La pacificazione – storiella buddista

VisvabhujStasera vi lascio una semplice storiella buddista, breve ma… importante! 😉
Ricordo ad esempio una volta in cui ero davvero addolorato dall’andamento di una storia amorosa, ero davvero affranto e il pensiero di “lei” mi tormentava. Improvvisamente ebbi una strana intuizione: mi voltai di scatto e… vidi che lei non c’era! Non era attorno a me, capite?
Improvvisamente mi sentii molto meglio 😛 😐

Leggete la brevissima storiella e il commento (non mio) e forse capirete di più…

Come? Mi sembra già di sentirvi “Non è così facile!” 🙂 E chi dice che è facile? Nessuna intuizione del genere lo è, sembra banale, scontata… forse proprio per questo di solito ci sfugge… 😉

p.s.: la musica proposta alla fine del post è tratta dalla colonna sonora del Piccolo Buddha di Bertolucci, composta da Ryuichi Sakamoto… ci credete se vi dico che mi commuovo ancora ogni volta che la sento? 🙂

 


 

Un giorno Hui-k’o si presentò a Bodhidharma e gli disse: “La mia anima è tormentata: ti prego, dalle pace!”
“Portami qui la tua anima e io le darò pace.”
“Come faccio? Quando la cerco, non la trovo.”
“Allora è già in pace.”
_________ 

Commento: Anche l’idea di “anima” è un prodotto della mente, e così quella di ego. Il problema è che noi finiamo per credere reali semplici immagini simboliche, e su di queste costruiamo interi sistemi filosofici che incidono pesantemente sulla nostra vita. Il discepolo di Bodhidharma si era costruito una “storia” sulla propria “anima tormentata”, e in base a questa fantasia soffriva realmente. Ma, quando il maestro gli fece notare la sostanziale irrealità di quella idea, ecco che anche i tormenti mentali gli apparvero di colpo inconsistenti. Impariamo a constatare come gran parte delle nostre sofferenze sia un prodotto della mente. Cerchiamo di dare un’occhiata al di là di questa immaginazione mentale che ama la contrapposizione. Anziché essere vittime di ciò che pensiamo, diventiamone i padroni.

Una storiella zen racconta di un uomo su un cavallo: il cavallo galoppa veloce, e pare che l’uomo debba andare in qualche posto importante. Un tale, lungo la strada, gli grida: “Dove stai andando?” e il cavaliere risponde: “Non so! Chiedi al cavallo!”.

0 pensieri su “La pacificazione – storiella buddista

  1. x Fly: giuste parole Fly, concordo con il tuo intervento Abbraccio!

    x Titti: ahah grazie Titti! Buonanotte!

    x Azalea: oh! Grazie cara! Serve sempre un po’ di aiuto con questi qua! Dolce notte anche a te!

    x Aenima: contento che ti sia piaciuto Buonanotte anche a te!

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  2. Era un pò che non passavo di qua. Ma son passata proprio per leggere questa storia. E vi ho trovato un motivo in più per leggerla proprio in questo momento. Grazie caro. Anche per il passaggio.
    Capiterò più spesso 🙂 leggerti mi fa stare bene.

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  3.  ….(esula dal post….e mi scuso)

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    11:28, 23 novembre, 2009

    WOLF!!!!

    Visto! una "ladrata" andata a male come per me e il gattino nero!

    Volevo iscrivermi e commentare, jouy era già usato.
    quando mi concedevano jouy2….ho proseguito..

    ORRORE NON ESISTE CARRARA

    Si trova solo Massa e il codice non è il NOSTRO!

    Cliccando su 54033….mi invitavano a cliccare il CAP precedente. MAI mi sottometterò a Massa.

    CIAONE!
     


    jouy

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  4. Io adoro Sakamoto, bellissima questa canzone 🙂

    Ti copio una cosa che ho letto sul dolore…

    "Allora una donna disse: Parlaci della Gioia e del Dolore.
       E lui rispose:
       La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
       E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime.
       E come può essere altrimenti?
       Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
       La coppa che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata nel forno del vasaio?
       E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?
       Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi ora gioia.
       E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
       Alcuni di voi dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
       Ma io vi dico che sono inseparabili.
       Giungono insieme, e se l’una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l’altro è addormentato nel vostro letto.

       In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
       Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
       Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento, così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere."

    [Tratto da Il profeta di K. Gibran]

    Riflettevo…se l’idea di "anima" è un prodotto della mente, lo sono anche gioia e dolore?
    Non so, sarà che io ho un’anima molto rumorosa…boh, mi sembra impossibile pensare che sia un prodotto della mia testolina.

    Bella riflessione cmq…grazie.

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  5. x Sonoluce: grazie cara, il tuo e’ un bel complimento al blog

    x Fantasia: eheheh esatto, nessuno ha detto che e’ facile, ma val la pena provarci

    x Jouy: eeeh? Non ho capito Comunque se e’ per questo Googlemap assegna le 5 terre… alla Toscana!!!

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  6. x Accorriamo: buon inizio settimana anche a te

    x Mothersmilk: ahahah mi sono bastate poche righe per capire che era Gibran Ti diro’… concordo con le conclusioni, ma non con l’idea che la gioia nasca dal dolore. Bisogna accettare che nella vita ci sono entrambi, e che certamente passando attraverso il dolore si impara ad apprezzare ancora di piu’ la gioia. Ma che la gioia senza dolore non potrebbe esistere… no, questo non lo credo. Ma io mi picchio spesso con Gibran, eh! Non e’ esattamente il mio autore preferito, anche se diverse cose sue le apprezzo
    Non e’ esattamente cosi’… il commento in calce al racconto del post, mette la parola "anima" tra virgolette: qui non si parla di vera anima, ma di cio’ che noi, attraverso la nostra mente, identifichiamo erroneamente con l’anima. L’anima, ammesso che esista, probabilmente non si cura troppo della materialita’ e della vita terrena, e’ il nostro ego a parlare della "nostra anima" intendendo impropriamente il nostro "sentire profondo". Questo vuol dire "l’idea di "anima" e’ un prodotto della mente", e’ l’idea che ci siamo fatti dell’anima ad esserlo, non l’anima stessa.
    Allo stesso modo, se ci rompiamo un braccio cio’ che percepiamo e’ davvero dolore, ma se iniziamo a disperarci perche’ col braccio rotto non potremo guidare la macchina o guiocare a tennis, aggiungiamo dolore stavolta fittizio a quello fisico reale.
    Grazie a te per l’interessante spunto

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  7. Penso che bisognerebbe essere meno concentrati su se stessi e guardarsi attorno ed ascoltare ciò che succede,si capirebbero tante cose e il dolore assumerebbe una nuova forma fino a scomparire.é un periodo in cui sto imparando tanto
    Interessanti Sempre i tuoi post
    Ciao Wolf

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  8. In effetti e’ curioso come proprio i buddisti, da cui arriva questa storiella, abbiano altissimo il concetto di compassione per tutte le creature senzienti… Le due cose appaiono effettivamente legate anche se di primo acchito sembrerebbero scorrelate l’una dall’altra
    Grazie cara, interessante anche il tuo intervento

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  9. Ho chiesto al mio cavallo oggi dove stesse andando così di corsa.
    mi ha risposto: Da nessuna parte.
    Allora l’ho fermato, sono scesa, e mi sono goduta una sosta.
    Ho sempre sentito dire che fa un gran bene…. e ho voluto verificare di persona se fosse vero.
    Sì, lo è!!!
    Buona serata Amico Lupo!

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  10. x Yasmine: Buonanotte anche a te Yasmine! Speriamo di dormire davvero… come dei bimbi!

    x Raggioluminoso: grazie, sono contento che possa servire per una riflessione. Buona serata anche a te e… benvenuta!

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  11. x Azalea: ahahah bravissima! Dovremmo tutti fare lo stesso più spesso! Sai che stasera ho avuto di nuovo a che fare con un gattino che assomiglia a quello in foto?

    x Diana: ahahah in troppe!! Bacio!

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  12. Ah questi orientali, sono fantastici!!!

    Ma dài Wolfghost, lascia almeno a chi scrive poesia pensare che l’Anima non sia solo e soltanto la Mente. Uffa, non razionalizziamo pure i sogni….!!!! 
    E mò di che cosa scrivo io????? 

    Però, l’idea della sofferenza per l’amato o l’amata prodotta dalla mente, mi piace. Quella si. Dunque, devo supporre che se soffrissi per l’abbandono di un uomo, è una produzione della mia mente e non mia???, dato che l’anima è anch’essa sua produzione. Chissà quanti operai lavorano per la fabbrica della Mente? 

    Un abbraccio grande e buona giornata !
     
    Rondine 🙂 

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  13. Ciao Rondine Come ho risposto a Mothersmilk, "il commento in calce al racconto del post, mette la parola "anima" tra virgolette: qui non si parla di vera anima, ma di cio’ che noi, attraverso la nostra mente, identifichiamo erroneamente con l’anima. L’anima, ammesso che esista, probabilmente non si cura troppo della materialita’ e della vita terrena, e’ il nostro ego a parlare della "nostra anima" intendendo impropriamente il nostro "sentire profondo". Questo vuol dire "l’idea di "anima" e’ un prodotto della mente", e’ l’idea che ci siamo fatti dell’anima ad esserlo, non l’anima stessa.
    Allo stesso modo, se ci rompiamo un braccio cio’ che percepiamo e’ davvero dolore, ma se iniziamo a disperarci perche’ col braccio rotto non potremo guidare la macchina o guiocare a tennis, aggiungiamo dolore stavolta fittizio a quello fisico reale." … quindi la tua amata anima e’ fuori pericolo! 
    Abbraccione!

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  14. Ciao Selvaggia E’ probabile che tu debba aggiornare la pagina, poiché questo non è il post più recente (i saluti di solito si mettono in quello più recente immagino).
    Comunque grazie e buona serata a te!

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  15. Nella foto: MicioLèon e tigrot, figli di gigia-randagia. Quando nacquero feci un post su adottauncucciolo, Mi presi cura di loro e li feci adottare prima che la madre li portasse in strada. (Duro  distacco)

    Ciao, amico mio!

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  16. Ti dirò di più:io penso che anche molte delle scelte che facciamo ) e qui mi collego anche in certo qual modo col post seguente) siano pesantemente influenzate proprio da queste immagini simboliche,non dimentichiamoci che ,religione e politica sono "maestre" nel pilotarci ,attraverso l’uso sapiente di queste immagini…………….
    Da tutto questo ,si dedurrebbe che sia un’esigenza tutta umana,almeno fino al nostro attuale stato evolutivo,quella di crearsi degli "idoli" su cui potee proiettare contenuti della propria coscienza,è come se ,l’essere umano trovasse poco sopportabile l’idea di ospitare in sè certe energie.
    Come diceva Crowley:Gli dei non esistono ma è  molto più "comodo" crederci"…………………….

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  17. x Tumbergia: vero, non ci sono situazioni che non possiamo affrontare… al di là poi di cosa riusciremo veramente ad ottenere
    Che delizia Miciolèon e Tigrot! Posso immaginare quanto debba essere stato difficile staccarsene
    Ciao cara

    x Orchismoria: interessante questo pensiero Io credo che anche l’ignoranza faccia la sua parte: molti di noi semplicemente non conoscono cosa hanno dentro di loro, cosa sono in grado di fare, forse nemmeno se lo sono mai chiesto…

    x Happy: diciamo che almeno dobbiamo avere il dubbio, non essere convinti del contrario

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