Muoviti, non lasciarti andare!

helpQuesto post e’ dedicato a tutti gli amici e amiche in difficolta’ proprio in questi giorni, nonche’ a tutti coloro che  sentono di aver imboccato una strada apparentemente senza via di uscita… Questo post e’ per voi!

prigioneCi sono fasi della vita nelle quali puoi arrivare a credere per disperazione che il tunnel nel quale sei scivolato non abbia fine. Ti senti in trappola, saresti pronto a buttarti dalla finestra se solo riuscissi ad abbattere le sbarre che la proteggono.
In momenti come questi il senso di un destino avverso e ineluttabile ti pervade; la tua mente e’ alla frenetica ricerca di un qualunque barlume di luce che possa indicare una via di uscita, eppure sembra non riuscire a trovare nulla.
Ho imparato che momenti come questi possono o meno averla una via di uscita.

Se la via c’e’, in genere la conosciamo bene ma facciamo finta di non vederla; non ascoltiamo la nostra stessa voce perche’ vorrebbe dire ammettere che dipende da noi: dobbiamo muoverci, assumerci la responsabilita’ di uscire dalla nostra rassicurante – ma dolorosa – inerzia e andare verso un destino sconosciuto, ma che sentiamo essere inevitabile. Come scrisse qualcuno su questo stesso blog mesi fa, “l’immobilismo diviene colpevolezza”: devi muoverti!

Se la via non c’e’ o, meglio, non c’e’ ancora, allora non puoi fare altro che resistere in attesa che la tempesta passi, aggrappato a quella vocina che sicuramente ti sta dicendo che ne uscirai, che perfino questo momento disperato avra’ fine, non importa quanto ci mettera’.
speranzaSe saprai stare in ascolto, coglierai quando quel senso di oppressione iniziera’ a mollare la presa e, in quel preciso momento, non dovrai esitare: dovrai muoverti. Ributtati nella vita! La vita e il movimento (non solo in senso fisico, anche se pure quello aiuta) sono la migliore medicina per uscire dagli stati di impantanamento. Non subito forse, nel momento di sofferenza acuta forse non riuscirai a trovare terreno abbastanza solido da muovere quel primo passo, ma non appena sentirai che puoi farlo… fallo!
E quando ricadrai, perche’ quello che starai percorrendo sara’ all’inizio un terreno impervio, rialzati e fai un altro passo. Ti sembrera’ di essere tornato al primo passo che avevi gia’ fatto, ma non e’ cosi’: quello sara’ gia’ il secondo passo… e poi ne seguira’ un altro ed un altro ancora, fino a quando, un giorno, voltandoti indietro, ti accorgerai all’improvviso di quanta strada avrai fatto e di come quella sofferenza sia ormai lontana.

Ci sono cose nella vita che possono essere materialmente cambiate. Allora dobbiamo smettere gli indugi ed agire per farlo.

Altre possono essere solo accettate. Allora sara’ il tuo animo a dover e poter cambiare, reinquadra la situazione: e’ davvero cosi’ limitante cosa non puoi cambiare? Non puoi comunque vivere di altro? Davvero non c’e’ nulla di bello per cui valga la pena di tornare a sorridere?
Forse sei tu che in questo momento non hai occhi per vederlo. Ma sono sicuro che c’e’.
Ci sono persone, in condizioni fisiche terribili, che non si sono arrese, che sono tornate a vivere.

Davvero non puoi farlo anche tu?

Non importa cosa hai fatto finora, il tuo passato, i tuoi presunti errori, le condizioni dalle quali parti, gli strumenti che hai a disposizione, ne’ il punto dove potrai arrivare…

Muoviti, non lasciarti andare!

basket

94 pensieri su “Muoviti, non lasciarti andare!

  1. Ciao caro Wolf! L’uomo è troppo orgoglioso ed egoista e pensa sempre che se la potrebbe cavare da solo senza l’aiuto di nessuno…e qui per me si sbaglia, perchè se solo fosse un pochino più umile ed amasse la vita…della quale fanno parte uomini, animali e tutta la natura…capirebbe e sarebbe tranquillo e sereno perchè tutto ciò che lo circonda se solo sentisse il suo vero amore e la sua appartenenza universale…tutto si muoverebbe in suo aiuto per…trovare una via d’uscita!!!…Ma l’uomo si crede il centro di se stesso, si crede immortale e superiore a tutti gli esseri…e fin quando penserà così…non troverà mai pace!
    Io invece credo nell’amore, nella forza dell’amore…e più siamo uniti e più l’amore acquista forza…e più si allontana il male e da esso tutte le conseguenze negative che vanno a distruggere la nostra gioia di vivere!
    Ciaooooo!!!

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  2. x MariCa: eh! Magari fosse il “mio” palazzo Te! 😉

    Ciao Rontomusettina 🙂 Conosco quella sentenza…
    “Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare
    quelle che posso, e la saggezza di comprendere sempre la differenza.” – K. Vonnegut

    Credo che anche da un punto di vista umano un sostegno, magari solo una frase di conforto – detta con il cuore e senza superficialita’ – posso essere almeno di aiuto.

    Ammiro la tua fede 🙂

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  3. x Tenderly: diciamo che – a meno di non inventare spudoratamente – in ogni scritto c’e’ qualcosa di noi. Perfino fosse un aforisma, se citato con consapevolezza, esprimerebbe qualcosa di noi 🙂
    Ricambio il sorriso…

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  4. Capita a tanti, sì…penso che almeno una volta nella vita, a tutti…

    ed è bello trovare chi cerca di “scuoterti”…chi ti invita a non lasciarti andare…

    tanto raro quanto bello…

    Un forte abbraccio*

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  5. Ciao Pinky 🙂 Be’, qui e’ facile: e’ chi “passa” che scegliere se leggere o no. Nella vita di tutti i giorni invece chi vuole dare una mano deve farlo con attenzione (il che non vuol dire necessariamente “non energicamente, eh! ;)), o quello scuotimento risultera’ addirittura controproducente 🙂

    Un forte abbraccio a te…

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  6. Sicuramente bisogna muoversi, ma certe cose che mi son capitate e che non dipendevano da me, mi fanno rabbia tutt’oggi! non è facile accettare quando non capisci il senso di certe azioni! Puoi solo ammorbidire e cercare di non pensarci, provare a perdonare, capire che sei solo una vittima della cattiveria o del destino…non è semplice, ma ci si rialza, perchè non è giusto (nessuno si può prendere la tua vita!). Bel messaggio di speranza comunque! un saluto caro ^^

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  7. …penso sia opportuno valutare il momento… buttarsi fuori nel mondo quando si è veramente feriti non penso sia sempre un gesto positivo… e non va bene nemmeno crogiolarsi nelle proprie disgrazie senza agire per uscirne… questo messaggio penso sia rivolto a chi sta veramente male… e l’energia per uscine comunque la si deve cercare dentro di sé… dall’esterno possono arrivare stimoli per provocarla… ma l’unica forza che ci potrà far tornare nella mischia è la nostra forza… le altre possono solo essere delle piccole spinte che ci fanno fare qualche passo… ma poi saremo di nuovo fermi…
    complimeni sempre per le tue argute riflessioni…
    un abbraccio
    gino

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  8. Great!!! Non posso che essere completamente daccordo con quanto hai scritto! ;D
    Questo è quello che fanno tutti quelli che … “vivono e continuano a farlo” nonostante tutto e tutti! ;)))

    Namastè!
    SitaRam :***

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  9. emmeegi… proprio per questo nel post originale ho scritto “Se la via non c’e’ o, meglio, non c’e’ ancora, allora non puoi fare altro che resistere in attesa che la tempesta passi, aggrappato a quella vocina che sicuramente ti sta dicendo che ne uscirai, che perfino questo momento disperato avra’ fine, non importa quanto ci mettera’.
    Se saprai stare in ascolto, coglierai quando quel senso di oppressione iniziera’ a mollare la presa e, in quel preciso momento, non dovrai esitare: dovrai muoverti. Ributtati nella vita! La vita e il movimento (non solo in senso fisico, anche se pure quello aiuta) sono la migliore medicina per uscire dagli stati di impantanamento. Non subito forse, nel momento di sofferenza acuta forse non riuscirai a trovare terreno abbastanza solido da muovere quel primo passo, ma non appena sentirai che puoi farlo… fallo!”.

    Non ho mai scritto di “buttarsi allo sbaraglio”… 🙂

    In quanto a cio’ che ci puo’ arrivare dall’esterno, in tanti hanno gia’ sollevato la tua stessa obiezione (anzi peggio, poiche’ tu riconosci almeno che “dall’esterno possono arrivare stimoli per provocarla”), a queste obiezioni ho risposto: “Ho scritto altre volte che uno scritto come questo, da solo, non può certo cambiare una situazione pesante e radicata. Ma chissà… potrebbe essere un piccolo seme che, magari assieme ad altri, un giorno potrebbe sbocciare come convinzione propria e dunque duratura. O addirittura, per chi è già quasi pronto a risollevarsi, costituire – per una volta in positivo – la classica goccia che farà traboccare il vaso della rinascita… 🙂
    Chiaro che è un seme che va innaffiato… ovvero seguito da altri passi…”

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  10. Grazie SitaRam 🙂 Un abbraccione!

    Ezio, ci sono, ci sono stati e sempre ci saranno, su questo sito come su altri… Immagino sia una condizione inevitabile di Internet.
    Sereno fine settimana a te 🙂

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  11. rieccomi… ero venuta a finire di leggere il post, poi ho guardato bene la foto, quella del cancello, e ho visto che dietro le sbarre ci sono le ragnatele. Allora mi è rivenuta una paura tremenda e così ho deciso di andarmene . . .

    Lo leggerò quando sto un po’ meglio. Già sono un po’ malinconica per conto mio, poi ti ci metti tu con le ragnatele……..

    vado! sigh!

    Lands

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  12. Ma che lupo sei, Lands?? Ragnatele? Quello è il “disegno” del muro! Non sono ragnatele! ;)))) Non s’è mai visto un lupo con gli occhiali… 😀

    Ehm… lo sai che il maraschino non ricordo nemmeno che gusto abbia? E’ una vita che non lo bevo 😀

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  13. non credo nell’inerzia,
    non credo negli indugi,
    non credo che la via, in genere, la conosciamo bene, ma facciamo finta di non vederla:
    penso che questi siano luoghi comuni, che non so dove siano nati.
    ho profonda stima per il dolore umano, che quando è tale, è vero:
    cioè, cecità
    la via non la si vede affatto, non c’è indugio!…..se uno la vedesse ci andrebbe subito….
    credo quindi nella verità e sincerità dei limiti umani, e cioè, in quelle situazioni in cui siamo fermi perché non siamo ancora pronti per andare:
    molte persone non sono sciocchi come bambini, che non hanno voglia di migliorare, molti non possono ancora,
    credo fortemente nell’io inconscio che sa dove dirigerci, indipendentemente dalla volontà….e quando è pronto, trova la strada per dire cosa fare.
    gli incoraggiamenti spesso possono solo scoraggiare:
    credo invece che l’importante sia infondere fiducia, e dire:
    “se ora non ce la fai, non ti colpevolizzare, io – che sono rinata – so che è possibile, e non ho nessuna qualità in più di te perché anche per te non arrivi il momento della resurrezione,
    quindi io ci credo per te”

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  14. Io ho cercato di prevedere i diversi casi, anche quello che citi (guarda in particolare il mio commento-risposta #64 a emmeegi). Non fare l’errore di pensare che siamo tutti uguali: c’è chi davvero non sa che pesci prendere perché in realtà non ci sono proprio pesci da prendere, la situazione è così e si può solo sopportare aspettando che passi; ma ci sono molte persone che nella propria sofferenza ci si rotolano pur avendo i mezzi per uscirne, perché ormai in quella condizione ci sono da tempo, la sentono paradossalmente “sicura” perché “conosciuta”: abbandonarla significherebbe doversi assumere la responsabilità della propria vita e delle proprie azioni, e ciò spaventa, funziona da deterrente più che la sofferenza stessa.
    Poi c’è chi semplicemente non sa che può uscirne o non sa come fare, pur essendoci la strada per farlo, poiché sono ormai persi nel circolo vizioso dei loro pensieri. Per queste persone, la condivisione può essere fondamentale. Ascoltare i consigli di altri che ce l’hanno fatta, senza prenderli per oro colato naturalmente, ma valutandoli, può far intravvedere loro una via di uscita che non avevano visto.
    Non è questione di colpevolizzazione, quanto di responsabilizzazione casomai. Altrimenti c’è il rischio di cadere nel fatalismo e lasciarsi andare alla deriva.
    Non puoi ragionevolmente dire che siccome tu ne sei uscita da sola, allora tutti possono e saranno in grado di fare altrettanto. E non perché tu sia migliore di loro, ma perché, semplicemente, la vostra storia è diversa, voi siete diversi.

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  15. non condivido,
    come al solito difficile spiegarsi:
    tutti che si crogiolino o che non sanno che pesci pigliare sono nella stessa situazione: cecità, il loro io profondo non è in grado, non ancora
    e qualunque stimolo tu possa dargli non servirà a nulla
    anche quelli che tu pensi di ave aiutato con consigli……pensi tu che siano stati stiolati dai consigli, ma semplicemente era arrivato per loro il momento di cambiare.
    ti porto un esempio, che forse (anche se dubito) chiarirà (di base ho una scarsissima fiducia nella comunicazione solo a parole, rimango sempre delusa nonostante ci riprovi, perché l’altro legge sempre secondo categorie sue, è inevitabile, a meno che non ci sia una sintonia empatica particolare ma che è data dalla conoscenza anche personale e fisica…….comunque ormai continuo)
    Sifri ha detto:
    in carcere molti sono i volontari che cercano di aiutare le persone a reintegrarsi, o a non peggiorare il loro stato di umnaità, a promuoversi, MA SAI CHI CE LA FA?
    chi ha la forza in sé, e avrebbe potuto farcela anche senza il loro aiuto…..per gli altri, ci possono essere anche tutti i volontari del mondo presenti 24 su 24, non c’è cambiamento di sorta.
    ho esperienza di persone su persone che sono immutabili? perché? un mistero!!!!!!!
    fatto sta che ho passato la vita a fargli capire cose, ma
    non c’e’ peggior sordo di chi ha scelto di rimanere così, E PROBABILMETE è SOLO STATA PRESUNZIONE MIA PENSARE CHE SAREBBE STATO MEGLIO UN CAMBIAMENTO,
    già se riusciamo a cambiare noi stessi abbiamo fatto il miracolo, e presumiamo anche di aiutare gli altri?

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  16. …”ci sono molte persone che nella propria sofferenza ci si rotolano pur avendo i mezzi per uscirne, perché ormai in quella condizione ci sono da tempo, la sentono paradossalmente “sicura” perché “conosciuta”

    Trovo che questa condizione sia terribile, anche se le altre non sono da meno.
    La trovo terribile perché queste persone finiscono,a loro insaputa, per non esprimere il loro potenziale. Si sono, in definitiva, adattati (lo evidenzi giustamente) a questa situazione ritenendo in modo errato che la vita vada vissuta così.
    E un pò come rimanere in una stanza temendo di aprire la porta, quella porta in grado di offrire maggiori possibilità.
    Ancora più terribile è quando, con tatto e delicatezza, si prova ad illuminare loro il percorso. Si ottiene l’effetto contrario: di maggiore chiusura. Anzi, si diventa un loro potenziale nemico…:-(

    Ciao 🙂

    O.

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  17. La prima parte assomiglia molto al mio post sul libro “Mille splendidi soli”,, sai laggiù non c’è libera scelta e quindi veramente in questo nostro mondo, che offre infinite opportunità, sarebbe sprecato non provare ad uscire da qualsiasi tunnel.
    Non viene niente fortuitamente, si forse a volte con qualche pizzico di fortuna….., per me la vita si costruisce pezzettino per pezzettino……bisogna poi rendersi credibili per avere credito.
    Un abbraccio

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  18. Romina, effettivamente mi sembra che la nostra non sia incomunicabilità, semplicemente la pensiamo diversamente. Guarda che non è una tragedia, non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano pensarla allo stesso modo, ne’ che esista una verità unica per tutti.

    Anche io ho incontrato persone che non erano semplicemente capaci di aprirsi verso l’esterno e dunque rimanevano nella loro stagnazione interna. So benissimo che non si può aiutare chi non vuole (o non può, che spesso poi sono la stessa cosa) essere aiutato: è stata una delle prime regole che mi furono insegnate.
    Ma il fatto che per molti sia così, non significa che debba essere così per tutti.

    Tempo fa ero perso in un grave problema, non ne vedevo proprio la soluzione per quanto mi sforzassi. O meglio… in realtà sapevo cosa avrei dovuto fare, ma ero bloccato dai timori e dall’inerzia. Un giorno una lettrice di Splinder scrisse su una pagina del mio blog, parlando di un altro argomento, questa frase: “l’immobilismo diventa colpevolezza”. Queste parole, da sole, ebbero il potere di “svegliarmi”, di farmi capire che stavo buttando letteralmente nella spazzatura la mia vita.
    Certo, FORSE ero pronto e dunque ricettivo; FORSE ci sarei arrivato da solo. FORSE. O forse no.
    Un giorno rintraccerò quella persona e la ringrazierò personalmente per quella frase. Altre, in passato, mi fecero inconsapevolmente regali simili. Addirittura una persona che voleva il mio male cercò di danneggiarmi, spingendomi ad allontanarmi da una determinata situazione. Ma ciò che trovai fu addirittura meglio di quella che avevo lasciato. Qualcuno, sempre sul mio blog mi pare, tempo fa ha scritto “se vuoi far del male, lo devi fare bene, altrimenti potresti ottenere l’effetto opposto”. Bé, ciò è proprio cosa successe.
    Se è vero che si può essere più o meno ricettivi di natura o per lo stato contingente nel quale ci si trova, è comunque innegabile che talvolta una singola frase, detta al momento giusto, può essere il “la” al cambiamento, avendo in definitiva il potere di cambiare un’intera vita. Che si sappia leggere o meno non è importante: se sai leggere, ma quella frase non viene detta, non la leggerai mai.
    Questo è il potere della condivisione, questo è il motivo per cui è meglio dare un certo messaggio che tenerlo per sé per egoismo o perché convinti che tanto non servirebbe a nessuno.

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  19. Ciao O. Condivido le tue parole. E’ il famoso “non si può aiutare chi non vuole (o non può) essere aiutato”.
    Ma stiamo attenti a non fare di tutta l’erba un fascio, non tutte le persone sono così, anzi a mio avviso non sono certo la maggioranza.
    E allora preferisco spendere una parola, anche se ci sarà il rischio che rimanga inascoltata, piuttosto che tacere nella sbagliata convinzione che parlare non serve mai a nulla ed a nessuno.

    Ciao 🙂

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  20. Evelyn, già 🙂 E a volte il pizzico di fortuna può essere anche la parola giusta al momento giusto 🙂 Il mondo è pieno di uova di colombo… ma bisogna essere pronti a coglierle 😉
    Ricambio l’abbraccio

    x iNessuno: quello che hai citato è stato uno dei miei aforismi preferiti molto a lungo. Poi lo abbandonai un po’, ma solo perché faceva parte di quella serie di massime incitanti alla resistenza dei quali ad un certo punto sentii di non aver più bisogno. Me ne occorrevano di nuovi, quelli inneggianti alla esistenza, senza la “R” davanti 😉

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  21. Spesso cerchiamo, risposte, soluzioni, colpe in ciò che ci circonda senza sapere che la vera soluzione è dentro ciascuno di noi…
    La via per uscire dal tunnel, esiste, ma anche se suggerita da altri, la scelta deve partire da una nostra profonda convinzione… da una nostra ferma e convintà volontà a muovere il primo passo… è questo per me uscire dall’immobilismo…
    non importa quale sarà la via… l’importante è la convinzione di quel primo ed importante passo…
    Un saluto caro Wolf… mi mancano i tuoi preziosi contributi al mio blog…
    è un po’ che non vieni dalle mie parti…
    Fly

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  22. ilmercantedeisogni, grazie a te 🙂

    Fly, naturalmente senza la nostra reale decisione di muoverci, a nulla varranno parole e consigli, questo è chiaro. Eppure talvolta esse possono essere decisivi, essendo un po’ come la classica goccia che è determinante per far traboccare il vaso dell’immobilismo…

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  23. Caro Wolf,

    forse ti sembrerò fuori luogo a parlare del dettaglio della foto in un post di questo calibro, tuttavia a me pare proprio una ragnatela… è vero ultimamente sono diventata un pochino talpa ma non fino a questo punto…

    Parlando di questo post: io l’ho fatto tante volte nella mia vita quello che tu descrivi. Vuoi che ti racconti, se già non l’ho fatto (o forse si?) come e quando decisi di smettere di fumare? L’ho fatto in uno dei momenti peggiori della mia vita. L’ho fatto in uno di quei momenti in cui la sigaretta sembra l’unico sollievo. Togliermele nel momento del maggiore bisogno , mi ha dimostrato che potevo farcela a risollevarmi in tutti i sensi…e così è stato!

    Tuttavia devo dire che in amore è tutto più difficile…

    Lands

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  24. Molto brava Lands! 🙂 Il tuo e’ proprio un bell’esempio. Naturalmente pur di farlo con qualcosa che davvero ci danneggi: spesso quando si sta male, si tende ad accentrare le proprie attenzioni su capri espiatori che poco hanno a che fare con il nostro malessere.
    E’ anche per questo che in amore e’ piu’ difficile: essere sicuri che quella e’ “la cosa da fare”, non e’ sempre cosi’ semplice…

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  25. Veramente una bella riflessione. E' vero: abbiamo le possiblità di tirare avanti la vita anche nei momenti più bui. La lampadina è dentro di noi, basta solo accenderla…
    Dragotony

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  26. Sì… ci sarà solo una volta nella quale non potremo farlo… e speriamo arrivi il più tardi possibile! In tutti i casi precedenti, si puo' sempre rialzarsi, e ci sono tante persone colpite dalle più serie e gravi calamità che l'hanno dimostrato.

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