La ragazza con la valigia colorata – I motivi dell’omosessualita’

Finalmente posso riprendere la scaletta dei blog che avevo in mente 🙂
La prima idea per un nuovo post mi venne in mente leggendo il seguente racconto di anneheche sul suo omonimo blog che, per i pochi che ancora non lo conoscono, si puo’ trovare qua: anneheche blog
E’ un post un po’ datato (come scrivevo sono un po’ in ritardo :-P) e in molti lo avrete gia’ letto: chi vuole puo’ saltare direttamente al mio sottostante commento…

… dimenticavo! Anneheche ha anche scritto il seguito, chi vuole lo puo’ trovare qui: LA RAGAZZA CON LA VALIGIA COLORATA 2



LA RAGAZZA CON LA VALIGIA COLORATA – di anneheche

ragazza
Poi arrivò la ragazza con la valigia colorata.
Avevo visto solo una sua foto: era bella, capelli bruni, gambe atletiche; camminava scalza sulla spiaggia e indossava dei pantaloncini corti di jeans.
Però conoscevo piuttosto bene la sua anima. Prima di incontrarci ci eravamo scambiati una quantità di e-mail, e avevamo parlato più volte al telefono. Da quel punto di vista sapevo cosa aspettarmi. In quanto al resto, esisteva un’incognita.
Da quanto avevo appreso di lei, Loredana possedeva un mondo interiore ricchissimo. Lo avrei paragonato alle stagioni: poteva essere calda come l’estate, dolcemente nostalgica come l’autunno, gelida come l’inverno, spensierata e gioiosa come la primavera. Nella sua vita, aveva sperimentato l’appagamento dell’amore, la trasgressione dei sensi e la solitudine dell’abbandono. Era stata investita dalla tramontana, bagnata dalla pioggia, e riscaldata dal sole: non necessariamente in quest’ordine.
Con me si era dimostrata franca e aperta. Se devo essere sincero io un po’ meno, molto meno.
Ma quel giorno ciò che contava era incontrarla. Mi sentivo ansioso, tuttavia anche impaziente di vederla, di percepire una presenza reale, di parlarle guardandola negli occhi. Era da molto tempo che non mi succedeva.
Le andai incontro.
Loredana mi abbracciò.
C’era stato un momento, proprio mentre veniva annunciato l’arrivo del treno, in cui avevo pensato di andarmene. Avrei lasciato la stazione, sarei salito in macchina e sarei tornato a casa. Loredana non sapeva dove abitavo, il mio numero di telefono era riservato e avrei spento il cellulare. Per lei sarebbe stata una grande delusione: aveva speso un sacco di soldi per prenotare l’albergo e comprare il biglietto. Si era sobbarcata un viaggio di molte ore. Mi avrebbe aspettato invano, poi avrebbe compreso.
Ma fu solo l’idea di un istante: in realtà, desideravo conoscerla. Più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Quella mattina, mentre bevevo il caffè, avevo ascoltato i Led Zeppelin. Era un triplo cd dal vivo che avevo appena acquistato. Quando volevo sognare mettevo nel lettore un disco dei Jethro Tull; se, invece, avevo bisogno di una scarica di adrenalina optavo per il gruppo di Jimmy Page. E ciò che mi aveva spinto a incontrare Loredana era proprio il bisogno di adrenalina.
Un gioco perverso?
No. Nel modo più assoluto. Era qualcosa di diverso, di molto più profondo; lei mi aveva colpito veramente: in caso contrario, non mi sarei esposto in quel modo. Perché immaginavo quello che sarebbe potuto accadere, e sebbene mi augurassi di non arrivare a quel punto, non ignoravo che forse era proprio quello che lei desiderava.
Io so come mettere a proprio agio la gente: è un mio dono innato. So affascinare le donne, dato che riesco a essere galante senza risultare mai invadente; riesco a intromettermi in una discussione fra perfetti sconosciuti, e un istante dopo tutti penseranno di conoscermi da una vita; faccio ridere i bambini; e in un momento posso conquistare la fiducia di un cane, oppure persuadere il vigile più intransigente a levarmi una multa. In realtà, non sono molto interessato alle persone: ma mi diverto a dimostrarmi superiore a loro. A scuola studiavo poco, tuttavia prendevo voti altissimi perché ci so fare.
Con Loredana funzionò subito, e non solo perché io volevo che funzionasse, ma per il semplice motivo che ero realmente attratto da lei.
Avevo capito che era una persona speciale. Lo avevo capito immediatamente. Fin dalla prima telefonata.
Trascorremmo quattro giorni stupendi. Le mostrai la mia città, visitammo musei e chiese, cenammo sempre nello stesso ristorantino, un locale delizioso dove servivano il miglior caciucco di Livorno; e soprattutto parlammo.
Era inevitabile che prima di partire lei volesse vedere la mia casa.
Quando la feci accomodare sul divano, si strinse a me. Sapevo che sarebbe successo. E stranamente non restai indifferente al profumo del suo corpo, al suo abbraccio morbido. Intuii che stava per baciarmi.
Fu allora che le raccontai tutto.
Le parlai di Paolo.
Al telefono non avevo taciuto per viltà. Se fossi stato sposato e non glielo avessi detto, il mio comportamento sarebbe stato peggiore, in quanto avrebbe dimostrato che nutrivo intenti lascivi o che comunque ero pronto a tradire due donne contemporaneamente. Ma Paolo era morto da tre anni, e dopo di lui non c’era stato nessun altro. E nemmeno prima, visto che mi ero innamorato di lui in seconda liceo. Inizialmente non mi aveva corrisposto; mi considerava il suo migliore amico, e frequentava la più bella ragazza della classe. Ma troppe furono le ore che passammo assieme a studiare, troppi i libri che ci scambiammo, troppo forte l’intesa che, giorno dopo giorno, venne a crearsi fra noi. Paolo era intelligente, bello e sensibile. Biondo con gli occhi chiari lui, bruno con gli occhi grigi io; piccolo e mingherlino l’uno, forte e muscoloso l’altro. Quante volte lo difesi e quante volte feci a botte per lui! Benché all’epoca non fosse (ancora) omosessuale, aveva un aspetto fine e delicato che dava fastidio ai bulli della scuola. Stava con Silvana, ma questo non gli evitava il sarcasmo feroce di cui siamo capaci noi toscani.
Quando finimmo a letto, lui si innamorò di me. Io lo amavo già da sempre.
Loredana mi ascoltava in silenzio. Notai che non si era scostata. Non scorsi alcun segno di delusione o di fastidio. Era possibile che fosse sconcertata, ma non lo diede a vedere.
Quando finii di parlare, si accese una sigaretta. “Non sei mai stato con una donna?”
Scossi la testa.
“Perché hai voluto conoscermi?” La sua voce era dolce. Non c’era traccia di risentimento. La guardai. Era bella; mi rendevo conto di desiderarla, ma avevo paura. Temevo che il contatto con il suo corpo mi disgustasse. “Perché”, risposi lentamente, “tu gli assomigli. Non fisicamente, intendo…” Lasciai in sospeso quelle parole, rendendomi conto che erano stupide. Mi sforzai di farle capire quello che provavo, di aprirmi veramente. Infine, dissi la cosa che al momento mi sembrava più giusta. “Io amavo Paolo perché era lui, e ora credo, penso, di amare te. Siete così simili, guasi foste fratello e sorella: la stessa sensibilità. i medesimi tormenti dell’anima, il bisogno di essere capiti, protetti, difesi da tutto quello che c’è di orribile là fuori.” Indicai la finestra spalancata sul mare. Le stelle rilucevano nella notte e la luna splendeva, un lieve vento disegnava forme fantastiche sull’acqua scura. “Quello è bello.”, dissi. “Il mondo è bello. Però, esistono anche l’invidia e la cattiveria, l’ignoranza e la violenza più ottusa.”
Trassi un profondo respiro. “Io… ti aspettavo da quando è morto Paolo.”
Non mi chiese come era successo.
Mi baciò sulla bocca.
Fui sul punto di ritrarmi, ma dopo un istante ricambiai il bacio. All’inizio con dolcezza, poi in modo quasi selvaggio, disperato. La sua lingua era morbida, calda. Si staccò da me e incominciò a spogliarsi.
Io rimasi incantato a guardarla.

Quando la riaccompagnai alla stazione, sapevo che sarebbe tornata.
E sapevo anche un’altra cosa.
Che questa volta non sarebbe più ripartita.


Commento di Wolfghost: lo spunto da questo bel racconto della Anneheche nazionale, mi serve, come si sarà intuito, per affrontare un quesito che, ho scoperto, non incuriosisce solo me ma anche molti scienziati… e da tanto tempo, pure! 😉 Ovvero i motivi dell’omosessualità.
Perché proprio questo racconto? Be’, forse per il cambiamento del protagonista che passa da un rapporto omosessuale ad uno eterosessuale e che, dunque, incuriosisce ancora di piu’: quello di Anneheche e’ un racconto, ma nella realta’ non e’ un caso infrequente, come non lo e’ l’opposto, ovvero il passaggio da un rapporto etero a uno omo.

La domanda è di per sé semplice. Dato ormai per scontato che l’omosessualità è ben presente in natura (oltre che nella storia millenaria dell’umanità recente) e che ormai nessun esperto si azzarda più a considerarla un’anomalia ma piuttosto una “modalità alternativa”, quel che gli esperti (e io) si chiedono ormai da tempo è: ma perché la Natura, che non fa mai nulla per caso, ha creato questo modello di sessualità e convivenza “alternativa”, visto che non ha utilità ai fini della procreazione? Certo, a meno di non fermarsi a “l’amore non conosce confini”, che pero’ non esclude di per se’ motivazione “pratiche”.

Alcuni di questi scienziati pensano adesso di aver trovato una possibile spiegazione: essa risiederebbe nella funzione sociale che tale modello comportamentale ha, piuttosto che sulla sua funzione riproduttiva. Dice Nathan W. Bailey dall’Università della California a Riverside (citato in un articolo di Le Scienze che potete trovare qua: Il significato evolutivo del comportamento omosessuale):
“I comportamenti omosessuali sono dispiegati in modo flessibile in una varietà di circostanze, per esempio come tattica riproduttiva alternativa [ovviamente non vale per l’uomo e per le specie “maggiori”, N.d.R.], come strategia di ibridamento cooperativo, come facilitatori dei legami sociali o come mediatori di conflitti intrasessuali. Una volta che questa flessibilità si è stabilita, diventa in sé e per sé una forza selettiva che può dirigere la selezione su altri aspetti della fisiologia, della storia della vita, del comportamento sociale e anche della morfologia”.
Bailey insomma sostiene che gli omosessuali aggiungono una funzione sociale capace, almeno in certi casi, di modificare il percorso evolutivo della società nella quale si trovano.
Cito ancora l’articolo de Le Scienze: “Per esempio, gli studi sugli albatros di Laysan hanno scoperto che circa un terzo delle coppie di albatros erano femmina-femmina. Gli autori sottolineano che queste coppie avevano un maggiore successo nell’allevare i piccoli rispetto alle femmine non in coppia. Pertanto questo tipo di coppia può avere significative conseguenze evolutive nel cambiamento delle dinamiche all’interno della popolazione”.
Insomma, è un modo anche questo di ricordare che il fine ultimo della Natura è l’evoluzione e non unicamente la procreazione che ne è solo uno degli aspetti. Anche la sopravvivenza delle specie ha la sua importanza, e – almeno nel caso degli albatros – questo spiegherebbe perché la Natura vede di buon occhio la… cooperazione femminile nell’allevamento dei piccoli.
Senza contare, mi viene in mente quale effetto collaterale, che nel frattempo i maschi di albatros potrebbero proseguire nella loro opera di… inseminazione delle femmine, dando alla stessa procreazione, e dunque alla specie, ancora maggiori probabilità di evoluzione e sopravvivenza.
Ehi… non dico che questo dovrebbe valere anche per gli uomini, eh! Personalmente sono per la monogamia! 😀

Non dimenticando uno dei miei aforismi preferiti – che recita “L’uomo impiega una vita per capire che non tutto va’ capito”  😉 , ovvero che tutto sommato la spiegazione “l’amore non conosce confini” potrebbe bastarci e avanzarci – vi lascio con la domanda: la spiegazione data da Bailey e soci (al di la’ dello specifico esempio degli albatros), vi sembra verosimile? 😐

albatro

 

0 pensieri su “La ragazza con la valigia colorata – I motivi dell’omosessualita’

  1. x morellina: il blog di anneheche merita sicuramente se ancora non lo conosci 🙂
    Nessuno qua ha mai messo in dubbio il valore dell’amore in qualunque delle sue forme, sia chiaro in modo da non incorrere in incomprensioni 😉
    Be’, che si sia d’accordo o meno con Bailey, io sono comunque convinto che la Natura non faccia mai nulla per caso. Che poi sia o meno il caso di chiederselo… e’ altro discorso 😀

    x Julka: l’autore che citi era davvero un grande 🙂 Il pilota nemico che lo abbatte’ ne fu estremamente rattristato quando lo scopri’ 🙂
    In teoria comunque comprare le cose gia’ fatte dovrebbe dare proprio il tempo di… dedicarsi ad altro, magari proprio agli amici 🙂
    Ma il consumismo ci ha preso un po’ la mano, temo… 😀

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  2. Molto bello, specie il primo racconto, quello che tu posti. Sono stata molte volte in Spagna, e secondo me una delle cose più belle dell’era Zapatero è il pieno riconoscimento delle coppie di fatto, di qualunque natura. Camminare nelle città e vedere innamorati, omo, etero, non importa, mano nella mano a dichiararsi amore.
    Ciao, Lupacchio.

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  3. x Ultrainternet: grazie 🙂 In realta’ il tuo blog invece lo conosco, ci sono gia’ venuto un po’ di volte 😉

    x harielle: io non impazzisco per la Spagna, anzi sinceramente non capisco l’entusiasmo che suscita con tutti i problemi e l’incivilta’ (basta vedere come si comportano con gli animali, e non parlo solo dei tori) che presentano. La laicita’ reale dello stato pero’ e’ un aspetto nel quale – pur essendo fortemente cattolici pure loro – sono indubbiamente avanti.
    Comunque non era questo il tema del post, nessuno mette in dubbio la legittimità di qualsivoglia rapporto. Lo dico piu’ che altro perche’ non vorrei che qualcuno potesse fraintenderne lo spirito…
    Ciao cara 🙂

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  4. ok… fatto! 🙂
    ti chiedo scusa se non leggo i commenti, ma in questo periodo ho MOLTO meno tempo rispetto ai giorni passati (sigh!)… 😦
    spero, una volta avviato il motore, di ritrovare il mio ritmo naturale e di tornare più presente anche da voi!
    nel frattempo… siate comprensivi! 😉
    buona serata!

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  5. Wolfghost, padrone di casa mi permetti uno sfogo spero simpatico?
    Premesso che non ho niente contro l’omosessualità perchè, ribadisco si tratta di persone che si vogliono bene e ce ne fossero e che, alla fin dei conti uno va a letto con chi gli pare, ribadendo che sono eteresessuale e che il mio amore non riesce a prescindere dall’attrazione fisica, l’idea di baciare un uomo non mi passa neanche per l’anticamera del cervello, al massimo sono un tipo un pò metrosexual. Non nel senso delle misure, altrimenti sarei già più famoso di tal Rocco, ma solo perchè mi depilo e mi aggiusto un pò le sopracciglia ma ribadisco sono etero perchè non riesco a prescindere dal genere, ne ho avuto la conferma pratica in tanti anni e in diverse circostanze. Ricordo il mio migliore amico di tanto tempo fa, eteresessuale e noto per uscire solo con ragazze degli altri, della serie lui godeva e gli altri, i fidanzati, no, che, mentre mi raccontava le sue pene amorose, ad un certo punto mi dice: «Se tu fossi donna saresti perfetto» e io, pur pensando di avere un lato femminile del carattere piuttosto sviluppato, ma solo del carattere, della carne no, lo guardo e penso: «Amvedi questo, io ho mal di testa devo andare…». E ricordo ancora le mie “azioni diversive” quando un signore dichiaratamente omosessuale, all’epoca in cui facevo il cameriere, disse al gestore del locale in cui lavoravo:«Dammelo che te lo rifaccio nuovo» e ricordo pure la “fuga” dopo una manata di approvazione sul mio bel c**o da parte di un altro omosessuale dichiarato. Ecco precisato tutto questo io, ora, un pò per scherzo e un pò per davvero, apro una discussione nella discussione e vorrei sapere ma un eteresessuale, al giorno d’oggi, cosa deve fare per avere una storia, anche a prescindere dall’amore e magari per fare solo del sano sesso? No dico, comincio a sentirmi parte di una minoranza. Sono le escort l’unica soluzione? La natura sul sottoscritto che c**** di progetto aveva? Perchè tutta questa sfiga? Perchè tutto questo accanimento contro di me? Perchè non viene mai una bella donna e mi tocca il c*** dicendomi vieni che ti rifaccio nuovo? Non mi devo più depilare? Non mi devo più lavare e devo rispettare il famoso detto “L’uomo ada puzzà”? Mi devo far crescere la panza?
    Alla fine mi adatto alla filosofia di
    Wolf “L’uomo impiega una vita per capire che non tutto va’ capito” , ovvero che tutto sommato la spiegazione “l’amore non conosce confini”… ma non per me che non riesco a prescendire dal sesso. Donne eterosessuali o anche bisessuali ok. Uomini omosessuali o bisessuali, con tutto il rispetto, state alla larga.
    Poi se parliamo di amore universale nel senso di “volemose tutti bene è un altro discorso…” :))
    Ecco, non avendo una risposta scientifica ho detto la mia, mi sono sfogato e, soprattutto, spero di aver strappato qualche risata…
    Con simpatia 🙂

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  6. x Nicola: eheheh sì, l’hai strappata (la risata! ;D).
    Diciamo che non credo che chi non è etero se la passi meglio: anche loro hanno i loro problemi, anche loro litigano, anche tra di loro c’è chi è “più fortunato” e chi invece resta “single” a lungo.

    Venendo alla tua – ironica e spiritosa – domanda, ti rispondo… seriamente 😀 Se non per te, per altre persone che magari alla risposta seria sono interessate 🙂

    Personalmente credo che, al di là del fatto che certamente caso e circostanze hanno un ruolo loro, molto dipende da noi.
    In cosa? Bé, sostanzialmente in due cose: l’atteggiamento con il quale ci poniamo e le possibilità che ci concediamo.

    L’atteggiamento è importante. Il fatto che la nostra realtà sia – almeno in parte – lo specchio di come noi siamo, o meglio di come noi ci comportiamo (il confine tra queste due cose è molto sottile sul lungo periodo), è senz’altro vero. E’ un nostro riflesso. Per questo si dice “se vuoi essere forte, fingiti forte”. Questo non ha tanto effetto sul prossimo, quanto su noi stessi, perché ci permette veramente di porci da “vincenti”, perfino se alle spalle non abbiamo troppi successi, e chi abbiamo di fronte lo percepisce. Almeno a livello inconscio.
    Se ci fingiamo forti abbastanza a lungo, prima o poi forti lo diveniamo davvero.

    Le possibilità che ci concediamo sono invece un puro effetto pratico di un comportamento pragmatico, un… calcolo statistico! 😀
    Più gente e ambienti si frequentano, maggiori saranno le possibilità che abbiamo. E’ semplice matematica 🙂
    Sfido chiunque a trovarmi una persona, perfino bruttarella, che abbia una vita sociale intensa e che si ponga da vincente, che non abbia – presto o tardi – i suoi successi.
    Viceversa, ho conosciuto tante persone che si lamentavano della sfiga di essere single, magari creandosi da soli complessi mostruosi… per poi scoprire che non uscivano praticamente mai di casa e che, anche se lo facevano, si calavano nella parte del brutto anatroccolo, tornando poi indietro ancora più incattiviti e frustrati perché nessuno li aveva scoperti.

    A volte capita che qualcuno ci scopra, ma… meglio darci da fare noi stessi 😉

    Dobbiamo avere la presunzione di pensare che siamo noi ad andare a scoprire gli altri e non il contrario 🙂

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  7. @WOLFGHOST Fondamentalmente siamo d’accordo. Le mie erano considerazioni nate, soprattutto, dalla voglia di giocare un pò su certe situazioni di cui si discute spesso. L’atteggiamento è importante, le possibilità che ci concediamo anche però la realtà, spesso, è più complessa di quanto la immaginiamo ed è influenzata da tanti fattori. Se sei curioso, per un breve approfondimento, puoi leggere la risposta al tuo commento nel mio blog.
    Non ti voglio rubare altro spazio.
    Ciao.

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  8. x Nicola: ma certo, infatti ho scritto che comunque “certamente caso e circostanze hanno un ruolo loro” 🙂
    Ok, verro’ a vedere! 😉 Non rubi alcuno spazio, qui non si contano le parole! 😀

    x Lianne: ciao cara! Buon pomeriggio e un abbraccio di ritorno 😀

    x Jouy: il caso che citi e’ certamente un po’… particolare, diciamo! 😀 E comunque non capisco le scelte del comitato sportivo: il fatto che Semenya non e’ maschio non serve se… non e’ sufficiente a dichiarare che e’ femmina! 😀 Le competizioni sportive sono tra maschi o tra femmine, le gare di “mezzo” non le hanno ancora istituite. Lei insomma ha un vantaggio che secondo me la squalifica.

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  9. …e direi che ce lo ha!

    Tu sei giovane…io ricordo quelle gettiste del disco e del peso proveniente da oltre muro. Povere donne, la loro mascolinità naturale pompata a suon di sostanze chimiche.

    Altra faccia della medaglia usata nei lager nazisti quando iniettavano ai portatori di fazzoletto rosaormoni chimici……

    bestie?….peggio

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  10. Non sono poi cosi’ giovane, purtroppo 🙂 Ricordo bene le atlete dell’ex di “qualche anno fa” :/
    Ovviamente il discorso dei lager e’ ben diverso. Li’ non lo facevano certo per spirito di competizione…

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  11. .. non so perchè si debba sempre avere o trovare la motivazione a tutto.. anche perchè, alla fine, anche questa risulterebbe relativa e non complessa come il processo.. però mi piace leggere o reggere il confronto..

    Però, complici, sono sempre i puntini di sospensione.. :-)) almeno per me..

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  12. x rossoscarlatto: eheheh mi raccomando… un abbraccio molto delicato per quella creaturina 😉
    Stavo per dire che la conoscenza non è mai un male… ma in alcuni casi potrebbe non essere così…
    Non però in questo caso: in fondo non arreca nessun danno… potrebbe solo essere semplicemente inutile 🙂

    x gchick: il perché è intrinseco nella natura umana, almeno in coloro che non credono ciecamente alle apparenze.
    Se non fosse così… saremmo ancora all’età della pietra 🙂 ma la curiosità è parte dell’uomo. Nel bene e nel male.

    x Anna: buon fine settimana anche a te, cara Anna 🙂

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  13. A proposito del tuo post, riguardo soprattutto alla questione dell’evoluzione, mi è tornato in mente (dopo che mi sono spremuta per qualche giorno), un articolo del Corriere interessante. E’ un’intervista a Veronesi (non che io lo stimi particolarmente come scienziato), che comunque porta delle tesi interessanti. E’ in tema, credo, quindi forse ti può interessare:
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/19/veronesi_bisessuali_sesso_amore.shtml

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  14. x Azalea: no, senza valigia stavolta 🙂 Grazie cara, buon fine settimana anche a te 🙂

    x gchick: ok, come arma di difesa dunque. Bé, questa può essere la causa, e la superficialità (in realtà non ho usato questa parola apposta)… l’effetto 🙂

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  15. x Nico: mah… la tesi di Veronesi (che stimo per lo sforzo nella lotta ai tumori) sfocia in un campo che non gli appartiene. L’articolo dice che ha “la vista lunga”… può essere, naturalmente, ma… si sa che le previsioni divengono sempre meno precise ed accurate man mano che si riferiscono a giorni sempre più distanti nel tempo… 😉

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  16. Ancora un post di grande interesse! Complimenti a te, e complimenti ad Anneheche per il suo bel racconto (lo avevo già letto, ed è stato piacevole rileggerlo).
    Caro Wolf, dopo aver letto attentamente il post e la tua domanda, non sono riuscita a dare una risposta. Quello che so è che l’amore non conosce confini, e che non ha importanza se qualcuno di noi sia etero o omossessuale o bisex…siamo tutti persone, e va bene così. Per adesso questo mi basta. Se poi qualcuno un giorno riuscirà a capire quale sia il ruolo che la Natura ha affidato agli omosessuali , meglio, vorrà dire che avremo aggiunto un altro tassello al Grande Puzzle. Basta che non si arrivi a fare l’amore solo ” per affetto” (come afferma Veronesi)…sarebbe davvero quallido!
    Ti mando un abbraccio notturno. 🙂 Lisa

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  17. x Yasmine: grazie, buonanotte anche a te! 🙂

    x Lisa: ahahah povero Umberto… ma ciò che importa è che sia grande nel suo lavoro, e certamente lo è! 😉
    Ovviamente sono d’accordo sul fatto che ognuno possa esprimersi per quello che è 🙂 E anche che, in fondo, possiamo anche soprassedere sulla domanda… anche se mi pare che un po’ di curiosità in fondo l’abbia suscitata! ;D
    Buonanotte cara! 🙂

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  18. “L’androginia toglierebbe grande parte al processo, quindi non è un bene per la Natura. ”
    Questo è vero infatti io credo che l’uomo debba conoscere la natura per superarne i limiti perchè ciò che bene per la natura non è così scontato che sia un bene per l’uomo ,se per “bene per l’uomo” intendiamo una spinta realmente evolutiva,l’evoluzione che prevede la natura fa piuttosto pensare ad un adattamento ottimale alle circostanze,l’evoluzione che “potrebbe” essere esclusivamente umana .mirerebbe a trascendere queste circostanze.

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  19. La Natura, non crea le cose a caso.
    I motivi dell’omosessualità non ho mai creduto essere di devianza. Devianza poi da cosa? Forse dalla conservazione della specie?
    Forse sta nella forza >i> equilibratrice nella società.
    Una sorta di keeppeacing tra i sessi, come hai espresso tu.
    Oppure una forma di autodifesa della natura stessa. La popolazione umana grava troppo e troppo fortemente sulle risorse del mondo, che per un meccanismo sconosciuto l’omosessualità ha gioco forza, nel livellare una disarmonia.
    Può essere una tesi, un’ipotesi di lavoro. Non certo un dogma.
    Dal punto di vista religioso, poi tralasciando l’evidenza delle forme più radicali, ma osservando qual’é il disegno di Dio, occorre innanzitutto soffermarsi sul mistero di questo disegno.
    Se ene è parlato e se ne parla di continuo. Quindi potremmo supporre che l’uomo, come singolo individuo e singolarmente amato da Dio, é posto in questo disegno non importa se a sinistra o a destra.
    Ne é una tessera e non è detto che questa non debba essere interrogativa.
    Io personalmente credo che proprio per la singolarità dell’amore divino, ciascuno sia un simbolo sia un’interrogazione continua per gli altri. E’ forse un modo, che leggiamo come sottile e contorto, con il quale Dio ci interroga su come affrontiamo una diversità, ma soprattutto come andiamo incontro alla normalità e ci chiede cosa è normale e ciò che è diverso.
    Poi se Dio, che consideriamo perfettissimo, é il Creatore perché avrebbe voluto creare qualcosa che non partecipa alla creazione o alla conservazione di una parte di esso?
    Nello specifico l’uomo.
    Queste sono alcune osservazioni che mi sono fatto nel leggere il tuo post.
    Credo che per risposte soddisfacenti per tutti si debba attendere ancora parecchio tempo.

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  20. Interessante anche questo commento, caro CapeH.
    La motivazione dell’autodifesa dalla Natura non mi convince… L’omosessualità c’è da quando esiste il regno animale, non solo l’uomo. Quindi non mi pare sia una difesa per salvaguardare le risorse della terra.
    La motivazione che supponi legata a Dio, mi lascia anche essa perplessa… ma forse perché non la colgo appieno… :/ Mi sembra di capire che in questa visione Dio “accetta” anche le creature omosessuali, ma rimane la domanda del perché li avrebbe creati… O ho capito male?

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  21. In effetti é così.
    Se ci poniamo da quel punto di vista, dobbiamo chederci: cui prodest?
    A chi o a che cosa giova l’omossesualità in natura.
    Non parlo solo ed esclusivamente del genere umano. Come ben sottolineato anche negli animali essite ed è inutile nascornderci dietro il dito. 5 milioni di anni fa scorrazzavamo sulle cime degli alberi.
    Mi piacerebbe sapere perché?
    Ci deve essere una spegazione. Nè Dio, nè la natura ripeto fanno le cose a caso.
    Possimo spendere miliardi parole sugli effetti, ma rimane insoluta la domanda sulle cause.
    Tutto quì.

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