Il disprezzo: distruggere l’altro invece di migliorare noi stessi

IL PONTE E LA PASSERELLA
di Paulo Coelho

C’è gente che, invece di tentare di migliorare quello che fa, cerca sempre di distruggere ciò che gli altri tentano di fare. La storia che segue è basata su un racconto di Silvio Paulo Albino.

PasserellaUn uomo, dopo molti anni di lavoro e studio per trovare il modo migliore per attraversare il fiume davanti alla sua casa, vi costruì sopra una passerella. Ma gli abitanti del paese raramente osavano attraversarla, a causa della sua precarietà. Un bel giorno si presentò da quelle parti un ingegnere. Insieme a lui, gli abitanti costruirono un ponte e questo fece infuriare il costruttore della passerella. Da quel momento, l’uomo cominciò a dire, a chiunque lo stesse ad ascoltare, che l’ingegnere aveva disprezzato il suo lavoro.
“Ma la passerella è ancora là – gli rispondevano gli abitanti -. È un monumento ai vostri anni di impegno e riflessione”.
“Nessuno la usa”, ribatteva l’uomo, nervoso.
“Voi siete un cittadino rispettato, e noi vi vogliamo bene. Ma, se le persone pensano che il ponte sia più bello e più utile della passerella, che cosa possiamo farci?”.
“Il ponte attraversa il mio fiume!”.
“Ma signore, con tutto il rispetto per il vostro lavoro, vorremmo farvi presente che il fiume non è vostro. Lo si può attraversare a piedi, in barca, a nuoto, in qualsiasi maniera vogliamo. Se la gente preferisce passare sul ponte, perché non rispettare il suo desiderio? E d’altra parte, come possiamo aver fiducia in qualcuno che, invece di tentare di migliorare la sua passerella, trascorre tutto il tempo a criticare il ponte?”.

 



Commento di Wolfghost:
Il mondo di oggi è basato sulla competizione: si compete per fare carriera, per strappare la persona amata agli avversari, per risaltare agli occhi altrui, per prendere quote di mercato alle altre aziende. Fin da bambini siamo stimolati ad essere i migliori, a puntare sempre a superare gli altri, e già su questo ci sarebbe da discutere, però si potrebbe dire che in fondo una società basata sulla competizione, se da un lato esaspera i nostri animi, dall’altro ci firnisce lo stimolo a migliorare sempre noi stessi.
Peccato che troppo spesso anziché puntare su stessi si tende a distruggere l’avversario, a mettere in cattiva luce lui e il suo operato. Il paragone con l’altro, l’osservazione di ciò in cui noi gli siamo inferiori, invece di spronarci a migliorare laddove possibile, si trasforma in invidia, in rabbia per un risultato che non arriva, in vendetta e gioco sleale da sfogare sul prossimo.
E così, quella che perlomeno potrebbe essere un’occasione di crescita, si trasforma in una seconda sconfitta: quella morale dopo quella materiale.

Ponte

 

0 pensieri su “Il disprezzo: distruggere l’altro invece di migliorare noi stessi

  1. Anche perchè se si va avanti a “sconfiggere l’altro” ( E a dimenticarsi di se stessi ), si passa una vita d’inferno, visto che la competizione è presente in tutti i settori.
    Ovviamente parlo di quella sana.

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  2. x laghira: per “uscire a volte per far cazzate” non ti serve un’amica 😀 Non nel senso piu’ alto del termine, almeno 😉
    Bacione :*

    x Gio: si’, il “vincenti” pero’ deve essere autoreferenziale e non in accordo con cio’ che la societa’ – o gli altri, che in fondo e’ lo stesso – si aspetta con questo termine. Ed e’ in questo che si cela la vera differenza.

    x Aliseys: eh si’, infatti… Come dicevano nei vecchi film western, prima o poi arriva sempre un pistolero piu’ veloce di te! ;D

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  3. La competizione è l’esposizione geometrica della nostra ingordigia. Siamo bulimici nel desiderare consensi, attenzioni, premi e lodi. Certuni riescono persino a dimenticare la propria umanità per raggiungere lo scopo. Ciò rende l’uomo arido, anafettivo, cinico e non tanto potenzialmete, un assasino.
    Non si priva della vita un’altro essere vivente, per esserlo.
    Basta uccidere noi stessi, i nostri sentimenti migliori, la nostra compassione che dobbiamo avere verso gli altri.
    Compatire = partecipare alla passione, sia positiva che negativa. Gioisco con te, ma altrettanto faccio se soffri.
    L’altro è visto come ostacolo, non come concorrente da superare, nel modo migliore, in un mondo migliore; solo un ostacolo da abbattere e non ci si ferma a valutare nè i mezzi per farlo, nè le conseguenze del nostro agire.
    Il delitto non paga chi lo compie.
    Il delitto si paga da solo depredando l’attore della sua umanità.
    Umanità che cerchiamo di elevarla, da questo stato bestiale dove siamo più inclini a dar ascolto alla parte proimordiale del nostro cervello, che non a quell’altra, frutto di una lenta, ma inesorabile evoluzione, che ci porta a dire oggi: io, noi, voi siamo:
    l’Homo Sapiens Sapiens.
    Forse …
    CapeH

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  4. x CapeH: la tua è un’analisi lucida. Purtroppo è difficile debellare un male che da secoli ormai si è radicato nella società e che, sospettiamolo pure, forse fa parte dello stesso essere vivente. Ma, come fai notare, si suppone che la nostra specie si sia via via evoluta. Ci autofregiamo di essere la “specie eletta”. Siamo certi di essere diventati via via migliori, di essere riusciti a coltivare la capacità di elevarci sopra gli… istinti bestiali.
    Peccato che alla prova dei fatti questa tesi faccia, al momento, acqua. E’ vero: ci sono correnti altruiste, spirituali, animaliste, che si fanno sentire e, a prima vista, questo potrebbe suonare come un buon segnale per il futuro, ma, se andiamo bene a vedere, anche nei secoli scorsi spinte di questo genere non erano mancate… eppure via via si sono spente.
    Speriamo che questa volta vada diversamente.

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  5. Bisognerebbe guardare quelli “meglio” di noi come persone da imitare,imparare da loro e mettere in atto,ma l’essere umano a volte ci riesce altre no ed i motivi sono diversi.Credo però sia possibile e poi accettarsi come si è non è così male,riconoscere i propri limiti e puntare sulle qualità più forti che abbiamo è già un bel cammino
    daphnee
    Buone feste Wolf
    un abbraccio

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  6. x daphnee: esatto, e credo che l’errore sia proprio considerarli “meglio” di noi, come giustamente hai fatto capire usando le virgolette 😉
    Non dovremmo mai considerare qualcuno “migliore” di noi nel complesso, ma solo per sue specifiche parti nel quale e’ piu’ preparato e dotato. Alcune di queste parti possono essere prese come esempio al fine di migliorarci; le altre possono se non altro darci un’idea dei nostri oggettivi limiti, ma lo stesso vale sicuramente anche per questa stessa persona.
    I veri “grandi” sono le persone che pensano di poter sempre avere qualcosa da imparare, in cui crescere. Le persone “convinte”, quelle che si sentono “superiori”, hanno semplicemente smesso di crescere.
    Chi e’ verde puo’ sempre crescere; chi e’ “maturo”, non puo’ che iniziare a marcire…

    Buone feste e un abbraccione a te! 🙂

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  7. x Stella: grazie 🙂 Una pagina di libro bella da leggere 😉
    Tanti cari auguri anche a te! 🙂

    x Messier: Gia’, purtroppo in molti hanno pensato cosi’, peccato che una volta diventati genitori si siano persi anche loro nei confronti dei propri figli…

    x Principessa: si’, sono proprio mal messo in questo periodo 😦 Infatti il blog langue un po’, ma ogni cosa e’ fisiologica e la vita, si sa, ha le sue priorita’ 🙂
    … ma verro’ a “trovarti” 😉
    Auguroni anche a te!

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  8. Ci sarà sempre qualcuno che farà o saprà più cose di noi….piangerci addosso non serve, è meglio rimboccare le mani e darsi da fare per migliorare.
    Cmq anche le passerelle possono tornare utili!!!
    Un grande abbraccio e tanti auguri di buone feste con affetto.
    Lory

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  9. x Anima: ahahah sì, mi sembra un’ottima idea! Mai scordare i venerdì! ;D
    Felice fine settimana anche a te 🙂

    x Paola: Non mi sorprende, mi era parso ti fosse piaciuto! eheheh 😉
    Buone feste cara Paola! 🙂

    x Lory: Hai ragione, infatti, come avevo scritto Aliseys nel commento #52: “Come dicevano nei vecchi film western, prima o poi arriva sempre un pistolero piu’ veloce di te!” ;D
    Tanti auguroni anche a te 🙂

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  10. x Giuliana: grazie! 🙂 Chissà perché… non ti vedevo “da albero di Natale” 😀 Lo fai davvero? 🙂
    Buon Natale anche a te 🙂

    x GoodNight: Ciao, benvenuta 🙂
    Sì… sono quasi in ogni luogo… ma io conto su quel “quasi” 😉
    Auguroni anche a te 🙂

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  11. Ho letto anche questo post con interesse ( dopo quello su “un po’ di egoismo” o sull’autostima o sui propri spazi) : mi dico che il lavorio che c’è in un bambino o in un adolecente ( in questi tempi ma anche in ogni tempo) potrebbe avere uno sbocco positivo ( nel senso di un relativo “stare bene”, sentirsi bene nei propri panni) se non ci fossero pressioni interne ed esterne che vengono vissute come sproporzionate rispetto alle proprie capacità di contenimento. Vai a capire, caso per caso, perchè questo, a volte, accade. E poi: è un lavoro che si fa in corso d’opera ( cioè mentre si vive) o sarebbe meglio prepararsi prima? La frase di Pasternak rotante suggerisce , mi sembra, che non ci si può preparare, quindi tanto vale buttarsi, affrontare i rischi, insomma non risparmiarsi. Tanto che risparmiamo? Se l’energia c’è mica possiamo fare i ragionieri, gli economisti… Questo , però, cosa ha a che vedere con il sano egoismo? Forse che, per qualcuno, “darsi” è la più piena espressione del proprio sano egoismo. Boh!? Un saluto

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  12. Be’, e’ probabile che i motivi siano per cosi’ dire “storici”, ovvero basati su una educazione fatta di molti doveri e pochi diritti (come quello di poter essere spensierati, almeno da bambini).
    La frase di Pasternak non la interpreto come “e’ inutile prepararsi in assoluto”, quanto come la nocivita’ dell’eccesso di preparazione. Ad esempio spesso i genitori cercano di evitare in ogni modo che il figlio possa farsi male, arrivando a chiuderlo in una “torre d’avorio” che gli impedisce di fatto di crescere. Al che’ non sorprende che alla prima difficolta’ seria, esso crolli misaremente su se’ stesso.
    Un mio vecchio capo usava spesso le parole “L’ottimo e’ nemico del bene” per dire che, va bene prepararsi, ma ad un certo punto bisogna buttarsi, altrimenti il voler essere preparati per evitare ogni minimo rischio (peraltro e’ abbastanza improbabile il riuscire a farlo) diventa bloccante: pensando di non essere mai sufficientemente pronti… non si fa mai il primo passo.
    Un salutone a te 🙂

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  13. Ciao, Wolfghost. Grazie per avere risposto ai miei due commenti. Effettivamente sono iscritta da poco a Splinder, un’iscrizione fatta per intervenire in questo e in un altro blog, peraltro molto diverso per contenuti. Quanto ho letto sul tuo blog ha molto a che vedere con pensieri e dialoghi che vado facendo, con molta fatica da circa tre anni a questa parte, un po’ da sola, un po’ con un sostegno,perchè da sola non riuscivo più e le cose, dentro di me ma anche nelle modalità di vita, non andavano per niente bene. Quando parli del diritto dell’infanzia alla spensieratezza mi trovi d’accordo, d’altra parte ora vedo che è difficile colmare una o più mancanze profonde: il mondo ha fretta, la vita stessa ti chiama , non sempre riesci a fermarti quel tanto che basta almeno per riconoscere la natura delle eventuali mancanze e, chissà, chiedere aiuto al momento opportuno. Chiederlo e accettarlo, anche se viene in forme che non sono più quelle che un bambino poteva desiderare . Adesso sto facendo questo “lavoro”, a volte traendone un beneficio, altre volte sperimentando molto disagio . C’è, comunque, uno spazio in cui posso parlare, sperando di trovare parole nuove o di ritrovare parole antiche ma significative. Un saluto e buon lavoro anche a te.

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  14. Devo dire che leggendo il tuo commento si ha l’impressione che tu sia sulla buona strada; certamente hai ben presente il tuo problema e lo stai affrontando, questa e’ la parte piu’ importante. Poi le ricadute posso sempre esserci, non si cancella un passato profondo e lungo in poco tempo, ma l’importante e’ sempre ragionare sul lungo periodo, senza credere che un eventuale passo falso, una ricaduta momentanea o una brutta sorpresa, significhino un ritorno al punto di partenza, che tutto il percorso fatto sia inutile. No, le cadute ci stanno, cio’ che importa e’ rialzarsi sempre e proseguire la strada intrapresa, magari cambiandone leggermente la rotta, se necessario.
    Scrivi pure quando vuoi 🙂
    Grazie e un salutone anche a te 🙂

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  15. Ciao Wolfghost! 🙂 

    Scelgo i testi su cui riflettere "a caso" e guarda un po’ questa l’hai pubblicato il giorno del mio compleanno, l’anno scorso!!!
    Qui mi pare si parli di rabbia ed invidia e competizione.
    L’invidia – per mia fortuna – non la conosco, ossia non fa parte del mio dna, perché penso che se uno ha o fa qualcosa meglio, o più, di me, significa che è stato più bravo o più fortunato. Io ho le mie cose, e quello ha le sue.

    La rabbia, invece, si che la conosco, specialmente quando vedo le cose "storte", che invece potrebbero filare dritto con un po’ di buona etica e volontà. Oppure, quando accade qualcosa che avrei potuto evitare per un pelo, e allora dico: "ma guarda che idiota che sono stata".  La mia rabbia verso prossimo è così breve che finisce prima di incominciare. La mia rabbia verso di me è un po’ più lunga.

    La competizione, beh ho fatto competizione nei concorsi pubblici, per esempio, ma non vedo perché devo competere con il mio prossimo nella vita. Ognuno ha la sua peculiarità, il suo lato buono e il suo lato cattivo, al massimo posso "imparare" dal prossimo e, se ritiene opportuno, anche il prossimo può imparare da me.
    Non divento più povera per questo.
    Raramente, per esempio, concorro in poesia perché mi sembra assurdo che qualcosa dettata dall’anima tua debba essere confrontato con qualcosa dettata da un’altra anima.
    Chi giudica una poesia (vera) giudica l’anima di chi l’ha scritto.
    Io così la penso, esatto o inesatto che sia.
    Leggere molto fa capire e migliorare.

    Penso che chi soffre di invidia sia una persona insicura delle proprie capacità, che non pone un limite.
    Non soffro di invidia per il semplice fatto che conosco i miei limiti e non mi creo l’ansia di competere con altri per migliorare, perché poi chi mi dice che l’altro è migliore di me (presunzione? forse, ma forse è anche essere consapevolezza  delle mie capacità e confini).

    Beh, anche oggi mi sono presa una fetta di riflessioni.

    Grazie Wolfghost e buona giornata!

    Rondine
     

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  16. Invidia, rabbia e competizione possono avere una loro buona funzione quando ci spingono a migliorare noi stessi. Quando pero’, come scrivi te, da queste componenti nasce una sofferenza che porta al disprezzo dell’altro, al desiderio di… distruggerlo, allora siamo andati oltre e invece di migliorare noi stessi, tentiamo solo di distruggere cio’ che l’altro ha fatto… esattamente come racconta il buon Coelho in questo breve testo 

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  17. …mi scuso per l'anonimo …non so come scrivere al giusto posto il mio nikche è azzurra, ma ho lasciato l'rl di un mio blog…odio l'anonimato, soprattutto quando voglio ringraziare….serata nera di una settimana di un mese nero di un anno nero….insomma sono giù, ma questo blog è veramente..rigenramte e…nientesolo un grazie!grazie!:)azzurra

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  18. Be', non posso che essere contento del fatto che il blog possa esserti risultato rigenerante Posso solo aggiungere che in certi periodi davvero bui, dove non si puo' far nulla per cambiare tangibilmente la situazione, si puo' comunque resistere, con la consapevolezza che non sara' per sempre Nick e blog segnati, sono un po' indietro ma… passero' a vederlo, presto o tardi

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