Paese che vai… approccio che trovi ;)

NewYorkCiao carissimo,

sono tornata da qualche giorno dalle mie ferie e come sai sono stata a New York.

A parte le mille considerazioni che posso fare sulla società americana, già affrontate con te per telefono, c’è stata una cosa che mi ha piacevolmente colpito. Premetto che quando finisci di vedere la città come turista per calarti poi nella vita vera e propria della città, le cose cambiano un po’: se all’inizio tutto sembra molto strano e difficile da capire, persone che non ti guardano mai negli occhi da un lato o commessi aggressivi che ti saltano addosso pur di vendere dall’altro, successivamente capisci che esistono anche costumi ben più piacevoli di quelli accennati sopra. In particolare, gli approcci tra persone di sesso diverso sono molto facili e molto poco complicati. Se per caso ti capita di fermarti a guardare un ragazzo per qualche minuto lui ti risponderà con un sorriso. Il gioco dell’approccio infatti è molto semplice, ci si saluta e ci si sorride se ci si vuole conoscere, nel caso contrario si continua a fare ciò che stavamo facendo. Questo indistintamente se si è uomini o donne, capita che girando per strada senti un "hallo", a quel punto sei libero di decidere cosa fare.
Tutto qui, niente di più semplice e spontaneo, tutto nel massimo rispetto reciproco e senza paure di fare figuracce. Conosco bene gli usi e i costumi delle grandi città, in particolare questo è piuttosto tipico e l’avevo scoperto molto tempo fa andando a Parigi, ma l’approccio visto a New York è sicuramente più delicato e simpatico.

A questo punto mi sorge una domanda, perché da noi non è così e gli approcci per strada sono spesso "triviali"?

A presto,
S.



Ecco la e-mail che la mia amica S. ha mandato dietro mia richiesta. In realtà ci eravamo già parlati per telefono al suo rientro in Italia e avevamo toccato diversi aspetti della società di New York, alcuni positivi e altri meno. Questo aspetto della facilità nel rompere il ghiaccio mi ha invece incuriosito e così le ho chiesto di metterlo nero su bianco in modo da condividerlo con voi 🙂

approccioE’ vero: non è la prima persona che mi parla così della "chiusura" che c’è in Italia; un approccio come quello che descrive lei, potrebbe avvenire giusto in una discoteca o comunque in un locale pubblico, molto difficilmente per strada. Eppure già diversi anni fa ormai, ho verificato come la maggior parte delle donne non veda l’ora di scambiare per lo meno due chiacchiere (tempo permettendo, naturalmente), perfino con chi non necessariamente vede come "sessualmente appetibile". Ho avuto diversi esempi in questo senso.
Eppure… molto spesso la donne qua da noi vanno in giro con l’espressione da "non permetterti di rivolgermi la parola: mordo!", mentre gli uomini si vedono bene dal farlo, in buona parte per paura di "prendere un due di picche" (come fosse un disonore indelebile negli anni :-P), soprattutto se pubblico. E così, anche quando quando lo fa, inevitabilmente perde di spontaneità e lo forza, risultando spesso "aggressivo".

Io credo che gli uomini dovrebbero imparare che nessuno può piacere a tutte, nemmeno George Clooney, e che probabilmente la stessa donna che magari ti dice, a volte anche in modo brusco, che la rottura di ghiaccio è… una rottura e basta, in realtà ha avuto almeno un pizzico di piacevole ritorno in termini di autostima e probabilmente ha ammirato il coraggio di chi si è fatto avanti. In quanto a chi assistito… bé, può aver trovato coraggioso anch’esso il gesto, o può aver gongolato dell’insuccesso (mal comune…) ma insomma… è poi così importante cosa può aver pensato? 🙂

Le donne invece dovrebbero imparare che un atteggiamento chiuso non paga, i nostri atteggiamenti si riflettono negli altri come un gioco di specchi o, se preferite, per l’eterno principio di azione e reazione, si riceve ciò che si trasmette. E’ troppo comodo (o scomodo, meglio…) tenere un atteggiamento da diva e poi lamentarsi perché l’uomo non si fa avanti.

Alla fine, di solito, l’atteggiamento conta più della bellezza. Per entrambi i sessi 😉

Cigni neri

0 pensieri su “Paese che vai… approccio che trovi ;)

  1. x fiore: nel senso che scappi, o… ? ahahah
    Davvero? Beato te! 🙂

    x anna: che bello il lupotto! Grazie cara! 🙂

    x Dupont: si’, probabilmente e’ cosi’, anche se non so se “scorbutico” sia la parola piu’ esatta…
    Ciao Dup! 😀

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  2. Ciao Wolf,
    dopo aver letto il tuo post,ho tirato un sospiro di sollievo.
    Ti confesso che io per natura sento una esigenza continua di comunicare e chiacchierare anche con persone mai viste.Ci sono dei periodi in cui capita di non riuscire a trovare un amico neanche a pagarlo per chicacchierare un po’?
    A me si.
    Alcune mie amiche a volte sono prese con la famiglia ,con altri non si riesce a far compaciare gli orari.
    Allora sai cosa faccio?
    Vado a prendere un caffè da sola ,o in libreria e attacco bottone…come si dice dalle mie parti.
    Un sorriso ,un accenno ed è fatta…chiacchieriamo un po’ del piu’ e del meno e cosi’ mi sento felice e libera..e lo siamo in due,anche se mai visti prima!
    Un bacio!
    Red

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  3. Io credo, come qualcuno ha già accennato, che molto dipenda anche dalla nostra disposizione di animo verso gli altri.
    Il fatto di sorridere a chi si incontra ben dispone a ricevere sorrisi, il solo fatto di guardare invece di sfuggire lo sguardo, porta ad avere quello sguardo contraccambiato, il rivolgersi con apertura favorisce uno scambio dello stesso valore, certo non è sempre così semplice ma niente impedisce di provarci.

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  4. x Red: ma che brava! 😉 Però avevo già capito che tu sei davvero così 🙂 E questo, senz’altro, ti aiuta, anche nei periodi nei quali ti trovi ad essere “forzatamente isolata” 🙂
    Bacione a te! :*

    x Dalloway: ahahah No, veramente mi sembrava di avere una posizione equa: secondo me è responsabilità di entrambi i sessi, non solo della donna.
    Non mi piace il vittimismo: sei ti senti totalmente vittima degli altri o delle circostanze, allora stai dicendo a te stesso che non puoi fare nulla per cambiare le cose; se invece ti assumi una responabilità almeno parziale… puoi provare a fare qualcosa 🙂
    E poi il vittimismo dopo un po’ smette perfino di essere consolatorio ;D

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  5. x Anna: non ringraziare me, ma te stessa. Ti sei aiutata da sola, cara 😉

    x iovolevo: questo intendevo anche io scrivendo “Alla fine, di solito, l’atteggiamento conta più della bellezza. Per entrambi i sessi” 🙂
    Esatto, niente impedisce di provarci, peggio non potrà andare, no? 😉

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  6. Imparare a conoscersi veramente non è semplice, Bisogna essere disposti anche a soffrire quando di noi scopriamo qualcosa di non propriamente nobile, e cambiare se necessario, ma se lo si fa sinceramente possiamo raggiungere un alto grado di autostima. Essa ci permette di essere rifiutati o accettati senza lasciarci traumatizzati e quindi possiamo essere più spontanei…
    Un bacio!

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  7. x Anna: E’ vero, anche io ne ho ricevuti diversi, anche qua sopra 🙂
    E’ il potere della condivisione 😉

    x Yasmine: e be’… ormai ci stiamo abituando anche a quella 😉
    Buona giornata anche a te 🙂

    x happy: anche questo, si’, ma pure una certa diffidenza di base. Un po’ come ci si chiedesse “… e questo che vuole da me?” ;D

    x sorgente: sono d’accordo 🙂 Mi ricorda il discorso della Johari Window: guarda nell’elenco dei “Titolo Argomenti”, sotto la voce “Psicologia: …” 🙂

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  8. ..Ormai i rapporti interpersonali sono sempre piu’ difficili pure tra persone dello stesso sesso.CI hanno organizzato la vita in modo che ognuno pensi per se e l’atro serva solo per raggiungere il proprio profitto .Bisogna produrre ,andare avanti senza guardarci piu’ in faccia.Scambiare due parole con l’altro deve avere sempre un secondo fine non serve piu’ per il puro piacere di dialogare.Ormai tutto funziona con i “bottoni” mail,messaggini, tel.ini acc.Guardarsi in faccia dritto negli occhi lo si puo’ fare solo con il partner…perche’ e’ cosi che ci hanno inculcato…Poi l’educazione Cristiana ,poi queste donne velate ,poi corri vai vai che nessuno ti puo’ avvicinare e se lo fa …ma pensi che vuole sto qua ???HA che mondo che ci hanno cotruito!!!????………..

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  9. Paese che vai… Ridiamo;))

    Un sindaco chiede un preventivo per pitturare la facciata del Municipio e gli arrivano tre offerte. Quella di un tedesco di 3.000 euro, quella di un francese di 6.000 e quella di un italiano di 9.000 euro.
    Davanti a tali differenze convoca una riunione con i tre concorrenti affinche’ giustifichino i loro preventivi.
    Il tedesco gli dice che vuole usare una vernice acrilica per esterni che costa 1.000 euro, poi tra impalcature e pennelli si spendono altri 1.000 euro ed il resto e’ il suo guadagno.
    Il francese giustifica il suo preventivo dicendo che lui e’ il miglior pittore in circolazione, che usa una vernice poliuretanica e che vuole dare tre mani. La pittura viene quindi 3.000 euro, tra impalcature e pennelli si spendono altri 2.000 euro e gli altri 1.000 sono il suo guadagno.
    L’italiano, che viene ascoltato solo per curiosita’ poiche’ il suo preventivo non e’ paragonabile agli altri, dice: “Sindaco, il mio e’ sicuramente il preventivo migliore: 3.000 euro sono per te, 3.000 sono per me e 3.000 sono per il tedesco che pittura la facciata…”

    eh eh

    buon pomeriggio

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  10. x ocramasil: accidenti che commento appassionato! 🙂 Bé, non so se davvero un tempo si stesse meglio, non lo credo… Ma certamente la mia e le generazioni vicine, sono state tra quelle più complicate da questo punto di vista. Dopo l’emancipazione della donna i ruoli si sono un po’ confusi e questo ha creato certamente dei problemi. Da quel che vedo le ultime generazioni sono certamente più aperte 🙂

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  11. x ilavi: ahahah ma daiiiii!! Speriamo che non sia davvero così! ;D

    x Betta: ciao cara! Certo, non credo sia facile essere né l’uno né l’altra… ma in parte credo sia perché non ci proviamo veramente 🙂

    x Yasmine: Accidenti, grazie! Ma a quest’ora mi sa che sarebbe già fredda… ed anche un po’ pesante 😀

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  12. Che coincidenza, ne parlavo proprio stasera con un amico che ha vissuto per 3 anni a NY, ma in Italia la gente vive esageratamente costretta in inutili schemi mentali. Se accetto un caffè da uno sconosciuto è come dirgli “ok, hai campo libero!” ma ti pare? Non è possibile voler scambiare due parole spinta da curiosità umana con uno sconosciuto senza che lui si senta autorizzato a provarci e non è possibile con una persona dello stesso sesso sconosciuta senza che lei pensi che sono lesbica! Eccheccavolo! Siamo prima di tutto persone, con un cervello e con la voglia di conoscere i meandri sconosciuti di altre persone con il loro cervello…

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  13. Ciao Wolf,
    che discorso interessante e stimolante ! Non ho letto tutti i commenti (arrivo un po’ troppo tardi) ma qualcuno a caso sì.
    Ci sono un po’ di cose che ci terrei però a far notare, in controtendenza a quanto dici tu:
    1) stiamo un po’ generalizzando, la gente chiacchera e si sorride, dipende, questo è vero, dai luoghi e dagli approcci; in strada, soprattutto in una grande città, sono d’accordo, è un posto dove siamo un poco chiuse noi femminucce, ma ci sono mille altri ambienti in cui la situazione non è questa
    2) hai notato però che tipo di approccio spesso c’è ? 9 volte su 10 non è per fare due chiacchere serenamente come dici tu… Ora come donna mi fa molto piacere fare due chiacchere con altri uomini o donne sconosciute, ma non con secondi fini (non per lo meno fino a quando non ho chiaccherato un poco con l’altra persona e mi rendo conto che è interessante… Ecco la parola chiave per la media delle donne che conosco: interessante !ì)
    3) parliamo sempre dell’Italia in questo modo, ma siamo proprio sicuri che nel resto del mondo sia così come viene raccontato nella tua lettera ? NY l’ho vista solo come turista e pochi giorni, per cui posso solo credere a quello che scrive la tua amica, ma in Costa Rica è normale che un uomo mentre passeggi ti dica che hai un bel culo e posso garantirti che non è interessato a fare due chiacchere con te ! Questo per dire che questa serenità dei rapporti a volte può essere un modo nostro superficiale di leggere semplicemente le espressioni di un’altra cultura. E ancora, sempre in Costa Rica dicono delle loro donne le stesse cose che qui state dicendo delle italiane, eppure i comportamente sono quasi opposti !

    Detto questo, è assolutamente vero che un sorriso fa sempre bene, a chi lo dà e a chi lo riceve. Che un complimento (almeno parlo per me), se delicato o simpatico, è assolutamente sempre ben accetto, e aumenta la propria autostima, che il comportamento da diva è antipatico non solo per gli uomini, ma anche per le donne… E tutte le altre cose che avete detto.

    L’unica cosa che chiedo agli uomini: quando vi avvicinate ad una donna sconosciuta, non tentateci spudoratamente per poi, preso il due di picche, lamentarvi che le donne italiane sono poco disponibili a chiaccherare serenamente con gli uomini assolutamente non intenzionati ad altro… Perchè le mie amiche straniere sostengono che gli italiani sono famosi per provarci facilmente e spudoratamente. E forse anche questo è solo un modello di comportamento maschile, così come quello delle donne diva.
    Un abbraccio e perdona la lunghezza, ma l’argomento mi ha appassionato
    Un bacio anche ai due piccolini (come stanno ?)

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  14. x l’utente anonimo (Monica :)): ahahah è vero, credo che sia proprio così che si pensa qua, almeno all’inizio. Poi, rotto il ghiaccio o visto un pochetto di più sotto la superficie, si capisce che le cose possono stare diversamente.

    x Laura: ahahah interessante il tuo commento 🙂 Tengo a dire che non si sono generalizzate le persone italiane, ma è chiaro che, parlando delle differenze mediamente evidenti tra noi e altri paesi, così possa sembrare 🙂 Certamente non è sempre tutto bianco o nero, è vero.
    Un altro aspetto che mi piace sottolineare, come già fatto in altri commenti, è che in fondo è umano (anzi… animale ;)) poter essere anche attratti fisicamente dalla persona che si va a conoscere, mi pare ovvio. Se io ho occasione di attaccare bottone con due donne al bancone di un bar, e se sono due donne che non conosco per nulla, o solamente il loro atteggiamento e il loro aspetto. E, a parità di atteggiamento, è chiaro che la mia scelta propenderà per quella che mi piace di più. Magari perché, come dici te, ha un bel c… 😀
    E allora? Non è tanto questo il problema, il problema è casomai la sua demonizzazione. E’ proprio l’aver ammantato l’approccio di una importanza che va al di là del voler semplicemente conoscere una persona che si trova interessante ad aver reso la cosa “pesante”. Si deve stare attenti a non essere respinti perché se no è uno schiaffo morale, a cosa pensa l’altra persona e gli astanti attorno che magari pensano che siamo dei poco di buono, a… tante, tante altre cose! %-)
    Che male c’è nel provare a conoscere, con tatto e rispetto, una persona che si trova interessante? E che male c’è nel lasciarsi conoscere se perlomeno si può avere un minimo di interesse e non scartare aprioristicamente? 🙂

    Io credo che gli uomini italiani… facciano così come descrivi soprattutto con le straniere, perché – a torto o a ragione – si sentono meno sotto osservazione.
    Detto questo… anche io trovo chi prende il due di picche e non sa accettarlo, al punto di trovare meschine motivazioni, non sia granché degno di stima 😉

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  15. Caro Wolf,
    qualche anno fa ero su un treno (facevo la pendolare tutti i giorni), però molto tardi la sera.
    Come mio solito mi mettevo a chiaccherare, ma questa volta davanti a me c’era un ragazzo, anzichè una signora o un signore, o un gruppo di persone.
    Chiacchero per qualche minuto normalmente e poi il tizio mi ha chiesto il numero di telefono. Gentilmente gli ho detto che non volevo darglielo. Ha insistito in modo maleducatissimo… Questo è il tipo di approccio di cui ti parlavo e che vedo spessissimo qua in Italia.
    Ben lontano dal sorriso e dal ciao della lettera della tua amica.
    Come dici tu: paese che vai e approccio che trovi !
    Ancora un abbraccio
    (i piccolini ? non mi hai detto come stanno…)

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  16. Noooo, dai! Non spesso 🙂 Io di solito do il mio numero, non chiedo neanche quello della interlocutrice, proprio per evitare malintesi. Pensa pero’ che spesso mi e’ stato detto da amiche che sbaglio: sarebbe una dimostrazione che l’interesse e’ superficiale, un modo di dire “vabbe’, toh! Questo e’ il mio numero, se proprio vuoi chiamarmi fallo!”.
    Come vedi e’ sempre complicato fare la cosa giusta. Ovviamente tutto parte dal mantenere la flessibilita’ di cambiare approccio a seconda di chi hai davanti… ma non sempre hai sufficiente tempo per capirlo.
    I piccoli stanno bene, se le suonano sempre! eheheh Mi preoccupero’ il giorno che non lo faranno piu’! ;D

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  17. Ho dovuto cancellare il commento #35 di rossoscarlatto2 perche’ conteneva un’immagine troppo larga e mandava fuori asse il blog, il commento era:
    Mi sembra di riascoltare un’amica che ha trascorso l’estate a Chicago.
    Mi raccontava della semplicità della gente anche nel vestire…
    L’unico x strada in giacca e cravatta era un “italiano” ^^
    Va bè, cmq cn la tua frase conclusiva hai già detto TUTTO.
    E’ uno tra i tanti sogni che ho nel cassetto l’America e credo che prima o poi ci andremo, fosse anche solo x 8 gg.
    Un caro saluto;)

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  18. Forse perchè non sono più giovane, ma mi è successo che, rivolgendo la parola a qualcuno, io sia stata guardata come se chiedessi dei soldi.
    Da quella volta ho un certo timore nel rivolgermi a chi non conosco.

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  19. x Censorina: benvenuta! 🙂
    Sì, l’ho scritto spesso nei commenti precedenti: c’è molta diffidenza. Spesso è proprio come se la gente si chiedesse “E questo(a) cosa vuole da me?”, chissà… forse perfino noi facciamo lo stesso quando qualcuno ci rivolge la parola, solo che non ce ne rendiamo conto 🙂
    Forse è solo che abbiamo talmente tanto la testa tra le nuvole, assorti nei nostri pensieri, da venire spiazzati da un’improvvisa attenzione 🙂

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