di ingannare ed allontanare la morte per sempre. Vedo persone che alla notizia della morte o della malattia di un conoscente, girano subito la testa (e l’attenzione) altrove, come a proteggere il piccolo giardino fiorito della loro casa dalla gramigna della realtà – e dalla paura che l’accompagna – che, una volta insinuata, non puo’ piu’ essere fermata; altre che vengono riportate, con sgomento, alla terribile realtà per qualche istante, qualche giorno o settimana al massimo, ma non appena ne hanno occasione dimenticano o rimuovono, perché altrimenti non sarebbero in grado di tornare al lavoro ed alla vita che prima facevano.
Come scrivevo tempo fa, la Natura stessa chiede agli animali di “non pensare”, di “non sapere”. Noi invece abbiamo “colto la mela dell’albero della conoscenza” e da quel momento ci siamo in teoria elevati… di fatto maledetti.
Probabilmente ci distacchiamo dalle altre specie animale proprio per il maggiore tasso di consapevolezza. La consapevolezza dovrebbe essere il nostro valore aggiunto ma, di fatto, l’aver preso consapevolezza del nostro destino mortale è stata per noi una sciagura: lungi dall’averla accettata e fatta andare a nostro vantaggio (prendendo più “filosoficamente” ogni avversità e cercando di godere di ogni cosa bella il più possibile, invece di dimenticarla in nome di cose “più importanti”) di solito la neghiamo, a volte deridendola come se fosse “cosa d’altri”, che non ci riguarda.
Invece essa è diventata la “sciagura inevitabile da cui scappare”, il sommesso pensiero dal retrogusto amaro che accompagna le nostre giornate e che riusciamo solo a volte a far finta di non sentire.
Non pensare ad essa, avendone invece consapevolezza, è l’estremo, illusorio tentativo di tornare alla ingenua verginità dell’animale… liberi da quella profonda paura.
Soprattutto per questi motivi ho recentemente rinnovato il mio interesse per il buddismo tibetano; esattamente per la sua promessa di liberarazione dalla sofferenza, inclusa quella causata dalla paura. Certo, la reale accettazione è qualcosa che deve avvenire nella profondità del nostro essere, essere recepita fin nel nostro inconscio. Non basta dire “Ho capito, e quindi accettato”, non basta rifletterci a livello razionale, la nostra percezione deve scendere in profondità. O, alla prima “prova del nove”, la nostra convinzione sparirà come neve al sole.
spada di Damocle

Spada di Damocle, di Richard Westall, olio su tela, 1812

54 pensieri su “Impermanenza, la caducita’ di tutte le cose

  1. Essere contenti perchè esistono l'impermanenza e la cadicità ….è veramente troppo, lo so, ma credo che occorre allora andare a scavare come giustamente dicevi nel modo illusorio di osservare le cose e gli eventi. Il modo in cui appaiono i fenomeni è differente dal loro reale di esistere e questo lo sappiamo, anche se spesso ce lo dimentichiamo. Quando la mente entra in contatto con la loro apparenza, crede che sia vera e si attiene a quella particolare idea, cadendo in errore. Insomma il fatto di non comprendere appieno ciò che è da ciò che appare, genera incomprensione ed errori. Il significato della vacuità e della interdipendenza di tutte le cose, quale filosofia fondamentale del buddismo, ci possono far capire che la legge causa ed effetto sono da tenere bene in mente. Prestando attenzione alle cause e condizioni, sorgono altrettanti stati emotivi diversi, mi spiego: Vedere come i propri sentimenti verso qualcosa o qualcuno cambiano a seconda del nostro stato mentale, benche l'oggetto rimanga lo stesso ci da già l'idea che il vero modo d'essere dei fenomeni, la loro nuda essenza, è la vacuità.Pur avendolo scritto ……… non riesco ugualmente a farlo mio questo concetto, mi rendo conto che nella mia mente c'è sempre una lente che mi deforma le immagini …..o ancora peggio me le da capovolte!Cqm mi è servito anche solo pensarci….ciao Lupo e grazie degli ottimi spunti per riflettere.

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  2. ciao amo profondamente gli animali…e ritengo che a loro modo ( a differenza del pensiero comune) abbiano anche loro una consapevolezza , diversa dalla nostra,istintuale…ma esistente..La nostra e' mediata da 1000 preconcetti e sovrastrutture che ci fanno credere che essere consapevoli in primis dell'impermanenza che viene vista da molti come una dannazione..io credo che il segreto sia …avere la convinzione che nulla e' per sempre…e che tutto si modifica si  rettifica e cambia forma…lo specchio e' nel cosmo …..grandissime stelle , esplodono morendo..apparentemente…in realta' per lo piu' diventano delle nane brune…piccole stelle dalle materia densissima..non e'piu' luminosa…ha cambiato forma…se poi 2 nane brune iniziano una danza una intorno all'altra…avviene una imponente deflagrazione..che genera una grandissima stella…beh!! basta ahahahah!!!..baciooooooooo N. ora ti linko….

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  3. x Zeroschemi: opsss! Ho letto il tuo commento solo adesso! Concordo pienamente con le tue parole… incluso il fatto che non siano affatto facili da mettere in pratica! x Neityri: bé, ovviamente anche il termine "consapevolezza" ha un significato che può non essere lo stesso per tutti. Nell'accezione che capisco avere per te, è giusto quanto scrivi. Allora, al posto di "consapevolezza", dovrei usare "conoscenza", e dovrei dire che la conoscenza (della nostra caducità) può essere risolta solo attraverso la consapevolezza (della realtà che ci circonda e che è in noi)…. e che ovviamente è ben difficile da ottenere Un bacio anche a te!

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