Raz il Guerriero – Racconto

“Dai Raz! Alzati!”
Raz era steso a terra. Lui, il più valoroso dei guerrieri, alla fine era caduto…
“Alzati! Alzati!! Non c’è tempo, Raz!! Stanno arrivando!!”, gridavano i compagni cercando di scuoterlo dal torpore, anche se ormai la bava biancastra che vedevano uscire dalla sua bocca non lasciava molte speranze…
“Raz! Ti prego, Raz! Non andartene adesso! Abbiamo bisogno di te!”
Raz non poteva più parlare, non ci riusciva. I suoi occhi neri, spalancati, non si muovevano praticamente più. Eppure lui c’era ancora, avrebbe voluto urlare “Andate! Andatevene via! Io ormai sono vecchio, ho fatto la mia vita, ho combattuto mille battaglie, vi ho insegnato tutto ciò che potevo. Sono sereno, ho fatto ciò che dovevo, ho vissuto ogni giorno come se fosse l’ultimo e… ho vissuto a lungo, di questi tempi cosa rara… Il mio tempo è giunto al termine, lo so, lo sento, e… va bene così. Sono troppo anziano, inizio a muovermi con difficoltà, presto me ne sarei andato comunque. Ma voi… siete giovani! Mettetevi in salvo e… riconquistate la libertà! Per voi, per le nostre famiglie e… anche per me! Fate che non sia vissuto e caduto invano!”… ma ormai non riusciva più a parlare, i muscoli del suo corpo avevano smesso di rispondere.
Ripercorse in un attimo tutta la storia, non solo la sua.
Nel passare dei millenni erano stati valorosi guerrieri, più spesso per necessità che per volontà. Erano stati lunghi secoli bui, di difficile sopravvivenza. Ogni volta che riuscivano a darsi una parvenza di civiltà e organizzazione – ed avevano l’intelligenza per farlo – erano stati attaccati da questo o quel nemico. Lotte cruente, a volte impari, ma ne erano sempre venuti brillantemente a capo… ed avevano ricominciato a costruire le loro comunità. Ad un certo punto avevano anche prosperato in maniera inaspettata, a milioni e milioni avevano colonizzato innumerevoli posti. Ma poi… il nemico più duro e ostile si era abbattuto su di loro. Un nemico scaltro, intelligente, estremamente violento, ostile, crudele oltre ogni ragione, che non si era accontentato di cacciarli dalla loro terra, ma aveva sistematicamente preso a decimarli usando espedienti sempre più potenti, armi di distruzione di massa sempre più pericolose.
Alla fine avevano imparato a sopravvivere nascosti, nelle viscere della terra, spesso al buio per lunghi periodi. Qualcuno aveva perfino dimenticato che un tempo i suoi avi avevano vissuto liberi, sulla terra aperta, alla luce del sole.
Raz era il migliore del suo gruppo. Aveva imparato ad una ad una tutte le tattiche del suo terribile avversario. Aveva scoperto i meccanismi delle sue trappole mortali. Imparato ad annusare le tracce dei gas, dai veleni, l’odore stesso del nemico. Ed aveva insegnato tutto ai giovani della compagnia che, via via, si alternavano.
Spesso molti di loro morivano, colti di sorpresa nella loro ingenuità, e per Raz, ogni volta, era un immenso dolore. A volte i mostri scoprivano i loro nascondigli e li sterminavano senza pietà. Era quasi un miracolo essere sopravvissuto fino a tarda età.
Raz era una leggenda nel suo mondo, in ogni parte si narravano le sue gesta, si insegnavano i suoi trucchi per sopravvivere. Era soddisfatto di essere riuscito a dare una speranza di sopravvivenza al suo popolo. Non importava se adesso il suo tempo stava finendo, Raz era in pace con sé stesso.
Certo… alla fine il nemico l’aveva abbattuto, l’aveva preso per fame, avvelenandolo con un potente veleno. Era una nuova esca: Raz sapeva che doveva evitare il cibo fresco, quasi sempre il nemico lo lasciava in giro appositamente, dopo averlo avvelenato. Ma questo cibo sembrava uno scarto, non aveva nemmeno uno degli odori conosciuti… Raz era perlomeno riuscito ad indicarlo ai suoi. Anche questo sarebbe stato insegnato…
“Raz!! Eccoli!!! Sono qua!!! Mi spiace Raz!!! Mi spiace!!!!!”, urlò uno dei suoi compagni mentre si dava ad una fuga precipitosa…
Raz, sguardo fisso, li vide apparire nel buio della notte… Erano creature orrende, non era mai riuscito ad abituarsi allo sgomento di quella vista: quella pelle biancastra, quasi completamente senza pelo! Che orrore! Loro stesso dovevano saperlo, visto che cercavano di nascondersi sotto ridicole pelli posticce. E quegli occhi! Bianchi, tranne che per una piccola porzione al centro! In quanti incubi erano apparsi quegli occhi bianchi! E… non era mai riuscito a capire come potessero stare in equilibrio, muovendosi solo su due zampe…
Gli occhi di Raz smisero di muoversi del tutto. Il guerriero di mille battaglie era infine spirato…

“Paolo! Eccone un altro! Tocca a te stavolta!”
“Bleah! Che schifo ‘sti topi! Guarda quanta bava che ha fatto!! Non ce la faccio più a fare ‘sto schifo di zona, chiederò di essere spostato!”

Il netturbino spinse il corpo senza vita di Raz sulla paletta e lo buttò nel sacco di raccolta.
Cielo stellato al chiaro della luna

0 pensieri su “Raz il Guerriero – Racconto

  1. che bello, bravo..ahaha effettivamente non avevo mai pensato al fatto che noi possiamo far ribrezzo a chi in genere fa rabbrividire noi..ed infetti loro sono diversi per noi ma, in egual modo, lo sia noi per loro..
    baci Joli

    ragni e scarafaggi sussulteranno alla nostra visione, dei mostri grandi grossi e pieni di lardo ehehehe

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  2. x Joli: … e soprattutto pronti a schiacciarli! Non dovrebbero forse avere il terrore di noi? ;D

    x Aroma: molto indaffarato… Grazie per il saluto 🙂 Lo ricambio volentieri 🙂

    x Azalea: guarda… avevo pronta la foto di un ratto morto… ma, a parte che non so se era il caso, avrebbe svelato il finale, bastava che l’occhio cadesse sull’immagine finale. Certo, l’impatto sarebbe stato ben diverso, ma… non potevo togliere la sorpresa 🙂
    Grazie cara 🙂

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  3. ti ho risposto anche di là ma riporto di qua nel caso non ripassassi:
    vuol dire sciogliersi, liquefarsi, evaporare… ma…. non era chiaro?
    ohibò!
    p.s.: guarda che io “didietro” l’ho proprio scritto intenzionalmente tutto attaccato, per sostituire il sostantivo meno, diciamo così, elegante!
    ‘notte.

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  4. Ho finalmente finito di leggere: “La dama bianca”, mi è piaciuto molto, anche se, dopo avermi tenuta col fiato sospeso, si è concluso con un finale soft dedicato ai nostri dolcissimi amici a 4 zampe. Quanto siamo fortunati ad averli! Un abbraccio e un sereno Week end! Ten

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  5. x azalea: No… almeno, io non l’avevo capito 😀
    Grazie per la spiegazione sulla sottile differenza del… sostantivo! 😀

    x Ten: quel “anche se” vuol dire che ti aspettavi un finale più duro, vero? 🙂 C’era infatti 🙂 Il racconto si chiudeva sulle parole del bambino che chiamava il papà per farli vedere la foto scattata… lasciando, da buon racconto dell’orrore, tutte le possibilità aperte 🙂
    Ma poi ho preferito cambiare…
    Grazie cara 🙂

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  6. L’ho appena letto. Ho capito a chi ti riferivi quando ho letto “…Ad un certo punto avevano anche prosperato…a milioni e milioni…” e mi son detta:”Non può essere, a Wolf non piacciono i topi !”. Adesso ho un sorriso che va da un orecchio all’altro !!! 😀 Questo racconto è bellissimo, bellissimo. Spero che le persone che lo leggeranno capiscano quanto sia dura la vita per i topi e per tutti gli animali a cui gli esseri umani hanno tolto lo spazio vitale e la libertà. Per non parlare di quelli che vengono brutalmente “usati” negli esperimenti.
    Hurrà per te, carissimo Wolf, “umano” estremamente sensibile e degno di essere chiamato tale. 🙂 Lisa
    p.s. ora mi leggo i commenti.

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  7. Ti scrivo di nuovo per dirti che ho riletto il tuo racconto. E’ veramente bello, sotto tutti i profili. E’ ben costruito, scorrevolissimo, coinvolgente. Bravo, bravo! Perchè non lo pubblichi su “Impronte”, il giornale della L.A.V. ? E su tutte le riviste animaliste?
    Stavo pensando che tu hai mille qualità, potresti fare tantissime cose. Potresti essere un bravissimo psicologo, giornalista, scrittore, insegnante… quante cose sei, Wolf!

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  8. x Lisa: ahahah che entusiasmo, Lisa! 😀
    Grazie, chissà… magari potrei farci un pensierino a mandarlo alle riviste animaliste. Anche se personalmente credo che sarebbe ampiamente migliorabile: pur avendolo in mente da alcuni giorni, l’ho scritto piuttosto “di getto” 🙂
    Ciao cara 🙂

    x Camelia e Debby: un sorriso e un augurio di buona giornata anche a voi 🙂

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  9. Sì, condivido il giudizio di Anne.
    Spettacolare.
    Soprattutto nel modo con cui osservi il topo, creatura da tutti schifata, ma che è una delle più intelligenti, mai comparse sulla terra.
    I principi dell’evoluzione dicono che i primi mammiferi furono roditori e che quindi, volenti o dolenti, siamo parenti.
    Con Topolino, ma pensa tè !!

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  10. mi sorge un dubbio: ma i lupi, in genere, che razza di rapporti intrattengono con i topi? parlano di letteratura, di astrofisica, di angioplastica… o si trovano solamente per…. andare a cena insieme? e uno dei due é la cena?
    buon sabato.

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  11. x CapeH: grazie caro 🙂 Forse ho scelto il topo proprio per questo: anche l’animale più disprezzato (e il topo è certamente uno tra questi) ha la stessa dignità degli altri. E’ solo questione di punti di vista 🙂

    x azalea: Non lo so… in casa mia non ci sono topi… ho due gatti! 😀

    x donnalupa: grazie carissima! 🙂 Buona notte anche a te!

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  12. grandioso, Wolf. La tua capacità di immedesimazione in ogni creatura vivente…ti permette questa sensibilità superiore.
    Bello sempre e ricco di significato passare da te.
    Bacio e buona domenica!

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  13. x Azalea: Ma sicuramente la pensiamo già allo stesso modo su tanti argomenti 🙂 E’ che spesso si riportano le differenze, sono queste che mettono più “sale”, no? 🙂

    x Donnalupa: ah, molto bello! Brava! 😉

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  14. Ossignore, chi l’avrebbe mai immaginato che il potente,saggio e valoroso guerriero fosse un topo??… Ho parteggiato per Raz, ho sperato fino all’ultimo che ce la facesse a salvarsi, mi sono dispiaciuta quando è morto….Ed era un topo!! 🙂
    Wolf, un racconto semplicemente fantastico!

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  15. Bella storia Wolfghost…
    RIP Raz… il topo che preferisco è quello dei fumetti, quello del PC mi è già meno simpatico.. quelli veri possono vivere dappertutto, non in casa mia :-). Sono anchio un mostro dagli occhi bianchi e ne ho ucciso uno in garage con una badilata, non mi sono pentito, non avevo altri mezzi, è stato un confronto leale e onesto, ho reso l’onore delle armi al nemico sconfitto e affidato il suo cadavere alle fogne comunali. Rispetto la bandiera e la nazione dei topi, ma non tollero invasioni e mi difenderò strenuamente. Sono contrario alle armi chimiche, ma mi affido ad armi gastronomiche… come trappole con esche di parmigiano reggiano. Ho due preziosi alleati, il gatto dei vicini e il mio cane e sinceramente al topo auguro di trovare me e non loro. :-))))))

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  16. è proprio vero, che tutto è relativo…
    io m'ero immaginata un deserto, quattro palme, icrociati in lontananza e i soldati del Saladino lì a morir di stenti…tifavo per loro e poi…TOPI! eh, ste' netturbini quanto sono cattivi!
    ma tu bravissimo ad ingannarmi!!!

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