Luce – Un racconto di Quelcherestadime

Tempo fa decisi che ogni tanto avrei segnalato un blog o un post tra quelli che mi colpivano particolarmente… ovviamente poi non l’ho mai fatto! 😀 Oggi ero in giro per blog e mi sono imbattuto in questo bellissimo racconto… merita davvero, buona lettura! 🙂


Luce

by Quelcherestadime

blog: ilsoledentrome.splinder.com

 

In un piccolo paesino alle pendici dell’Etna viveva una donna alquanto singolare.

Grassottella e con la faccia rubiconda, i capelli corvini e gli occhi di un azzurro così intenso che quando, per caso, li incrociavi ti mettevano i brividi addosso. Il suo nome era Luce.

Nessuno in paese le dava confidenza. La reputavano strana. Soprattutto per il suo modo di comportarsi alquanto bizzarro. Sembrava vivere in un mondo irreale, frutto della sua mente e delle sue stramberie. Un mondo davvero poco accessibile per gente così semplice come gli abitanti di quel piccolo centro.

Ogni sabato mattina nella piazza principale del paese si allestiva un piccolo mercato. I commercianti montavano le loro bancarelle all’alba esponendo in bella mostra le loro mercanzie. Potevi trovare di tutto. Dalla frutta ai mobili, dai vestiti ai dipinti.

Luce era una delle prime ad arrivare quando il sole, affacciandosi timidamente da dietro la collina, dava il benvenuto al nuovo giorno. Con calma montava la sua bancarella, come se il tempo non avesse alcuna importanza per lei. Vi poneva sopra una stoffa leggera di colore azzurro proprio come i suoi occhi. Quindi prendeva il suo cartello e lo appoggiava sopra la stoffa e si metteva ad aspettare qualche avventore. Nessuno mai le si avvicinava, né per volontà né per curiosità. Ogni sabato era sempre così.

La bancarella di Luce era l’unica dove non era esposto nulla ad eccezione di un cartello. Tutti la tenevano a debita distanza. Luce, dal canto suo, era sempre sorridente e serena nonostante le infinite ore passate nell’indifferenza altrui. Al principio questo la faceva stare male, ma con il passare del tempo si era abituata a simili reazioni. Non ci faceva ormai più caso. Anzi tutto questo, in qualche modo, la faceva sorridere anche se sul fondo della sua anima aleggiava un velato dispiacere. Ma lei non poteva fare nulla di più di quello che faceva.

Quando arrivava il momento di smontare dal mercato, lei, con la sua grazia sottile, toglieva il cartello, ripiegava lentamente la stoffa e smontava quel piccolo tavolo che fungeva da bancarella. Si metteva tutto sotto il braccio e se ne andava via. Silenziosamente così come era arrivata e come si svolgeva ogni sua singola giornata.

Un giorno nel piccolo centro arrivò una scolaresca di liceali in viaggio d’istruzione.

Fu un avvenimento per tutto il paese che si trovò, inaspettatamente, scompaginato nella sua monotona quotidianità. Qualcuno storse pure il naso. Qualcuno, in cuor suo, senza fare troppe esternazioni fece un piccolo sorriso. Finalmente una ventata di vitalità attraversava quella comunità stantia.

Quel sabato mattina il mercato si apprestava ad essere messo in scena con il solito metodico rituale. Luce e le sue stramberie erano presenti come sempre.

Nell’aria c’era profumo di primavera e di ginestre. Ed il sole quella mattina sembrava irradiare una luce diversa, più calda. Ad un tratto la scolaresca fece irruzione nel mercato con i suoi schiamazzi e le sue allegre risate. Un ragazzo moro, dalla pelle chiara e gli occhi castani, si avvicinò alla bancarella di Luce e si fermò un istante sul pianerottolo dell’indecisione. Nel suo sguardo brillava, però, una certa curiosità. Ed alla fine questa prevalse. Si accostò a lei e timidamente le chiese cosa vendesse dato che sulla sua bancarella non era esposto nulla.

Luce, a quel punto, chiese il permesso di prendere le sue mani e tenendole delicatamente strette tra le sue cominciò a guardarlo dritto negli occhi. Fece quindi un leggero movimento del capo ed il ragazzo rispose con un piccolo fremito. Stettero immobili così per alcuni minuti, trasportati inspiegabilmente in un mondo impalpabile, come se tutto intorno non esistesse più nulla. Sui loro visi si aprì un immenso sorriso. Si abbracciarono dolcemente.

Una ragazzetta piuttosto avvenente e sfacciata, assistendo esterrefatta a quella scena, decise di intervenire spezzando quell’attimo di magia. Per lei tutto questo era davvero troppo. Ma chi si credeva di essere quella donna per permettersi di abbracciare il suo amico? No ne aveva alcun diritto. E glielo fece capire in modo deciso senza troppi giri di parole. Prese il ragazzo e lo trascinò via da lì in un batter d’occhio. Luce rimase impassibile, con il suo sorriso di sempre stampato sul viso.

La gente che, sino a quel momento, aveva assistito senza essere capace di dire o fare alcunché si diresse minacciosamente verso di lei e, sfogando tutta la rabbia repressa per mesi, le rovesciò la bancarella facendo cadere rovinosamente a terra il cartello che vi era apposto sopra . Cominciarono ad insultarla e lanciarle epiteti di ogni sorta mettendola in fuga. Quando finalmente Luce fu a debita distanza la ragazzetta chiese spiegazioni. Il ragazzo si girò verso il punto esatto dove Luce aveva la sua bancarella e senza dire una parola corse sino a raggiungerlo.Prese il cartello caduto per terra e con le lacrime agli occhi le urlò: “Perché hai fatto tutto questo? Quella donna non faceva nulla di male!”. Girò il cartello di modo che tutti potessero finalmente leggere quello che nessuno nel corso dei mesi aveva osato guardare. C’era scritto: “ (Ri)composizioni d’anima “. E con una voce spezzata dall’emozione e velata dalla tristezza disse: “ Non vendeva nulla, offriva semplicemente speranza”.

 



Commento di Wolfghost (è solo il mio commento al post originale): E’ semplicemente… bellissimo! Mi ha davvero emozionato. L’ho letto con un senso di compassionevole empatia fin dall’inizio, senza nemmeno sapere perche’. Come se percepissi la tristezza della… incomprensione, dell’indifferenza.
Chissa’ quante persone, che avrebbero davvero tanto da dare – e non per essere ricompensate, ma solo per donare un sorriso – non venendo comprese sono tenute a distanza o allontanate nello stesso modo.

Cuore in mano(anche l’immagine è presa dal blog citato)

 

0 pensieri su “Luce – Un racconto di Quelcherestadime

  1. x 1attimodieterno e Carl8: benvenuti 🙂 In realtà il mio non voleva essere un omaggio 🙂 Quando scrivo qualcosa che reputo interessante, soprattutto quando immagino che possa in qualche modo “servire” a qualcuno, seppure con l’effetto di una goccia nel mare, sono contento che quel che scrivo venga divulgato da altre parti; questo ho fatto con lo scritto di Quelcherestadime: volevo che potessero leggerlo altre persone oltre a quelle che l’avevano letto da lei.
    Le cose interessanti si pubblicizzano da sole 🙂

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  2. Grazie per i consigli e per avermi rinfrancato… va a finire che diventi il mio maestro virtuale :))
    Domani mi racconti di oggi… intanto goditi una buona nanna.
    Serena notte.
    Sofia.

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  3. x Sofia: ahahah che parolona! 😀 Non credo proprio tu abbia bisogno di un maestro! 😉 Il nostro è uno scambio alla pari 🙂

    x Tiffany: ahahah ormai posso venire per pranzo, è lo stesso? 🙂

    x lunatica: ciao 🙂 No, adesso il post è vecchiotto, oggi lo cambio. Volevo lo leggeste in tanti 😉

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  4. Bello e impalpabile… come la sensazione che ha chi vorrebbe dare ma non c’è nessuno che veramente sappia ricevere.
    Hai fatto benissimo a segnalarlo, è scritto benissimo e non è poi così irreale 🙂

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  5. x l’utente anonimo: sono d’accordo con la definizione che ne dai 🙂

    x Francy: la dedica non è importante, anzi, non lo era 🙂 Volevo solo che più persone potessero leggere questo bel breve racconto che a me è piaciuto molto. Questo era per me importante 😉

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  6. x lunatica: cosa?? :-/

    x happysummer: eh, tra un po’ inizieremo a lamentarci per il troppo caldo, pero’! 😀
    Buona domenica anche a te 🙂

    x Sofia: ahahah ti colpisce questa cosa? 🙂 Diciamo che li reggo un’oretta… eheheh

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  7. Sono io che ringrazio te per aver scritto un così bel racconto. Sono molto contento di averlo fatto conoscere a qualcuno che magari se lo sarebbe perso 🙂
    Leggerti non è bontà, è un vero piacere 🙂

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  8. Ciao carissimo Wolf!!! Ogni volta che apro il tuo blog…mi viene rabbia, perchè non riesco mai a leggerti, sei fantastico e i tuoi post sono veramente speciali!!! Tu dovresti fare una trasmissione televisiva con i tuoi argomenti che suscitano l’interesse di tutti noi…perchè sai esporre in maniera fantastica tutti i perchè ed i misteri della vita!!!
    Bravo!!!!!!!!
    Ti lascio la luce della speranza come la donnina dagli occhi azzurri e che ti possa illuminare sempre!!!
    Ciaoooooooo, un abbraccio!!!

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  9. Rontooo!! Ti avevo saltato! Splinder non mi aveva segnalato il tuo commento 😦 Sorry 🙂

    Grazie mille, ma in questo caso io c’entro poco: il racconto è di Quelcherestadime 🙂 A lei vanno i complimenti 😉

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  10. è una storia bellissima, ti posso dire
    che molte persone sono come Luce,
    l’essere semplici, capaci di donare attraverso un sorriso tutto l’amore che hai dentro, sembra non sia più di moda, bisogna però non mmollare.
    ciao

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  11. Ciao utente anonimo da Beatrice.com 🙂

    Credo che ognuno di noi abbia in parte questa qualita’, credo anzi che sia innata nello spirito umano. Purtroppo lo… spirito di adattamento ha di solito la meglio e, in un mondo dove si punta alla forma, su certa qualita’ non si fa piu’ affidamento.

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  12. Ciao, si hai ragione è più facile apparire che essere, ma è anche vero che tutti possiamo cambiare le cose attraverso il nostro stesso comportamento, se io ti sorrido, tu a tua volta mi sorriderai, se io canto, tu canterai con me perchè attraverso il mio comportamento io ti coinvolgo ,ti trasmetto gioia e quindi tu mi darai la stessa cosa, non puoi farne a meno. Ciao

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  13. Certamente. Sono d’accordo. Il fatto che il mondo “non risponda” non deve arrestarci, ma al massimo farci riflettere, capire se e dove stiamo sbagliando qualcosa per infine correggerci. Spesso non e’ lo scopo ad essere sbagliato, ma come cerchiamo di raggiungerlo.
    Ciao 🙂

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