La voce del mare – un racconto di Poetikando

Sono in ritardo  😐 : oggi mi sono accorto di avere ben quattro post “in coda” (in realtà, “in mente”). Per ben tre di essi mi avvarrò di splendi scritti di altri blogger, un altro invece deriva da un aforisma di un poeta che tutti abbiamo studiato a scuola. Considerando che la prossima settimana sarò a Stoccolma per motivi di lavoro, ci metterò un po’ di tempo, anche perché ognuno di questi scritti vale davvero e merita di restare visibile almeno qualche giorno,

Ma vediamo il primo…

 


 

LA VOCE DEL MARE

by poetikando

Blog: poetika

 

 

mare_tempestoso

“Poi non è che la vita vada come tu te la immagini.

Fa la sua strada, e tu la tua.

Ma non sono la stessa strada”

( “Oceano mare” )

Anni che non vedevo il mare, forse secoli… Ma sono qui adesso, ormai vecchio, a guardarlo, respirarlo, sentirlo davvero. Siamo soli – io e la voce inestinguibile del mare- mai placata in me, mai perduta. Mi chiama. Le onde sventrano gli scogli e le gocce mi si frantumano sul viso, minuscoli specchi di cielo, di pianto liberato. Ho voglia di pensarmi così, nella mia immensa solitudine…

Da ragazzo venivo spesso alla spiaggia per dare del cibo ai gabbiani, e anche oggi ho portato del pane. Mi siedo sul bordo di un vecchio peschereccio abbandonato e sono invisibile, assente. Il maestrale soffia forte, il sale brucia gli occhi, il freddo è un ferro arroventato, che dissolve il dolore prima ancora che sia.

Avverto un fruscio alle spalle: un gabbiano mi si avvicina esitante; sorrido e gli offro le mie ultime briciole. Ci scambiamo uno sguardo, almeno così pare a me e ai miei occhi stanchi. Una lacrima gli scivola lenta sul bianco piumaggio. Che tenerezza, che follia…

Ecco, ora, è arrivato il momento. Quella è la lacrima che mai mi è sgorgata dal cuore; è il pianto che mi ha negato la vita; è il dono mancato dell’ essere fragile – e libero – dentro.

Lo so, è soltanto la mia fantasia. Ma che uomo sono mai stato? Prigioniero di un’esistenza che non ha avuto il tempo – il coraggio – di fare concessioni all’amore, alla vita, al destino…

L’avevo scordato il mare, come un accordo stonato. L‘avevo scordato il mio nome. Lo perdo ogni giorno e ogni giorno lo cerco. E’ sempre un inizio, inizio e mai fine. E’ che il mare è un moto incostante dell’anima – alta e bassa marea – ce l’hai dentro e non fuori di te, come la vita.

La vita…

Che se adesso dovessi raccontarne una – la mia ? – non saprei nemmeno cosa inventare. Ho alle spalle nove mesi di paradiso, novant’anni all’inferno e di fronte nove giorni nel limbo. Ma non sento niente, non ho niente da dire. So che devo morire, non è una grande scoperta: lo sanno tutti ancor prima di nascere. E non mi scorre davanti il film del mio viaggio, non un solo fotogramma. Di memoria ne ho poca, pochi ricordi da ricordare .

Ma se potessi scegliere… mare rinascerei, mare per vivermi fino in fondo l’abisso, per perdermi e naufragare. Mai più aggrappato a scalcinate e sicure pareti. Mai più schiavo di una vita apparente. Avrei sale negli occhi e brividi audaci sulla pelle bagnata. Soffrirei, sentirei, sentirei… tutto quello che mi sono affannato a evitare, da sempre, ancor prima di essere .

Tra partenza e traguardo è una linea finita e imperfetta, il nostro limitato orizzonte? Non guardarmi così! Vola via, via!

Ed allora comincio a sognare, a ricostruire il passato che ancora non ho. Che non ho. Mi regalo una storia.

Sono nato una sera d’agosto, e le ombre d’autunno già spingevano, inquiete. Mia madre piangeva, mio padre taceva; il vento soffiava.

Sono cresciuto respirando l’inverno sul mare, le sue assenze, i ritorni, il presente. Mi facevano male.

Ho amato una donna, una sola, ché l’amore non passa due volte, e impazzivo nel suo ventre puro come un’onda d’azzurro assoluto.

Non ho ho avuto un lavoro, una casa. La mia anima abita il vento. E al vento ho affidato il mio cuore, affinché lo portasse lontano, lontano…

Ho viaggiato sulle strade più impervie, ho venduto il mio ruolo nel mondo per un pezzo di cielo. E non sono pentito.

La mia vita è impronta su sabbia: la consegno alle onde del mare. Perché vivere è un istante perfetto, crudele. E’ qualcosa che va cancellato, perchè mai si ripeta, perchè mai muoia dentro, su una spiaggia sbagliata. Ma che resti in eterno, solamente nel cuore.

E’ poesia sulle ali del sogno e nessuno può portarcela via.

Gabbiano a Saint Malo, Bretagna, FranciaOra resto a guardare la lacrima, che leggera ti imperla le piume e mi sembra un gioiello prezioso – un regalo impagabile – anche questa tristezza. So che la vita che mi sono inventato è qualcosa di grande, l’ essenza più vera di me. Più distante da me…

E’ sangue, è carne, è anima e spazio: un volo impossibile.

E’ il pianto che mi è stato negato, il dono che non ho saputo apprezzare, la libertà di essere fragile dentro – e infinito – come la voce armoniosa e violenta del mare.

Daniela Cattani Rusich

 

 


 

Commento di Wolfghost: questo splendido scritto di Daniela (Poetika) mi ha richiamato alla mente un mio post di qualche tempo fa (La paga della vita) incentrato sull’aforisma di Eric Butterworth che potete leggere nell’immagine di chiusura. Anche se nel testo di Daniela ci sono spunti per diversi altri argomenti.

Pensiamo spesso che alla fine della vita si tirino un po’ le somme di come si è vissuto: è stata una vita ben spesa? Abbiamo lasciato qualcosa di importante? O, al contrario, l’abbiamo sprecata?

 

Per quello che è la mia esperienza (indiretta, per fortuna! ;-))… non è quasi mai così: di solito alla “fine” la gente pensa a molte cose, ma non al passato: non tira affatto le somme.

Eppure siamo portati a crederlo… forse perché in realtà a tirare le somme siamo noi, adesso, in corso d’opera. Ma siccome ammetterlo potrebbe voler dire buttare tutto a mare e ricominciare da zero, preferiamo fare gli gnorri, pensando che va bene così, che ci sarà sempre tempo.

 

Tranne poi accorgerci che abbiamo imparato sì, che “la vita che ci siamo inventati è qualcosa di grande”, ma che “questo dono non l’abbiamo saputo apprezzare“.

Siamo portati a credere che un giorno ci guarderemo indietro e ci accorgeremo di tutto ciò che sbadatamente abbiamo lasciato perdere lungo il cammino.

 

Meglio sarebbe che quel giorno fosse oggi, affinché almeno ciò che c’è ancora nel nostro domani possa essere colto.

 

Butterworth

 

 


 

0 pensieri su “La voce del mare – un racconto di Poetikando

  1. Wolf!!! Ciao!!! Sì è una beluga…l’ho presa da Google! Può darsi che Eric….non sia a conoscenza del Segreto…..o lo abbia appreso soltanto ora…e chi lo sa!
    Ciaoooooooooooooooooooooo, buona domenica….qui a Milano è tornato il caldo afoso…tu almeno hai il mare vicino…

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  2. Può capitare qualcosa che ci faccia tornare con la mente al passato, una musica, un’immagine…

    il passato non si cancella, anzi…
    Quante volte abbiamo detto che il passato ci ha reso quelli che siamo??
    Sarà dolcezza e malinconia
    Ma non deve diventare nè alibi né tristezza.
    Io sono sempre per il nunc e l’hic;))

    E sarai daccordo anche su questo, penso

    _________________

    da me;

    grazie innanzitutto ma per curiosità dove si trova quella spiaggia???

    Non mi dire solo in Liguria….

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  3. E’ bellissimo lo scritto di Daniela, non la conosco ancora ma scrive benissimo, complimenti 🙂
    Le tue considerazioni sono molto profonde…ma… posso dire..ma?
    Scherzo, :)))))…. Non ci sono se o ma, quando si parla della fine di un’esistenza… credo non ci siano parole da dire ma solo occhi per osservare. Sì, per guardarla meglio questa vita, che si siamo lasciati sfuggire di mano. Questa è la sensazione perlomeno, per tutti. Abbiamo tra le mani una cosa grande ma non ci hanno lasciato le istruzioni per l’uso. Come si usa? A che serve? Perchè ora ce l’abbiamo in questo modo e domani in un altro? Vita è sempre vita anche dopo il ponte…
    Avremmo potuto, dovuto… avremmo potuto tutto…e invece ci siamo concessi solo una piccola parte. Beh, io ti dico che se di quella piccola parte ci avessimo capito veramente qualcosa, poi non sentiremmo quel rimpianto… Ma forse il rimpianto non è tanto di quello che non abbiamo fatto… ma della Vita stessa che esaurisce il tempo…. e allora lo ripercorriamo indietro per capire come potremmo essere stati più felici o più appagati, più ricchi o più famosi…insomma ci manca sempre qualcosa. Invece, al termine degli anni, ci manca solo la vita da vivere ancora. Ecco cos’è.

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  4. x happy: in questo caso la mia personale lettura del racconto è coincisa con quella che era l’intenzione dell’autrice 🙂 Ne sono contento e… ancora di più il merito va a lei: io sono in pratica stato solo portavoce 🙂

    x Ronto: siiiiii! :))))) Il mare era splendido-splendido oggi! 🙂 Peccato davvero che l’estate volga al termine…
    Un carissimo abbraccio! 🙂

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  5. x altraepoca: ciao! Ben tornata allora! 🙂 Grazie, ma… questo racconto, come diversi altri, non è mio, non darmi meriti che non ho! ;D
    Passa anche l’alta marea, non preoccuparti! 😉
    Abbraccio!

    x ilavi: il passato non si cancella, ma si può impedire che i ricordi ci sommergano con la loro carica di malinconia; basta non soffermarcisi troppo sopra quando sono rievocati…
    A questo scopo il nunc e l’hic sono perfetti! 😀

    La spiaggia è proprio a Genova-Genova, sebbene nella sua estrema periferia di ponente 🙂

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  6. x Cristina: è vero, certamente la vita non basta mai 🙂 Eppure credo che chi ha davvero capito e accettato nel proprio intimo l’ineluttabile caducità della sua vita (cosa tutt’altro che facile e scontata), se è convinto – non dico di averne vissuto ogni istante come se fosse l’ultimo, perché questa è una cosa alla quale si esorta come “ideale massimo” ma che non credo mai nessuno sia davvero riuscito a fare – ma almeno di non averla sprecata, se ne “andrà” un po’ più sereno…

    Ammesso che davvero alla fine desideri realmente tracciare un bilancio della propria vita, cosa della quale – come scrivevo anche nel post – un pochetto dubito 🙂

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  7. x Stella: ahahahah no, no… bilanci sì, ma se davvero ci possono aiutare 😀 Quelli compulsivi forse esagerano un pochetto… :))))
    Mi associo ai complimenti all’autrice 🙂

    x AnnA: grazie cara, buonanotte a te 🙂

    x Dupont: Bé, ormai direi “buona domenica” ma… mi serve davvero: ho un sacco di cose da fare domani ma, se è bello, non voglio perdermi ancora qualche ora del mio amato mare 🙂
    Buona domenica anche a te 🙂

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  8. Oggi purtroppo è il mio ultimo giorno di ferie…
    Da domani ricomincia la solita routine…
    Il lavoro, i colleghi, meno tempo per internet,
    per fortuna si ricomincia anche a suonare,
    e questa è l’unica cosa positiva…

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  9. eh, questa è la nostra vita 🙂 Lavoriamo per poter concederci qualcosa nel resto del tempo. Tu hai le vacanze, la tua musica, il mitico Banjo ;D , chissà quante altre cose delle quali non sono a conoscenza… 🙂

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  10. Giorno lupo in trasferta!
    Sai è da ieri che accarezzo l’idea di un post che abbia per protagonista il mare… e chi lo vive…
    credo che il sailor man che c’è in te lo apprezzerà senz’altro… a fra un po’ su questi monitor….
    buona giornata
    Aicha

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  11. ciao carissimo Wolf ti ringrazio sempre dei tuoi post sempre ogni volta interessanti mi fermo su questo perchè mi ha colpita molto nulla a togliere agli altri sempre interessanti (x questo ti chiamavo maestro ……grazie xchè mi aiuti tanto …..ah dimenticavo sono ritornata a commentare ……notte

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