Diplomazia e ascolto – Shakespeare

shakespeareSi racconta che Shakespeare avesse la capacità di andare d’accordo con tutti o quasi. Egli riusciva a mettersi sullo stesso piano di chiunque gli si parasse davanti, fosse il re o l’ultimo dei maniscalchi, conversando amabilmente al loro livello.

Un giorno qualcuno gli fece malignamente notare che faceva così perché mancava di carattere e, dunque, al fine di evitare gli scontri, cercava diplomaticamente di non urtare nessuno.

William andò in crisi, temendo che ciò potesse essere vero. Si chiese – magari con altre parole 😉 – se potesse essere un uomo senza palle.

Poi diventò la persona che conosciamo…

Si narra che Shakespeare sfondò divenendo dapprima attore, grazie in particolare proprio al dono di calarsi empaticamente nei panni di chiunque.

Allora si ricordò di quel dubbio che, quella persona maligna, gli aveva messo in testa.

E ringraziò di non averle creduto.

 



Usare diplomazia nella vita di tutti i giorni non vuol dire non essere determinati o mancare di carattere. Vuol dire solo avere tatto ed empatia verso le persone che abbiamo di fronte. Perché ognuno, attraverso i propri filtri e il proprio vissuto, vede l’universo in maniera differente da noi. Rispettare tale diversità di visione, non vuol dire rinunciare alla propria, se non lo vogliamo; vuol dire anzi darsi una possibilità di percepire uno, cento, mille universi diversi, con una infinita varietà di possibilità che forse, da soli, non saremmo in grado di notare…

Dare agli altri una possibilità di esprimersi, senza pregiudizi per la loro condizione, provenienza e aspetto, significa in definitiva dare una possibilità in più a noi stessi di scoprire qualcosa di nuovo – forse di essenziale – per la nostra crescita.

0 pensieri su “Diplomazia e ascolto – Shakespeare

  1. No, Simona, trovo orribile che un insegnante di scuola elementare “guardi dall’alto in basso”… ma anche fosse un docente universitario poco – a rigore – cambierebbe.
    Sono sicuro che sei piu’ apprezzata (ed ascoltata!) te, di quanti si fanno dare del “lei” 😉
    Buon pomeriggio a te 🙂

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  2. Il mio modo di approcciarmi alle persone in effetti è proprio questo, è così naturale che se qualcuno ogni tanto non me lo facesse notare, neanche mi porrei il dubbio insinuato “del maligno” di Shakespeare; a dire il vero poi, neanche mi fermo a chiedermi se sia giusto o sbagliato, anzi, è una delle poche cose di me, di cui sono contenta. =)

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  3. Ciao Fragolina 🙂 Rispondo al tuo saluto, al tuo sorriso ed al tuo bacio 🙂

    x Senzabussare: in realta’ diplomazia e scontro possono essere due alternative contrastanti solo in apparenza. E’ evidente in fatti che, quando e’ necessario arrivare ad una conclusione e non c’e’ vero ascolto dall’altra parte, lo scontro diviene inevitabile.
    Ti invito a leggere questo scritto di qualche tempo fa’: http://www.wolfghost.it/post/14621241/Mantenere+il+dialogo

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  4. Pensa che a me è successo q.c. di simile a quello che successe a William. Tanti anni fà una persona mi fece notare che io non criticavo mai nessuno e vedevo sempre il lato migliore delle persone. Questo, secondo questa persona, faceva in modo che poi gli altri si dimenticassero di me. In altre parole sosteneva che è meglio trattare male le persone. Sono passati diversi anni da allora e per fortuna non sono cambiata. Ho sempre avuto un modo dolce di approcciare le persone e ne sono contenta:)

    buona serata, Lands

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  5. Ciao Lands 🙂 A me invece il dubbio venne da solo! 😀 Forse anche per questo, quando ascoltai questo racconto prima di una performance teatrale alla quale assistetti molti anni fa’, esso mi rimase impresso 🙂

    Buona serata a te!

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  6. E’ uno dei più grandi doni che riconosco nelle persone.

    Sono le persone che si arricchiscono di più…le più grandi.

    Ci vuole predisposizione , ma sopratutto grandissima intelligenza e umiltà.

    Bentrovato Wolf*

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  7. Sono d’accordo Pinky 🙂 Infatti mi e’ sempre sembrato piu’ sicuro di se’ un uomo che sappia riconoscere il dubbio di uno che tira dritto come avesse il paraocchi. Il secondo in realta’ ha perso la capacita’ di “vedere”, chiudendosi nelle proprie convinzioni e, con cio’, ha smesso di crescere limitandosi a difendere le proprie credenze per timore di vedere crollare tutta l’impalcatura su cui ha costruito la sua falsa sicurezza.
    Ciao cara Pinky 🙂

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  8. Io MI porgo con rispetto ed empatia verso tutti è chiaro che non ho la stessa risposta da tutti ognuno recepisce soggettivamente ..
    E’ in quest’ottica che mi trovo bene con tutti
    Se poi capita e succede lo so ti do ragione che tra tanti ci sono anche gli antipatici non mi faccio il sangue amaro per tanto tempo se sono come coloro i quali fanno i peggior sordi di chi non vuol sentire io mi allontano da loro…
    Non so se mi sono spiegata bene spero di si …
    Un abbraccio

    Giada

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  9. x Giada: ti sei spiegata benissimo 🙂
    Quando è possibile farlo, allontanarsi in una situazione del genere è ciò che consiglio anche io. Tuttavia ci sono dei casi dove allontanarsi può non essere facile, pensa ad esempio a qualche collega di lavoro del quale proprio non puoi fare a meno… è allora che la situazione diventa difficile. Talvolta è necessario ricorrere ad una forma di… diplomazia “astuta” al fine, se non altro, di non essere sempre in tensione.

    Ricambio l’abbraccio 🙂

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  10. x Dolcelei: e vai! Attrice anche te allora! 😀
    Ricambio l’abbraccione! 🙂

    x Pallyna: capisco cosa vuoi dire, e sono d’accordo: l’affetto qua c’entra davvero poco, è davvero solo la maschera dietro la quale si cela ben altro, come invidia, spirito di possesso e sopraffazione, mera convenienza. E’ chiaro che probabilmente queste persone agiscono mosse da problemi problemi, ma è anche vero che – per quanto si possano capire e compatire, non dobbiamo pagare noi il prezzo degli sbagli che qualcun altro ha commesso con loro. Se è possibile, perfino perdonando, è giusto mettere molto spazio tra noi e queste persone.
    Se non ti è ancora capitato, leggi anche cosa avevo scritto qua:
    Il perdono

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  11. …la diplomazia è, anche, l’arte di dare dell’imbecille senza che la persona se n’avveda subito… 😉 In questo il francese, lingua del mondo diplomatico, aiuta molto.

    Ad ogni modo, saper ascoltare (ascoltare non ha la stessa valenza di sentire…) e usare modi cortesi (diplomatici) permette un approccio positivo con le persone. Nulla vieta, tuttavia, di reagire ai modi scortesi…

    Ciao 🙂

    O.

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  12. Eccomi 🙂 ho letto anche il post che mi hai linkato! Credo che alla fine ci sia un parallelismo tra questi due. Visto da occhi “attoriali”, chi, infatti, meglio dell’attore può mettersi nei panni degli altri e essendoci e trovando la verità in essi, capire?! Vedrai se entrerai nel mondo del teatro ancora di più ne rimarrai incantato…
    Un saluto ^^

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  13. Il probelma è sempre lo stesso…si cerca sempre di imporre se stessi e difficilmente di prestare ascolto a quanti ci son difronte…
    Liberarsi da pregiudizi.. imparare a rispettare gli altri…e aprire la nostra mente …
    Bello davvero questo post…complimenti…
    Buona giornata…
    LeAAA

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  14. ahahah naturalmente, O. 🙂 Io davo alla parola “diplomazia” l’accezione di usare tatto e rispetto verso l’interlocutore. Ma “diplomazia” ha senz’altro molte sfumature, anche in dipendenza del contesto 🙂

    Ciao 🙂

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  15. Esatto Lea, credo che quanto hai descritto succeda piu’ frequentemente di quanto pensiamo. Magari – e sperabilmente – solo parzialmente 🙂 Insomma… parlare con una sagoma di polistirolo espanso non e’ piacevole 😀
    Buona giornata a te…

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  16. Porca puzzola

    da ieri mi hai creato l’ obiettivo, che mi pongo di raggiungere entro pochi mesi, di imparare ad essere diplomatico.
    e’ vero non si smette mai di crescere, basta cogliere ogni piu’ piccola occasione!

    GRAZIE!
    Ezio

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  17. Quando la diplomazia, quando l’arte di negoziare, quando l’empatia e la voglia di ascoltare e comprendere il nostro prossimo sconfinano in mancanza di piglio, di potere decisionale, di coraggio di come ben dici di OO, o peggio ancora quando tutte queste “virtù” vengono usate come subdolo strumento per scopi personali, allora quest’arte diventa scadente e di poco valore. Molte persone usano proprio questa sorta di maschera paragonabile ad un eccellente “savoir faire”, per insabbiare la loro più o meno totale incapacità di prendere decisioni, di saper fronteggiare il mondo esterno. Per contro esistono persone dotate di un’innata arte diplomatica, che sanno mediare e sanno porsi nel giusto modo nei confronti degli altri, persone tolleranti e di sani principi, dotate di tatto e garbo. E secondo me di grande stile e finezza intellettuale. Non è così facile trovare Persone così; persone capaci di calarsi nei panni degli altri, persone che bandiscono ogni giudizio morale e sanno sempre mantenersi centrate sul presente delle cose, senza lasciarsi cogliere da simpatie o antipatie “a pelle”.
    Beh, conosco persone di questo genere, e devo dire che a volte mi capita di dubitare della loro autenticità. Quelle vere, di mia conoscenza, si possono contare sulle dita di una mano e sicuramente ci stanno pure larghe!!!
    Un caro abbraccio ed un immancabile KISS

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  18. x psicosomatica: sono d’accordo con la tua suddivisione. Il problema spesso nasce quando incontri una persona che abbia avuto solo a che fare con la prima categoria e che, percio’, finisce per essere prevenuta vedendo tale “scadenza” in ogni forma di diplomazia o tatto, finendo per “bollare” anche quella che invece non lo e’.
    Abbraccio e kiss anche a te 🙂

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  19. ..non son per natura diplomatica, ma questo lo sapevamo già..

    eppure condivido pienamente ciò che dici…ma penso che non c’entri con la diplomazia..

    ascoltare l’altro, mettersi in relazione..lasciare un po’ a casa l’ego e dedicarsi al “mescolamento” delle cose e poi farsene un’idea…

    però ripeto..
    la diplomazia proprio..
    non la digerisco!!!

    😉

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  20. A dicembre ho lavorato come interprete francese italiano per un formatore che a sua volta insegnava a dei formatori una nuova tecnica di comunicazione che si basa sui 6 profili di personalità (in nome della tecnica è la Process.com). Si parlava proprio di come è importante conoscere noi stessi e capire quale profilo è preponderante e quale meno in noi – e ciò è dato da come siamo in origine fin dalla nascita e dal nostro vissuto, unico – per poi sapersi adattare ed avvicinare agli altri per creare un canale di comunicazione, questo non senza sforzi, ma è proprio qui che si vede la capacità e la voglia di instaurare un dialogo, nonostante le diversità…è stato molto interessante, ora mi capita di leggere le persone in questo senso e cercare di trovare la via per andare d’accordo, pur avendo le mie convinzioni ed idee personali com’è naturale che sia… appena possibile, leggo anche gli altri commenti… un abbraccio!
    Alessandra

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  21. Genetiche.
    I profili sono 6 e ogni persona ha questi profili, uno o due prevalgono sugli altri:
    perseverante
    lavoratore
    empatico
    sognatore
    ribelle
    promotore

    Ognuno con caratteristiche diverse e specifiche.

    C’è una BASE e c’è una FASE: abbiamo tutti una “base” che corrisponde alla nostra persona fino ai 3 anni circa ossia il nostro bagaglio genetico e che s’identifica con il profilo più accentuato in noi, ad esempio “empatico”.

    Poi abbiamo tutti una “fase”, ossia le motivazioni e gli stimoli di cui abbiamo bisogno per sentirci realizzati e soddisfatti ed appagati, che corrisponde ad esempio al profilo “lavoratore”.

    L’empatico sarà una persona che ha il bisogno del contatto, dell’approccio visivo del dialogo e di sentirsi “amato” e di mostrare empatia verso gli altri. La sua “fase” di lavoratore emerge quando ad esempio sul lavoro sarà una persona organizzata, strutturata, che ha bisogno di avere un riscontro ed apprezzamento per il lavoro eseguito e per aver raggiunto un obiettivo e di sentirti utile…
    Un ribelle che ha bisogno di cambiamenti e di uscire dagli schemi e di novità dovrà fare uno sforzo maggiore nel comunicare con un lavoratore, ma a seconda dei contesti può adattarsi e riuscire a creare comunicazione…
    Ora non è semplice esaurire il discorso, ma spero di averti dato un’idea…

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  22. Si, si, me l’hai data 🙂 E molto interessante anche. Concordo con questa idea, anche se il “genetico” puo’ essere interpretabile anche da un punto di vista esoterico (in fondo perfino Dio per manifestarsi nel mondo ne usa la sua chimica, no?).
    Credo che la “fase” possa essere coltivata ad arte (sperabilmente da noi stessi, altrimenti qualcun altro cerchera’ di farlo al nostro posto ed a suo vantaggio), fino a sovvertire l’ordine “genetico”.

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  23. Empatia, interessante!

    Credo che è difficile parlare con qualcuno senza un pre-giudizio, se si tratta di una discussione specifica, ma, ascoltando il nostro interlucotore egli prima fa cadere il "pre" e poi cambia il  "giudizio".
    (scusami per il gioco di parole, ma ci stava bene) 

    Sono perfettamente d’accordo che essere imparziali è un ottimo mezzo per ascoltare.

    Empatia credo che significhi "sentire con l’anima" l’altra persona.
    E allora, presumiamo che la persona che mi sta di fronte mi fa un complimento che dovrebbe farmi piacere, ma potrei anche sentire per "empatia" che è un complimento falso, pure essendo un ottimo "attore". 

    Ti è mai capitato di avere a che fare con persone che senti simpatiche o antipatiche senza un valido motivo per essere tali?  A me. Si.

    Grazie per la riflessione!
     
    Rondine 🙂 

     

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  24. Il prerequisito e’ il saper ascoltare senza credere a priori di avere la "verita’" nelle proprie mani, altrimenti non si ascoltera’ veramente.
    A mio avviso la simpatia o antipatia "a pelle" e’ comunque legata a qualche ricordo che affonda nel nostro passato: magari la persona che abbiamo di fronte ci ricorda qualcuno (che probabilmente non abbiamo presente o abbiamo addirittura dimenticato) che ci colpi’ – negativamente o positivamente – in un passato magari lontano.
    Non essendone consapevoli, attribuiamo il nostro stato d’animo a "simpatia" o "antipatia"…
    Naturalmente e’ solo una delle possibilita’

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