Il buddismo tibetano – conclusioni

Per chiudere un ciclo di post dove spesso ho parlato di questo argomento, volevo raccontare brevemente cosa mi ha persolmente colpito di questa particolare religione.
E’ indicativo che già scrivere “religione” per descrivere il buddismo tibetano, mi fa un po’ storcere il naso. In effetti questo buddismo è più un “metodo” per controllare la propria mente e liberarsi da tutte le sofferenze, piuttosto che una religione. Tant’e’ vero che i lama sparsi per il mondo non cercano di fare proselitismo, ma solo di insegnare tale metodo al puro scopo di portare sollievo a tutti gli “esseri senzienti”: ciascuno è comunque libero di restare fedele alla religione di appartenenza ed anzi a volte, per motivi culturali, è addirittura consigliato.
Ovviamente è tutt’altro che facile spiegare tale metodo. Esso si basa sulla credenza che ogni sofferenza derivi dall’identificazione con il proprio “io psicologico”. Secondo i lama tibetani, noi siamo ospiti nell’involucro che chiamiamo corpo, ma siamo molto di più, e quando il corpo muore continuamo ad esistere. Già di per sé questa credenza sarebbe di grande sollievo, ma non è tutto qua. Un aspetto curioso è infatti che la rinascita non è un fatto positivo per i buddisti: rinascere significa infatti tornare a soffrire, perché il corpo inevitabilmente è caduco e prima o poi si ammala e muore. Il loro massimo è arrivare a non rinascere di più, o, meglio (e qui il buddismo tibetano si discosta da altre forme di buddismo) rinascere – pur potendo evitarlo – per propria scelta, solo per tornare ad aiutare tutti gli esseri che ancora soffrono.
E oltre al discorso del corpo, c’è anche di più. Nel corso di questa e di altre vite, ci siamo identificati con una figura psicologica che ha caratteristiche ben precise e al quale abbiamo dato il nome “io”. Allora soffriamo quando tale “io” viene ferito, offeso, non ottiene ciò che desidera. Ma tale identificazione è errata. Noi non solo non siamo il nostro corpo, ma non siamo nemmeno l’io psicologico che abbiamo via via costruito, e quando lo smascheriamo smettiamo di soffrire.
Queste sono le credenze.
Il “metodo” passa attraverso il riconoscimento dell’illusorietà dell’identificazione con il corpo (ne siamo solo ospiti) e con quello che chiamo “io psicologico” (è solo una nostra costruzione). La meditazione è il metodo. Essa non è “sedersi e non fare nulla”, ma osservare attentamente come lavora la propria mente, arrivando a vedere che tale lavorio è fine a sé stesso, ovvero che dietro non c’è nulla di concreto: solo idee preconcette alle quali abbiamo finito per credere dopo anni e forse secoli.
Questo non vuol dire che “non siamo nulla”, ma che ciò che siamo non è ciò con cui ci siamo identificati.
La cosa se vogliamo più curiosa è che… la parte più difficile è trovare cosa siamo; infatti per i Lama tibetani (così come per il “Budda storico”) “cosa siamo” – già ora, ma anche nell’aldilà – è qualcosa che è inutile spiegare a parole (e forse impossibile): lo si “percepisce” naturalmente attraverso l’illuminazione a cui porta la meditazione. Quindi sarebbe inutile, ed anzi fuorviante, parlarne 🙂

“Per innumerevoli vite ho vagato
cercando invano il costruttore di questa casa.
Doloroso invero è continuare a rinascere.
Oh, costruttore!

Ora ti ho trovato.
Non costruirai più questa casa.

Tutte le tue assi sono rotte,
La trave di colmo è spezzata.
La mia mente ha raggiunto la libertà suprema
Estinto è ogni desiderio”.
(Buddha)

Coast

39 pensieri su “Il buddismo tibetano – conclusioni

  1. Anche io ho sempre trovato estremamente illuminanti gli insegnamenti del buddismo tibetano e pensavo leggendo il tuo post che forse anche quelli non si "spiegano" ma si percepiscono : chi ha la fortuna di incontrare un tibetano praticante non può non "sentirlo" e lì già comincia la propria meditazione…consiglio a chi ne avesse soldi e possibilità un viaggio in Bhutan 🙂

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  2. x Dorame: certo, e non c’è nemmeno bisogno di andare in Buthan, puoi incontrarli in uno dei numerosi sentri buddisti tibetani all’estero, anche in Italia. Io andai qua: http://www.iltk.it/

    x Anne: si, anche se non volevo puntare il dito su questo aspetto in particolare; certamente ci sono tante persone, sia cristiane che musulmane, che sono in assoluta buona fede e ottengono ottimi risultati pur rimanendo nella loro fede. Ciao cara

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  3. La cosa nell’Umano che mi fa rattristire è….: perchè l’uomo sente il bisogno di Amare un "Essere Spirito"?
    Perchè deve sentire Fede…per qualcosa che non vede….. quando c’è il sè che ha bisogno d’Amore e d’esser scoperto….e tutto attorno  pure!

    Penso che la Fede deve essere rivolta a se stesso ed anche l’Amore, qualsiasi sia il modo, per esempio …la meditazione, è un mezzo valido…… Amandoci per primi ed amando il nostro vicino…. avendo tenerezza e cura di ogni umano bisognoso … soddisferemo la voglia di Fede!

    Tutto questo è in noi, non penso ci sia bisogno che un Filosofo o una Persona che riteniamo importante ci dica quel che dobbiamo Fare ….. Amare e…….

    Siamo alla ricerca di noi, hai ragione Wolf, e abbiamo bisogno l’uno dell’altro….perchè insieme formiamo un essenza: Umanità

    Baci

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  4. AIUTO!

    mi sta bene,

    ma solo di insegnare tale metodo al puro scopo di portare sollievo a tutti gli "esseri senzienti":

    diversamente mi perdo.

    Tornando un’altra volta tra i viventi dovrei farlo per aitare gli altri a liberarsi dalla sofferenza….
    .
    mi sa che nessuno si sia ancora reicarnando per venire ad aiutare me.

    Da piccoli ci insegnavano che c’è un angelo custode…il mio si deve essere smarrito…oppure è un gran bastardo! :))))))))))))))))))))) Ciao Lupaccio

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  5. x Lucy: certo, i lama sarebbe d’accordo con te, suppongo Anche perché in fondo per loro non c’è differenza tra lo "essere spirito" e il "sé" di cui parli, che è ben diverso dallo "io" menzionato nel post.
    Credo che il desiderio di amare un "essere spirito" derivi dalla sfiducia in cosa sentiamo di essere come uomini.
    Grazie per l’intervento, Lucy

    x Jouy: ahah chissà… invece magari qualche aiuto l’hai avuto ma l’hai sottovalutato Ti conosco solo attraverso i tuoi interventi e il tuo blog, ma non mi sembra una persona che non ha fatto "passi avanti", anzi…
    Abbraccio!

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  6. Io al contrario Jouy  credo  nell’angelo custode.. certo mica se piango mi porge il fazzoletto, ma  2,3 volte  mi sono trovata in vero pericolo è una mano invisibile mi ha quidato..

     
    PS. l’altra sera sono andata ha vedere il film wolfman. ti ho pensato quasi
     tutta la durata del film

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  7. "Tant’e’ vero che i lama sparsi per il mondo non cercano di fare proselitismo, ma solo di insegnare tale metodo al puro scopo di portare sollievo a tutti gli "esseri senzienti": ciascuno è comunque libero di restare fedele alla religione di appartenenza ed anzi a volte, per motivi culturali, è addirittura consigliato

    E’ molto bello e rispettoso tutto ciò. Il loro modo di amare e lasciar libero l’uomo.
    Bacioni e buonanotte ^_^

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  8. "Tant’e’ vero che i lama sparsi per il mondo non cercano di fare proselitismo, ma solo di insegnare tale metodo al puro scopo di portare sollievo a tutti gli "esseri senzienti": ciascuno è comunque libero di restare fedele alla religione di appartenenza ed anzi a volte, per motivi culturali, è addirittura consigliato

    E’ molto bello e rispettoso tutto ciò. Il loro modo di amare e lasciar libero l’uomo.
    Bacioni e buonanotte ^_^

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  9. Ho letto con molta attenzione e ora ho capito meglio perchè non ci sarà mai pace nel mondo e perchè i politici sono come sono: loro non estingueranno mi il loro desiderio di potere!
    Non sapevo tutto ciò che hai scritto. Grazie per queste informazioni che ho trovato davvero interessanti!

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  10. …ma  a questo punto..anche il non poter parlare di quella che sarebbe la reale natura del nostro essere non va a costruire comunque un altro,forse più rarefatto,del nostro solito ma,comunque ingannevole?

    …della serie:ciò di cui non parlo o esiste e quindi froma comunque un io con cui mi identificherò se non altro  proprio nell’evitare di parlarne..

    o ciò di cui non parlo non esiste ma ,,questo non è possibile,in quanto le cose che non esistono…non esistono!! Perchè se non esistessero non potremmo neanche riuscire a pensarle………………

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  11. wow.. i tuoi post sono sempre molto profondi ed interessanti ma questi lo sono ancora di più.. Non ci si può staccare un momento dal tuo blog!! Interessante davvero! Devo anche andare a leggere quelli che mi sono persa e che sicuramente commenterò.  Non mi è chiaro, però,  leggendo questo tuo post, capire come la pensi. Sei vicino al buddismo o semplicemente per te è una filosofia che vale la pena di conoscere?
    Io mi sono avvicinata al buddismo e lo "sento" molto in risonanza con il mio modo di vivere, anche se non posso certo dire di essere buddista.. E tu?
    a presto. ciao e buon we

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  12. La nostra cultura occidentale sembrerebbe andare proprio nel senso opposto, ci si attacca persino alle proprie sofferenze e si pensa che l’unica felicità sia soddisfare i propri desideri.

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  13. il processo di samsara che ci imprigiona nel ciclo di rinascite è qualcosa che per i buddhisti è terribile, terribile perchè la stessa esistenza è sinonimo di sofferenza. ma l’idea che questo processo si possa infrangere attraverso la meditazione (sto leggendo il libro TECNICHE DELLA MEDITAZIONE ORIENTALE di claudio lamparelli che ti consiglio per la bravura nel descrivere l’approcio delle diverse filosofie orientali)  e il raggiungimento del NIRVANA (uno stato che va oltre l’umano concepimento) dona una speranza straordinaria all’uomo.
    non so se il buddhismo possa salvare l’uomo ma sicuramente il percorso sarebbe davvero lungo e almeno per me difficile da conciliare con la vita quotidiana di un occidentale ….
    un saluto
    isaac

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  14. Beh… in effetti è vero: noi siamo quello che crediamo di essere, quello che ci convinciamo di essere, quello che vogliamo (o vorremmo) essere.
    Nell’ultimo caso, una mancanza di raggiungimento dell’obiettivo crea l’infelicità.
    Lasciamo stare angeli e demoni che van bene nella letteratura, è con noi stessi che dobbiamo fare i conti alla fine di tutto.
    Serena notte Lupin!

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  15. accidenti, bella ed interessante,questa concezione dell’essere umano…trovo che sia vero, cmq, che spesso tanti nostri pensieri siano frutto di preconcetti ed idee varie che abbiamo acquisito nel corso degli anni; quindi tante volte non sarebbero pensieri veramente "nostri"…ma semplici risultati di tanti frammenti trovati lungo il percorso, per così dire…molto significativa anche la cosa di voler tornare in vita per poter aiutare chi soffre…mi piace molto, questo:)

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  16. 🙂
    bello leggere le tue parole…
    non sono all’altezza di aggiungere altro, ma posso confermare che è molto più facile di ciò che appare!
    Vivo nella totale normalità, battezzata da cattolica, ma da 20 anni seguo la filosofia buddista.
    Sposata felicemente con due figli, cresciuti coi principi fondamentali del buddismo.
    Io lavoro, i miei bimbi vanno a scuola… meditiamo insieme, discutiamo di tutto nella totale trasparenza…
    Utopia? No, consapevolezza.
    L’apprezzamento del sé (quello che tu definisci "figura psicologica") è in effetti ciò che ci attanaglia e rende il percorso spirituale difficile… dico difficile ma non impossibile. Solo quando, grazie alla meditazione ed alla ricerca della vacuità, si riesce a distaccarsi dalla materialità e guardare la propria presenza terrena con altri occhi… ci si accorge di andare incontro alla felicità.
    Andrebbe magari anche accennato qc. sulla legge della causa-effetto e del karma…
    Per essere più semplice vediamola con gli occhi di una parabola popolare: "come semini, raccogli!" e così chiunque può comprendere!
    Un lungo percorso, ma arricchente in ogni sua sfaccettatura.
    Serenità :-)claudine

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  17. x Katia: bé, io non so dirti se esista davvero un angelo custode, ma certamente deve essere di sollievo crederlo Invidio (bonariamente, naturalmente) la tua fede in esso.
    eheheh ho visto anche io "wolfman" Ti dirò… non si può certo dire che sia brutto, ma… mi è sembrato un po’ troppo simile, per scenografie e costruzione, a "Dracula di Bram Stoker", che per me è inarrivabile

    x Dolcelei: già, ed ha anche un senso. Un lama per esempio sosteneva che nel momento del trapasso una mente in ovvia difficoltà può trovare sollievo e forza da qualcuno che gli parli di Dio o Gesù, se è cattolico, mentre – perfino se ha seguito per anni il buddismo, può non avere lo stesso effetto chi gli parli di Budda. E’ un fatto di cultura radicata: un cristiano rimarrà comunque cristiano, sotto sotto. Dunque è bene che non si distacchi dalla sua religione originaria. Così pensano

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  18. x Zeroschemi: grazie davvero cara, apprezzo molto queste parole Ho volutamente evitato di utilizzare parole buddiste, come "bodhisattva" ad esempio, per restare il più possibile comprensibile a tutti

    x Leggerevolare: certo, anche se non è solo questo. Il buddismo non "distrugge" soltanto, costruisce anche. Indica una via

    x Raggio: bene, se sono riuscito a dare un’idea del buddismo tibetano, ne sono molto contento 

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  19. x Jouy: il detto che citi è certamente vero, ci credo anche io Ma… non posso escludere che una mano dall’esterno, per così dire, non possa esistere Anche se è meglio non puntarci troppo e agire, per quanto possibile, di nostro

    x Orchis: io non la penso così Mettiamo che tu cerchi di indicare la "luce" a delle persone che vivono nel buio e la luce non l’hanno mai vista. Certo, potresti tentare di spiegare loro cosa sia questa luce, ma… ammetterai che sarebbe un’impresa davvero ardua Loro potrebbe credere di aver capito, imparare formule, equazioni, cercare di immaginare come potrebbe essere questa luce, ma… davvero difficilmente potrebbero avvicinarcisi, E se invece tu avessi un "metodo" per farli alzare e andare davvero verso la luce? Uscire dalla camera buia, varcare la porta e… essere nella luce!
    Ecco… allo stesso modo, secondo Budda cercare di spiegare cosa siamo e cosa c’è "oltre" è tempo perso ed altri potrebbe essere fuorviante, portando chi "cerca" a inseguire immagini errate. Molto meglio indicare la strada per arrivare ad avere di tutto questo una percezione diretta. Il resto… sono parole.
    Spero di essere riuscito a spiegarmi

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  20. x Shayla: io credo fortemente nel "metodo" buddista. Credo che attraverso di esso si possa davvero, incredibilmente, arrivare ad eliminare gran parte della sofferenza che percepiamo e che ineluttabilmente ci circonda e ci aspetta. Ho dubbi invece sul "corollario culturale", per così dire, che il buddismo si porta appresso, anche se capisco che anche questi "segni esteriori" non sono mai "casuali", ma anche anch’essi la loro importanza. Infine ho dubbi anche sulla metempsicosi, sulla reincarnazione, ma fondamentalmente – per quanto possa sembrare strano – non credo sia questo il punto fondamentale dell’insegnamento buddista
    Ciao cara!

    x Kappadue: vero, anche se non è sempre stato così: anche noi abbiamo avuto nel passato correnti di pensiero simili a quello buddista (basta citare Meister Eckhart, ad esempio), ma al momento il loro pensiero non è granché considerato…

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  21. x Isaac: intanto bentornato, Isaac Pensavo che avessi chiuso il blog definitivamente ormai
    Conosco Lamparelli, certamente ho qualche suo libro a casa, forse proprio quello che citi te
    Vedi, io credo che l’importante sia lavorare per ottenere quell’obiettivo, anche se è oggettivamente enormemente ambizioso e apparentemente fuori portata. Poi… anche se non lo si raggiunge… vorrà dire che almeno noi stessi e un certo numero di altre persone, ne avremo tratto giovamento Ti dirò una cosa che potrà suonarti strano: a volte ho percezione che perfino l’altruismo sia per il buddismo un "metodo"; quando rischi di perdere la concentrazione, di non farcela "per te stesso", "lottare" anche per gli altri puo’ essere di enorme spinta e utilità.
    Per questo dico che è essenziale puntare allo "apparentemente impossibile": comunque quell’intenzione ci spingerà nella strada giusta

    x Azalea: per il buddismo non è proprio così: il nostro "io" diviene ciò che noi vorremmo che fosse, ma… noi non siamo il nostro "io", siamo molto di più. Credere di essere "il nostro io" è estremamente limitante e porta, inevitabilmente, per quanti successi possiamo avere, alla sofferenza.
    Buonanotte cara

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  22. x Morellina: vero? Come dicevo è una componente aggiuntiva tipica del buddismo tibetano, e trovo che non sia assolutamente cosa da poco

    x Claudine: eheheh cara Claudine, mi sa che te hai più diritto a parlare di questa faccenda di me, invece! Ti faccio i miei complimenti, stai facendo – e stai aiutando i tuoi figli a fare – davvero un bellissimo percorso
    Sì, hai ragione: del principio "causa-effetto" non ho parlato in effetti… Anche se spesso è entrato in miei post precedenti, anche non aventi direttamente a che fare col buddismo, magari presto ne parlerò
    Grazie e serenità (che già hai) a te!

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  23. il Buddhismo ha le chiavi x l’uomo…. ha tutto in se’. Peccato che ora ne viene insegnata solo una piccola briciola. . E’ oceanico e vastissimo. Ogni Lama ne aveva una parte. Le religioni sono coercitive e induttive. Nel Buddhismo cio’ che impari lo vivi, e cresce con te. Nn ti giudica. Nn impone a forza, scopri tu cio’ che puoi capire. Ed espandi la tua mente.
    Grazie x questo….

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  24. Come dico sempre hai una grande dote: riesci a spiegare cose complicate – complesse – in modo chiaro e semplice. I concetti che esprimi sono anche molto importanti. Stima e ammirazione per te!

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  25. In realtà non è che abbia detto chissà quali cose Sono certo che in molti avrebbero fatto di molto meglio, e non lo dico per falsa modestia. Ma… grazie comunque, e… buonanotte!

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  26. L'aspetto più nascosto è dietro quella complessità che appare, in realtà è tutto molto semplice e lo hai spiegato in modo superlativo 😉

    Buon pomeriggio 🙂

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  27. Ti leggo con immenso interesse, ogni volta. Il tuo blog è uno dei pochi dove si impara ogni volta qualcosa in più, oltre alla tua grande disponibilità ed umanità, che è cosa che salta agliocchi immediatamente.
    Un abbraccio, lupacchiotto.

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